SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE
1. Liberalizzazione dei prezzi
Sono stati aboliti la maggior parte dei controlli amministrativi sui prezzi, tranne per alcuni servizi pubblici, per i quali si sono imposti aumenti considerevoli.
2. Liberalizzazione degli scambi
Una nuova legge federale del 2001 ha semplificato le procedure, soppresso la maggior parte delle autorizzazioni e dei contingenti, ridotto il numero di dazi e diminuito l'aliquota doganale media. In Montenegro si applica una normativa commerciale a sé stante, con tariffe inferiori a quelle federali.
3. Regime valutario
Regime di fluttuazione gestita, che ha mantenuto stabile il tasso di cambio del dinaro. Il Montenegro ha adottato l'euro come unica moneta legale nel novembre 2000.
4. Investimenti esteri diretti
Gli IED sono tuttora relativamente scarsi. In Serbia si sta elaborando una legge sugli investimenti esteri; il Montenegro ha adottato una legge sugli IED già nel 2000.
5. Politica monetaria
Rigorosa politica monetaria della Banca nazionale di Iugoslavia. La moneta di base viene creata quasi esclusivamente in seguito a incrementi delle valute estere ed a limitati crediti alle pubbliche amministrazioni. Non vi è nessuna politica monetaria sovrana in Montenegro.
6. Finanze pubbliche
Amplissime riforme finanziarie, comprese l'attuazione di una grande riforma tributaria in Serbia e la preparazione di un piano d'azione fiscale in Montenegro; prime iniziative per migliorare la gestione fiscale;
potenziamento dell'esazione fiscale e dei controlli sulle spese. Si sta istituendo il sistema del Tesoro.
7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese
In Serbia, adozione nel giugno 2001 di un nuovo programma di privatizzazioni. Si stanno elaborando testi di legge sulle imprese e contro le concentrazioni e si sono adottati piani di ristrutturazione per due grandi imprese in perdita. Proseguimento del programma di privatizzazioni in massa nel Montenegro.
1. Compendio
In complesso, un anno dopo i mutamenti politici verificatisi nell'RFI verso la fine del 2000, si constata che le autorità hanno compiuto progressi sostanziali verso il ripristino della stabilità macroeconomica, la liberalizzazione degli scambi, dei regimi commerciali e dei prezzi e il miglioramento della fiducia sul mercato. Nel 2001 la produzione si è incrementata del 5,5% in termini reali; l'inflazione è diminuita in misura considerevole, dal 115 al 40%, il tasso di cambio è stato mantenuto stabile e le riserve in valuta estera si sono accresciute in misura sostanziale. I risultati di bilancio sono stati favorevoli: il disavanzo contabile, prima della sovvenzioni, è stato molto inferiore al previsto. Tuttavia, persistono difficoltà economiche e si dovranno adottare in tempi brevi altre importanti decisioni politiche intese a ristrutturare l'economia dell'RFI, decisioni che molto probabilmente porteranno alla chiusura di varie grandi imprese e banche non più valide sotto il profilo economico. Nel contempo, le autorità dovranno affrontare la sfida di preservare l'appoggio del grande pubblico alle riforme.
Nell'ottobre 2001 si è iniziato il secondo esame previsto nell'accordo stand-by con l'FMI, riguardante il periodo sino a fine marzo 2002.
L'esito favorevole di tale esame, a metà gennaio 2002, ha consentito all'RFI di fruire della terza quota, di 62,5 milioni di USD, sull'importo totale di 250 milioni di USD.
In luglio, il Consiglio ha deciso di concedere all'RFI un'assistenza macrofinanziaria per l'importo massimo di 300 milioni di EUR. Dopo che l'RFI ha pagato tutti gli arretrati dovuti alla Banca europea per gli investimenti e alla Comunità, la prima quota, di 260 milioni di EUR, è stata erogata nell'ottobre 2001. In seguito all'esito soddisfacente di un esame della politica economica, nel gennaio 2002 è stata versata la seconda quota di 40 milioni di EUR. Il 10 dicembre 2001 il Consiglio ha approvato una modifica della decisione di luglio, aumentando il totale dell'assistenza sino all'importo massimo di 345 milioni di EUR.
8. Riforma del settore finanziario
Progressi nel risanamento bancario in Serbia: si è costituita l'Agenzia per il risanamento bancario e tutte le banche sono state sottoposte a esame e sono state o chiuse o fuse o sottoposte a maggiore vigilanza, In Serbia saranno chiuse quattro delle banche maggiori, non più in grado di operare; in Montenegro, ma massima banca, la Montenegro Banka, è stata posta sotto amministrazione temporanea.
2. Risultati macroeconomici
La crescita del PIL in termini reali nel 2001 (5,5%, compreso il 3,5% circa in Montenegro) è dovuta soprattutto alla forte ripresa (20-25%) della produzione agricola dopo la grave siccità nel 2000 e all'incremento delle attività nei servizi, compreso il turismo in Montenegro, e nei trasporti. Scarsi risultati si sono continuati a registrare, invece, nella produzione industriale, che nel periodo gennaio-novembre 2001 è risultata inferiore dello 0,6% rispetto al medesimo periodo del 2000.
Come risultato delle rigide politiche monetarie, l'inflazione in Serbia si è ridotta in misura considerevole, dal 115% a fine 2000 a circa il 40% a fine 2001, nonostante vari e ingenti aumenti dei prezzi dell'elettricità, per una percentuale cumulativa del 120% dall'inizio del 2001. In Montenegro l'inflazione annua ha registrato un lieve aumento, dal 22,5% al 25%, soprattutto a causa dell'accelerata liberalizzazione dei prezzi, nel corso dell'anno, nei settori dell'elettricità, dei servizi comunali, dei trasporti, del latte e del pane.
I conti consolidati delle pubbliche amministrazioni nell'RFI hanno registrato un disavanzo contabile, prima delle sovvenzioni, di circa il 2,4% del PIL nel 2001 (pari a circa 240 milioni di USD), rispetto al 6,1% del PIL previsto inizialmente nel bilancio. Il calo del disavanzo è stato dovuto soprattutto ai migliori risultati registrati nel gettito fiscale, ma anche all'azione intrapresa per limitare le spese pubbliche (nella misura dell'1,8% del PIL), nella prospettiva di una carenza di finanziamento estero del bilancio e di ritardi nell'ottenere i proventi delle privatizzazioni in Serbia.
Dopo l'adozione, in Serbia, di una fluttuazione gestita all'inizio del 2001, il dinaro è rimasto più o meno stabile al livello fissato nell'ottobre 2000 (30 YuD per 1 DEM). Le riserve lorde della Banca nazionale di Iugoslavia sono arrivate a circa 1,3 miliardi di USD a fine gennaio 2002 (rispetto a 605 milioni di USD all'inizio del 2001), pari a quasi 2,9 mesi delle importazioni previste nel 2002. In Montenegro, l'adozione unilaterale del DEM/EUR, verso la fine del 2000, come unica moneta legale ha contribuito alla stabilizzazione macroeconomica, in quanto preclude la possibilità di creare moneta di base.
La bilancia dei pagamenti dell'RFI ha registrato nel 2001 un aumento del disavanzo commerciale, che potrebbe risultare vicino a 2,8 miliardi di USD, ma anche cospicui afflussi di rimesse e di proventi dei servizi, che hanno contribuito a contenere il disavanzo delle partite correnti a circa 1,075 miliardi di USD prima delle sovvenzioni. Gli investimenti esteri diretti, tuttora scarsi, secondo le previsioni hanno raggiunto l'importo di 120 milioni di USD nel 2001.
L'ingente debito in arretrato, dell'importo di circa 12,2 miliardi di USD a fine 2001, pari al 140% del PIL, costituisce una grave costrizione nei confronti dell'estero. A tale riguardo, l'accordo tra il Club di Parigi e le autorità dell'RFI per una graduale riduzione del 66%
dell'attuale valore netto degli obblighi verso i creditori del Club di Parigi (circa 4,5 miliardi di USD) e per una ritempificazione del debito rimanente su un lasso di tempo di 22 anni, con un periodo di grazia di 6 anni, va visto come un elemento importante per promuovere la sostenibilità della posizione del paese nei confronti dell'estero.
3. Riforme strutturali
In Serbia e in Montenegro è proseguita per tutto il 2001 la liberalizzazione dei prezzi, con l'abolizione dei controlli sui prezzi di pressoché tutte le categorie di merci e il graduale assestarsi dei prezzi a livelli maggiormente orientati a quelli di mercato, in particolare per l'energia in Serbia e per i servizi pubblici ed i prodotti essenziali (per esempio il latte e il pane) in Montenegro.
Considerevoli progressi si sono compiuti in Serbia con l'adozione nel giugno 2001 di un nuovo piano di privatizzazioni che getta le basi per privatizzare mediante gare d'appalto 150 imprese di proprietà statale o collettiva e mediante vendite all'asta, con procedure trasparenti, altre circa 5.000 imprese. A norma del nuovo testo di legge, gli investitori stranieri possono ottenere tramite gli appalti pubblici sino al 70% delle azioni. A fine 2001, erano state bandite gare d'appalto per 35 imprese. Le autorità hanno ricevuto offerte per la privatizzazione di tre grandi cementifici, la cui vendita è prevista per il gennaio 2002, un po' più tardi di quanto previsto inizialmente. Sono stati elaborati progetti di ristrutturazione di due grandi imprese in perdita (la holding automobilistica Zastava e la BOR, grande produttrice di rame) e un piano riguardante la società Zastava è stato infine concordato tra il governo, la direzione e le organizzazioni sindacali. Nel novembre 2001 la Serbia ha adottato una nuova legge sull'Agenzia per lo sviluppo delle PMI. In Montenegro, è stato completato all'inizio del dicembre 2001 un programma di privatizzazione di massa che interessa 450.000 cittadini e 221 società. Inoltre, si sono lanciate le gare d'appalto per circa 20 imprese (delle 110 che saranno privatizzate mediante vendite in lotti, gare d'appalto o vendite all'asta, o che saranno liquidate). A metà del 2001 è stato offerto in vendita il 51% della società telecom montenegrina e tre investitori si sono dichiarati interessati. Nel 2002, le autorità del Montenegro intendono privatizzare mediante gara d'appalto la Yugopetrol.
I primi passi fondamentali verso la liberalizzazione del commercio estero sono stati intrapresi nel maggio 2001, con l'adozione a livello federale dei testi di legge sul commercio estero e sulle tariffe e aliquote doganali, che hanno semplificato le procedure, abolito la massima parte delle licenze e dei contingenti, diminuito il numero di tributi e ridotto l'aliquota tariffaria media. In Montenegro si sono compiuti progressi nella liberalizzazione degli scambi, riducendo il numero di categorie soggette a restrizioni. Dal 2000, le aliquote doganali sono state ridotte in misura sostanziale, dal 25% a meno del 3% in media: attualmente, sono più bassi che Serbia.
La ristrutturazione del settore bancario in Serbia ha registrato rapidi progressi, in conformità della strategia di ristrutturazione bancaria adottata dalla Banca nazionale di Iugoslavia (BNI) nel maggio 2001. Dopo un lavoro di analisi riguardante tutte e 82 le banche operanti in Serbia, 19 banche sono state chiuse e altre 15 hanno formato oggetto di fusioni. Tra maggio e dicembre 2001 sono state rilasciate autorizzazioni per cinque nuove banche, mentre all'inizio del 2002 è stata annunciata la decisione di chiudere le quattro banche più grandi. Anche se l'intero sistema bancario serbo resta quanto mai fragile, si sono constatati segni di rinnovata fiducia da parte del pubblico, attestata da una cospicua ripresa del risparmio. In Montenegro si sono adottate altre iniziative per ristrutturare il sistema bancario, e con l'aiuto di consulenti internazionali si sono redatti rapporti diagnostici relativi a 10 banche. In base a tali rapporti, a quattro di queste banche è stata rilasciata una nuova autorizzazione. Inoltre, le autorità hanno elaborato e approvato in linea di principio un piano di ristrutturazione della massima banca, la Montenegro Banka.
4. Assistenza macrofinanziaria
L'11 giugno 2001 è stato approvato un accordo stand-by con l'FMI per il periodo sino a fine marzo 2002, che ha formato oggetto di esame, con esito positivo, nell'ottobre 2001 e nel gennaio 2002. Il 16 luglio 2001 il Consiglio ha approvato a favore dell'RFI un'assistenza macrofinanziaria comunitaria dell'importo massimo di 300 milioni di EUR, comprendente un prestito dell'importo massimo di 225 milioni di EUR e una sovvenzione dell'importo massimo di 75 milioni di EUR. Dopo che l'RFI ha pagato tutti gli arretrati di cui era debitrice alla Banca europea per gli investimenti e alla Comunità, nell'ottobre 2001 è stato autorizzato il versamento della prima quota dell'assistenza, dell'importo di 260 milioni di EUR (225 milioni di EUR a titolo di prestito e 35 milioni di EUR a titolo di sovvenzione). In una visita di controllo nel dicembre 2001, si è constatato che, nel complesso, le condizioni a cui era subordinato il versamento della seconda quota (40 milioni di EUR) erano state soddisfatte nei seguenti settori: gestione e controllo delle pubbliche spese, amministrazione fiscale e riforma della politica tributaria, sviluppo del settore privato, ristrutturazione bancaria e gestione del debito estero. In seguito all'esito soddisfacente di tale esame, la seconda quota è stata versata nel gennaio 2002. Il 10 dicembre 2001 il Consiglio ha approvato una modifica della sua decisione di luglio, intesa ad aumentare all'importo massimo di 120 milioni di EUR l'assistenza concessa a titolo di sovvenzione, portando così l'importo totale dell'assistenza a 345 milioni di EUR.