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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

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COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE

Bruxelles, 11.07.2002 COM(2002) 352 definitivo/2

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RELAZIONE DELLA COMMISSIONE AL PARLAMENTO EUROPEO E AL CONSIGLIO SULL'ASSISTENZA MACROFINANZIARIA AI PAESI TERZI

NEL 2001

(2)

ELENCO DELLE SIGLE

AMF assistenza macrofinanziaria

ASA accordo di stabilizzazione e di associazione

ASB accordo stand-by

BEI Banca europea per gli investimenti

CAMEL capitale, attivo, gestione, utili, liquidità ("capital, assets, management, earnings, liquidity": i parametri in uso nel sistema internazionale di valutazione dell'affidabilità finanziaria - "rating" - delle banche)

CBA regime del comitato monetario ("Currency Board Arrangement")

CE Comunità europea

DEM marco tedesco

EFF agevolazione ampliata di credito dell'FMI ("Extended Fund Facility") ESAF agevolazione rafforzata dell'FMI per l'aggiustamento strutturale

("Enhanced Structural Adjustement Facility")

EUR Euro

FESAL prestito della Banca mondiale per l'aggiustamento strutturale finanziario e imprenditoriale ("Financial and Enterprise Structural Adjustement Loan")

FMI Fondo monetario internazionale FYROM ex Repubblica iugoslava di Macedonia IED investimenti esteri diretti

IFI Istituti finanziari internazionali IPC indice dei prezzi al consumo

IVA imposta sul valore aggiunto

NSI nuovi Stati indipendenti

OMC Organizzazione mondiale del commercio PECO paesi dell'Europa centrale e orientale

PIL prodotto interno lordo

PRGF agevolazione dell'FMI per la riduzione della povertà e per la crescita ("Poverty Reduction and Growth Facility", in precedenza ESAF)

RFI Repubblica federale di Iugoslavia

SAF agevolazione dell'FMI per l'aggiustamento strutturale ("Structural Adjustement Facility")

UE Unione europea

USD dollaro USA

(3)

INDICE

I. INTRODUZIONE ... 6

II. QUADRO GENERALE ... 7

1. Precedenti... 7

2. L'assistenza macrofinanziaria nel 2001 ... 7

a) Nuove decisioni... 7

b) Versamenti ... 7

c) Rimborsi e operazioni non concretatesi in versamenti... 8

3. Tendenze e andamento dell'assistenza macrofinanziaria... 8

4. Condivisione degli oneri... 14

III. ALBANIA... 15

1. Compendio ... 15

2. Risultati macroeconomici ... 16

3. Riforme strutturali ... 16

4. Assistenza macrofinanziaria ... 18

IV. ARMENIA... 19

1. Compendio ... 19

2. Risultati macroeconomici ... 20

3. Riforme strutturali ... 20

4. Assistenza finanziaria eccezionale ... 21

V. BOSNIA-ERZEGOVINA ... 22

1. Compendio ... 22

2. Risultati macroeconomici ... 23

3. Riforme strutturali ... 23

4. Assistenza macrofinanziaria ... 24

VI. REPUBBLICA FEDERALE DI IUGOSLAVIA (Kosovo) ... 26

1. Compendio ... 26

2. Risultati macroeconomici ... 27

3. Riforme strutturali ... 27

4. Assistenza finanziaria eccezionale ... 29

(4)

VII. REPUBBLICA FEDERALE DI IUGOSLAVIA (Serbia e Montenegro)... 30

1. Compendio ... 30

2. Risultati macroeconomici ... 31

3. Riforme strutturali ... 32

4. Assistenza macrofinanziaria ... 33

VIII. EX REPUBBLICA IUGOSLAVA DI MACEDONIA... 34

1. Compendio ... 34

2. Risultati macroeconomici ... 35

3. Riforme strutturali ... 36

4. Assistenza macrofinanziaria ... 36

IX. GEORGIA... 38

1. Compendio ... 38

2. Risultati macroeconomici ... 39

3. Riforme strutturali ... 39

4. Assistenza finanziaria eccezionale ... 40

X. MOLDOVA ... 41

1. Compendio ... 41

2. Risultati macroeconomici ... 42

3. Riforme strutturali ... 43

4. Assistenza macrofinanziaria ... 44

XI. ROMANIA ... 45

1. Compendio ... 45

2. Risultati macroeconomici ... 46

3. Riforme strutturali ... 47

4. Assistenza macrofinanziaria ... 47

XII. TAGIKISTAN... 49

1. Compendio ... 49

2. Risultati macroeconomici ... 50

3. Riforme strutturali ... 50

4. Assistenza macrofinanziaria ... 51

(5)

XIII. UCRAINA ... 52

1. Compendio ... 52

2. Risultati macroeconomici ... 53

3. Riforme strutturali ... 54

4. Assistenza macrofinanziaria ... 56

(6)

I. INTRODUZIONE

Nella presente relazione si descrivono la situazione economica, l’andamento delle riforme e le prospettive dei paesi beneficiari di assistenza macrofinanziaria nel 2001, con particolare riferimento al soddisfacimento delle condizioni a cui tale assistenza è subordinata.

Nel Capitolo II si presenta il quadro generale dell’assistenza macroeconomica della CE ai paesi terzi, rammentandone il contesto storico e descrivendo in compendio le operazioni nel 2001, con un'analisi della condivisione degli oneri tra i donatori internazionali.

Nei capitoli successivi si esaminano aspetti pertinenti del processo di transizione in corso nei paesi a favore dei quali il Consiglio ha deciso nuove operazioni di assistenza macrofinanziaria oppure sono stati effettuati versamenti nel 2001 nell'ambito di operazioni decise in passato.

La presente relazione è stata elaborata in ottemperanza alle decisioni del Consiglio riguardanti l’assistenza macrofinanziaria o l'assistenza finanziaria eccezionale della Comunità ai paesi terzi e costituisce il seguito delle relazioni presentate negli anni scorsi1.

Nell'Allegato 1 figura l'elenco completo delle operazioni di assistenza macrofinanziaria decise dal Consiglio, con i corrispondenti versamenti effettuati sino a tutto il 2001.

Nell'Allegato 2 si presenta in compendio l'assistenza macrofinanziaria fornita da donatori bilaterali e multilaterali ai paesi beneficiari dell'assistenza macrofinanziaria comunitaria. Nell'Allegato 3, infine, sono indicati in breve gli indicatori macroeconomici scelti.

1 Vedansi le seguenti Comunicazioni della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo, dal titolo "Relazione sull'attività di assistenza macrofinanziaria a favore di paesi terzi":

COM(92)400 del 16 settembre 1992 COM(94)229 del 7 giugno 1994 COM(95)572 del 27 novembre 1995 COM(96)695 dell’8 gennaio 1997 COM(98)3 del 13 gennaio 1998 COM(1999)580 del 15 novembre 1999 COM(2000)682 del 27 ottobre 2000

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II. QUADRO GENERALE 1. Precedenti

L'AMF va a sostegno delle iniziative di riforma politica ed economica dei paesi beneficiari, viene attuata in associazione con i piani di sostegno dell'FMI e della Banca mondiale e ha continuato ad ispirarsi a un insieme dei principi che pongono in rilievo il carattere eccezionale dell'assistenza stessa, la sua complementarità rispetto ai finanziamenti degli IFI e le condizioni di carattere macroeconomico alle quali tale assistenza è subordinata. In particolare, con la sua AMF la Comunità ha sostenuto le iniziative dei paesi beneficiari intese ad attuare riforme economiche e modifiche strutturali e, in stretto coordinamento con l'FMI e con la Banca mondiale, ha promosso politiche specificamente adattate alle esigenze dei vari paesi, con l'obiettivo generale di stabilizzarne la situazione finanziaria e d'introdurvi l'economia di mercato. La Commissione attua questo tipo di assistenza in consultazione con il Comitato economico e finanziario.

2. L'assistenza macrofinanziaria nel 2001 a) Nuove decisioni

Già nel 1999 e nel 2000 è stata intensificata l'AMF a favore dei paesi balcanici: con l'aggravarsi delle difficoltà delle bilance dei pagamenti e in seguito alla crisi del Kosovo, il Consiglio aveva deciso sette operazioni, per l'importo massimo di 515 milioni di EUR, a favore di Romania, Bulgaria, Albania, Bosnia-Erzegovina, ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM), Kosovo e Montenegro. Nel 2001, quest'incremento dell'assistenza alla regione balcanica è stato confermato con la concessione di un cospicuo pacchetto di assistenza alla Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro): nel luglio 2001, il Consiglio ha deciso di erogarle un totale di 300 milioni di EUR, di cui 225 milioni a titolo di prestito e 75 milioni a titolo di sovvenzioni, in seguito ai mutamenti in senso democratico in atto nel paese. Nel dicembre 2001, il Consiglio ha approvato una revisione di tale decisione, aumentando l'importo complessivo dell'assistenza a un massimo di 345 milioni di EUR, di cui 120 milioni a titolo di sovvenzione. In giugno, si è decisa un'altra operazione di assistenza a favore del Kosovo, a titolo di sovvenzione, per l'importo di 30 milioni di EUR, e in dicembre si è approvato un pacchetto di sovvenzioni per l'importo di 18 milioni di EUR a favore dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (FYROM).

b) Versamenti

Nel 2001, i versamenti a titolo di assistenza macrofinanziaria sono ammontati in totale a 392 milioni di EUR, escluse le sovvenzioni di 5,5 milioni di EUR all'Armenia e di 40 milioni di EUR alla Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro), che sono state erogate nell'ambito di procedure iniziate nel 2001, ma adottate nel gennaio 2002. I versamenti erano ripartiti in 15 milioni di EUR alla Repubblica federale di Iugoslavia (Kosovo), 260 milioni di EUR alla Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro), 15 milioni di EUR alla Bosnia, 22 milioni di EUR all'ex Repubblica iugoslava di Macedonia e 6 milioni di EUR alla Georgia. Nel marzo 2001, il Tagikistan ha rimborsato alla Comunità gli arretrati di cui era ancora debitore, per l'importo di 78,8 milioni di EUR, e di conseguenza ha beneficiato di un nuovo pacchetto di assistenza di 95 milioni di EUR, di cui 60 milioni a titolo di prestito e il resto a titolo di sovvenzioni da erogare in un quinquennio. Del pacchetto di assistenza adottato nel

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marzo 2000, sono stati versati nel 2001 14 milioni di EUR a titolo di sovvenzione e 60 milioni di EUR a titolo di prestito.

Dei 392 milioni di EUR versati nel 2001, 95 milioni di EUR sono stati erogati a titolo di sovvenzioni, a favore rispettivamente dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (10 milioni di EUR), della Repubblica federale di Iugoslavia (Kosovo) (15 milioni di EUR), della Bosnia (15 milioni di EUR), della Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro) (35 milioni di EUR), della Georgia (6 milioni di EUR) e del Tagikistan (14 milioni di EUR). Il resto dell'assistenza è consistita invece in prestiti, a favore rispettivamente dell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia (12 milioni di EUR), della Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro) (225 milioni di EUR) e del Tagikistan (60 milioni di EUR).

c) Rimborsi e operazioni non concretatesi in versamenti

Alcune operazioni AMF decise nella prima metà degli anni Novanta non si sono concretate in misura integrale nei versamenti previsti inizialmente. I motivi sono stati il miglioramento della situazione finanziaria nei confronti dell'estero (Ungheria, paesi baltici, Repubblica Slovacca, Algeria) o un difficile clima politico (Belarus). In questi casi, non è più previsto il versamento delle quote rimanenti. Per operazioni di più recente adozione, in qualche caso i versamenti sono stati ritardati a causa del rallentarsi dell'andamento delle riforme (Romania, Georgia). Nel caso dell'Albania, della Moldova e dell'Ucraina, l'evolversi delle circostanze ha indotto la Commissione a riconsiderare i termini delle operazioni di assistenza in corso di attuazione: potrà trattarsi, forse nel corso del 2002, di una modifica oppure della sostituzione con un nuovo pacchetto riveduto di assistenza. I dati precisi riguardanti gli importi non versati figurano nell'ultima colonna della Tabella dell'Allegato 1.

3. Tendenze e andamento dell'assistenza macrofinanziaria

Con la sua assistenza macrofinanziaria, la Comunità intende favorire lo stabilizzarsi della situazione macroeconomica e alleviare le difficoltà della bilancia dei pagamenti dei paesi beneficiari. Inoltre, tale assistenza svolge un'utilissima funzione nel promuovere le riforme strutturali. Nel corso degli anni è aumentato il numero dei paesi ai quali era opportuno che la Comunità estendesse un simile sostegno, poiché un numero crescente di paesi vicini alla Comunità sperimentano difficoltà nella bilancia dei pagamenti e si sono impegnati ad attuare rigorosi programmi di riforme economiche. Ne è conseguito un mutamento nell'equilibrio geografico dell'assistenza rispetto agli anni precedenti, quando i paesi beneficiari erano per la maggior parte quelli dell'Europa centrale e orientale. Come risultato dei conflitti nei Balcani occidentali, in particolare quello del Kosovo nel 1999, e dei mutamenti politici nella Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro), nelle decisioni adottate dal Consiglio nel 1999-2001 si è sviluppata la chiara tendenza a un incremento relativo dell'AMF a favore dei paesi balcanici.

Delle tre decisioni di AMF adottate nel 2001, due consistevano in tradizionali operazioni a sostegno della bilancia dei pagamenti, mentre la terza era a favore del bilancio dell'entità beneficiaria, il Kosovo, che non poteva rientrare in un programma economico patrocinato dall'FMI. Una particolarità delle decisioni del biennio 2000- 2001 è stata la forte percentuale di sovvenzioni sull'importo totale deciso per l'assistenza: il 43%, invece del 6% del periodo 1990-1999. La nuova proporzione tra

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sovvenzioni e prestiti nei pacchetti di assistenza riflette la valutazione degli organi UE riguardo al grado relativo di povertà e la limitata capacità di servizio del debito dei paesi beneficiari. Come già si è osservato nel 1999 e nel 2000, l'AMF non soltanto ha l'obiettivo di promuovere la stabilizzazione macroeconomica e sostenere la bilancia dei pagamenti, ma svolge anche un'utilissima funzione di sostegno del programma governativo di riforme strutturali. In tal senso, l'AMF si è efficacemente combinata con l'assistenza prevista nell'ambito dei programmi Phare/Ispa, Tacis e Obnova/Cards, nell'intento di rafforzare le capacità istituzionali, il che è essenziale perché abbiano successo le iniziative di riforme strutturali.

Le Tabelle 1 e 2 ed i Grafici 1 a) e 2 a) che le corredano evidenziano il carattere eccezionale dell'AMF comunitaria. In massima parte, le operazioni AMF sono state decise e ne sono stati versati i relativi importi negli anni immediatamente successivi ai mutamenti del regime politico ed economico nei paesi dell'Europa centrale e orientale.

Da allora, le fluttuazioni negli importi dell'AMF riflettono decisioni prese per ogni caso specifico, previo esame della situazione macroeconomica e del fabbisogno finanziario dei paesi potenzialmente beneficiari. Il Grafico 1 a), relativo alle operazioni decise nell'intero periodo 1990-2001 (per il totale di 5,8 miliardi di EUR), e il Grafico 2 a), relativo agli importi effettivamente versati (per il totale di 4,7 miliardi di EUR), mostrano che l'assistenza si è incentrata in gran parte su quei PECO che sono candidati all'adesione all'UE (circa il 57% del totale dell'assistenza macrofinanziaria nell'ultimo decennio). Tuttavia, l'assistenza macrofinanziaria a favore di tali paesi è stata gradualmente ridotta in parallelo con il loro progredire nell'aggiustamento macroeconomico e nelle riforme. In tempi più recenti, l'assistenza macrofinanziaria è stata erogata soprattutto ai Balcani occidentali (operazioni nel 1999, 2000 e 2001) e ad alcuni NSI a basso reddito. Gli importi relativamente bassi a favore dei paesi mediterranei (pari al 14% degli importi totali autorizzati, senza nessuna nuova autorizzazione dal 1996) vanno visti sullo sfondo di altre forme di sostegno macroeconomico messe a disposizione di tali paesi (in particolare le agevolazioni MEDA per l'aggiustamento strutturale).

(10)

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Totali

Per regione

Candidati adesione UE 870 1.220 410 255 250 300 3.305

Balcani occidentali 70 35 40 160 55 393 753

NSI 130 255 15 265 150 125 940

Mediterraneo 588 200 788

Totale importi autorizzati 870 1.808 480 0 620 255 15 555 150 460 180 393 5.786

di cui a titolo di sovvenzione 28 70 35 95 70 90 168 556

Israele:

agevol.

tassi

interesse Albania Albania

Armenia Georgia

Bosnia (40) FYROM (30)

Kosovo (35) Montenegro (20) Tagikistan (35)

FYROM (18) RFI (120) Kosovo (30) Tabella 1: Assistenza macrofinanziaria 1990-2001

Importi massimi autorizzati, in milioni di euro

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1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Totali

Per regione

Candidati adesione UE 350 695 705 270 70 80 40 70 250 40 160 2.730

Balcani occidentali 35 35 15 20 25 15 25 105 312 587

NSI 25 135 115 100 156 71 80 682

Mediterraneo 438 150 100 688

Totale versamenti 350 695 1.178 305 245 330 175 195 421 136 265 392 4.687

di cui a titolo di sovvenzione 63 35 15 20 18 28 85 105 369

Israele (28)

Albania (35) Albania Albania Albania

Armenia (8) Georgia (10)

Armenia (4) Georgia (9) Bosnia (15)

Bosnia (10) FYROM (20) Kosovo (35) Montenegro (20)

Bosnia (15) FYROM (10) Kosovo (15) RFI (35) Georgia (6) Tagikistan (14) Versamenti, in milioni di euro

NB: Le cifre relative al 2000 comprendono versamenti alla Bosnia, alla FYROM e al Montenegro che, per motivi tecnici, sono stati effettuati all'inizio del gennaio 2001.

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Grafico 1 a): Importi massimi autorizzati ogni anno, in milioni di euro

870 1.808

480

0 620

255 15

555

150 460

180 393

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Grafico 1 b): Autorizzazioni AMF 1990-2001, per regione

Candidati adesione UE

57%

Balcani occidentali

13%

NSI 16%

Mediterraneo 14%

Grafico 1 c): Autorizzazioni AMF 2000-2001, per regione

Balcani occidentali

78%

NSI 22%

(13)

Grafico 2 a): Importi versati ogni anno, in milioni di euro

350 695

1.178

305 245 330

175 195 421

136 265

392

1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001

Grafico 2 b): Versamenti AMF 1990-2001, per regione

Candidati adesione UE

57%

NSI 15%

Mediterraneo 15%

Balcani occidentali

13%

Grafico 2 c): Versamenti AMF 2000-2001, per regione

Candidati adesione UE 24%

NSI 12%

Balcani occidentali 64%

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4. Condivisione degli oneri

Nell'ambito del processo di coordinamento tra i donatori a favore dei PECO e dei Balcani occidentali, di concerto con la Banca mondiale la Commissione europea ha organizzato conferenze intese a raccogliere promesse di contributi, nel corso delle quali si accerta il fabbisogno di finanziamenti esterni e si concordano in linea di principio i contributi potenziali degli IFI e dei donatori bilaterali, compresa la CE. Un'impostazione analoga è stata seguita per altri paesi potenzialmente beneficiari, convocando, per iniziativa della Banca mondiale, riunioni del Gruppo consultivo.

Nell'Allegato 2 sono indicate in sintesi le risorse fornite dai vari finanziatori per provvedere al fabbisogno residuo di finanziamenti esterni dei paesi beneficiari dell'AMF comunitaria.

Nell'Allegato 2.1 sono indicati i particolari relativi a ciascun paese beneficiario nel 2001.

Dall'avvio dell'AMF, gli importi assoluti impegnati dalla CE hanno registrato fortissime fluttuazioni, in parallelo con l'entità del sostegno finanziario fornito dalla comunità internazionale (vedansi l'Allegato 2 e le tabelle analoghe nelle precedenti relazioni sull'AMF).

Inizialmente, l'assistenza comunitaria era molto cospicua rispetto ai finanziamenti forniti dagli IFI: in effetti la Comunità ha svolto una funzione cruciale, al tempo stesso come principale erogatrice di tali fondi e come coordinatrice dell'assistenza bilaterale a favore dei PECO tramite la procedura G24. Nondimeno, man mano che gli IFI sono stati in grado di mobilitare maggiori risorse mediante nuovi strumenti, la loro quota nei pacchetti di finanziamenti si è accresciuta in misura sostanziale sino al 1999.

Nel contempo sono stati mobilitati i contributi di creditori esteri, pubblici e privati, in forma di operazioni di abbuono e di riduzione del debito, operazioni che hanno assunto particolare rilievo nel 1991, 1994, 1995 e 2001. Tra i paesi a cui è stata accordata l'AMF comunitaria, quelli che hanno beneficiato di tali abbuoni del debito e operazioni analoghe sono stati i seguenti: Algeria nel 1991 e 1994; Bulgaria nel 1991, 1994 e 1997; Moldova nel 1996;

Ucraina nel 1994, 1995 e 1999; ex Repubblica iugoslava di Macedonia, Bosnia-Erzegovina e Albania nel 1999. Nel 2001, la Repubblica federale di Iugoslavia (Serbia e Montenegro) ha beneficiato di un sostanzioso abbuono del debito approvato nell'ambito del Club di Parigi.

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III. ALBANIA

SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE

1. Liberalizzazione dei prezzi

Prezzi perlopiù determinati dal mercato, tranne per pochi servizi pubblici selezionati.

2. Liberalizzazione degli scambi

Nessuna restrizione quantitativa per le importazioni. Restano solo pochi divieti di esportazione. Per i dazi doganali sono previste quattro aliquote (0, 5, 10 e 15%). Adesione all'OMC nel settembre 2000.

3. Regime valutario

Dal luglio 1992 il tasso di cambio fluttua liberamente. Sistema di cambi ampiamente esente da restrizioni per le operazioni in conto corrente.

4. Investimenti esteri diretti

Regime liberista. Nessuna restrizione per il rimpatrio dei profitti. Sebbene sia consentito vendere terreni a stranieri e nonostante i progressi nella registrazione catastale, il mercato fondiario non funziona ancora in modo adeguato.

5. Politica monetaria

La politica monetaria della banca centrale si basa integralmente sull'impiego di strumenti indiretti, dopo la soppressione, nel luglio 2000, dei tassi minimi sui conti di deposito a breve termine. Vendite all'asta di buoni del tesoro (3, 6, 12 mesi).

6. Finanze pubbliche

IVA introdotta nel luglio 1996 e riformata nell'ottobre 1997. Nel giugno 2001, aggiornamento per il periodo 2002-2004 del programma quadro di spese a medio termine (MTEF), deciso nel dicembre 2000.

7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese

Privatizzazione quasi integrale dei terreni coltivabili. Attuato integralmente il programma del 1997 per la privatizzazione di circa 470 PMI. Privatizzata nel 2000 la prima grande impresa strategica statale (AMC). Nel marzo 1996 è stata istituita la Borsa.

8. Riforma del settore finanziario

Sistema bancario a due livelli, dominato dall'unica grande banca ancora di proprietà statale, la Cassa di risparmio, la cui privatizzazione è prevista per il 2002.

1. Compendio

In attuazione del programma triennale dell'FMI adottato nel maggio 1998, le autorità albanesi sono riuscite a compiere altri progressi nella stabilizzazione macroeconomica: nel 2001 la crescita del PIL è stata del 6,5%, di poco inferiore alla crescita media del 7-8% registrata nei tre anni precedenti, e il disavanzo fiscale si è ancora ridotto. Il disavanzo delle partite correnti si è invece lievemente aggravato, in parte a causa di forti importazioni di merci d'investimento. Il corso di cambio del lek è rimasto forte rispetto all'euro, deprezzandosi invece in lieve misura rispetto al dollaro, e l'inflazione annua è stata tenuta a basso livello (circa il 3,5%).

Nelle riforme strutturali si è registrato qualche progresso. Nel settore finanziario, si è proseguito verso la privatizzazione, prevista per il 2002, dell'ultima banca di proprietà statale.

All'inizio del 2001 è stata accordata una seconda licenza GSM. Si è progredito nella ristrutturazione del settore energetico, secondo il piano d'azione approvato nel dicembre 2000.

Notevoli progressi si sono compiuti anche nel settore del bilancio, con l'adozione del secondo programma quadro di spese a medio termine, relativo al periodo 2002-2004.

L'assistenza macrofinanziaria dell'importo massimo di 20 milioni di EUR, decisa dal Consiglio nell'aprile 1999, non è stata attuata per la reticenza delle autorità albanesi ad accrescere il loro indebitamento al tasso d'interesse di mercato, pur in una situazione relativamente favorevole di riserve internazionali nette (NIR).

Di conseguenza, tale assistenza è stata depennata.

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2. Risultati macroeconomici

Dal 1998, le autorità albanesi stanno attuando un amplissimo programma di aggiustamento macroeconomico e strutturale a medio termine, al quale l'FMI ha concesso il suo appoggio nell'ambito della PRGF (che ha sostituito l'ESAF). Il promettente inizio di ripresa manifestatosi nel 1998 è proseguito nel 1999 e nel 2000, con una crescita del PIL rispettivamente del 7,3 e del 7,7%. A fine 2000 l'inflazione annua era contenuta al 4,5%, il disavanzo di bilancio finanziato con risorse interne si era ancora ridotto e il disavanzo delle partite correnti era calato al 7% del PIL.

La debole crescita dell'agricoltura e il deteriorarsi della situazione dell'elettricità hanno portato nel 5001 a un rallentamento della crescita del PIL, in termini reali, al 6,5%, rispetto alla media del 7-8% nei tre anni precedenti. Hanno contribuito alla crescita soprattutto i settori dei trasporti e dei servizi. La crescita registrata in Albania ha avuto effetti positivi anche sul tasso di disoccupazione, che è calato da circa il 17% nel dicembre 2000 a circa il 14,5% nel dicembre 2001, il che è forse dovuto anche al potenziamento dei controlli sulle imprese e sull'economia grigia. La politica monetaria relativamente restrittiva, combinata con considerevoli incrementi della produttività, ha contribuito a tenere sotto controllo l'inflazione:

nonostante le pressioni inflazionistiche causate dalla crisi nella vicina FYROM e anche dalla spesa pubblica per le elezioni, a dicembre l'inflazione risultava non superiore al 3,5% (su base annuale).

Tenuto conto delle modifiche apportate al bilancio di previsione per il 2001 in seguito alla crisi dell'energia, il che ha comportato sussidi supplementari per le importazioni di elettricità, i risultati finanziari del 2001 sono risultati grosso modo consoni alle aspettative, ma con entrate e spese inferiori a quanto programmato. Secondo le stime, il disavanzo globale è stato pari a circa il 9% del PIL, analogo a quello del 2000. Il finanziamento estero del disavanzo, che ha assunto la forma soprattutto di sovvenzioni o di prestiti agevolati, è ammontato a circa il 4% del PIL, il finanziamento interno a circa il 3%, mentre i proventi delle privatizzazioni hanno coperto il rimanente 2%.

Come è abituale sin dall'inizio della transizione, cospicui afflussi di rimesse degli Albanesi all'estero - stimate a circa 470 milioni di USD nel 2001 - hanno compensato in parte il disavanzo commerciale registrato ufficialmente, che tuttavia si è aggravato a causa d'ingenti importazioni di macchinari da investimento e anche come effetto di più efficaci controlli doganali. Di conseguenza, secondo le stime la bilancia delle partite correnti ha registrato un lieve deterioramento (pari al 7,4% del PIL, rispetto al 7% nel 2000). Gli investimenti esteri diretti si sono accelerati nel 2001, contribuendo a un nuovo incremento delle riserve in valuta estera (a fine 2001, 737 milioni di USD, pari a 4,7 mesi d'importazioni, rispetto a 608 milioni di USD, pari a 4,3 mesi d'importazioni, a fine 2000). Il combinarsi di bassa inflazione e di un livello piuttosto rassicurante di riserve di valuta estera ha contribuito alla stabilità del tasso di cambio della moneta nazionale: negli ultimi due anni, il lek si è deprezzato soltanto in lieve misura nei confronti del dollaro, rimanendo più o meno stabile nei confronti dell'euro. A fine 2001 il debito estero, compresi gli arretrati, è arrivato a 1,19 miliardi di USD, pari a circa il 29% del PIL, il che è piuttosto poco rispetto a qualche altro paese dei Balcani occidentali, e si prevede che si stabilizzerà a tale livello nei prossimi anni.

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3. Riforme strutturali

Nel 2001 si sono compiuti altri progressi nella privatizzazione e ristrutturazione delle imprese. Dopo la vendita, nel luglio 2000, della società di telefonia mobile AMC, una seconda licenza GSM è stata concessa nell'agosto 2001 a un consorzio britannico-greco (contribuendo così agli IED). Nel maggio 2001 il Parlamento albanese ha approvato la legge per la privatizzazione dell'operatore telecom a linea fissa, l'Albtelekom, che dovrebbe concludersi verso la fine del 2002. Al settembre 2001, i progressi nella ristrutturazione del settore energetico, compresa l'azienda elettrica KESH, corrispondevano grosso modo al piano d'azione approvato nel dicembre 2000. Si è anche avviata la privatizzazione della società petrolifera Servcom.

La privatizzazione, nell'ottobre 2000, della Banca commerciale nazionale ha creato i presupposti per la privatizzazione dell'ultima banca statale del paese - la più grande - la Cassa di risparmio (CR). Dopo l'adozione in Parlamento del testo di legge necessario per la privatizzazione e dopo altre iniziative preparatorie, nel giugno 2001 è stata bandita una gara internazionale d'appalto per procedere alla privatizzazione, ma dopo gli avvenimenti dell'11 settembre e con il persistere delle perturbazioni nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, l'iter della privatizzazione ha subito un rallentamento. Il calendario riveduto prevede entro il marzo 2002 la selezione di un numero ristretto di banche interessate, e la scelta dell'acquirente per la fine di giugno. Nel frattempo si cerca di ridurre la posizione dominante della CR sul mercato, trasferendo all'Albapost 70 uffici di pagamento delle pensioni e affidando alla Banca tedesca FEFAD, tramite vendite all'asta, le funzioni fiscali della CR nel distretto di Elbasan.

Per quanto riguarda la liberalizzazione degli scambi, non vi sono restrizioni quantitative per le importazioni e ne restano pochissime per le esportazioni (pelli e cuoio, ferraglia e alcuni prodotti in legno). Dal gennaio 2001, la massima aliquota doganale sulle importazioni è stata ridotta al 15%, il che costituisce un calo considerevole rispetto a quelle applicate nel 1999 (20%) e nel 2000 (18%).

Si è intrapresa qualche iniziativa per migliorare l'ambiente imprenditoriale e le condizioni per gli investimenti. Nel 2001 sono state adottate una legge sul diritto fallimentare, coerente con la legge sulla garanzia dei crediti, e una legge sull'assicurazione dei depositi. Il registro dei beni mobili è ormai operativo. Attualmente si cerca di migliorare il quadro giuridico e di stimolare gli investimenti interni e dall'estero. Per il 2002 è in programma l'istituzione di un'agenzia che fornisca agli investitori un supporto "a sportello unico" e di un ufficio d'informazioni sui crediti. Nel gennaio 2001 è stata approvata una legge per l'esecuzione delle decisioni giudiziarie, e per la fine del 2001 si prevede l'approvazione di una legge sulla mediazione nelle vertenze aziendali. Nonostante tali iniziative, le carenze riscontrabili nell'amministrazione giudiziaria e nel settore amministrativo preposto alle imprese, oltre ai frequenti casi di corruzione, impediscono in Albania un forte incremento degli investimenti.

Per facilitare l'attuazione dei provvedimenti e l'ottemperanza ad essi, si devono ancora migliorare normative d'importanza cruciale, quali il diritto commerciale.

Nel settore finanziario, nel giugno 2001 è stato migliorato e aggiornato per il periodo 2002- 2004 il programma quadro di spese a medio termine (MTEF), elaborato per la prima volta nel 2000, nell'ambito della strategia di crescita e di riduzione della povertà (GPRS), sponsorizzata dalla Banca mondiale. Il MTEF e la GPRS forniscono un solido contesto per la preparazione del bilancio di previsione per il 2002, con una chiara indicazione delle priorità di spesa.

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4. Assistenza macrofinanziaria

Nell'ambito del programma triennale basato sulla PRGF, approvato dall'FMI nel maggio 1998, il Consiglio ha deciso il 22 aprile 1999 di concedere all'Albania, a titolo di assistenza macrofinanziaria, una linea di credito dell'importo massimo di 20 milioni di EUR.

Contrariamente alle due precedenti operazioni di assistenza macrofinanziaria (entrambe a titolo di sovvenzione, per l'imposto di 70 milioni di EUR nel 1992 e di 35 milioni di EUR nel 1994), quest'assistenza sarebbe stata fornita a titolo di prestito.

Tuttavia, nel 1999 e nel 2000 la Comunità ha accordato il proprio sostegno all'Albania anche per il suo programma a medio termine di aggiustamento e di riforme, con un sostegno mirato al bilancio, in forma di sovvenzione: 14,5 milioni di EUR nell'ambito dell'assistenza speciale PHARE e 5 milioni di EUR nell'ambito dei programmi CE per la sicurezza alimentare. Per aiutare l'Albania a far fronte ai costi correlati alla presenza di rifugiati durante la crisi del Kosovo, la Commissione le ha fornito inoltre un sostegno eccezionale al bilancio, in forma di sovvenzione, dell'importo di circa 33 milioni di EUR.

In un simile contesto, e considerata anche la favorevole situazione del paese per quanto riguarda le riserve in valuta forte, le autorità albanesi hanno informato di non aver bisogno di un'assistenza macrofinanziaria della Comunità in forma di prestito. Di conseguenza, la Commissione ha ora depennato tale operazione di assistenza.

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IV. ARMENIA

SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE

1. Liberalizzazione dei prezzi

Non vi sono più prezzi regolamentati, tranne nel settore dei servizi pubblici.

2. Liberalizzazione degli scambi

Politica commerciale liberista. Regime d'importazioni semplice e relativamente aperto, con dazi doganali bassi. Nessuna restrizione quantitativa. Sono proseguite nel 2001 le trattative per l'adesione all'OMC (resta irrisolto il problema del protezionismo in agricoltura).

3. Regime valutario

Fluttuazione del tasso di cambio. Interventi ufficiali limitati. Nessuna restrizione per l'accesso alle valute estere, per le quali è dominante il mercato interbancario.

4. Investimenti esteri diretti

Politica liberista. Nessuna restrizione per il rimpatrio di profitti e di capitali.

5. Politica monetaria

L'inflazione viene tenuta a basso livello mediante caute politiche monetarie della Banca centrale.

6. Finanze pubbliche

Secondo le stime, nel 2001 le entrate di bilancio sono state pari a circa il 17% del PIL e le spese totali a circa il 22% del PIL.

7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese

Il Parlamento ha approvato un nuovo programma di privatizzazioni. Le operazioni, tuttavia, hanno subito un rallentamento per la mancanza d'interesse da parte degli investitori, dovuta a sua volta al difficile clima imprenditoriale. Sono falliti nuovi tentativi di affidare in gestione privata le aziende elettriche, dopo la gara internazionale d'appalto.

8. Riforma del settore finanziario

La Cassa di risparmio, che era integralmente di proprietà dello Stato, è stata venduta a investitori locali nel 2001. Il capitale minimo previsto per le banche in esercizio è stato aumentato nel 2001; altri aumenti sono in programma per i prossimi anni.

1. Compendio

Nel 2001 l'economia armena si è accresciuta a un tasso record: in termini reali, la crescita del PIL è stata del 9,6% (rispetto al 6,0% nel 2000).

Il contributo principale alla crescita l'hanno apportato i settori dell'agricoltura, della costruzione e dei servizi. Le esportazioni si sono incrementate del 14%, mentre le importazioni sono rimaste invariate rispetto all'anno precedente. Il disavanzo delle partite correnti ha registrato un lieve calo, attestandosi a circa l'11% del PIL (rispetto al 14,5% nel 2000). Le entrate di bilancio sono aumentate, grazie al miglioramento dell'esazione fiscale, ma si è ridotto l'indice gettito fiscale/PIL.

Nel luglio 2001 il Parlamento ha approvato un elenco di oltre 900 imprese, tra cui impianti minerari, metallurgici ed energetici, da privatizzare nei tre anni successivi. Tuttavia, la mancanza d'interesse da parte d'investitori stranieri, in un clima difficile per gli investimenti, ha ritardato l'organizzazione di gare d'appalto e l'inizio di trattative.

Nel maggio 2001 il Consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato a favore dell'Armenia una linea di credito triennale nell'ambito dell'agevolazione per la riduzione della povertà e per la crescita (PRGF). Dell'importo totale di circa 87 milioni di USD, previsto per il prestito PRGF, sono stati versati nel 2001 13 milioni di USD.

Nel giugno 2001 la Commissione ha concluso che l'Armenia aveva compiuto progressi sostanziali nel soddisfare alle condizioni a cui era subordinato il versamento della quota di sovvenzione in programma per il 2001: il versamento è stato quindi effettuato nel febbraio 2002.

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2. Risultati macroeconomici

L'Armenia ha compiuto progressi nelle politiche macroeconomiche, ma continua a registrare un grave disavanzo delle partite correnti, per il cui finanziamento deve contare sui trasferimenti e sulle rimesse degli Armeni all'estero. L'economia armena cresce a velocità record: in termini reali, la crescita del PIL è stata del 9,6% nel 2001 (il tasso più elevato dopo l'indipendenza). Infatti, per il suo relativo isolamento rispetto ai mercati mondiali, l'Armenia non ha risentito dell'attuale rallentamento dell'economia. Il contributo principale alla crescita lo apportano al tempo stesso le esportazioni e le spese interne: nel 2001 le vendite al minuto sono aumentate del 13% e le esportazioni del 14%, mentre le importazioni sono rimaste pressoché invariate rispetto all'anno precedente. È importante che le esportazioni continuino ad incrementarsi, poiché la mancanza di relazioni commerciali ha impedito all'Armenia di espandere le proprie esportazioni verso i mercati regionali (a causa dell'isolamento regionale, correlato all'irrisolto conflitto del Nagorno Karabakh). Il disavanzo delle partite correnti (compresi i trasferimenti ufficiali) è calato nel 2001, attestandosi a circa l'11% del PIL (rispetto al 14% del PIL nel 2000).

Nel corso del 2001, le entrate di bilancio sono aumentate grazie alla maggiore efficacia dell'esazione fiscale, ma gli sviluppi positivi non si sono confermati nel corso dell'anno e verso la fine del 2001 vi sono stati problemi nell'esecuzione del bilancio. Gli incrementi delle entrate hanno consentito al governo di ridurre i suoi arretrati nel pagamento delle pensioni, ma l'indice gettito fiscale/PIL è calato al 14,3% nel 2001. Il disavanzo delle pubbliche amministrazioni non si è ridotto di molto nel corso dell'anno: secondo le stime, è rimasto a circa il 5% del PIL.

La politica monetaria è stata gradualmente mitigata nel corso del 2001. L'inflazione dei prezzi al consumo è salita dallo 0,4% nel 2000 al 2,9% nel 2001, restando peraltro al di sotto del 3,5% indicato nelle proiezioni. La moneta nazionale armena, il dram, è rimasta piuttosto stabile nel corso del 2001, al tasso di circa 560 dram per un dollaro USA. Le riserve in valuta estera restano al rassicurante livello di oltre 3 mesi d'importazioni. Il debito estero, che ammontava a circa 860 milioni di USD (pari a circa il 45% del PIL) all'inizio del 2001, non ha registrato grandi variazioni nel corso dell'anno. L'Armenia ha negoziato con la Russia, per il suo debito di 94 milioni di USD, un accordo di permuta debito-azioni. L'accordo entrerà in vigore nel 2002.

Il Consiglio di amministrazione dell'FMI ha approvato nel maggio 2001 una linea di credito triennale a favore dell'Armenia nell'ambito dell'agevolazione per la riduzione della povertà e per la crescita (PRGF). Dell'importo totale di circa 87 milioni di USD, previsto per il prestito PRGF, sono stati versati nel 2001 13 milioni di USD. Verso la fine dell'anno, l'Armenia ha sperimentato problemi per conseguire gli obiettivi di politica economica concordati: di conseguenza, gli altri versamenti sono stati posposti sino all'inizio del 2002.

3. Riforme strutturali

Il ritmo delle riforme strutturali ha registrato una ripresa nel 2001, dopo un rallentamento nel 1999-2000. Nel luglio 2001 il Parlamento ha approvato un nuovo programma di privatizzazioni, comprendente un elenco di oltre 900 imprese da privatizzare nei tre anni successivi. Figurano nell'elenco anche impianti minerari, metallurgici ed energetici. Piuttosto che mirare a vendite in tempi brevi, si preferisce ora attirare idonei investitori strategici.

Tuttavia, le privatizzazioni non sono proseguite secondo il previsto: delle 14 imprese di più ampie dimensioni la cui privatizzazione era stata prevista inizialmente per il 2001, ne sono

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manifestazioni d'interesse dall'estero: per esempio, non è stata presentata nessuna offerta per le gare internazionali d'appalto indette nel 2001 allo scopo di privatizzare le aziende di distribuzione dell'elettricità. A titolo alternativo, è stato deciso di fondere le quattro reti in una sola, e il governo ha iniziato le trattative per concedere in leasing le società di distribuzione a un operatore estero, per un triennio. Si sta preparando anche la privatizzazione degli impianti di generazione dell'energia.

È stato aumentato il capitale minimo richiesto alle banche in esercizio, nell'intento di accelerare le operazioni di unione nel settore bancario, che è molto frammentato. L'ultima banca integralmente di proprietà statale, la Cassa di risparmio, è stata venduta nel 2001 e un gruppo d'investitori armeni.

Si sono compiuti progressi nel conformare alla normativa UE le politiche in materia di concorrenza: è stata adottata una nuova legge sulla politica di concorrenza ed è stata costituita una commissione indipendente preposta alla concorrenza. Tuttavia, tuttora inefficace è l'applicazione della normativa in materia di fallimenti.

È stata adottata anche una nuova legge che impone a tutti i pubblici funzionari di grado elevato di render nota la propria situazione finanziaria. È stata costituita una commissione governativa per le politiche contro la corruzione, ma sono stati lenti i progressi verso l'adozione e l'attuazione dei nuovi provvedimenti.

Nel dicembre 2000 è stato promulgato un nuovo Codice tributario, inteso a sostituire l'imposta progressiva sulle società con un'aliquota fissa del 20% per le grandi imprese. Inoltre, si sono presi provvedimenti per semplificare il Codice tributario per le piccole imprese.

Il governo ha indicato nello sviluppo delle tecnologie dell'informazione la sua priorità principale per promuovere l'economia e per creare nuovi posti di lavoro. In questo settore, l'Armenia dispone di specialisti e di perizia e tenta di limitare la fuga dei cervelli, che è divenuta un problema grave.

4. Assistenza finanziaria eccezionale

L'Armenia ha beneficiato di un pacchetto di assistenza della Comunità europea comprendente un prestito di 28 milioni di EUR (versato nel 1998) e una sovvenzione dell'importo totale di 30 milioni di EUR (da versare nel periodo 1998-2004). Le condizioni di carattere strutturale alle quali era subordinata la quota della sovvenzione per il 2001 comprendevano tra l'altro il miglioramento dei tassi di esazione fiscale, il rafforzamento della normativa prudenziale nel settore bancario, l'adozione di un nuovo Codice fondiario, il pagamento delle pensioni e salari arretrati, il pagamento degli arretrati ai fornitori di energia e la preparazione di un vademecum per gli investitori esteri. In una visita in loco nel giugno 2001, il personale della Commissione ha concluso che l'Armenia aveva compiuto progressi sostanziali nel soddisfare alle condizioni macroeconomiche e strutturali per il versamento della quota 2001 della sovvenzione, dell'importo di 5,5 milioni di EUR. La sovvenzione è stata quindi versata nel 2002 in base alla procedura iniziata nel 2001, dopo che l'Armenia ha ridotto di 7 milioni di EUR, secondo quanto deciso tra la Commissione e le autorità armene, la sua esposizione debitoria netta nei confronti della Comunità.

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V. BOSNIA-ERZEGOVINA

SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE

1. Liberalizzazione dei prezzi

Prezzi quasi tutti liberalizzati, tranne per pochi servizi pubblici selezionati.

2. Liberalizzazione degli scambi

L'Accordo di libero scambio (ALS) con la Croazia, entrato in vigore il 1° gennaio 2001, stabilisce che sulle merci originarie della B-E i dazi doganali vengono ridotti del 30% e sino al 100% dal 2004. Si stanno negoziando ALS analoghi con la FYROM, la Slovenia e la RFI.

Procedono i lavori per l'adesione all'OMC, prevista per la prima metà del 2002.

3. Regime valutario

Nell'ambito del regime del comitato monetario, dal giugno 1998 la moneta comune, il KM, è ancorata al DEM/EUR al tasso di parità. Non si è previsto nessun ritocco della parità in seguito al passaggio all'euro.

4. Investimenti esteri diretti

Situazione incerta, risultante dalla riconosciuta esistenza di gravi rischi e dalla mancanza di trasparenza in sede politica. Nel novembre 2001 la Federazione ha adottato una legge sugli investimenti esteri, rendendo la propria normativa compatibile con la legge statale del 1998 in tale settore.

5. Politica monetaria

La Banca centrale della B-E è responsabile del funzionamento del regime del comitato monetario. Alla Banca centrale e alle altre banche è vietato concedere prestiti al governo.

6. Finanze pubbliche

Importi eccessivi dei salari del settore pubblico e dei sussidi, e regimi di prestazioni sociali insostenibili. Il bilancio dello Stato non è garantito da risorse proprie e dipende dai contributi delle entità. Nondimeno, vi sono stati progressi a livello istituzionale. Non vi è ancora armonizzazione fiscale tra le entità.

7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese

La privatizzazione delle piccole imprese è proseguita a buon ritmo, negli ultimi tempi, in entrambe le entità, mentre la privatizzazione delle grandi imprese ha accusato lentezze e ha ripreso slancio solo di recente, grazie a un'assistenza tecnica esterna per le procedure delle gare d'appalto.

8. Riforma del settore finanziario

Per quanto riguarda le banche, il contesto normativo è stato definito in entrambe le entità, ma la privatizzazione o liquidazione delle banche statali è stata più lenta del previsto. Ben progredita è la riforma del sistema di pagamenti, con la chiusura ufficiale degli Uffici di pagamenti, il trasferimento delle loro funzioni al settore bancario e l'istituzione di una stanza di compensazione a livello centrale.

1. Compendio

In base all'accordo stand-by (ASB) patrocinato dall'FMI, approvato nel maggio 1998, la Bosnia-Erzegovina (B-E) ha compiuto considerevoli progressi verso la stabilità macroeconomica, grazie alla sua ottemperanza alle rigorose regole previste nel regime del comitato monetario e grazie anche alla stretta fiscale. Nel 2001 la crescita è rimasta sostenuta, anche se con un calo al 5-6%

rispetto alle previsioni iniziali dell'8%, e l'inflazione è stata contenuta (circa il 4,5% nel 2001). Il grave disavanzo delle partite correnti dovrebbe essersi ancora ridotto, secondo le stime, al 20,8% del PIL nel 2001 (rispetto al 22,2% nel 2000). L'FMI ha terminato il 10 maggio 2001 il sesto e settimo, nonché ultimo, esame previsti ai termini dell'ASB. Si prevede che un nuovo accordo sarà concluso all'inizio del 2002.

Nel settore delle riforme strutturali, nel 2001 si sono compiuti notevoli progressi per quanto riguarda la privatizzazione delle piccole imprese, la gestione e riforma delle pubbliche spese, la riforma dell'amministrazione doganale e, di recente, anche la privatizzazione delle grandi imprese. I progressi sono stati più lenti, invece, nei settori dell'armonizzazione fiscale, della privatizzazione delle banche statali e della semplificazione delle condizioni per gli investimenti.

Considerati i soddisfacenti progressi della B-E nell'ottemperare alle condizioni strutturali cui era subordinata l'assistenza macrofinanziaria comunitaria, la Commissione ha versato a fine 2001 la terza e ultima quota della sovvenzione, dell'importo di 15 milioni di EUR.

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2. Risultati macroeconomici

Le elezioni politiche si sono tenute nel novembre 2000, ma soltanto dopo lunghe trattative e l'intervento dell'Ufficio dell'alto rappresentante è stato possibile formare i governi nelle due entità e nello Stato: nel gennaio 2001 per la Republika Srpska (RS), a febbraio per lo Stato ed a marzo per la Federazione della B-E. Di conseguenza, si sono avuti un ritardo nelle riforme economiche e una lunga stasi dell'attività legislativa. Nella seconda metà dell'anno, i nuovi governi hanno ripreso slancio nei loro progressi nelle riforme.

Secondo i dati macroeconomici per il 2001, è proseguito il rallentamento nella crescita del PIL: le autorità prevedono per tutto l'anno un tasso di crescita di circa il 5-6%, inferiore a quello degli anni precedenti e rispetto alla stima iniziale dell'8%. Vi sono indizi di una certa ripresa della produzione agricola dopo il calo nel 2000, dovuto soprattutto a una grave siccità.

La disoccupazione è stimata a circa il 40% della manodopera, un tasso particolarmente alto rispetto alla percentuale media nella regione dei Balcani occidentali (17%) e nei paesi candidati (12%).

L'inflazione resta contenuta (circa il 4,5% nel 2001, secondo le stime) e il tasso di cambio del konvertible marka (KM) è rimasto stabile, sostenuto dalla rigorosa aderenza alle regole previste nel regime del comitato monetario introdotto a metà 1998. Preservare la credibilità è il principale obiettivo monetario della Banca centrale. Il KM è ancorato al DEM/EUR al tasso di 1:1, e le autorità monetarie hanno escluso ogni ritocco della parità in seguito al passaggio all'euro. Nel settore finanziario, le spese delle pubbliche amministrazioni sono rimaste molto elevate nel 2001, pari a circa il 44% del PIL secondo le stime. Sono fonte di preoccupazioni gli importi eccessivi dei salari del settore pubblico e dei sussidi e l'insostenibilità dei regimi di prestazioni sociali. I disavanzi più gravi del previsto, conseguenti all'aumento delle spese per i salari e per le pensioni, hanno costretto lo Stato a intervenire, verso la fine dell'anno, per ridurre le spese correnti al livello delle risorse disponibili.

La tendenza alla ripresa delle esportazioni palesatasi nel 2000 (dovuta in parte alla riapertura del mercato iugoslavo), in combinazione con un lieve incremento delle importazioni (dovuto soprattutto alle riduzioni dei finanziamenti dei donatori per la ricostruzione), si è tradotta in un disavanzo commerciale pressoché costante, dell'importo di 1,6 miliardi di USD. Il disavanzo delle partite correnti (esclusi i trasferimenti) è calato ancora nel 2001, ma è tuttora molto grave, pari al 20,8% del PIL (era del 22,2% nel 2000). Anche il debito estero resta ingente (pari a circa il 61% del PIL nel 2001), in parte come conseguenza del grave onere del debito ricevuto come retaggio dell'ex Iugoslavia. Nondimeno, il servizio del debito come percentuale delle esportazioni di merci è relativamente basso, grazie alle agevolazioni ottenute per gran parte del debito e ad una favorevole ritempificazione del debito stesso. Gli investimenti esteri diretti (IED) netti pro capite si sono incrementati da 35 USD nel 2000 a 38 USD nel 2001 (secondo le proiezioni), ma restano tra i più bassi nella regione. Sono stati scarsi i progressi effettivi nel migliorare il contesto normativo per gli IED, che resta difficile e non trasparente, con regole diverse nelle due entità.

3. Riforme strutturali

Nel 2001 si sono compiuti progressi nella gestione e nella riforma delle spese pubbliche. Al livello dello Stato, si sta già tentando di rafforzare il controllo di bilancio delle funzioni statali in un Ministero del tesoro, istituito nell'ottobre 2000. Al livello delle entità, nel corso dell'anno si è istituito un dipartimento del tesoro presso il Ministero delle finanze di ciascuna delle due entità e dal 1° gennaio 2002 è operativo un Conto unico del tesoro, attraverso il

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quale passano tutti gli ordini governativi di pagamento, assicurando così maggiore trasparenza e controllo finanziari.

Nel settore delle riforme doganale e tributaria, entrambe le entità hanno ora adottato una legge sull'amministrazione tributaria. Vi è stata qualche iniziativa per armonizzare le aliquote fiscali, specialmente per le accise e le imposte sulle vendite, ma non si è ancora giunti alla piena armonizzazione. Per quanto riguarda il programma di riorganizzazione dell'amministrazione tributaria, nel 2001 si sono compiuti molti progressi nella Federazione, dove si stanno istituendo unità di controllo e d'indagine e un servizio di gestione del debito.

La RS ha accelerato tali lavori solo di recente, adottando la legge al riguardo nell'ottobre 2001. Vari problemi, correlati alla difficile cooperazione tra le due entità, suscitano i dibattiti per l'introduzione dell'IVA, che sono soltanto nella fase preliminare.

Nella privatizzazione delle piccole imprese si sono registrati buoni progressi in entrambe le entità: la Federazione ha privatizzato sinora 192 piccole imprese, e nella RS ne sono state vendute 169. Il termine ultimo per vendere le restanti piccole imprese di proprietà statale è stato prorogato, fissandolo al 31 marzo 2003. I progressi sono stati più lenti per la privatizzazione delle grandi imprese, ma di recente le operazioni si sono accelerate: nella Federazione sono state privatizzate 34 società, delle 157 in offerta, mentre nella RS, dove è stato particolarmente difficile attirare offerenti stranieri, sono state privatizzate sinora soltanto tre imprese strategiche sull'elenco iniziale di 86, e sono in corso le trattative contrattuali per una quarta società. L'incidenza delle privatizzazioni sul governo societario resta ineguale ed è spesso dilazionata, in quanto i cittadini od i fondi d'investimento per le privatizzazioni non sempre sono in grado di valutare la solidità delle imprese o d'imporre la ristrutturazione delle attività produttive.

All'inizio del gennaio 2001 sono stati chiusi gli uffici di pagamento, trasferendone le funzioni al settore bancario. Progressi sostanziali si sono compiuti anche nelle normative prudenziali e di vigilanza del settore bancario (per esempio aumentando il capitale minimo prescritto). La privatizzazione delle banche statali è progredita invece in entrambe le entità a ritmo più lento del previsto. Nessuna banca è stata privatizzata nella Federazione, ma per due banche si è ormai nella fase finale delle trattative, e nella RS sono state vendute soltanto tre banche.

Verso la fine del 2001 è stato elaborato un disegno di legge sull'assicurazione dei depositi bancari, nel quale è prevista a tale scopo l'istituzione di un'agenzia assicurativa a livello statale, che coprirà i depositi sino a 5.000 KM nelle banche partecipanti. Attualmente vi sono agenzie distinte in ciascuna entità, anche se nella RS non sono stati posti in riserva stanziamenti destinati a finanziare interventi di questo tipo.

4. Assistenza macrofinanziaria

Nel maggio 1998, le autorità della B-E hanno concluso con l'FMI un accordo stand-by (ASB).

Nel maggio 1999, il Consiglio ha deciso (decisione 1999/325/CE) di concedere alla B-E un pacchetto di assistenza macrofinanziaria comunitaria comprendente un prestito dell'importo massimo di 20 milioni di EUR e una sovvenzione dell'importo massimo di 40 milioni di EUR.

Dopo il completamento del primo esame previsto nell'ambito del programma dell'FMI e il versamento integrale da parte della B-E delle somme ancora dovute alla Comunità e alla BEI, la Commissione ha versato nel dicembre 1999 una prima quota di tale pacchetto, per l'importo totale di 25 milioni di EUR (15 milioni di EUR a titolo di sovvenzione e 10 milioni di EUR a titolo di prestito). In seguito ai soddisfacenti progressi compiuti nell'ambito del programma dell'FMI, incluso il completamento del quarto e quinto esame, e la soddisfacente ottemperanza alle condizioni specifiche (relative alle riforme strutturali) a cui era subordinata l'assistenza comunitaria, a fine 2000 è stata versata la seconda quota, dell'importo di

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20 milioni di EUR. Di questo totale, 2 milioni di EUR dei 10 milioni che costituivano la sovvenzione sono stati messi a disposizione del bilancio dello Stato, mentre il rimanente è stato destinato ai bilanci delle entità.

Dopo qualche ritardo nell'attuazione politica, che ha richiesto tre proroghe dell'ASB (nel maggio 1999, marzo 2000 e dicembre 2000), nel maggio 2001 l'FMI ha completato il sesto e il settimo, nonché ultimo, esame ed ha approvato il versamento di 18 milioni di USD (pari a 14 milioni di diritti speciali di prelievo). Sono ancora in corso le trattative con le autorità della B-E per un nuovo ASB, che dovrebbe esser firmato nei primi mesi del 2002.

Il versamento della terza quota, dell'importo di 15 milioni di EUR (integralmente a titolo di sovvenzione), è stato subordinato al proseguimento nei progressi previsti nel programma dell'FMI e ad una serie di criteri inerenti alle riforme strutturali, relative tra l'altro, nel settore della gestione delle pubbliche spese, alle dogane e all'imposizione fiscale, alle privatizzazioni e alle riforme bancarie. A metà 2001, la Commissione ha proceduto a un primo accertamento e, pur riconoscendo i progressi compiuti in vari settori, ha esortato le autorità a progredire ancora in altri settori d'importanza cruciale, quali la gestione e la riforma delle pubbliche spese e la normativa in materia di IED. Dopo un secondo esame della situazione effettuato a novembre, constatato che, in generale, le autorità della B-E avevano ottemperato alle condizioni strutturali, a fine 2001 è stata versata la terza e ultima quota dell'assistenza comunitaria. Dell'importo totale, 2,5 milioni di EUR sono stati messi a disposizione direttamente del bilancio dello Stato, mentre il rimanente è stato destinato ai bilanci delle entità.

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VI. REPUBBLICA FEDERALE DI IUGOSLAVIA (KOSOVO)

SITUAZIONE DELLE RIFORME ECONOMICHE

1. Liberalizzazione dei prezzi

I prezzi sono liberalizzati, tranne quelli di pochi servizi pubblici.

2. Liberalizzazione degli scambi

L'UNMIK ha adottato una versione modificata del Codice doganale dell'RFI, applicando un'aliquota doganale del 10%, accise di varie aliquote e un'imposta sulle vendite (del 15%), sostituita dall'IVA nel luglio 2001, sulle merci importate, ed esentando dal dazio doganale le merci originarie del resto dell'RFI. L'UNMIK ha mantenuto in vigore gli accordi commerciali preferenziali dell'RFI con l'ex Repubblica iugoslava di Macedonia.

3. Regime valutario

Nonostante che il dinaro iugoslavo resti la moneta ufficiale, è stata legalizzata la circolazione dell'EUR/DEM (e di altre valute).

4. Investimenti esteri diretti

Si sono fatti progressi nell'introdurre il corpus normativo nel settore commerciale. Tuttavia, a causa della situazione politica e delle incertezze in sede giuridica, l'ambiente resta sfavorevole all'imprenditorialità.

5. Politica monetaria

Dato il suo statuto, il Kosovo non ha una banca centrale né una politica monetaria. L'Autorità preposta al settore bancario e ai pagamenti nel Kosovo (BPK) esercita varie funzioni normalmente spettanti a una banca centrale, tra cui la preparazione per il passaggio all'euro dal gennaio 2002.

6. Finanze pubbliche

Nel 2001 le entrate interne sono risultate superiori alle stime iniziali.

Sono in programma un altro potenziamento della base fiscale e provvedimenti intesi a migliorare l'esazione. Contenere le spese per le pubbliche retribuzioni resta una sfida. Non vi è ancora un sistema generalizzato di sicurezza sociale.

7. Privatizzazioni e ristrutturazioni d'imprese

La privatizzazione delle pubbliche imprese è ostacolata dalla incertezze in sede giuridica. L'UNMIK ha proseguito la commercializzazione delle imprese mediante contratti di gestione.

8. Riforma del settore finanziario

Nell'ambito della regolamentazione e delle vigilanza esercitate dalla BPK, il numero di banche autorizzate è salito a sette. È in aumento il numero di conti e di depositi. Il sistema di pagamenti sta progredendo, e cresce il numero di operazioni non in denaro contante. Mediante un regolamento adottato in ottobre, si sta istituendo il contesto normativo e di vigilanza per il settore assicurativo.

1. Compendio

Dopo il conflitto, l'attività economica del Kosovo ha registrato una ripresa piuttosto rapida. Si è avuto un continuo miglioramento del tenore di vita: la crescita del PIL in termini reali è stimata a circa il 10% nel 2001, ma partendo da un livello basso e grazie soprattutto alla ricostruzione, attuata con il sostegno dei donatori. L'inflazione in rapporto al PIL è stimata al 13%. Tuttavia, le attività di produzione industriale e generatrici di esportazioni restano scarse e il tasso di disoccupazione è elevato.

L'UNMIK, e particolare il suo quarto pilastro, gestito dall'UE, relativo alla ricostruzione e sviluppo economici, ha compiuto altri progressi in importanti settori economici.

Inaspettatamente, essa ha migliorato di molto il rispetto degli oneri fiscali e la riscossione delle imposte. Uno sviluppo favorevole si è riscontrato anche nel numero di banche e di depositi e mutui bancari. In mancanza di un ente riconosciuto incaricato delle privatizzazioni, l'UNMIK ha proceduto anche a gare d'appalto per la commercializzazione delle imprese statali, così da spianare la strada agli investimenti.

In proseguimento del suo sostegno, e in seguito a una proposta della Commissione, il Consiglio ha deciso nel giugno 2001 di concedere al Kosovo un'altra assistenza finanziaria eccezionale della Comunità, dell'importo massimo di 30 milioni di EUR a titolo di sovvenzione (2001/511/CE). La prima quota è stata versata in settembre, al momento della firma di un Memorandum d'intesa tra l'UNMIK e la Comunità.

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2. Risultati macroeconomici

Dopo il conflitto, l'attività economica ha registrato una ripresa piuttosto rapida. Il tenore di vita continua a migliorare: secondo le stime, nel 2001 la crescita del PIL in termini reali è stata dell'ordine del 10%, anche se partendo da un livello basso. La ricostruzione è palese, l'agricoltura è in ripresa e vi è un vivace settore privato dei servizi. Il settore vinicolo, una delle poche fonti di esportazione, sembra registrare sviluppi positivi: per il 2001 era prevista una produzione di 10 milioni di litri. Nell'ottobre 2001, il numero d'imprese registrate risultava superiore del 44% rispetto a quello di fine 2000. Vi sono indizi di un passaggio dal commercio verso altre attività economiche, compresa la produzione industriale. Tuttavia, l'economia resta caratterizzata dai programmi di ricostruzione, attuati con il sostegno di donatori, e dalla folta presenza di stranieri, da cui conseguono un livello insolitamente elevato d'importazioni e problematici squilibri nei settori salariale e fiscale. La disoccupazione resta grave (dell'ordine del 50%). L'inflazione rispetto al PIL è stimata per il 2001 a circa il 13%.

La disponibilità di dati macroeconomici è tuttora scarsa: l'Istituto statistico del Kosovo non ha fornito nessun dato ufficiale riguardante il PIL, la crescita del PIL stesso, l'inflazione, i consumi, gli investimenti privati e la popolazione. Nonostante i progressi e le notevoli iniziative intese a migliorare le stime, i calcoli mostrano ancora un considerevole grado di arbitrarietà, dovuto alle manchevolezze della base di dati.

L'Autorità finanziaria centrale (CFA) ha ben gestito l'esecuzione del bilancio del Kosovo per il 2001, anche se nel corso dell'anno è stato necessario aumentare varie voci di spesa, il cui totale è passato dagli iniziali 500 milioni di DEM a 566,5 milioni di DEM. Secondo i dati preliminari, le spese effettive del 2001 risulteranno dell'ordine di 537 milioni di DEM. Il gettito fiscale interno è risultato molto superiore a quello preventivato (572 milioni di DEM, invece che 338 milioni di DEM). A seconda dei risultati finali di bilancio e includendo il sostegno concesso al bilancio stesso dai donatori, la CFA sarà in grado di effettuare il riporto di un certo saldo di cassa accumulato, che servirà temporaneamente da garanzia collaterale per il passaggio all'euro e per far fronte a spese impreviste. Il saldo consentirà al bilancio di maturare, ossia di onorare vari obblighi a lungo termine e di avviare spese per investimenti di capitale nell'ambito del bilancio, in particolare per mantenere gli investimenti dei donatori, il che è importante anche perché si prevede un calo del sostegno da parte dei donatori.

Secondo l'Agenzia europea per la ricostruzione (EAR), i servizi pubblici sono migliorati, ma la loro sostenibilità resta una delle grandi preoccupazioni nell'attività di ricostruzione. Le pubbliche infrastrutture, in particolare nel settore dell'energia, risentono ancora dell'inaffidabilità delle forniture e dell'esiguo rialzo dei prezzi. In effetti, il basso livello dei prezzi produce incentivi all'incremento dei consumi (per esempio in impianti di lavaggio degli autoveicoli, in apparecchi elettrici per il riscaldamento). Nel settore delle telecomunicazioni, i progressi nella rete fissa sono tuttora limitati e a livello della provincia le telecomunicazioni si basano ancora in ampia misura sulla rete mobile. Nel settore ferroviario, alcune linee sono operanti e si sta attuando sulla rete un piano generale, comprendente la creazione d'infrastrutture per i pezzi di ricambio e il riattamento di base.

3. Riforme strutturali

L'UNMIK ha registrato progressi inaspettatamente positivi nel migliorare il pagamento e la riscossione delle imposte, grazie all'apertura di uffici di riscossione delle imposte sulla linea del confine amministrativo (ABL) con la Serbia, al successo nell'introduzione dell'IVA dal 1°

luglio, a efficaci misure di controllo e all'incremento delle capacità procedendo ad assunzioni e fornendo formazione.

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