• Non ci sono risultati.

MONTEGROTTO: COMPLESSO TERMALE SOTTO L’HOTEL TERME NERONIANE

LE TERME DELLA X REGIO: CATALOGO

11. MONTEGROTTO: COMPLESSO TERMALE SOTTO L’HOTEL TERME NERONIANE

Il complesso termale sotto l’Hotel Terme Neroniane si trovava nella zona di bassura a sud-est del basso rilievo storicamente noto come Colle Bortolone o Montegrotto, a circa 150 m dall’area archeologica di via Neroniana dove è stata individuata una lussuosa villa che dovrebbe essere coeva all’impianto termale727. Le terme in questione (Figg. 72 e 73) state scoperte piuttosto recentemente quando, nel 1996 la Soprintendenza archeologica per i beni archeologici effettuò delle indagini in vista della realizzazione di una nuova ala dell’albergo. In realtà si è trattato di uno scavo effettuato a più riprese iniziato con una campagna di sondaggi effettuati tra i mesi di dicembre 1996 e marzo 1997, nell’ambito della quale venne anche fatto un primo ampliamento d’indagine in corrispondenza di un grande vano absidato. Un secondo scavo si colloca poi nel novembre del 1998 nella parte sud-orientale dell’area; altri interventi furono svolti nel 1999, in seguito a delle modifiche del progetto originario e infine tra l’estate del 2002 e il febbraio del 2003 venne approfondita l’indagine archeologica nella zona settentrionale dove i resti emersi avevano una buone leggibilità728. Al momento della sua messa in luce tuttavia il sito si presentava disordinato e offuscato da un diffuso strato di particellato incoerente di origine sia organica che inorganica accumulatosi nel tempo, e dal terriccio sempre presente nella discontinuità delle strutture emerse durante lo scavo. Inoltre erano evidenti estesi fenomeni di disgregazione delle sigillature in malta degli elementi costitutivi delle murature e distacchi, con pericolo di caduta degli elementi marmorei o lapidei che rivestivano le pareti interne                                                                                                                

727 www.aquaepatavinae.it

dell’ambiente centrale. Dopo lo scavo, date tale condizioni, si rese necessario un restauro e una conseguente valorizzazione del sito, interventi che hanno costituito uno dei punti principali del “Progetto Aquae patavinae”729.

Le indagini effettuate a partire dal 1996 hanno interessato un’area piuttosto vasta, circa 1200 mq, dove è stato messo in luce parte di quello che doveva essere un grande impianto termale pubblico. Osservando la planimetria dell’area che è stato possibile scavare, le strutture antiche dell’area settentrionale appaiono coerenti e chiaramente leggibili, mentre nella zona meridionale la situazione appare piuttosto lacunosa. L’esistenza comunque di un disegno di impianto unitario appare evidente, confermata dalla tipologia omogenea di quasi tutte le murature e dei sottofondi pavimentali conservati730.

La parte centrale dell’impianto termale oggetto di studio costituito da un vasto ambiente rettangolare (A) con un’abside sull’unico lato corto che oggi è conservato; forse, lungo il lato corto opposto, alcuni pilastri separavano questo ambiente da un altro, come nella vasca A dell’area di viale Stazione / via degli Scavi. Orientata Nord-Sud, con l’abside a nord, oggi restano visibili tuttavia solamente le preparazioni dei sontuosi originari rivestimenti: lungo le pareti, il cocciopesto saldava sottili lastre marmoree; nella parte rettangolare del vano, la malta spessa e compatta, in cui sono inseriti frammenti di lastre di ardesia, allettava le lastre lapidee (“opus sectile”) che creavano un disegno di moduli rettangolari disposti su filari sfalsati, ancora percepibile dalle impronte impresse nella malta stessa; nell’abside, la malta visibile allettava invece sottili lastre di marmo, ma questo pavimento venne steso in una fase non originaria sopra uno simile, ma con lastre più spesse di forma quadrata731.

Ai fianchi della sala absidata vi era poi uno spazio libero, in parte percorso da una canalizzazione; il contesto fin qui descritto era limitato, a ovest e a est, da due strutture allungate B e C, di dimensioni e funzioni diverse. A ovest vi è un grande ambulacro B, che marginava con sviluppo nord-sud tutto il lato occidentale del complesso. Le due murature parallele che lo limitano, del tutto simili per materiali e tecnica costruttiva a quelle del vano absidato, sono conservate quasi ovunque a livello di fondazione; un piccolo tratto dell’alzato resta presso l’estremità nord del muro orientale. La fondazione del muro esterno dell’ambulacro costituiva anche la spalla orientale di una grande cloaca D, che corre con pendenza da nord a sud, affiancando l’ambulacro lungo il margine occidentale dell’area                                                                                                                

729 FALESCHINI,FONTANIVE,RIGONI,PASETTI,ZEGA 2012,p. 257. 730 BONOMI,CIPRIANO,HOSKING,RIGONI 2012,p. 193.

indagata. Contrapposto all’ambulacro vi è una sorta di corridoio, il vano allungato C orientato nord-sud; verso la parte meridionale il vano è stato tagliato dallo stesso scasso obliquo che interferisce con l’aula absidata. A sud, dopo la lacuna dovuta allo scasso, si legava ad angolo retto al perimetrale meridionale di una struttura contigua E, orientata est- ovest. In questa struttura e nella struttura C possiamo riconoscere due bracci di un portico; è molto probabile che si trattasse di un quadriportico, il cui ulteriore sviluppo verrebbe a cadere quasi completamente in corrispondenza della costruzione attuale dell’albergo. Adiacente al braccio meridionale vi è un altro vano stretto ed allungato F orientato ovest- est, anch’esso visto solo in parte; più leggibile invece, seppur lacunoso, è il vano G nello sviluppo meridionale del complesso. Il vano F costituisce un settore particolare delle terme dato che si differenzia da tutti gli altri ambienti per alcuni elementi peculiari; esso presenta un piano di malta con cocciopesto a un livello inferiore di circa 0,25 m rispetto al sottofondo pavimentale più antico del portico adiacente. Tale piano è caratterizzato dalla presenza dell’impronta di una fistula che corre da est verso ovest a poca distanza dal muro meridionale, mentre un’altra fistula in piombo fuoriesce diagonalmente dalla fondazione del muro contrapposto, presso il limite nord-est dello stesso. Considerato che le fistulae non dovevano correre a vista e che entrambi i perimetrali conservati presentano una larga risega si ritiene che questo vano fosse dotato di una pavimentazione almeno in parte rimovibile, forse in legno, per facilitare il controllo e le ispezioni delle tubature sottostanti. L’interpretazione del vano F è quindi particolarmente complessa; date le caratteristiche è ragionevole pensare si trattasse di uno spazio tecnico, forse un lungo corridoio funzionale al passaggio di condutture relative all’impianto di adduzione e o smaltimento delle acque. Adiacente all’angolo sud-ovest dell’aula absidata è stato messo in luce quanto resta della fondazione di un muro ad andamento curvilineo, in mattoni sesquipedali legati con malta; questa struttura, quasi completamente spoliata, apparteneva ad un piccolo vano absidato Q; il suo muro meridionale infine, proseguendo verso est, costituiva il limite meridionale di un ambiente rettangolare R che fu quasi totalmente asportato. L’ulteriore sviluppo verso sud del complesso è mal leggibile a causa, come detto, delle grandi lacune esistenti732. Tutte le strutture sono caratterizzate da orientamenti coerenti e accomunate dall’alto livello delle soluzioni tecniche adottate e della qualità dei materiali impiegati. Tutto ciò fa pensare

                                                                                                               

che chi ha voluto e usato questo complesso termale fosse abituato all’agio e appartenesse pertanto a una classe sociale di alto rango733.

Per quanto riguarda la datazione infine sembra certo che il complesso sia stato realizzato negli ultimi decenni del I secolo d.C. e che ebbe diverse fasi di vita e una lunga durata, connessa con la presenza e la ricchezza d’acqua termale di una sorgente documentata anche dalla cartografia storica. Sappiamo inoltre che in epoca tardoantica ci fu un notevole innalzamento dei piani d’uso, continue modifiche e rifacimenti del sistema di drenaggio superficiale con un progressivo interro dell’area che contribuirà al degrado e più tardi all’abbandono del complesso termale734.

12. COMPLESSO TERMALE SOTTO L’HOTEL TERME NERONIANE: I