LE TERME DELLA X REGIO: CATALOGO
1. VERONA: INQUADRAMENTO URBANISTICO
Situata in un punto strategico delle Venetia et Histria (Fig. 74), in una zona di incontro in epoca pre-romana tra l’area culturale veneta e quella dei Reti e dei Celti735, la città di Verona ed in particolar modo l’area geografica dei suoi primi insediamenti, è segnata profondamente dall’Adige, fiume che la divide in due entità con caratteristiche alquanto diverse: la parte sinistra presenta un fronte di alture che degradano verso il fiume fino a toccarne la riva mentre la parte a destra, aperta, è già pianura736. Opinione condivisa sia da archeologi sia da storici è che il primitivo nucleo abitato di Verona abbia avuto come sede San Pietro dato che la felice posizione del colle domina il corso dell’Adige che fin dall’antichità è stato elemento fondamentale nell’economia della città737.
Se si eccettuano alcune sporadiche presenze nella parte destra dell’Adige, indiziate da rinvenimenti che comunque non sono sistematici in varie zone delle futura città romana, il nucleo di S. Pietro sulla sponda opposta rimase sostanzialmente il solo centro di aggregazione della zona anche durante le fasi della più antica romanizzazione del territorio, tra il III e il II secolo a.C., e fino agli anni del I secolo a.C. quando ottenne, nell’89 a.C., la concessione dei diritti latini; già poco tempo prima il nucleo abitativo presente sul declivio del colle venne coinvolto nelle scorrerie dei Cimbri, scesi alla fine del II secolo a.C. e fermati da Quinto Lutazio Catulo ai Campi Raudii. Proprio in connessione a tale episodio o alla concessione del diritto latino, è posta la costruzione di una cortina difensiva che agli inizi del I secolo a.C. veniva a cingere la sommità del colle e scendeva fino alle rive dell’Adige738.
Poco dopo la metà del I secolo a.C. Verona fu trasformata in municipium e i suoi governanti provvidero alla realizzazione dell’impianto urbanistico (Fig. 75) sulla riva destra dell’Adige, con le mura difensive, le strade a reticolo ortogonale e le relative fognature; il decumano massimo fu costituito dal tratto urbano della via Postumia, al cui
735 BESCHI 1960,p. 369. 736 BRIGO 1991,p. 17. 737 MARCHINI 1978,p. 25. 738 BONETTO 2007,p. 53.
incrocio con il cardo principale fu posto il foro; la città venne poi dotata dei principali edifici tipici delle città romane739.
Il foro di Verona, ricalcato successivamente dalla medievale piazza delle Erbe (ridotta e irregolare rispetto al precedente romano), occupava poco meno la superfice di quattro mezzi isolati; la larghezza è ricavabile con precisione dalla distanza tra i resti dei bracci nord-est e sud-ovest della canaletta per lo scolo delle acque meteoriche che correva tutto attorno al lastricato; la lunghezza invece doveva essere di due insulae740. La sua identificazione, avvenuta già in epoca rinascimentale, con l’attuale piazza delle Erbe è stata dimostrata più volte; più difficile invece appare datare l’opera anche se le sue proporzioni, 1:3, lontane dai canoni vitruviani, richiamano quelle dei Fora più antichi, riferibili al III o II secolo a.C.. Il foro era collegato alle principali strade urbane e presentava sui lati ovest e sud portici e su quello est un colonnato, al quale si accedeva tramite tre gradini. Il portico occidentale era chiuso da tabernae, mentre dal colonnato orientale si passava ad una zona di edifici pubblici741.
Sul lato nord del foro, oltre il decumanus maximus, vi era invece il principale monumento religioso della città: il Capitolium. Venuto alla luce durante gli scavi del 1983, il tempio aveva pianta rettangolare ed era orientato nord-ovest sud-est perfettamente in asse con il Foro742; esso era circondato da un criptoportico a due navate e tre bracci che sosteneva un triportico sopraelevato destinato a circondare l’area sacra posta su una vasta terrazza artificiale accessibile dal decumano tramite una scalinata di 42 m. Per quanto concerne la cronologia, sembra che il principale luogo di culto veronese possa datarsi attorno al 50 a.C. discostandosi in maniera significativa da quella degli altri edifici pubblici della piazza: questo sarebbe indice di una maggiore antichità di tale complesso nell’ambito del processo di monumentalizzazione urbana743.
A sud-ovest della piazza , dietro al portico, alle tabernae e ad una strada, furono costruite la basilica e la curia che vennero realizzate attorno al I secolo d.C., periodo in cui proseguì la monumentalizzazione della città che vide oltre a questi sorgere altri importanti edifici come l’anfiteatro e l’arco celebrativo dei Gavi eretto sulla Postumia744.
739 BOLLA 2000,pp. 11.
740 CAVALIERI MANASSE 1987,p. 12. 741 BOLLA 2000,pp. 40-41.
742 CAVALIERI MANASSE 1987,p. 15.
743 CAVALIERI MANASSE 2008,pp. 73-152; BONETTO 2007,p. 59. 744 BOLLA 2000,pp. 11.
Scoperta tra il 1925 e il 1927, della Basilica civile di Verona, rimangono il lato breve e un’abside che fu aggiunta in età severiana; i resti scoperti si riferiscono al suo perimetro che doveva essere sostenuto da un basamento circondato da una gradinata di sei o sette gradini larghi e bassi ed avere una peristasi di ordine corinzio745. Da questo edificio provengono frammenti di un ciclo statuario che doveva ornare l’interno dell’edificio come da tradizione746.
Della curia si conservano invece resti piuttosto imponenti; identificata nel 1986, occupava l’area sud di un’area delimitata da una recinzione lapidea scandita da lesene e sopraelevata a nord mediante un riempimento artificiale e a sud tramite una serie di concamerazioni. Dell’aula soprastante dove si riunivano i decurioni e magistrati rimangono i muri perimetrali rasati e i resti delle banchine laterali e del banco di fondo, immediatamente sotto il piano attuale rialzato rispetto alla zona circostante747. Parallela alla curia fu costruito un altro imponente edificio; questo presentava un basso podio impostato su uno o due gradini sopra il quale si levava un muratura in opera quadrata in tufo. Sono tuttavia poco chiare sia le dimensioni sia soprattutto la funzione748.
Nel corso del I secolo d.C. tra gli interventi urbanistici e architettonici più importanti si inserisce la costruzione dell’anfiteatro noto ai più con il nome di Arena. Strettamente collegato all’impianto urbano, come indica l’orientamento dei suoi assi, coincidente con quello del reticolo stradale, e ciò, probabilmente, per ragioni urbanistiche e per l’esigenza di un raccordo funzionale del sistema di drenaggio con quello cittadino, esso venne edificato in zona extramurana, presso l’angolo sud della cinta muraria749. Dell’imponente anfiteatro, caratterizzato da struttura autoportante totalmente percorribile, restano oggi 5 pilastri con 4 arcate del portico perimetrale, le sostruzioni della cavea, scalette radiali senza collegamento con gli sbocchi sulle gradinate di rifacimento senza praecinctiones750. L’Arena, che doveva essere ornata da numerose sculture, in bronzo e in marmo di cui è rimasto molto poco, misurava 152,4x123,2 metri sugli assi maggiori configurandosi quindi come fra i più grandi anfiteatri d’Italia, per la precisione il quarto dopo il Colosseo di Roma, l’anfiteatro di Capua e quello di Milano751.
745 MARCONI 1937,p. 38. 746 BONETTO 2007,p. 60. 747 BOLLA 2000,p. 43. 748 CAVALIERI MANASSE 1987,p. 28. 749 CAVALIERI MANASSE 1987,p. 28. 750 TOSI 2003,pp. 535-536. 751 BOLLA 2000,p. 68.
Tra gli edifici da spettacolo di Verona si possono poi annoverare il teatro, l’odeon e forse un circo. Per quanto riguarda il teatro, la sua costruzione si inserisce nella prima fase di urbanizzazione della città; tra i più importanti e significati del Nord Italia, esso si colloca sulla riva sinistra dell’Adige, al di fuori dell’impianto urbano: la scelta del sito per tale edificio fu probabilmente fatta già l momento della progettazione della città anche se la costruzione del monumento iniziò piuttosto tardi rispetto agli elementi base della struttura urbana752. Il quartiere del teatro era fiancheggiato da due porti monumentali ed era unito alla città attraverso due ponti, il Pietra e il Postumio; l’effetto scenografico era quindi imponente: il complesso teatrale si estendeva con terrazzamenti successivi dalla riva del fiume alla cima del colle e l’insieme era coronato da un tempio i cui resti sono stati rinvenuti nel 1851753. La realizzazione del teatro si colloca in età augustea; la cronologia è deducibile soprattutto dalle caratteristiche architettoniche754.
A fianco delle fabbriche teatrali venne realizzato un odeon, di cui oggi si vede soltanto la più settentrionale delle tre porte che si aprivano sulla frontescena originariamente arricchita da decorazioni architettoniche. Per questo edificio, unico nel suo genere per quanto riguarda l’Italia settentrionale, si è proposta come datazione la prima metà del I secolo d.C.755; come tipologia invece apparterrebbe ai grandi odeia no perimetrati da muri rettilinei tra i più antichi perché riferibili all’età giulio-claudia756. Probabile in Verona anche la presenza di un circo (pur mancando dati certi) e forse di un ludus o campus per l’addestramento degli Iuvenes.757
Dopo essere stata dotata di un ricco apparato monumentale tra metà del I secolo a.C. e la metà del I secolo d.C. la città mantenne per lungo tempo le sue caratteristiche; per la piena età imperiale gli interventi urbanistici ricordati dalle fonti e visibili dalle evidenze archeologiche sono numericamente esigui758; da segnalare è però un intervento del III secolo che riguardò le terme e di cui si dirà breve.
Importanti cambiamenti si verificano invece attorno al IV secolo a.C. in epoca tardoantica. Con la massiccia diffusione del Cristianesimo Verona venne infatti dotata di nuovi edifici tra i quali la prima basilica che fu poi seguita da una serie di edifici omologhi 752 BOLLA 2010,pp. 3-4. 753 BOLLA 2000,pp. 13-15. 754 BOLLA 2010,p. 7. 755 BONETTO 2007,pp. 63-64. 756 CAVALIERI MANASSE 1997,pp. 1017-1021. 757 TOSI 2003,p. 540. 758 BONETTO 2007,p. 71.
di sempre maggiori proporzioni; tra la fine del IV e l’inizio del V secolo d.C. sembrerebbe collocarsi cronologicamente il primo impianto della Chiesa dei Santi Apostoli, della cui struttura più antica si conserva solo l’abside. Infine tra V e VI secolo sorse la chiesa paleocristiana di S. Procolo, posta nella zona già interessata da un cimitero utilizzato dall’inizio del IV secolo d.C. Infine Verona ebbe anche una fase bizantina prima dell’entrata nell’Alto Medioevo con l’arrivo in Italia dei Longobardi 759.