• Non ci sono risultati.

Morpheme Structure Rules come vincoli sulle rappresentazion

Nel documento Il vincolo nella fonologia generativa (pagine 37-42)

2.2 The Sound Pattern of Russian

2.2.2 I vincoli distribuzional

2.2.2.1 Morpheme Structure Rules come vincoli sulle rappresentazion

Le regole che gestiscono i tratti non-fonemici possono essere divise in due categorie: abbiamo le Morpheme Structure Rules (d’ora in avanti MSR), simili alle già citate Phrase Structure Rules, che come quest’ultime vengono applicate prima delle trasformazioni, e le Phonological Rules, applicate invece dopo le trasformazioni, il cui compito è quello di assegnare valori ai tratti non distintivi, nel caso in cui la loro distribuzione non sia casuale, sulla base di criteri puramente fonologici36. A differenza delle MSR, queste regole possono inoltre ri-

35 Halle (1959: 32) li definisce ‚fully specified morphonemes‛, e, vista la loro capacit| nel distinguere

un morfema dall’altro, sono considerati analoghi ai fonemi e ai morfofonemi utilizzati in altre teorie. Per identificarli, e differenziarli, tali morfonemi vengono racchiusi fra due parentesi graffe.

36 Una regola fonologica è ad esempio quella che gestisce il tratto relativo alla sonorità, presentata

nella forma: ‚Rule 1b. Unless followed by an obstruent, ,c}, ,č} e ,x} are voiceless‛ (Halle, 1959: 63), il cui effetto è quindi quello di specificare il tratto che nella rappresentazione di tali segmenti era rimasto non-specificato. Il numero utilizzato nella definizione delle regole, come vedremo anche nel caso delle MSR, si riferisce alla posizione occupata da una regola all’interno dell’ordinamento che comprende tutte le regole a disposizione, ordinamento nel quale possono comparire più regole in una medesime posizione. Quest’ultimo caso è indicato tramite l’aggiunta di un pedice al numero che identifica la posizione delle regole nell’ordinamento.

assegnare valori a tratti già specificati. Nel livello delle trasformazioni possiamo invece collocare le Morphological Rules, che fanno riferimento sia ai tratti che compongono un dato morfonema, sia alla classe morfemica cui tale rappresentazione appartiene.

Occorre adesso prestare particolare attenzione alla prima di queste categorie, vista l’estrema somiglianza fra le MSR e quelli che in altre cornici vengono definiti vincoli.

Il compito delle MSR è quello di specificare alcuni dei tratti non fonemici delle rappresentazioni contenute nel dizionario che non risultano specificati. Devono cioè aggiungere tratti ridondanti, applicandosi:

‚<to morphemes in their most explicit form, i.e., in the form from which all other forms of the same morpheme can be derived in the simplest fashion.‛ (Halle, 1959: 56)

Da questo breve passaggio si può cogliere, fra l’altro, la differenza tra l’approccio proposto da Halle e quello caratteristico del funzionalismo e dello strutturalismo americano relativamente alla concezione del livello soggiacente37. Secondo il modello proposto da Halle infatti, nel livello soggiacente si trovano, assieme alle entrate lessicali presenti nel dizionario, le quali non contengono altro che un minimo di informazioni specifiche (i tratti specificati), le regole che aggiungono informazioni ridondanti (MSR). Abbiamo quindi forme soggiacenti (quasi) interamente specificate, alle quali successivamente vengono applicate le regole morfologiche e quelle fonologiche.

37 Il corrispettivo della forma soggiacente di Halle è costituito nel funzionalismo da una sorta di

forma fonetica priva delle informazioni ridondanti, mentre nello strutturalismo americano viene considerata una forma dall’elevata astrattezza, come suggerito da Fudge (1967): ‚Morphophonemes here are ‘completely abstract’ elements; they have ‘absolutely no properties which are even remotely phonic.’‛ Qui invece la forma soggiacente si colloca a metà strada fra la concretezza della prima concezione e l’astrattezza della seconda.

Le MSR sono particolarmente utili nei casi di sequenze vocaliche e di cluster consonantici, i quali in russo possono arrivare a contare fino a quattro consonanti. Compito della grammatica quindi deve essere quello di fornire una serie di vincoli che permettano di lasciare le rappresentazioni fonologiche dei morfemi minimamente specificate. Tali vincoli vengono presentati da Halle in forma di sequenze di simboli che rappresentano le classi fonologiche dei segmenti, la funzione delle quali è la definizione delle tipologie di sequenze ammesse nella lingua. Quello che risulta quindi è una lista di sequenze come ‚CCCR‛, ‚CCR‛, ‚RCR‛, ‚JR‛38, etc., atta a coprire tutte le possibilità combinatorie di tali simboli a disposizione di un parlante. Come precisa Halle:

‚The constraints just surveyed have to be taken into consideration in representing the individual morphemes in the dictionary since they make it possible to leave unspecified various features in the representation of certain morphemes, thereby satisfying Condition (5). It is not possible to give a complete procedure for discovering the most economical representation in every case. The best that can be done is to formulate the sequential constraints as rules specifying certain contexts. The representation of every morpheme then has to be chosen in such a way as to take maximum advantage of these rules, while at the same time leading the correct phonetic consequences. Condition (5), however, provides a means for choosing between alternative representations in those cases where several representations are possible.‛ (Halle, 1959: 57)

Particolarmente interessante in questo passaggio è il riconoscimento dell’impossibilit| di identificare una strategia generale per l’individuazione delle rappresentazioni più utili: come abbiamo appena visto, i vincoli vengono formulati come regole utilizzate per completare la specificazione dei tratti. Ecco due esempi di MSR (Halle, 1959: 58):

‚Rule MS 1a. If the segment following the &39 marker is a glide, the next segment is vocalic and nonconsonantal; i.e. a vowel.‛

‚Rule MS 5d. If the last segment is a consonant and the penultimate segment is a glide, the glide is preceded by a segment which is vocalic and nonconsonantal.‛

Secondo quest’ultima regola sembra possibile formulare una rappresentazione in cui non sia necessario specificare la vocale della sequenza &VJC& relativamente ai tratti vocalico-nonvocalico e consonantico-nonconsonantico. Tuttavia, considerando un morfema come ,‘ajv}, ‘mela cotogna’, è evidente che tale deduzione può portare a rappresentazioni sbagliate. In questo caso infatti, visto che i tratti non specificati non possono avere un ruolo distintivo, sarebbe impossibile distinguere il morfema in questione da uno che cominci con un glide, nel qual caso risulterebbe necessario applicare la regola ‚MS 1a‛, la quale a sua volta specificherebbe il secondo segmento come vocale, commettendo quindi un errore. Queste difficoltà possono essere superate stabilendo un ordine estrinseco di applicazione delle regole, cosa che consente fra l’altro una formulazione più semplice di queste ultime40. Ammettere questa possibilità tuttavia è come ammettere che le condizioni espresse tramite queste regole sono violabili: considerando ad esempio le due regole appena illustrate, si può notare come 5d possa essere considerata valida solamente nel caso in cui 1a sia già stata applicata.

Tornando alla nozione di MSR, e alla sua somiglianza con quella di vincolo, è evidente quindi come la sua funzione sia quella di specificare le sequenze che incontrano un’adeguata descrizione strutturale, in modo da fare aderire queste

39 ‚&‛ marca i confini morfemici. Tale regola vale quindi all’inizio di morfema. La regola

successiva invece è valida per le sequenze a fine di morfema.

40 Nel corso di questo lavoro si accennerà spesso alla possibilità di ottenere una grande

semplificazione formale dei dispositivi utilizzati (che siano regole oppure, nel caso di Optimality Theory, vincoli violabili) tramite il loro ordinamento.

ultime a quelle descritte dai vincoli distribuzionali. La regola ‚MS 5d‛ ad esempio, può essere riscritta, utilizzando un sistema notazionale più recente, come: # _ / 0                         cons voc cons voc cons voc

L’applicazione di questa regola quindi mira a far coincidere il morfema parzialmente specificato, qui formalizzato dalla descrizione strutturale, con la sequenza descritta dal vincolo distribuzionale adeguato, formalizzabile, tramite il vocabolario di Halle (1959), come ‚VJC&‛.

Risulta adesso possibile interpretare una MSR come un vincolo sulle rappresentazioni: la regola ‚MS 5d‛ come vincolo che impedisce la derivazione della sequenza non attestata ‚&CJC‛.

Nel documento Il vincolo nella fonologia generativa (pagine 37-42)