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2.2. IGIENE DEL LATTE OVINO

2.2.3. Le mastiti ovine

2.2.4.2. Mungitura meccanica

Sono trascorsi più di 70 anni dalle prime esperienze sulla mungitura meccanica delle pecore condotte nel 1938 nella regione del Roquefort (Francia). L'attuale mungitrice per piccoli ruminanti è il risultato di una profonda evoluzione che ha interessato sia le caratteristiche costruttive che quelle funzionali.

Solamente nell'immediato dopoguerra le mungitrici per pecore e per capre hanno goduto di uno sviluppo adeguato all'importanza economica di queste specie, ma negli anni Cinquanta e Sessanta le mungitrici conservavano ancora la meccanica di base ed i principi fondamentali della dinamica della mungitura delle vacche.

Ad iniziare dagli anni Settanta, sulla base dei primi studi specifici, vi è stato un progressivo adeguamento dei parametri di funzionamento dell'impianto alle caratteristiche morfo-fisiologiche dei piccoli ruminanti.

Occorre arrivare agli anni Ottanta per osservare l'inizio di una fase di ricerca e di sperimentazione, ancora lungi dall'essere conclusa, finalmente organica e finalizzata alla definizione della tecnica di mungitura, dei parametri funzionali e degli elementi costruttivi della mungitrice per ovini e per caprini.

Negli anni novanta si è giunti alla semplificazione della tecnica di mungitura, con la soppressione della sgocciolatura meccanica, che riduce gli interventi dell'operatore all'applicazione e al distacco dei gruppi prendicapezzoli.

Tale progresso è reso possibile grazie alla selezione degli animali anche in funzione della mungitura meccanica ed ai perfezionamenti apportati dai ricercatori e dai costruttori all'impianto di mungitura. Con gli impianti attuali il passaggio dalla mungitura manuale a quella meccanica consente di triplicare la produttività del lavoro e di ridurre del 60-70% la fatica fisica (Pazzona, 1999).

La mungitura eseguita con le moderne macchine mungitrici imita i momenti della suzione naturale dell'agnello e, per questo motivo, può essere considerata più “fisiologica” della mungitura a mano.

Il compito della macchina mungitrice, pertanto, è quello di estrarre il latte dalla mammella senza comprometterne la salute e mantenendo inalterate le qualità organolettiche del prodotto.

Funzionamento della mungitrice meccanica

Sui capezzoli si applica un vuoto parziale, o depressione, che consente al latte di fuoriuscire dalla mammella nella quale si trova a pressione atmosferica.

La mungitrice è schematicamente composta dal: • sistema del vuoto;

• gruppo prendicapezzoli; • pulsatore;

• lattodotto.

Sistema del vuoto

Il sistema del vuoto consiste in una conduttura chiusa, chiamata conduttura dell'aria o del vuoto, attraverso cui viene estratta parte dell'aria presente all'interno dell'impianto di mungitura.

Per estrarre l'aria dalle condutture viene usata una pompa per vuoto azionata, solitamente, da un motore elettrico.

Il sistema del vuoto è completato da un regolatore e da un vuotometro. Il regolatore del vuoto costituisce l'organo di sicurezza dell'impianto in quanto mantiene costante il livello della depressione all'interno dell'installazione, mentre il vuotometro indica il livello di vuoto nelle condutture.

Il vuoto viene utilizzato per due fini differenti: aprire il canale del capezzolo e stimolare l'animale.

Gruppo prendicapezzoli

Il gruppo prendicapezzoli è costituito essenzialmente da due prendicapezzoli veri e propri, da altrettanti tubi corti del latte e della pulsazione e dal collettore del latte. I prendicapezzoli sono formati da un bossolo rigido, detto portaguaina, che contiene la guaina in gomma che viene applicata al capezzolo. L'intercapedine fra la parete interna del tubo metallico e la parete esterna della guaina forma la camera di

pulsazione. Quest'ultima, ad opera del pulsatore, è alternativamente messa in comunicazione col vuoto o con l'aria atmosferica; in tal modo l'aspirazione del latte non risulta continua ma ciclica.

Pulsatore

Il pulsatore, che rappresenta uno dei componenti più delicati della mungitrice, determina mediante apposita valvola l'alternarsi del vuoto e della pressione atmosferica, cioé la pulsazione. I movimenti ciclici del pulsatore regolano l'emissione del latte ed evitano i danni che potrebbero derivare da un'aspirazione continua.

La camera di pulsazione, tramite il pulsatore, viene messa in comunicazione con la pompa per vuoto o con l'aria atmosferica. Nel primo caso (fase di mungitura) in corrispondenza dell'orificio del capezzolo si crea una depressione che consente la discesa del latte . Nel secondo caso (fase di massaggio) l'aria atmosferica che penetra nella camera di pulsazione comprime la guaina sul capezzolo interrompendo la mungitura.

Lattodotto

Il lattodotto, che trasporta il latte e l'aria, ha il compito di convogliare il latte prodotto dai diversi capi verso i recipienti di raccolta e di fornire il vuoto ai gruppi prendicapezzoli. Per questo motivo il diametro della conduttura del latte deve risultare sufficiente a smaltire il latte mantenendolo sempre ben separato dall'aria. Negli impianti a secchio o a carrello non è presente il lattodotto in quanto il latte estratto dal gruppo prendicapezzoli viene convogliato direttamente in un secchio tenuto sotto vuoto (Pazzona, 1999).

Occorre prestare molta attenzione alle operazioni di lavaggio della mungitrice meccanica. Infatti, il lavaggio, che mira all'eliminazione dei depositi di varia natura formatisi sulla superficie interna dell'impianto di mungitura, deve esercitare tre azioni: • azione detergente, per mezzo di prodotti alcalini, per allontanare i depositi di natura organica. In pratica agiscono sui grassi e sulle proteine del latte dissolvendoli così che possano essere allontanati dalla soluzione lavante;

• azione disincrostante, con composti acidi, per asportare le concrezioni di Sali di calcio provenienti dal latte e i sedimenti di tartaro derivanti dalla durezza dell'acqua;

• azione sanitizzante o disinfettante, con formulati principalmente a base di cloro, per distruggere i microorganismi.

Un solo prodotto chimico non può avere tutte le proprietà richieste. Pertanto, si dovranno impiegare delle combinazioni di differente costituzione per arrivare ad una soluzione di lavaggio veramente efficace (Pazzona, 1999).