I L DELINQUENTE NATO COME MOSTRO
2. La nascita della criminalità mostruosa
Tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell‟Ottocento emerge pertanto un campo specifico, quello della criminalità mostruosa o della mostruosità che non si realizza nella
220 Un «celebre medico ostetrico, nel 1754 afferma: quando due bambini sono separati sono chiamati gemelli e quando sono uniti insieme sono chiamati mostri» (C.J.S. Thompson, I veri mostri. Storia e tradizione, Mondadori, Milano 2001, p. 123; ed. or., The Mystery and Lore of Monsters , Williams & Norgate, London 1930).
221 Cfr. amplius M. Foucault, Gli anormali. Corso al Collège de France (1974- 1975), Feltrinelli, Milano 2000 pp. 67 ss. (ed or., Les anormaux. Cours au Collège de France. 1974-1975, Seuil/Gallimard, Paris 1999).
222 Cfr. É. Roudinesco, La parte oscura di noi stessi. Una storia dei perversi, Colla, Costabissara (Vi) 2008, p. 8, n. 4 (ed. or., La part obscure de nous-mêmes. Une historie des pervers, Albin Michel, Paris 2007).
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natura e nel disordine della specie, ma nel comportamento stesso223. La vecchia categoria di mostro, abbandona dunque le
antiche vestigia quasi sacre, grazie alla trasposizione dall‟ambito del disordine somatico e naturale all‟ambito della criminalità pura e semplice. Nell‟età per eccellenza “positiva”, la mostruosità si riduce a mera deviazione da un tipo normale224, così i mostri
diventano individui asociali da correggere225 o, nei casi più estremi,
da richiudere o annientare. Si assiste, secondo Michel Foucault, alla trasformazione del mostro in anormale226. Il mostro così
sembra solo il fantasma del monstrum, un pallido mostro che «sopravvive alla sua morte negli spazi umbratili dell‟inconscio, nelle sale anatomiche dei biologi, o negli spazi interplanetari»227.
Questo porterà alla ribalta una figura centrale dell‟intero Ottocento e degli inizi del Novecento, quella del mostro morale, che sovverte l‟idea del mostro giuridico-naturale e giuridico-biologico, realizzata alla fine del XVIII secolo. Mentre la mostruosità in precedenza portava in se stessa un sintomo di criminalità, adesso c‟è un sospetto sistematico di mostruosità dietro ogni forma di
223 Cfr. D. Forest, La monstruosité morale est-elle intelligible? Le crime entre histoire des idées et philosophie de l‘action, in J.-C. Beaune (a cura di), La vie et la mort des monstres, Champ Vallon, Seyssel 2004, pp. 113-122.
224 Lo studio delle differenze tra il mostro e il tipo normale, cioè lo studio delle irregolarità, sarà la base di partenza della teratologia moderna, inaugurata da Etienne Geoffroy Saint-Hilaire e proseguita dal figlio, Isidore. Cfr. O. Calabrese, L‘età neobarocca, Laterza, Roma-Bari 1992³, pp.97-98 e P. Ancet, Teratologia, ovvero la scienza dei mostri. Il lavoro di Geoffroy Saint- Hilaire, in U. Fadini, A. Negri, C.T. Wolfe (a cura di), Desiderio del mostro, cit., pp. 83-108.
225 In questo modo avviene la “medicalizzazione” della diversità: i concetti di mostruosità e mostruoso rappresentano rispettivamente questo momento di passaggio dal prodigio (il mostro) al patologico (il mostruoso), v. G. Canguilhem, La monstruosité et le monstrueux, in «Diogène», 1963, n. 40, pp. 29-43 (ora anche in Id., La connaissance de la vie, Vrin, Paris 1992, pp. 219-236).
226 M. Foucault, Gli anormali, cit., pp. 103-104.
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criminalità. Il criminale come mostro morale rompe il patto con il sovrano per anteporre i propri interessi a quelli della società, tornando così ad uno stato primitivo e ferino: «l‟uomo della foresta riappare dunque insieme al criminale»228, essendo la
manifestazione di quel «mostro dal basso» che si oppone al potere del sovrano, ovvero quel «mostro che ritorna alla natura selvaggia, il brigante, l‟uomo delle foreste, il bruto con il suo istinti illimitato»229. Chi è quindi il mostro? La forma primitiva o
spontanea del contro-natura? O, al contrario, l‟enfatizzazione delle minime irregolarità, delle piccole deviazioni? A partire da tali interrogativi sarà proprio l‟Antropologia criminale che dalla fine dell‟Ottocento e per gran parte del Novecento cercherà di individuare il substrato di mostruosità che si trova dietro ogni anomalia, devianza o irregolarità. Dopo il processo di patologizzazione della follia, messo in atto dalla generazione di “alienisti” come Philippe Pinel230 e del suo allievo, Jean-Étienne
Dominique Esquirol231, propugnatori del trattamento morale232 che
228 M. Foucault, Gli anormali, cit., p. 89. 229 Ivi, p. 95.
230 Vi è un preciso atto posto in essere da Pinel nel 1792 che segna una sorta di cesura nella storia della psichiatria: la liberazione dei pazzi di Bicêtre dalle proprie catene, ricostruito in G. Swain, Soggetto e follia. Pinel e la nascita della psichiatria moderna, a cura di A. Rossati, Centro Scientifico Editoriale, Torino 1983 (ed. or. Le sujet de la folie. Naissance de la psychiatrie, Privat Editeur, Toulouse 1977). È il caso di precisare che questo gesto solitamente interpretato come un atto umanitario a detta di Foucault assume una valenza tutt‟altro che filantropica mirante, in realtà, alla trasformazione di un rapporto di potere in un rapporto di assoggettamento (cfr. M. Foucault, Storia della follia nell‘età classica (nuova edizione a cura di M. Galzigna), Rizzoli, Milano 2011, pp. 662- 669 (ed. or., Historie de la folie à l‘âge classique, Gallimard, Paris 1972) e M. Foucault, Il potere psichiatrico, cit., pp. 38-39.
231 Sul “trattamento morale” messo in atto da Esquirol si rinvia a M. Galzigna, Soggetto di passione, soggetto di follia, in J-É. Esquirol, Delle passioni considerate come cause, sintomi e mezzi curativi dell‘alienazione mentale, Mimesis, Milano-Udine 2008, pp.43-49 (ed. or., Des passions, considérées comme
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prevedeva accanto alle “pratiche dello spirito” prevede cure “fisiche”233 e farmacologiche, la nuova psichiatria che opera a
partire dal 1870, comincia ad eliminare la malattia come oggetto di indagine, per concentrarsi su una miriade di dettagli e comportamenti. Un analogo processo di «depatologizzazione»234 è
riscontrabile anche nei confronti del crimine: la maestosa figura mostruosa di criminale che in maniera palese incarna il peccato si sgretola per lasciare il posto alle piccole anormalità, inafferrabili se non mediante l‟occhio esperto del medico. Anche il criminale, dunque, come il folle, diviene l‟oggetto privilegiato dell‟osservazione medica, soprattutto per due ordini di ragioni: da un lato, con l‟istituzione dei manicomi e l‟intento da parte della psichiatria di rendersi sempre più indipendente ed autonoma dalle altre discipline e, dall‟altro con l‟inizio dell‟età della codificazione penale e il nuovo spazio dedicato anche alla figura del soggetto che pone in essere l‟azione penalmente sanzionata e alle sua capacità,
cause, symptômes et moyens curatifs de l‗aliénation mentale, Didot Jeune, Paris
1805).
232 Nella ricostruzione operata da Foucault il trattamento morale, inizialmente elaborato dai britannici (tra cui John Haslam), è successivamente ripreso soprattutto dagli alienisti francesi, tra cui spicca senza dubbio Pinel, il quale si basa sulla convinzione che alla base della terapeutica della follia ci fosse l‟arte di soggiogare e domare l‟alienato. Ne deriva che il “trattamento morale” applicato da Pinel non fosse «affatto, come si potrebbe immaginare, un processo faticoso e di lunga durata avente per obiettivo e meta essenziali il rendere manifesta la verità della follia, il poterla osservare, descrivere, diagnosticare, per poi stabilire, su queste basi, la terapeutica» (M. Foucault, Il potere psichiatrico, cit., p. 21).
233 Dietro l‟enfasi apologetica della liberazione dei pazzi operata da Pinel si cela in verità la dura realtà di una «nuova violenza prodotta dal dispositivo manicomiale», fatta di nuovi mezzi di controllo e costrizione (sedie di contenzione, manette, cinture di cuoio, collari e camicie di forza) (M. Galzigna, La malattia morale, cit.,p. 134).
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favorendo sempre più l‟utilizzo della perizia medico-legale235 per
valutare la responsabilità del reo236. Non a caso, la grande
questione giuridica che occuperà tutto il campo del dibattito giuspenalistico a partire dalla seconda metà dell‟Ottocento e che sottintende a sua volta l‟annoso dilemma sull‟esistenza del libero arbitrio è quella relativa all‟imputabilità ovvero se l‟autore di un reato sia o no sempre responsabile del fatto commesso237. È in tale
contesto che va dunque inserita l‟indagine lombrosiana tesa a scoprire quale grande monstrum si celi dietro il ladruncolo o il brigante, all‟interno di quello che è stato recentemente definitivo un «continente oscuro […], popolato da mostri, pazzi, delinquenti, prostitute e spiriti […] un continente primitivo, notturno e, nell‟immaginazione di Lombroso, nero come l‟Africa o la Sicilia; nero come la notte dei sogni o come laboratori scientifici mal illuminati»238.
235 In realtà, la perizia medico-legale, assente nel processo penale arcaico, si afferma in seguito allo sviluppo della medicina legale agli inizi del Seicento, grazie a Prospero Farinacci e soprattutto a Paolo Zacchia. V. amplius, A. Pastore, Il medico in tribunale. La perizia medica nella procedura penale d‘antico regime (secoli XVI-XVIII), Edizioni Casagrande, Bellinzona 20042 e F. Cordero, Criminalia. Nascita dei sistemi penali, Laterza, Roma-Bari 1985.
236 Anche in questo caso, Foucault non nasconde il suo intento fortemente critico nei confronti del potere di normalizzazione dotato di una forza propria e ulteriore rispetto a quello giudiziario da un lato e medico, dall‟altro, sottolineando che «la perizia medico-legale non si rivolge a delinquenti o a innocenti, a malati in opposizione a non malati. Si rivolge a qualcosa che chiamerei la categoria degli “anormali”. In altre parole: la perizia medico-legale si dispiega realmente in un campo non di opposizione del normale al patologico, ma di gradazione dal normale all‟anormale» (M. Foucault, Gli anormali, cit., p. 46).
237 Se e perché debba essere considerato responsabile del reato commesso, domande che, come afferma uno dei tanti giuristi ottocenteschi, parafrasando Dante, fanno “tremar le vene ei polsi” (Cfr. F. Scarlata, La imputabilità e le cause che escludono o la diminuiscono, Tipografia Fratelli Messina, Messina 1891, p. 8).
238 S. Stewart-Steinberg, L‘effetto Pinocchio. Italia 1861-1922. La costruzione di una complessa modernità, Elliot, Roma 2011, p. 295 (ed. or., The Pinocchio
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