concetta Sirna
3. Nella scuola del personalismo critico
di solida formazione filosofica, Agnello di fatto fin dall’inizio della sua carriera accademica sceglie di aderire alla scuola personalista messinese, che faceva capo a giuseppe catalfamo, del quale riconosce che è stato “direttore e maestro impareggiabile di concreta operosità organizzativa, di limpidez- za euristica e discorsiva, di inimitabile scepsi nella dialettica educativa”3. ri- levante risulta il suo contributo al di- battito pedagogico che si è snodato at- torno alla rivista “prospettive pedago- giche” e che ha animato la scuola mes- sinese a partire dagli anni ‘60. in essa, in un clima di grande vivacità culturale e di animato confronto, accanto a colle- ghi ed amici carissimi, primo fra tutti il compianto angelo gallitto, egli speri- menta la gioiosa fecondità di un lavoro portato avanti all’interno di un gruppo di studio accomunato da un unico oriz- zonte, caratterizzato per “l’apertura e la disponibilità al dialogo e all’accogli- mento critico e intelligente di posizioni e contributi di diversa provenienza”4.
3 L. agnello, Saggi e discorsi di varia pedago- gia, Samperi, messina 1990, p. 11.
4 L. agnello, Problemi e prospettive. Saggi e analisi pedagogiche, peloritana editrice, messina 1974. il testo ha come dedica nel frontespizio:
il campo di lavoro scelto da agnel- lo è proprio quello del dialogo con tut- te le correnti di pensiero che intesso- no il quadro pedagogico internaziona- le: lo dimostrano i suoi numerosi con- tributi pubblicati sulla rivista a parti- re dal 1964, pregevoli per l’ampiezza degli interessi e per la profondità del- la sua riflessione pedagogica, capace di spaziare dalla dimensione storico- teoretica a quella politico-istituzionale a quella metodologico-didattica, facen- do riferimento ad esperienze culturali le più varie.
Sono di questo periodo anche le pri- me attività di traduzione e commento di testi significativi di pedagogisti stra- nieri, prevalentemente di area tedesca, che egli ha contribuito a far conosce- re in italia. tramite essi ha introdotto nel dibattito pedagogico nazionale temi di riflessione di ampio respiro, come la pregnante specificità di una educazione politica chiamata a confrontarsi con la ineludibilità dei conflitti (Litt), o la ri- scoperta della comune dimensione eu- ropea dell’educazione, considerata nelle sue componenti identitarie e nelle sue radici culturali (flitner), oltre che nel- le problematiche antropologiche e nei risvolti didattici (nohl), ma anche l’eti- ca pedagogica, interpretata come “etica potenziata delle responsabilità” (derbo- lav) e, non ultimo, il ruolo e l’importan- za della lingua e dei linguaggi simbolici (l’arte e la musica in primo luogo) nei processi formativi.
Lavorando su questi temi, agnello ha aperto filoni di studio che ha contri- buito ad alimentare con una imposta-
“ai colleghi e compagni di lavoro dell’istituto di pedagogia”.
zione sempre problematizzante e con una ricerca di tipo critico-storiografico. La sua opera di documentazione e di scavo gli ha consentito di evidenziare, di volta in volta, aspetti nodali e necessa- ri riferimenti contestuali “utili allo sco- po di cogliere la complessità irriducibile del discorso pedagogico e le possibilità che esso presenta di strutturare sinte- ticamente differenti moduli e atteggia- menti di ricerca e di linguaggi”5
emblematica in questa direzione è stata la scelta degli autori e dei temi che egli presentava già nel 1967 nel volume “Tendenze e figure della peda- gogia contemporanea”. Si trattava di studiosi del calibro di eduard Spran- ger, William h. Kilpatrick, eduard cla- parède e bertrand russell i quali costi- tuivano, nella loro radicale eterogenei- tà, lo spaccato interessante di una pe- dagogia del ‘900 che emergeva in tut- ta la sua effervescente varietà e com- posita ricchezza. attraverso studiosi di così diversa appartenenza cultura- le, Agnello identificava i nodi cruciali che il discorso pedagogico si trovava a dover affrontare sul piano della ricer- ca scientifica: la centralità della tema- tica dei valori nell’esperienza educati- va, la preoccupazione del raccordo me- todologico-didattico tra problematiche socio-educative ed attuazione della vita democratica, l’influenza delle ricerche di psicologia dell’apprendimento sulla formulazione del concetto di educazio- ne e, infine, l’esigenza di mantenere in- terconnessa nella riflessione pedagogica la dimensione sociale ed il valore della soggettività.
5 L. agnello, Tendenze e figure della pedagogia contemporanea, peloritana, messina 1967, p. 9.
a completamento dello sguardo pa- noramico, aggiungeva due tematiche che, di lì a poco, sarebbero diventa- te centrali nel dibattito pedagogico ed avrebbero dato vita a due filoni impor- tanti di ricerca: il tema dell’educazione degli adulti e del tempo libero e quello dell’importanza dei valori estetici nell’e- sperienza educativa, temi che sarebbero confluiti negli studi sull’educazione per- manente e sulla formazione, che tanta parte occupano ancora nella pedagogia del nostro tempo.
Lavorando su questi temi, agnel- lo interpreta in modo originale il suo apporto al personalismo storico-criti- co di catalfamo: la sua ricerca si con- nota come esplorazione puntuale dei modi in cui le teorizzazioni di varia matrice riescono ad interpretare e ri- spettare la realtà personale dell’edu- cando, producendo sintesi pedagogiche capaci di riconnettere teoria e prassi e di realizzare una effettiva circolarità tra dati di ragione e dati di fatto, tra astratto e concreto. è convinto, infat- ti, come catalfamo, che la persona che si educa incarni in sé “la dialettica re- lazionale o interazionale di soggetto e oggetto, di fatto e valore, di natura e spirito, di essere e pensiero, di causali- tà e teleologia”6. L’uomo che le scienze dell’educazione studiano e che la peda- gogia aiuta a far crescere non è l’uomo che “ha immediatamente il valore” ma questo ‘valore’ egli “scopre e conquista storicamente (ossia liberamente) nel- la natura e nel mondo, e nella misura in cui scopra e verifichi la significanza della propria esistenza storica e socia-
6 L. agnello, Giuseppe Catalfamo critico della pedagogia e della scuola, in “itinerarium”, 7, n. 12, 1999, p. 16.
le, come intelligenza e libertà (noesi e
poiesi): l’uomo è persona in quanto si progetta e realizza (da qui la sua realtà di educandus) come esperienza di con- sapevolezza e testimonianza pratica di valore e di valori”7.
ciò comporta che anche la nuova im- palcatura scientifico-sperimentale e in- terdisciplinare della pedagogia può tro- vare fondamento e giustificazione solo se l’esperienza educativa e didattica ri- mane incentrata attorno all’atto perso- nale umano, che è per sua natura con- sapevole e libero, perché da esso tutta l’esperienza attinge valore e significa- to. voler prescindere da questa irripe- tibile esistenzialità e storicità dell’atto personale – egli dice – rischia di infi- ciare qualunque discorso pedagogico e qualsiasi pratica educativa e didattica che possa dirsi degna del nome.
4. Verso una teoria generale dell’e-