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La normativa sull’immigrazione del 2003 consta di 167 articoli, suddivisi in 16 capitoli.

Come cita l’art. 1, l’attuale legge sugli stranieri stabilisce le condizioni e le regole secondo le quali gli stranieri possono accedere, transitare, soggiornare e lasciare il territorio polacco, oltre a determinare le procedure e gli organi competenti a decidere sulla situazione dello straniero presente in Polonia. Straniero, precisa l’art. 2, è ritenuta la persona che non possiede la cittadinanza polacca. L’ingresso in Polonia è concesso a coloro che sono in possesso del visto d’ingresso o dell’invito, o che, in mancanza di essi, dimostrino di avere i mezzi finanziari stabiliti dalla legge come necessari per ogni giorno trascorso sul territorio polacco (art. 15). Questo non riguarda i cittadini dell’Unione Europea o degli altri Paesi con i quali la Polonia ha stipulato specifici accordi. L’art. 21 stabilisce invece che sia respinto alla frontiera:

ƒ lo straniero non possedente alcuno dei requisiti elencati nell’art. 15;

ƒ lo straniero i cui dati siano inseriti nell’elenco delle persone non gradite sul territorio polacco;

ƒ lo straniero per cui sorgano dei sospetti che il motivo del suo soggiorno sia diverso da quello dichiarato;

ƒ lo straniero per cui il soggiorno possa essere pericoloso per la società, l’ordine pubblico o la sicurezza dello stato;

ƒ lo straniero respinto dalla Polonia meno di un anno prima.

Gli stranieri legalmente entrati in Polonia possono richiedere all’organo competente, ovvero al voivoda29, così come stabilito dall’art. 6, il permesso di soggiorno temporaneo per il motivo che deve corrispondere a quello del visto d’ingresso (art. 53). Il permesso viene rilasciato per il periodo necessario affinché lo straniero realizzi l’obiettivo del suo soggiorno, ma in ogni caso tale periodo non può essere superiore a due anni (art. 6).

Il permesso di residenza permanente può essere richiesto da coloro che dimostrino di avere in Polonia rapporti familiari o economici, che siano in grado di mantenersi e garantirsi l’alloggio e che inoltre soggiornino in Polonia da almeno 5 anni (art. 64.1). Anche al cittadino straniero sposato con un cittadino polacco da almeno tre anni e che vive in Polonia da almeno due anni, oppure a colui che non possiede i requisiti di cui all’art. 64.1 ma che comunque soggiorna legalmente nel Paese da più di 10 anni (o 8 anni per i rifugiati riconosciuti secondo la Convenzione di Ginevra) può essere rilasciato il permesso di residenza senza limiti di tempo.

Agli stranieri residenti in Polonia legalmente, in possesso di un permesso di soggiorno temporaneo, del permesso di residenza permanente, oppure riconosciuti rifugiati o che usufruiscono del soggiorno tollerato, viene rilasciata la carta di soggiorno, la quale rappresenta un documento di riconoscimento dello straniero e permette di uscire e di entrare liberamente dal territorio polacco, senza dover richiedere il visto. La carta può avere durata pari a quella del permesso o validità massima di 10 anni (art. 72).

La normativa stabilisce invece nell’ottavo capitolo che sia espulso dal territorio polacco lo straniero che:

ƒ è entrato nel territorio polacco illegalmente o che risiede in Polonia senza il visto, la residenza permanente, il permesso di soggiorno in corso di validità;

ƒ lavora senza il permesso di lavoro;

ƒ non possiede i mezzi necessari stabiliti dalla legge per potersi mantenere;

ƒ i cui dati siano inseriti nell’elenco delle persone non gradite sul territorio polacco;

29 N. d. r.: il voivoda corrisponde a un presidente di regione.

ƒ che si dimostri pericoloso per la società o per lo stato;

ƒ che non abbia lasciato il territorio polacco dopo aver ottenuto il rifiuto o la revoca del permesso di soggiorno.

Ricevuto il decreto di espulsione, lo straniero deve lasciare la Polonia entro 14 giorni, così come stabilito all’art. 90 della normativa.

Nel caso in cui ciò non avvenga entro i limiti stabiliti, lo straniero può essere accompagnato dalle forze dell’ordine alla frontiera polacca, a quella del suo paese oppure fino all’aeroporto, secondo il caso. Nei casi in cui si presume che lo straniero obbedirà al provvedimento di allontanamento, viene rilasciato il cosiddetto foglio di via, verso cui lo straniero può presentare ricorso (artt.

97-98). Nel capitolo nono della normativa vengono stabiliti i procedimenti in caso di detenzione dello straniero, di trattenimento presso un centro di polizia o di detenzione per lo scopo di espulsione. Secondo l’art. 101 lo straniero che si rifiuti di eseguire gli obblighi previsti dal decreto di espulsione può essere trattenuto per un periodo massimo di 48 ore dai funzionari della Polizia di Stato o dalla Guardia di Frontiera. Nel caso in cui per effettuare l’espulsione o per la revoca del permesso di soggiorno, sia necessario il trattenimento dello straniero più a lungo, egli può essere rinchiuso in un centro di detenzione per un periodo massimo di 90 giorni (artt. 102.1 e 106.1). Nella normativa vengono dedicati articoli anche alla responsabilità dei trasportatori, ovvero di coloro che via aerea, via terra o via acqua, trasportano gli stranieri fino in Polonia e si definisce nel 13˚ capitolo il ruolo del Presidente dell’Ufficio per il Rimpatrio e gli Stranieri, individuato come autorità principale competente in materia di rimpatrio, entrata, transito, residenza nel territorio polacco.

Stando ai dati dell’Ufficio del Rimpatrio e degli Stranieri, nel 2004 (anno dell’entrata della Polonia nell’Unione Europea) sono state presentate più di 28 mila domande per la concessione del permesso temporaneo e 5 mila per la residenza permanente.

Le tabelle riportate alle pagine seguenti, mostrano i dati relativi alle domande e ai rilasci del permesso di residenza, del permesso di soggiorno, alla domanda e al riconoscimento di cittadinanza, oltre che all’espulsione tra il 1998 e il 2005.

3. Normativa del 13 giugno 2003 per garantire la