III. La copertura del caso a due settimane dal terremoto: 26 marzo 11 aprile
1.1.3 Una nuova Cernobyl
Una particolarità dei quotidiani italiani sono i riferimenti all'incidente di Cernobyl che si trovano non solo nei testi, ma anche nei titoli già a partire dai primi giorni di copertura. La particolarità risiede nella grande rilevanza attribuita a questi riferimenti che vengono presentati come un dato di fatto e che entrano a far parte di titoli dal forte impatto emotivo sul lettore.
Anche nei quotidiani giapponesi bisogna sottolineare la presenza di riferimenti agli incidenti passati di Three Mile Island (TMI) e soprattutto Cernobyl, ma a questi non viene dato lo stesso significato a loro attribuito dai quotidiani italiani.
Mentre nei primi giorni i quotidiani giapponesi tentano di spiegare cosa stia succedendo, attraverso confronti con i casi passati, i quotidiani italiani non esitano a parlare di una nuova Cernobyl, enfatizzando il senso di pericolo pur in assenza di dati precisi.
Facendo riferimento alle edizioni del 12 marzo, secondo quanto riportato dallo Yomiuri Shinbun la possibilità che si verifichi quello che è successo a Cernobyl non è alta, mentre nel quotidiano Asahi
Shinbun, in un articolo riguardante le attenzioni dell'IAEA verso l'incidente di Fukushima, viene
sottolineata la diversità nel tipo di centrale escludendo di conseguenza la possibilità che si verifichi un incidente dello stesso tipo e portata.
Dall'altro lato invece, nell'edizione del 12 marzo de la Repubblica si trova il primo esempio di enfasi sul pericolo tramite riferimenti all'incidente del 1986 nel titolo “In tilt due centrali, incubo Cernobyl/'Radioattività mille volte più alta'”. Nonostante sia il primo giorno dopo il sisma, il quotidiano italiano in questo caso non esita a fare un diretto riferimento all'incidente passato presentandolo non come un potenziale pericolo ma quasi come dato di fatto.
Anche in questo caso vanno però considerate le differenze tra i due quotidiani italiani nel presentare i riferimenti all'incidente di Cernobyl: mentre infatti la Repubblica parla di un nuovo incubo come per quanto avvenuto a Cernobyl, nell'edizione dello stesso giorno il Corriere della
Sera, in un riquadro dedicato al dibattito nucleare in Italia, riporta come sommario “Il Cnr esclude
effetto Cernobyl: quelle centrali sono sicure”, avvicinandosi così maggiormente, a livello di contenuto, a quanto riportato dai quotidiani giapponesi. Questa prima incongruenza tra il titolo de la
Repubblica e quanto presentato dal Corriere mostra come una certa enfatizzazione, in questo caso
nella titolazione, possa portare a distorsioni nella rappresentazione mediatica del fatto.
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riferimento a Cernobyl, ma si trovano anche titoli e articoli che, pur facendo riferimento all'incidente passato, presentano i fatti legati alla centrale di Fukushima in modo attinente e non sensazionalistico. Sempre ne la Repubblica, ad esempio nell'edizione del 13 marzo, si trova l'articolo “Terremoti, guasti ed errori umani impossibile garantire la sicurezza”45 seguito dal catenaccio “Da Cernobyl ad oggi, la tecnologia migliora ma i rischi restano”, dove si trovano riferimenti e considerazioni sulla situazione alla centrale di Fukushima ma l'impostazione di base, della quale il titolo è esempio esplicativo, rimane una riflessione sull'utilizzo del nucleare in senso lato, facendo riferimento oltre che all'incidente di Cernobyl anche a centrali quali quelle di Olkiluoto (Finlandia) e di Flamanville (Francia)46.
A differenza de la Repubblica, nel Corriere della Sera non si trovano nei primi giorni titoli sensazionalistici quali quello citato, preferendo la forma dell'approfondimento e del confronto come nell'edizione del 13 marzo, dove si trova un breve excursus storico su incidenti nucleari rilevanti: ai più volte citati Cernobyl e TMI, il Corriere considera anche quello di Tōkaimura del 1999 e seppur minori, i precedenti incidenti avvenuti alla centrale di Fukushima.
Non bisogna però trascurare i vari riferimenti a Cernobyl che, seppur di minore impatto rispetto al titolo presentato da la Repubblica, vanno ad enfatizzare il senso di pericolo. In questo senso vanno considerati il titolo “La battaglia dei superpompieri con l'incubo di Cernobyl” nel Corriere del 13 marzo e la storia di un testimone dell'incidente di Cernobyl presentata nell'edizione del 19 marzo dal titolo “Nella terra dell'incidente che cancellò tutto crescono gli alberi in casa”.
I riferimenti a Cernobyl, dopo l'enfasi iniziale de la Repubblica, tornano a essere più forti per entrambi i quotidiani a partire dalla seconda settimana dal sisma con l'evolversi della situazione alla centrale di Fukushima. Nel Corriere del 19 marzo ad esempio si trova il titolo “Fukushima, sale il livello di allerta/Soluzione-Chernobyl per i reattori” dove, senza specificare di quale soluzioni si tratti, viene fatto riferimento al caso passato di cui il lettore si considera ampiamente a conoscenza, creando il termine 'soluzione-Cernobyl' ad indicare il sistema di smantellamento adottato nel 1986 che prevede l'uso di un sarcofago per sigillare gli impianti e impedire la fuoriuscita di radiazioni.
Anche la Repubblica non manca di associare le ultime notizie sulla centrale di Fukushima all'incidente passato, in questo caso stabilendo una simmetria attraverso l'uso della punteggiatura, nel titolo di basso taglio in prima pagina “Il Giappone/Sarcofago sulla centrale, come Cernobyl”, rimandando poi all'articolo dell'inviato “Kamikaze per domare Fukushima/'Un sarcofago come a
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Maurizio Ricci, la Repubblica, 13 marzo, p. 6 46
Nell'articolo sono numerosi anche i riferimenti alla situazione italiana e alle centrali in progetto, così come non mancano riferimenti all'incidente di TMI, indicandolo come il caso più simile alla situazione di Fukushima al momento. L'articolo considerato si configura come una riflessione sui pericoli derivanti dall'uso di questa fonte energetica, presentando una descrizione dei due incidenti passati e ampi confronti con il caso attuale, impostazione di grande rilevanza anche nei quotidiani giapponesi Yomiuri Shinbun e Asahi Shinbun. L'Asahi Shinbun ad esempio cita sia l'incidente di Cernobyl che quello di TMI nella prima pagina del 13 marzo, per poi proseguire con una finestra descrittiva dei due casi e una tabella riportante i maggiori incidenti nucleari.
33 Cernobyl ma prima i reattori vanno spenti'”.
Nonostante gli stessi riferimenti all'incidente di Cernobyl dal punto di vista qualitativo nel presentare le misure adottate alle centrale di Fukushima, rimangono nette differenze d'impostazione e di contenuto tra i due quotidiani italiani. A differenza di quanto presentato dal Corriere della Sera infatti, la Repubblica nel complesso sottolinea più fortemente la gravità della situazione presentandola come possibilmente più grave dell'incidente di Cernobyl e riportando le opinioni di esperti che sostengono questa visione. In questo senso si trovano due articoli, nei quali la gravità della situazione è sottolineata a partire dai titoli: “Fukushima può diventare come Cernobyl” e “Ora il rischio Cernobyl è più vicino senza interventi il reattore può esplodere”, intervista a Roberto Moccaldi del Cnr.
In questi due casi i riferimenti a Cernobyl, pur giustificati dalle previsioni di adottare la stessa soluzione presa nel 1986, con la rilevanza ad essi attribuita attraverso la titolazione vanno a enfatizzare il senso di pericolo generale nel sentire del lettore, a differenza di quanto possa fare uno stesso riferimento al caso passato inserito nel testo dell'articolo.