A partire dalle edizioni del 18 marzo i quotidiani italiani non presentano più le notizie riguardanti il Giappone nell'apertura di prima pagina. L'ampia copertura iniziata il 12 marzo subisce una modifica e le notizie presentate in apertura non riguardano più il caso in Giappone bensì gli eventi in Libia e l'inizio dell'intervento armato. Questo cambiamento, dovuto alla maggiore rilevanza attribuita ad altri fatti, comporta nel complesso una riduzione nel numero degli articoli sul caso. In particolare sono gli articoli sulla situazione alla centrale di Fukushima ad essere ridotti in favore di altri temi, primo fra tutti il dibattito nazionale sul nucleare34.
Anche se questa riduzione è comune a tutti e due i quotidiani italiani, permangono quelle differenze di fondo nell'impostazione, nelle modalità di presentazione e nella qualità degli articoli di cui si è detto in precedenza.
Da un lato il Corriere della Sera preferisce la forma della breve nel presentare gli aggiornamenti
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Daniele Mastrogiacomo, “'Fukushima fuori controllo' corsa contro il tempo alla centrale per fermare il disastro atomico”, la Repubblica, 16 marzo 2011, pp.2-3
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Il valore di 400 msv presentato dall'inviato Mastrogiacomo fa in realtà riferimento alla centrale di Fukushima Daiichi, e più precisamente ai reattori 2 e 3. A compensare la poca chiarezza e l'imprecisione del testo si trova però nella stessa edizione de la Repubblica il disegno esplicativo che precisa i 400 milliSievert/h come il valore registrato il giorno precedente alla centrale di Fukushima. Anche il Corriere della Sera riporta lo stesso valore, precisamente nei reattori 2 e 3 di Fukushima, mentre a Tōkyō si registrano 0,809 mSv.
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“Una nuova Cernobyl e la minaccia atomica spaventa il Pianeta”, la Repubblica, 15 marzo, pp.6-7. Gli esperti intervistati sono Eugenio Tabet, ex direttore del Laboratorio di fisica dell'Iss, per quanto riguarda la fusione, le informazioni ufficiali date dalle autorità di controllo (Nisa, Tepco, Aiea), il livello nella scala di emergenza e la sicurezza dei nuovi impianti; Eugenio Picano, direttore istituto di Fisiologia Clinica del Cnr di Pisa per quanto riguarda la quantificazione della fuga radioattiva e il climatologo dell'Enea Vincenzo Ferrara in riferimento ai pericoli che corre l'Europa per le radiazioni.
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sulla situazione della centrale, come nell'edizione del 18 marzo dove tra gli articoli presentati solo uno di breve formato riguarda la centrale di Fukushima, mentre i restanti di più lungo formato si concentrano sulla reazione americana e le dichiarazioni del presidente Obama, sul rientro degli italiani, sulla salute e sugli alimenti.
Pur avendo perso la rilevanza che poneva il fatto tra i titoli di apertura, si notano alcuni casi, come nell'edizione del 20 marzo del Corriere, dove pur concentrandosi nel titolo di apertura sull'attacco a Gheddafi, viene lasciato posto alla situazione in Giappone nel riquadro inferiore (basso taglio) di prima pagina. In quest'edizione viene presentato il titolo “Ottantamila a rischio contaminazione” rimandando poi ai due articoli inseriti nelle pagine di cronaca35.
Mentre nel complesso lo stile di presentazione del Corriere rimane vicino a quello di cronaca, ne
la Repubblica, come per la settimana precedente, si possono riscontrare diversi esempi di enfasi sul
senso di gravità e crisi sia negli articoli dal carattere tecnico sia nei riferimenti non tecnici al nucleare, principalmente nei reportage degli inviati.
Nell'edizione del 18 marzo, la Repubblica presenta come primo un articolo riguardante l'emergenza nucleare dal titolo “Fukushima, l'allarme del governo 'L'ultimo giorno, poi sarà disastro'/E il mondo accusa il Giappone”. A partire dal titolo si nota come il lessico usato da la
Repubblica sia più forte in confronto al Corriere della Sera che lo stesso giorno titola “I dubbi di
Obama sui dati del Giappone” nel presentare la stessa notizia. L'articolo in questione de la
Repubblica inizia riportando “'Adesso o mai più', annuncia in tv il ministro della difesa Toshimi
Kitazawa. È l'ultimo giorno, poi sarà il disastro”, sottolineando così con grande enfasi la gravità ed in particolare il senso di emergenza.
Anche il quotidiano giapponese Asahi Shinbun riporta la dichiarazione del Ministro della Difesa, ma con forme lessicali meno enfatizzate:
“Il Primo Ministro e Kitazawa sono giunti alla conclusione: 'È ormai il limite. Si deve eseguire il lancio di acqua con gli elicotteri come prima fase del giorno 17'” (Shushō to
Kitazawa shi wa 'Mō gendo da. 17 nichi no hayai dankai de heri ni yoru mizu no tōka o yaru
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Oggetto di attenzione per questi due servizi degli inviati presentati dal Corriere sono la situazione della centrale e il pericolo di contaminazione. Il primo presenta la notizia del possibile ripristino dell'elettricità riportando nel catenaccio “Cresce la speranza a Fukushima, oggi potrebbe tornare l'energia”, alla quale seguono le parole del professore di sociologia dell'Università Waseda, Junji Tsuchiya riguardo le condizioni di vita dei rifugiati (Paolo Salom, “Cavo elettrico collegato alla centrale. Raffreddamento per due reattori”, Corriere della Sera, 20 marzo 2011, p.20). L'articolo successivo, continuando dalla prima pagina, si concentra invece sulla contaminazione in riferimento agli abitanti evacuati nel raggio di 20 chilometri dalla centrale. Viene presentata inoltre la notizia, riportata anche dai due quotidiani giapponesi, del rilevamento di livelli superiori a quelli consentiti in campioni di latte e spinaci, unitamente alla notizia di tracce di iodio radioattivo nell'acqua dei rubinetti. Si evidenziano questi due articoli dell'edizione del 20 marzo per il loro carattere specifico nella presentazione dei fatti. Anche se il tema trattato è di carattere tecnico, bisogna però considerare l'uso di tecniche narrative ad effetto, come nel lead: “Temuta, sottovalutata, affrontata, debole, letale, inesorabile. La contaminazione è nel cibo, nell'acqua, sicuramente sta avvelenando i tecnici che lavorano da giorni all'interno della centrale di Fukushima, ma anche le vite e le cose di chi abita da quelle parti. La domanda è: in quali dosi? E per quante persone la radioattività sarà l'incubo dei prossimi anni?”(Giusi Fasano, “Pericolo contaminazione per 89 mila”, Corriere della Sera, 20 marzo 2011, p. 21)
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beki da' to iu ketsuron ni tasshita)36.
L'articolo de la Repubblica, che si conclude poi con le reazioni delle ambasciate straniere, presenta delle mancanze per quanto riguarda gli aspetti tecnici, considerando che il tema principale trattato rimane la centrale di Fukushima. Si consideri il primo paragrafo come esempio dello stile utilizzato dal quotidiano e la relativa mancanza di dettagli specifici utili a una migliore comprensione dei fatti:
“[Toshimi Kitazawa] Si volta verso lo schermo alle sue spalle e indica i grossi C-47 Chinook dell'esercito giapponese che volteggiano sopra i tre reattori ridotti a delle carcasse fumanti. La telecamera stringe sugli elicotteri. Sfiorano il mare, posano il cestello, lo recuperano, puntano dritti su Fukushima Daiini [sic. Daini], virano e lasciano cadere una cascata di pioggia salata. L'acqua si perde in aria spazzata da forti raffiche di vento. Sono 30 tonnellate, ma sembrano rugiada quando si posano sulle lamiere roventi dei tre reattori. L'impatto alza un'immensa nuvola di vapore verso il cielo. Chissà cosa c'è dentro. Gli elicotteri compiono due, tre passaggi: 40 minuti in tutto. Il tempo sufficiente per non assorbire dosi letali di radiazioni. Sono le dieci del mattino, si registra un picco di contaminazione da isotopi che fa rabbrividire: 400 milliSievert. Scenderanno a 8 ma saliranno subito a 370”.
In questa prima parte dell'articolo si nota, come già evidenziato in numerosi esempi, la prevalenza dello stile narrativo piuttosto che di cronaca e, pur presentando nel testo alcuni dati temporali quali l'orario e il tempo impiegato o dati relativi ai livelli di radioattività, questi restano limitati senza presentare alcun approfondimento scientifico o spiegazione dettagliata. Nel paragrafo seguente l'attenzione passa invece alle persone e, seppur senza dichiarazioni ufficiali, alle reazioni estere:
“Il governo di Naoto Kan è sotto accusa. Da parte dei cittadini che si sentono traditi come sudditi ossequiosi e adesso umiliati di fronte al mondo: dalla comunità internazionale che guarda con terrore a questa bomba pronta ad esplodere. Non è più un mistero il forte disappunto americano: per i dati contraddittori, trasmessi con riluttanza, spesso in ritardo, che hanno assunto le sembianze di un'assurda bugia. È un coro di proteste e di accuse che si allarga a tutto il pianeta. La paura della fine, del grande botto che regolerà i conti con le nostre civiltà, si affaccia sul burrone di Fukushima. Urla la Cina che pretende 'subito notizie precise e opportune'. È gelida la Russia di Medvedev che parla di 'una catastrofe'. Ma anche l'Australia, la Nuova Zelanda, fino alla Papua Guinea i poveri atolli del Pacifico già invasi dalle prime nubi radioattive”37.
Considerando quest'ultimo estratto si nota come l'articolo assuma le sembianze di un'accusa
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“Kiki no 3 gōki 'Mō gendo da'”(Crisi del reattore tre 'Ormai al limite'), Asahi Shinbun, 18 marzo 2011, p. 2 37
Daniele Mastrogiacomo, “Fukushima, l'allarme del governo 'L'ultimo giorno, poi sarà disastro'/E il mondo accusa il Giappone”, la Repubblica, 18 marzo 2011, p.10-11
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personale da parte del giornalista sulla base di giudizi soggettivi, non presentando una fonte confermabile e attendibile di quanto riportato, in particolare circa le reazioni degli Stati a cui viene fatto riferimento38.