• Non ci sono risultati.

3. IL CASO AC PISA 1909

3.5 La nuova gestione Corrado

La nuova gestione iniziata nel 2016, e targata Giuseppe Corrado, è una gestione molto ambiziosa che mira a riportare il club ai vertici del calcio, un palcoscenico dal quale il Pisa ormai manca da moltissimi anni. Tale ambizione si può riscontrare anche dall'organigramma della società AC Pisa 190933, molto più

simile e vicino a una squadra di Serie A che a una squadra di Lega Pro.

Presidente: Giuseppe Corrado Vice presidente: Mirko Paletti

Consigliere area finanza CFO: Raffaella Viscardi Consigliere area sportiva: Giovanni Corrado Consigliere: Giovanni Polvani

Consigliere: Sestilio Paletti

Direttore risorse umane-organizzazione: Antonio Cifaldi

Direttore sportivo: Roberto Gemmi Segretario sportivo: Bruno Sabatini

Team Manager: Daniele Freggia

Direttore amministrazione finanza e controllo: Giuseppe Vannucchi Direttore area comunicazione: Riccardo Silvestri

Direttore commerciale: Marco Aceto Delegato alla sicurezza: Roberta Castellini Vice delegato alla sicurezza: Sergio Agostini S.L.O.: Nicola Barsotti

Responsabile settore giovanile: Umberto Aringhieri Segretario settore giovanile: Giovanni Riccio

Il modello di business utilizzato dalla nuova dirigenza può essere definito come una via di mezzo tra il modello vivaio e il modello contendente nazionale, entrambi visti nel secondo capitolo.

Infatti, se da una parte il Pisa acquista i migliori giocatori sul mercato per cercare di vincere il campionato e salire di categoria, dall'altra è attenta anche ad acquistare giovani talenti da far crescere sia in prima squadra che nel settore giovanile. A conferma di quanto appena detto basta prendere in considerazione l’età media dei calciatori del Pisa del attuale stagione, pari a 26,16 anni. Tra i più giovani troviamo Samuele Birindelli, anno 1999 e prodotto del vivaio del Pisa, con presenze in nazionale under-18, e Stefano Gori, portiere titolare della squadra a soli 23 anni. Tra i più esperti, invece, vale la pena menzionare Davide Moscardelli, classe 1980, attaccante che ha militato per molti anni in categorie superiori, e Gaetano Masucci, talentuoso attaccante classe 1984.

La scelta di adottare un modello intermedio va incontro sia all'esigenza di lottare per i vertici del campionato sia all'esigenza di valorizzare la rosa grazie alla crescita dei giovani talenti a fianco dei calciatori più esperti. In questo modo la società può reperire già in casa calciatori di prima scelta senza dover ricorrere al mercato, e all'occorrenza venderli per ottenere cospicue plusvalenze da mettere a

bilancio. Ne è un esempio cosa accaduto ad Agosto 2018, quando la società ha venduto tre giovanissimi calciatori (Matteo Campani, Lorenzo Bechini ed Elia Giani) del proprio vivaio, per una somma di oltre un milione di euro.

Per quanto concerne invece le modalità di reperimento delle risorse finanziarie il modello adottato dalla famiglia Corrado è molto vicino ai quello del mecenatismo sportivo utilizzato dai grandi club quali il PSG e il Manchester City.

Seppur con le dovute proporzioni, in quanto il Pisa è pur sempre una piccola realtà, la famiglia Corrado ed i suoi soci hanno investito il proprio capitale nel club, prima azzerando i debiti derivanti dalle gestioni precedenti, e poi acquistando a titolo definitivo numerosi giocatori per primeggiare in campionato e salire in categoria. La promozione, infatti, nei piani della famiglia Corrado, diventa uno step fondamentale per far crescere i ricavi e aumentare il valore della squadra e del brand.

La Lega Pro offre, infatti, poca visibilità alle squadre del campionato e non permette quindi di ottenere sponsorizzazioni migliori e ricavi maggiori dalle pubblicità. Inoltre gli introiti derivanti dalla vendita dei diritti tv sono irrisori. Ed è proprio questa la difficoltà incontrata dal management del Pisa: la mancata promozione in seconda divisione italiano ha complicato i piani iniziali e non ha permesso la crescita dei ricavi sperati.

Per verificare quanto appena detto, sono stati presi in analisi il bilancio relativo alla stagione 2015/2016 (l’ultimo prima dell'avvento della famiglia Corrado) e il bilancio della stagione 2017/201834 (il primo anno di Lega Pro della famiglia Corrado), e, in particolare, da questi sono stati estrapolati i dati funzionali alle nostre analisi. Non è stato preso in esame l’esercizio relativo alla stagione 2016/2017, in quanto all’epoca il club militava in serie B, e, dunque, poteva contare, come detto pocanzi, su cospicui introiti derivanti dai diritti TV, invece irrisori in Lega Pro.

Conto economico stagione 2015/2016

Il primo dato che salta all’attenzione è quello relativo al risultato d'esercizio: nel 2016, infatti, è pari a -2.983.202 di euro, e nel 2018 a -7.342.583 di euro. Se è vero che in entrambi i casi si è registrata una perdita, con la nuova gestione la perdita è più che raddoppiata. Questo perché la famiglia Corrado, mirando alla promozione diretta subito il primo anno, ha investito sul mercato acquistando i migliori giocatori. È aumentato così in maniera rilevante il costo del personale: si è passati da 3.498.020 di euro nel 2016, a 6.508.142 di euro nel 2018.

Di contro, all'aumentare dei costi, i ricavi derivanti dalla gestione ordinaria del club sono aumentati di poco: 3.301.798 di euro nel 2016 contro i 3.786.906 di euro nel 2018. In particolare, in Lega Pro, le fonti maggiori di ricavi per i club sono individuabili nei ricavi da matchday, nei ricavi commerciali e nelle

plusvalenze derivanti dalla vendita dei giocatori.

In entrambe le stagioni non ci sono state cessioni significative di giocatori, e i nuovi accordi commerciali e le nuove sponsorizzazioni ottenute dalla famiglia Corrado non sono bastati a far crescere i ricavi tali da sostenere gli ingenti costi. Possiamo quindi giungere a una prima importante conclusione: in Lega Pro l'apporto ingente di capitale e il conseguente acquisto dei migliori giocatori non è sufficiente ad aumentare i ricavi come successo per altri club di primissima fascia come PSG e Manchester City, seppur con le dovute proporzioni. Il motivo è da individuare nella scarsa visibilità che la terza divisione calcio italiana offre ai club e che non permette ritorni in termini di sponsorizzazioni e pubblicità. A mio parere per un club di Lega Pro la via migliore per sostenere un business redditizio, o per lo meno non in perdita, è investire nel settore giovanile e negli scout per crescere e scovare giovani talenti da portare in prima squadra o rivendere e ottenere così cospicue plusvalenze. La famiglia Corrado, dopo aver fallito la permanenza in Serie B e la promozione l'anno successivo, sembra voler percorrere proprio questa strada con un modello di business, come già detto in precedenza, intermedio tra il modello vivaio e quello contendente nazionale. Una seconda via, in Italia per ora percorsa da pochissimi club ma anche questa attentamente valutata e pianificata dalla famiglia Corrado, è quella di investire nello stadio di proprietà per aumentare sia i ricavi commerciali e i ricavi da matchday. Nel prossimo paragrafo sarà analizzato come la nuova Arena Garibaldi potrebbe influire sull'andamento della società AC Pisa 1909.