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3. IL CASO AC PISA 1909

3.1 Dalle origini all'era Corrado

Il calcio a Pisa fece il suo esordio in piazza San Paolo a Ripa d’Arno, dove alcuni ragazzi, cominciarono a giocare con un pallone di stracci e le porte create con i propri giacconi. Di lì a poco, il 9 aprile 1909, gli stessi giovani studenti fondarono il Pisa Sporting Club. I colori sociali, inizialmente bianco-rossi del gonfalone cittadino, l’anno successivo divennero nero-azzurri, su proposta del segretario-giocatore Ferruccio Giovannini. Intanto in città erano nate altre società calcistiche e il 28 gennaio 1912, in uno scontro epico tra il Pisa Sporting Club e l’Alfea Football Club, fu la prima compagine a imporsi e a guadagnare l’onore di rappresentare la città di Pisa.

I giovani ragazzi nerazzurri cominciarono a calcare i campi della Toscana, vincendo il titolo regionale nel campionato 1914-15, appena in tempo per la pausa bellica. Il primo dopoguerra fu caratterizzato dall’inaugurazione del nuovo campo dell’Arena Garibaldi (26 ottobre 1919) e dall’ingaggio di un allenatore ungherese, József Ging, che per primo portò in città competenze calcistiche di alto livello tanto che il Pisa, nel 1921, arrivò a sfiorare un clamoroso scudetto, dopo aver vinto la Coppa Toscana e lo spareggio per il titolo di campione centro- meridionale, a Bologna, vincendo 1-0 contro i cugini livornesi. La finalissima per il titolo italiano fu disputata il 24 luglio 1921 a Torino, ma non bastò una strepitosa prestazione dei nerazzurri: la Pro Vercelli batté il Pisa per 2-1, approfittando del fatto di giocare in casa, di una direzione di gara molto discutibile e dell’infortunio di Gnerucci (costretto ad uscire con la tibia fratturata dopo un grave fallo di gioco). Il Pisa sporse reclamo, che tuttavia non fu accettato. Dopo la frustrazione del mancato scudetto per il Pisa iniziò un rapido declino che lo portò, alla fine degli anni Venti, a scendere fino in terza serie. Nel frattempo l’Arena Garibaldi, ribattezzata Campo del Littorio, era stata ampliata e trasformata in un moderno e attrezzato campo sportivo capace di accogliere fino

a 7.000 spettatori. Seguirono stagioni con esiti alterni fino alla sospensione, dal 1943 al 1946, dovuta alla seconda guerra mondiale.

Nella stagione 1947-48 il Pisa concluse la serie B a un punto dal Palermo, con il torneo che non fu omologato per forti sospetti di irregolarità dei rosanero. L’inchiesta fu però archiviata e il Palermo fu promosso proprio ai danni del Pisa. Svanita la prima Serie A a girone unico, nel giro di pochi anni i nerazzurri ebbero un secondo tracollo e si ritrovarono nel campionato di IV Serie. Il 5 dicembre 1955, di ritorno dalla trasferta di Fabriano, il pullman che trasportava il Pisa ebbe un incidente nel quale molti giocatori rimasero feriti, quindi impossibilitati a proseguire il campionato. La stagione si concluse con una retrocessione in Promozione, il punto più basso della storia dello Sporting Club. Due anni dopo, il 2 giugno 1957, nell’ultima giornata di campionato, il Pisa secondo in classifica affrontò il Grosseto capolista; la vittoria per 1-0 concesse ai nerazzurri il meritato ritorno in IV Serie, due anni prima del cinquantenario della società.

Nella stagione 1963-64 fu eletto presidente Giuseppe Donati, che rifondò completamente squadra e società, riportando il Pisa in serie B.

La stagione 1967-68 segnò poi l’inaspettata promozione in serie A, arrivata all’ultima giornata. L’occasione fu ghiotta per un rapido rifacimento dello stadio, il cui anello venne quasi totalmente completato. Tuttavia il sogno della massima serie durò solo un anno: il Pisa si dimostrò volenteroso, ma ancora troppo fragile per il grande calcio.

Gli anni Settanta videro di nuovo scivolare il Pisa in terza serie, sotto la presidenza Rota.

Nel 1978 si aprì una nuova era per il calcio pisano: la società fu acquistata da Romeo Anconetani, che in appena un quinquennio riuscì a riportare il Pisa in serie A (13 giugno 1982) dopo 13 anni di attesa. Il periodo di Romeo è stato senza dubbio quello più denso di successi, con 6 tornei di Serie A e 9 di Serie B, 2 coppe Mitropa vinte, successi storici contro le “grandi” e tanti ottimi giocatori visti sotto la torre, compresi quelli avversari dei club più prestigiosi della massima serie italiana di calcio. Dopo 3 anonimi campionati di serie B e uno

sfortunato spareggio a Salerno contro l’Acireale perso ai calci di rigore, il Pisa retrocesse in serie C e pochi mesi dopo fu dichiarato fallito.

Le ceneri del glorioso Sporting Club vennero raccolte dal Pisa Calcio, che dovette però ripartire dal campionato di Eccellenza. Sotto la gestione Gerbi- Posarelli il Pisa riuscì a risalire faticosamente la china fino alla Serie C1.

Fu sotto la presidenza Gentili-Mian che venne sfiorata la Serie B (finale playoff persa a Bergamo contro l’Albinoleffe).

Nel 2007, dopo 13 anni di digiuno, il Pisa allenato da Piero Braglia riconquistò la serie B in finale playoff contro il Monza.

L’anno seguente, sotto la presidenza Covarelli, con mister Ventura in panchina e una squadra spumeggiante, addirittura si tentò la scalata alla serie A, fallita in semifinale playoff, dopo un campionato esaltante. E come spesso è accaduto nella storia del Pisa, ad ogni picco raggiunto è seguita una caduta; il campionato successivo di serie B, sotto la presidenza Pomponi, fu fallimentare sul campo e fuori dal campo, visto che nell’estate del 2008 il Pisa Calcio è fallito per la seconda volta in 14 anni.

Dalle ceneri del Pisa Calcio è risorto l’AC Pisa 1909, di Battini e Camilli, ripartito dalla serie D. In appena 12 mesi, con un doppio salto, il Pisa si è ritrovato in terza serie: dopo una finale di Coppa Italia di categoria persa in finale (2012), aver sfiorato il ritorno in B in finale contro il Latina (2013) e in semifinale contro il Frosinone (2014) nell’estate 2015 la famiglia Battini ha ceduto il testimone ad un gruppo imprenditoriale guidato dal manager Fabrizio Lucchesi. Nel gennaio 2016 la compagine societaria si è allargata e il ruolo di Presidente è stato affidato all’imprenditore romano Fabio Petroni: nel giugno 2016 la società ha centrato il ritorno in Cadetteria grazie al successo nei Playoff Lega Pro.

La stagione 2016-2017 verrà ricordata per lo slogan lanciato dalla Curva Nord e ripreso poi da tutta la città: “Pisa non si piega”. La squadra, infatti, inizia la stagione tra mille problemi e a stento riesce a presentarsi al via del campionato di serie B perché ormai senza una guida: le settimane passano tra colpi di scena, proteste di piazza e cambi di scenario dentro il campo e dietro le scrivanie. Dopo

un lunghissimo e snervante tira e molla la Ma.Gi.Co Pisa riesce ad acquistare la società dalla famiglia Petroni nel dicembre 2016.

Il 2017 si apre con una svolta che salva la società dal terzo fallimento ma che non impedisce alla squadra di retrocedere sul campo. La stagione seguente (2017/2018), con la nuova dirigenza formata dalla famiglia Corrado, il Pisa cerca subito di salire di categoria ma si ferma al primo turno nazionale dei playoff.