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Il Sistema museale in Toscana

4.1 Quadro generale della Toscana

4.1.1 Offerta museale e flussi di visita in Toscana

Lo studio realizzato da IRPET176 su “l’accessibilità ai servizi culturali” ha fornito elementi importanti sull’offerta museale in Toscana.

Dai dati emerge che l’offerta appare elevata, evidenziando un indice di copertura territoriale dell’offerta culturale pari a 130 rispetto a una media nazionale di 97,8. A livello regionale è emerso che solo il 10,9% dei comuni toscani risulta privo di musei, e oltretutto i cittadini toscani hanno le condizioni per raggiungere, un polo culturale dotato di almeno un museo, una biblioteca o un teatro, con uno spostamento di massimo 30 minuti.

Musei, istituti similari e centri espositivi registrati nel sistema informativo della Toscana risultano, ad ottobre 2018, ben 760 dei quali 716 aperti al pubblico, ovvero il 94,2% del totale, praticamente vi è un museo ogni 4.917 abitanti.

Dal 2006 i musei sono aumentati del 26% e i musei presenti nell’archivio regionale che risultano essere aperti al pubblico sono ad oggi 716.

176 L’IRPET, nato nel 1968 come organo tecnico-scientifico del CRPET (Comitato regionale per la

programmazione economica della Toscana) con la finalità di compiere gli studi preliminari all’istituzione dell’ente Regione. L’IRPET, nello svolgimento delle proprie attività, collabora con centri di ricerca, italiani e stranieri, e dipartimenti universitari. http://www.irpet.it/presentazionedellistituto

83 Figura 16: Musei e centri espositivi totali e aperti presenti nel sistema.

Fonte: Dati Regione Toscana 2018.

Di seguito è possibile osservare una tabella dettagliata, riportante la tipologia e la categoria prevalente dei musei presente in Toscana.

Figura 17: Musei, istituti similari e centri espositivi aperti per tipologia.

Fonte: Dati Regione Toscana 2018.

Da una prima analisi emerge come la regione risulta molto attiva per le raccolte artistiche nel ramo archeologico con 74 musei, seguite da musei specializzati in una singola categoria (70), come ad esempio: il museo Piaggio (Pontedera) o il museo Leonardiano (Vinci).

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4.1.2 Il rapporto con la digitalizzazione dei Musei Toscani

Come già affermato in precedenza, il museo odierno ha subito un cambiamento del suo paradigma fondamentale, determinando una tendenza differente rispetto al passato. Adesso infatti si rivolge sia al pubblico che al non pubblico, cioè tutti quei potenziali visitatori che ancora per una serie di motivi non si sono avvicinati al mondo dei musei. A seguito della riforma sulle provincie e alla mancanza di fondi da parte dello Stato, le varie Istituzioni culturali cercano sempre più partner privati, mediante contratti di sponsorizzazione e partnership, che possono garantire una maggiore liquidità.

Un grande successo sul territorio italiano è stato quello di “Pirelli HangarBicocca”177, fondazione no profit nata a Milano nel 2004 dalla riconversione di uno stabilimento industriale in un’istituzione dedicata alla produzione e promozione di arte contemporanea.

Lo Stato si è mostrato favorevole all’entrata in scena di questi soggetti privati, e molte fondazioni, che possiedono i giusti requisiti, hanno in gestione alcuni musei, migliorando il livello sia artistico che gestionale. I privati possono operare sfruttando molte opportunità, potendo definire anche degli obiettivi, indipendentemente dalle linee guida che devono seguire i soggetti pubblici.

Queste istituzioni private, avendo una grande disponibilità economica, possono investire ingentemente in digitalizzazione.

Esistono anche strategie di digitalizzazione alla portata di tutti i musei, anche quelli di piccole dimensioni, quali, ad esempio, le strategie di mobile marketing.

Nell’era della comunicazione, dei social media e del mobile marketing, la digitalizzazione diventa un fattore essenziale attraverso cui costruire la propria strategia volta anche a favorire la divulgazione culturale.

Di seguito verranno analizzati il museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa178 (Sistema museale di Ateneo) e il museo Galileo di Firenze179.

177 https://pirellihangarbicocca.org/

178 Secondo l’attuale Statuto (13 giugno 2013) il Museo conserva e valorizza le proprie collezioni, organizza

e sostiene piani di studio e di ricerca, in collaborazione con i dipartimenti universitari e altri enti nazionali e internazionali, cura attività didattiche e di divulgazione.

179 Secondo l’attuale Statuto (21 maggio 2018) nel Consiglio di Amministrazione siedono rappresentanti

del Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, del Ministero per i beni e le attività culturali, dell'Università di Firenze e del Comune di Firenze. Riceve finanziamenti al funzionamento dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (L. 534/1996), dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (L. 6/2000) e dalla Regione Toscana (L.R. 21/2010). I progetti speciali sono sostenuti da enti pubblici e privati.

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4.1.3 Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa

Il Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa ha origine nella “Galleria” annessa al Giardino dei Semplici pisano (attuale Orto Botanico) costituita per volere di Ferdinando I dei Medici, sul finire del ‘500. Intorno alla metà del XVII secolo la Galleria pisana andò

verso un periodo di decadenza, tuttavia, grazie all’inglobamento delle collezioni personali dei vari Prefetti, continuò ad arricchirsi.

La svolta di Pisa e del suo Ateneo avvenne quando il granducato passò dai Medici ai Lorena (1737): Pisa divenne così una delle città più importanti per la ricerca scientifica di tutta la Toscana.

Con l’avvento dell’illuminismo, la Galleria si rinnovò all’insegna del rigore scientifico, esponendo i reperti naturali secondo un ordine sistematico ed escludendo artefatti: lo scopo fu quello di accrescere la conoscenza degli spettatori, non più quello di destare la meraviglia degli spettatori180.

L’Università di Pisa ebbe poi una svolta storica nel 1814, quando decise di rinunciare all’approccio enciclopedico, ritenuto ormai datato e di vecchio stampo, scegliendo allora di suddividere in settori disciplinari distinti.

Al professor Gaetano Savi venne affidata la Botanica e al professor Giorgio Santi la Zoologia, la Geologia e la Paleontologia. A entrambi furono inoltre assegnate, rispettivamente, la direzione del Giardino dei Semplici (Orto Botanico), e quella del Museo. Quest’ultimo divenne un centro amministrativo autonomo e a seguito di questa scissione si chiuse il cammino che per oltre due secoli aveva visto le due istituzioni affiancate.

Sul finire del XIX secolo, a seguito di ulteriori suddivisioni, l’originaria Galleria, era ormai suddivisa in tre musei indipendenti, tutti continuamente in espansione e con grande rilevanza scientifica nel panorama nazionale e internazionale181.

Alla fine degli anni Settanta, a seguito l’abbandono della Certosa di Pisa da parte dei monaci, il professor Ezio Tongiorgi si prodigò affinché il prestigioso edificio monumentale venisse affidato in uso perpetuo e gratuito all’Università al fine di costituirvi il Museo di Storia Naturale, di cui curò di persona l’intero allestimento e il trasferimento, divenendone il direttore dal 1977 al 1985. Fu così che nacque il museo di

180 https://www.msn.unipi.it/it/1600-1700-il-temporaneo-declino-e-la-successiva-espansione/ 181 https://www.msn.unipi.it/it/il-museo-nel-1800-approfondimento/

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Storia Naturale, le cui particolarità e fascino erano dovuti, oltre ovviamente alla sua collezione, anche all’edificio dal grande valore storico-artistico in cui era collocato, rappresentando così un unicum nel suo genere.

La sua collezione più importante è la galleria dei Cetacei, nella quale è possibile trovare più di trenta scheletri esposti182. Il Museo di Storia Naturale, ad oggi pur rimanendo tra i musei del Sistema Museale di Ateneo, si è costituito come centro autonomo da un punto di vista amministrativo e gestionale. Esso, mediante la conservazione e la valorizzazione delle proprie collezioni, organizza e sostiene piani di studio e di ricerca, in collaborazione con i dipartimenti universitari e assieme ad altri enti, sia nazionali che internazionali, cura attività didattiche e di divulgazione della conoscenza.

Il Museo ospita inoltre eventi culturali ed esposizioni temporanee, realizza progetti cooperando con il territorio e gestisce programmi di inclusione rivolti a diverse tipologie di pubblico.

Attualmente è organizzato in due settori espositivi:

a) un settore comprendente l’acquario, l’esposizione temporanea e la sala “grotta del leone, l’uomo preistorico sul monte pisano”;

b) l’altro settore comprende le esposizioni permanenti: galleria storica, giardino del museo, galleria degli anfibi e dei rettili, galleria dei mammiferi, sala degli archeoceti, galleria dei cetacei, sala dell’uomo, galleria dei minerali, sala “la terra tra mito e scienza”, galleria delle ere geologiche, sale dei dinosauri.

Per quanto riguarda la presenza del museo su internet è possibile trovare il sito web ufficiale. Esso quale presenta una buona struttura: nella home page, in primo piano, si possono trovare immagini a scorrimento, i cui contenuti variano dalla storia del museo alla collezione di cetacei. Sempre nella stessa pagina è possibile trovare cinque sezioni, che, se selezionate, consentono di aprire un menu a tendina riportante una serie di opzioni. Ad esempio, nella voce “visita” è possibile trovare le seguenti voci: orari, tariffe, come raggiungerci, accessibilità, bookshop, la certosa di Pisa, nei dintorni.

Molto importante risulta essere la voce “eventi e news”, dove è possibile consultare tutti gli eventi proposti dal museo, come mostre o attività ricreative.

L’anteprima degli eventi è possibile vederla, scorrendo all’interno della home page, dove alla fine di essa è possibile trovare una serie di voci quali, per ordine: contatti, newsletter, seguici su. In basso a destra è presente la voce “app del museo”, dove questa, se

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selezionata, aprirà una pagina del Playstore di Google dove consente lo scaricamento dell’app.

L’app del Museo, di facile utilizzo e con lo stesso design del sito web, è gratuita, necessita per l’utilizzo di una connessione dati (problema ovviato dalla presenza di una rete Wi-Fi all’interno del museo) e si rivolge ad un pubblico molto vasto.

Nella prima schermata dell’app è possibile trovare in primo piano il tariffario, suddiviso per fascia di età, l’orario della biglietteria e infine gli orari invernali ed estivi.

Nella voce impostazioni è possibile consultare le informazioni relative all’app e selezionare la lingua inglese. All’interno di questa è possibile trovare alcune opere riguardanti i due settori espositivi precedentemente citati, ovvero la sezione dell’acquario e la sezione avente le esposizioni permanenti.

Ciascun’opera selezionata è descritta dettagliatamente in un testo, con l’eventuale opzione di un audio-guida che spiega l’opera. Si ritiene che questa applicazione possa essere un importante strumento e un valido mezzo per i visitatori, consentendo di poter pianificare la visita prendendo confidenza con l’ambiente e con la collezione.

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4.1.4 Museo Galileo di Firenze

Il museo Galileo, fondato nel 1927 con il nome di “Istituto di Storia della Scienza”, ebbe il compito di raccogliere, catalogare, restaurare le testimonianze materiali della scienza. A distanza di due anni dalla nascita, fu organizzata la prima esposizione nazionale di storia della

scienza alla quale parteciparono numerosi istituti Italiani. Nel 1930, a seguito della mostra, l'Università di Firenze decise di inaugurare nella sede di Palazzo Castellani il nuovo “Istituto e Museo della Storia e della Scienza”.

L’attuale denominazione “museo Galileo” è dovuta al fatto che nel 2010, dopo due anni di restauri, in concomitanza del quattrocentesimo anniversario del “Sidereus Nuncius”, una delle opere più importanti di Galileo Galilei, il museo è stato riaperto al pubblico183. La particolarità della collezione presente nel museo è dovuta ai preziosi strumenti scientifici appartenenti alle collezioni delle famiglie dei Medici e dei Lorena.

Gli strumenti più importanti sono rappresentati però dagli strumenti originali appartenuti a Galileo, in modo particolare il compasso geometrico e militare, i due cannocchiali e la lente obiettiva del telescopio, grazie alla quale il grande scienziato, poté osservare nel 1610 per la prima volta i satelliti di Giove.

La collezione Galileiana rappresenta il fulcro espositivo, con più di mille oggetti e congegni. Altro pezzo importante è la magnifica sfera armillare creata dal cosmografo Antonio Santucci nel 1613 che mostra il modello del sistema tolemaico, in quegli anni ormai prossimo a essere sostituito dall’eliocentrismo di Copernico.

Il percorso espositivo rappresenta un valore aggiunto per il museo, grazie anche alla sua articolazione. All’interno sono presenti ben 18 sale tematiche:

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Per quanto riguarda la struttura del sito web, questa risulta essere più complessa rispetto quella del museo pisano. Sulla home page è possibile trovare tre voci, le quali, se selezionate, aprono un menu a tendina con una serie di opzioni.

La caratteristica che contraddistingue il sito rispetto il precedente, è senza dubbio la possibilità di fare un tour all’interno del museo.

A partire da febbraio 2015 i visitatori di tutto il mondo hanno, infatti, la possibilità di esplorare il museo Galileo con Google Street View184. Il progetto rientra in una delle iniziative promosse dal museo per valorizzare le testimonianze materiali della ricerca scientifica del passato e per diffondere la cultura scientifica nel presente.

Il tour virtuale consente di attraversare l’intero percorso espositivo museale e i locali della biblioteca. Il visitatore potrà così ammirare i circa 1000 oggetti esposti, appartenuti un tempo alle collezioni medicee e lorenesi, attraversando virtualmente oltre sette secoli di storia della scienza.

Altro elemento importante è dato “museo Virtuale”, contenente185:

a) il catalogo online del museo: presenta gli oltre 1000 oggetti in esposizione permanente, corredati da immagini e da una dettagliata scheda descrittiva;

b) visita virtuale: il primo piano di Palazzo Castellani conserva la Collezione medicea, il secondo la Collezione lorenese. Ciascuna sala è suddivisa in più temi che mostrano con chiarezza il progetto museografico. Le schede degli strumenti sono poi accessibili sia dal tema scelto che come lista completa della sala;

c) indice dei video per aree tematiche: spettacolari slide-show ricostruiscono i contesti e le tematiche di riferimento degli oggetti esposti, nonché il funzionamento in dettaglio di molti di essi attraverso ricostruzioni tridimensionali, consentendo un'esplorazione delle Collezioni per soggetto;

d) biografie: schede biografiche dei personaggi citati, ordinate alfabeticamente. È possibile accedere a una lista separata per le biografie degli Ideatori/Costruttori; e) approfondimenti: tutte le schede di approfondimento.

184 https://www.museogalileo.it/it/museo/esplora/esposizione-permanente/412-il-museo-galileo-su-

google-street-view.html

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Sempre in ambito virtuale risulta essere molto interessante la voce “Itinerari turistico- culturali”, nella quale è possibile trovare:

a) la Toscana di Leonardo: questo sito invita a visitare gli innumerevoli luoghi della regione nei quali rimangono testimonianze della biografia e dell’eredità culturale di Leonardo. Esso propone 161 schede di luoghi con oltre 1000 immagini, 4 mappe disegnate da Leonardo sulle quali sono georeferenziati circa 500 luoghi, ognuno corredato da una breve descrizione. Delinea inoltre 21 itinerari turistico- culturali e collegamenti a siti esterni per approfondimenti;

b) itinerari scientifici in Toscana186: mediante questa applicazione la regione viene presentata come un grande “museo diffuso” nel quale il patrimonio scientifico, valorizzato e proposto in chiave turistico-culturale, si integra con i tesori dell’arte. La finalità è rendere nota al pubblico la ricchezza di testimonianze storico- scientifiche della Toscana, favorendo lo sviluppo di un turismo culturale interessato non soltanto ai pochi punti di richiamo universalmente noti, ma anche a tutti i siti meno conosciuti, ingiustamente trascurati dai flussi turistici principali, che però costituiscono il tessuto connettivo che ha reso possibile lo sviluppo dei poli maggiori. L’applicazione si configura sia come un ausilio alla pianificazione di un viaggio in Toscana, sia come lo strumento per una visita virtuale dei luoghi di interesse storico-scientifico. In questo contesto, si è scelto di dare particolare risalto a due giganti della scienza come Leonardo da Vinci e Galileo Galilei.

Figura 19: Itinerari Scientifici in Toscana.

Fonte: 2https://brunelleschi.imss.fi.it/itinerari/indice.html

186 L’applicazione, pubblicata nel 2008 come evoluzione del progetto Censimento delle Collezioni

Scientifiche in Toscana, è frutto della collaborazione tra l’Istituto e Museo di Storia della Scienza, la Direzione Generale Beni Librari, l’ICCU, la Regione Toscana e l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze.

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Per quanto riguarda l’app ufficiale del “museo Galileo” essa si può trovare sul sito alla sezione “App e mini-guide stampabili”, questa, se selezionata, aprirà una pagina del Playstore di Google dove è possibile scaricare l’app. L’app richiede una connessione a Internet, ma all’interno del museo il problema viene risolto dalla disponibilità di una rete Wi-Fi gratuita dove potersi connettere e scaricare l’app qualora non la si avesse sul proprio dispositivo.

È disponibile sia in italiano (di default), che in inglese.

Le prime voci selezionabili sono “inizia la visita” e “informazioni”: su quest’ultima è possibile trovare gli orari di apertura, il tariffario del museo, l’indirizzo, come arrivare al museo e, infine, la voce crediti. Si può trovare, inoltre, una mappa topografica rappresentante la struttura del museo con le varie sale, ticket office, bookshop ecc. L’app permette di esplorare l’intera collezione col proprio dispositivo e propone una selezione degli 80 strumenti più interessanti con la disponibilità di un audio-guida. Oltre alla descrizione dell’intera collezione permanente è possibile disporre di:

a) oltre 4 ore di filmati che mostrano il funzionamento degli strumenti scientifici e che raccontano il contesto storico nel quale furono ideati e utilizzati;

b) un’ora e mezza di spiegazioni audio;

c) biografie e voci di glossario, per un totale di 700 approfondimenti testuali;

d) testi in italiano e in inglese.

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4.2 Ricerca – Scopo e obiettivo

Come illustrato nei paragrafi precedenti, nello scenario italiano attuale, a causa dei continui tagli ai finanziamenti pubblici e alla diversificazione delle attività da svolgere nel tempo libero, i musei hanno sviluppato una maggiore consapevolezza riguardo il bisogno di doversi confrontare con il proprio contesto.

I musei più grandi e con più finanziatori riescono a poter offrire delle esperienze uniche ai loro visitatori, mediante tecnologie on site ad alto coinvolgimento. La realtà italiana però, essendo caratterizzata da una grande quantità di musei di piccole dimensioni, si trova a combattere sotto molti fronti: da un lato le strutture museali sono alla ricerca di fondi e finanziatori sempre nuovi, dall’altro si impegnano, malgrado la situazione, a offrire un servizio di qualità al loro pubblico.

Risulta chiaro come queste piccole ma importanti realtà, non possano offrire gli stessi servizi e le stesse esperienze dei grandi musei italiani, come gli Uffizi o la Pinacoteca di Brera.

Ma negli ultimi anni c’è stato un aumento dello sviluppo di applicazioni mobile anche da parte di queste piccole realtà: le strategie di mobile marketing risultano essere economiche e anche i musei più importanti realizzano una propria app. Riguardo l’utilizzo di queste app museali ancora si sa molto poco, nonostante molti musei mettano a disposizione una propria app, vi sono pochi dati sull’utilizzo di esse.

L’idea di fondo della presente ricerca è stata quella di approfondire la questione se i visitatori o i potenziali visitatori siano interessati alla realtà museale, e allo stesso tempo, se l’utilizzo di tecnologie digitali, durante la visita, li avvicini maggiormente ad essa. Tale indagine, considerando la specificità della tematica, è rivolta a soggetti in possesso di uno smartphone/tablet.

Una volta stabiliti gli obiettivi di indagine ho individuato 4 macro-aree: A. Comportamento del visitatore/potenziale visitatore;

B. Utilizzo e valutazione dell’app museale; C. Tecnologie on site;

D. Informazioni socio-demografiche.

L’obiettivo delle domande della sezione A è quello di capire il comportamento del visitatore o del potenziale visitatore prima di visitare un museo e di sapere se costoro avessero mai visitato un museo delle città d’arte della Toscana.

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L’obiettivo della sezione B mira ad indagare l’utilizzo e i vantaggi dell’app museale. L’obiettivo della sezione C è quello di capire come vengano percepite le tecnologie on site ad alto coinvolgimento e se i visitatori ne abbiano mai usufruito in Italia o all’estero. La sezione D mira, invece, ad indagare le caratteristiche socio-demografiche del rispondente. Il range delle fasce di età è stato scelto su base generazionale in modo tale comprenderne un po' tutte, ovvero: 14-19 (generazione Z), 20-39 (generazione Y), 40-54 (generazione X), 55-70 e oltre i 70.