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Il questo e la mia opinione Il contenuto semplice e il contenuto analizzato

Sezione B Svolgimento della prova fenomenologica

1. L'inizio: la coscienza naturalista che si sa come coscienza di categorie

1.2 Il questo e la mia opinione Il contenuto semplice e il contenuto analizzato

La coscienza naturalista vive la sua certezza sensibile in quanto conoscenza in un duplice modo: un momento201 nella figura della verità, un momento come la

medesima verità in quanto fisiologia, la quale è autentica verità e realtà del conoscere. Entrambi i punti di vista sono essenziali, quindi si tratta di momenti di un unico atto conoscitivo e non di lati separati. In seguito alla dialettica dell'introduzione, la figura della verità è parte essenziale dell'esistenza naturale del soggetto conoscente, ma è la realtà fisiologica della figura la certezza risultante dal concetto di verità naturalistico riguardante questo medesimo soggetto conoscente. Poiché il soggetto conoscente possiede questo concetto, esso si sa nella202 fisiologia

anziché nella propria esperienza fenomenica, di conseguenza considera esperienza di sé la propria ridescrizione fisiologica. Ne risulta che tanto l'esperienza fenomenica quanto la sua versione fisiologizzata sono la certezza sensibile della coscienza, ma la prima dilegua203 nell'altra; di conseguenza, la certezza sensibile deve essere

determinata in entrambi i momenti e di entrambi si deve determinare il contenuto

201 Il “momento” nella fenomenologia hegeliana è quel passaggio concettuale che rimanda in se stesso ad altro e che è riconosciuto come tale. Si contrappone al “lato”, che è invece una tappa concettuale che si oppone a qualcos'altro, ma non vi rimanda in se stesso ed è pensato quindi come isolato.

202 “Sapere in qualcosa”, nel lessico del metodo fenomenologico hegeliano, significa: ritenere autentico nella forma o nel concetto o nell'ambito di qualcosa ciò che è saputo. Per esempio in questo caso: il soggetto ritiene di conoscere effettivamente (veramente nel senso hegeliano) sé e la propria esperienza nella fisiologia.

203 “Dileguare” vuol dire che il momento precedente svanisce nell'altro e, pur essendo mantenuto come punto di passaggio, il momento successivo non vi rimanda come a qualcosa di parimenti importante. Il termine, dunque, sottintende la presenza di due momenti connessi in modo essenziale ma diseguale.

conoscitivo al fine di osservarne le connessioni con il concetto di verità posto. Per far questo, come si vedrà, non c'è bisogno di sapere come si produce la coscienza, perché ciò che viene sdoppiato è la forma del contenuto conoscitivo, non la descrizione del formato (tale è la coscienza per il naturalista cognitivo).

Che cos'è la certezza sensibile nella figura della verità e qual è il suo contenuto cognitivo? Hegel fa notare che <<sulla base della concretezza del suo contenuto, la

certezza sensibile appare immediatamente come la conoscenza più ricca […]. Inoltre,

essa appare come la conoscenza più vera, in quanto non ha ancora trascurato nulla dell'oggetto, ma lo ha piuttosto davanti a sé in tutta la sua integrità e completezza. Di fatto, però, tale certezza si rivela proprio come la verità più astratta e più povera. Il suo sapere si riduce soltanto all'enunciazione “esso è” e la sua verità contiene unicamente l'essere della cosa>> (corsivo nel testo)204. In questo passo, Hegel spiega

che, nella certezza sensibile, l'oggetto ci sta davanti in tutta la sua concretezza, come un intero indiviso di cui non si è trascurato alcuna apparenza, pertanto contiene un gran numero di informazioni immediatamente constatabili e perciò garantite: per esempio, la forma, l'orientamento e la posizione. Tuttavia, sul piano dell'intuizione in cui ci troviamo non è dato alcun nesso tra le parti, pertanto di esse si può dire soltanto che qui ed ora (e soltanto qui ed ora) stanno in mia presenza, ovvero che io constato con un'operazione che dà un risultato apparentemente immediato ma effettivamente semplice: l'oggetto in quanto raccolta di caratteristiche a esso inerenti (intrinseche)205. Il contenuto acquisito tramite la certezza sensibile risulta allora una

204 Hegel, Fenomenologia dello Spirito, p.170, Milano, Bompiani, 2000. L'abbreviazione ufficiale della “Fenomenologia” è PhG. In caso di bisogno, il testo sarà indicato con questa abbreviazione nelle pagine seguenti.

205 Per la precisione, per Hegel la certezza sensibile non abbraccia neppure la pluralità di caratteristiche dell'oggetto (cfr. ivi, pp.172-175), ma si limita a riconoscere ed enunciare l'oggetto come intero, per esempio <<albero>> o <<casa>>. Noi però dobbiamo tenere conto di quanto

realtà astratta206, perché nell'oggetto operano legami di cui la certezza non può tenere

conto (e che la coscienza naturalista già sa, essendo a conoscenza delle scienze della natura), ed è anche una conoscenza povera, perché è la constatazione come tautologia: la certezza sensibile è un mero <<Questo>>207, un opposto indiviso, di cui

si sa quello di cui si può prendere atto come materia di fatto e che si sa soltanto perché è materia di fatto. Il Questo è inoltre ciò che è saputo dal singolo io con i suoi singoli “qui” e “ora”, pertanto esso non è altro che la sua opinione: ciò con cui è entrato in contatto e con cui può invitare altri io a entrare in contatto, ma di cui non sa dimostrare nulla208.

L'intervento del sapere sulla certezza sensibile posseduto dalla coscienza naturalista non altera in nulla il valore conoscitivo di questa prima forma di esperienza, perché il risultato della catena di cause efficienti che illustra la certezza sensibile è comunque l'atto di aver constatato, il quale ha il contenuto conoscitivo suddetto. La rimozione della figura, quindi, sembra indifferente all'esperienza della coscienza, ma in realtà essa, pur non alterandone direttamente il contenuto, consente alla coscienza di comprendere qualcosa sulla natura del proprio sapere.

Sebbene all'incontro il contenuto della certezza sensibile in quanto risultato si presenta come un contenuto conoscitivo semplice, nel senso che non vi sono rapporti

abbiamo studiato sul momento analitico del percepire per non falsare la nostra fenomenologia. Ciò non impedisce il riferimento a Hegel, perché il punto essenziale dell'esperienza sensibile rimane inalterato: la sua riduzione all'atto di indicare.

206 Quando comparirà l'aggettivo “astratto” e quando si parla di “astrazione” si intende la negazione dell'universalità filosofica (Universalität): è astratto ciò che non mostra da se stesso i suoi legami con ciò da cui è tratto o a cui si applica, perché viene arbitrariamente estratto o applicato.

207 Cfr. Hegel, PhG, p.171:<<Il singolare (Questo io) sa un puro Questo, sa cioè il singolare>> (corsivo nel testo).

208 Cfr. ivi, pp.174-175:<<la verità della certezza sensibile è adesso nell'oggetto in quanto oggetto

mio (Nel testo originale: als meinem Gegenstande, oder im Meinen): l'oggetto è perché io so di

né nell'oggetto come dipendenza tra le varie caratteristiche, né nel soggetto come pensieri di relazioni, il sapere della coscienza naturalista mostra il pensiero avventizio, cioè la mia opinione in generale, sia come opinione di qualsiasi ente appartenente al mio stesso genere naturale sia che questo pensiero è un'unità analitica209. Adesso non si è più interessati al contenuto semplice della certezza

sensibile, ma al fatto che esso è divenuto semplice per mezzo dell'elaborazione analitica dell'impressione sensibile. Di conseguenza a questo cambio di considerazione, l'oggetto della coscienza diviene un insieme di multiformi caratteristiche, ciascuna derivante dai cinque sensi, composti da molteplici centri di analisi che interpretano le conformazioni dell'impressione210.

Si noti che, coerentemente con il fatto che il risultato del processo deve restare l'atto di constatare, la “Allgemeinheit” dell'oggetto non è niente di per sé: “das Zusammengefaßtsein” è immediatamente le caratteristiche che in esso sono raccolte, le quali sono tutte intrinseche a un'unica unità, ma non hanno differenze gerarchiche o logiche né rapporti di derivazione tra loro; pertanto, l'unità deriva dall'analisi e

209 Si noti che, in questo passaggio, l'io subisce una duplice rimozione: da un lato, la certezza sensibile viene considerata in universale come un fenomeno condiviso da tutti gli esseri umani, di cui io sono un caso particolare; dall'altro, io sono un formato di accesso, ma il processo che mi interessa considerare si è già svolto interamente al di là della mia consapevolezza, in cui io esisto per me, pertanto io come soggetto conoscente in sé e per sé posso essere eliso rispetto alla considerazione del valore conoscitivo. Qui compaiono due termini importanti per il lessico fenomenologico. “Rimozione” è ciò che un termine subisce quando rimanda ad altro e questo altro non rimanda a esso, ma anzi lo denuncia come assolutamente non valido e gli assegna una negazione unilaterale. “In sé e per sé” è l'aggettivo di ciò che si sa in un concetto adeguato alla propria realtà pienamente in atto, cioè con la perfetta e corretta consapevolezza del concetto della propria realtà. Quando tale aggettivo riguarda enti incapaci di conoscenza, si noterà che è sempre accompagnato da qualche altra qualifica (per esempio: è uno in sé e per sé): in tal caso, significa che il soggetto è in forza di se stesso determinabile secondo quella qualifica e la possiede in atto. 210 L'oggetto come insieme di caratteristiche è chiamato da Hegel “universale” usando la parola

“Allgemeinheit”, ma non si tratta che di un universale imperfetto, perché consiste in un pacchetto di caratteristiche raccolte insieme ed è dunque definibile con la parola “das Zusammengefaßtsein”. Per indicare l'universalità non filosofica, cioè quella insiemistica, userò il termine tedesco “Allgemeinheit”, così come userò il termine “das Zusammengefaßtsein” per indicare l'oggetto conosciuto come è adesso. Per l'uso di questi termini, vedi Hegel, PhG, pp.186- 187.

risulta fondata sull'intrinsecità dei membri o elementi (dell'insieme) che la riempiono di contenuto anziché esserne il principio. Ne risulta che nella certezza sensibile non è appreso soltanto l'intero, ma anche e soprattutto una molteplicità di pensieri avventizi che possono essere considerati ciascuno per sé211.