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Capitolo Secondo I LONGOBARD

2.1 ORIGINE DELLA GENS, MIGRAZIONI, FORMAZIONE DEL REGNO IN ITALIA

2.1.1 ORIGINE DELLA GENS

In questo secondo capitolo sarà delineato con maggiore cura il Regno dei Longobardi in Italia: le sue origini, i suoi sviluppi e le peculiarità che lo hanno contraddistinto o lo hanno accomunato agli altri regni romano barbarici.

La nascita della stirpe dei Longobardi, come per la maggior parte dei popoli barbari dell’epoca altomedievale, è oscurata dalla mancanza di sufficienti fonti storiche in grado di far luce, in maniera dettagliata, sul loro sviluppo. Queste fonti attingono in maniera sostanziale al substrato

mitologico, il quale rappresentava una parte fondamentale per queste popolazioni . 72

La cultura dei barbari in questo periodo era prettamente orale e, come spesso accade per queste tipologie di culture, non sono giunte a noi testimonianze scritte relative ai primordi del loro sviluppo, ma solamente rielaborazioni di età più tarda, attraverso l’acculturazione delle diverse etnie con la civiltà romano cristiana, con la quale vennero in contatto .73

Per i Longobardi, tuttavia, deve essere fatta un precisazione di non poco conto riguardante una fonte estremamente preziosa, sebbene scarna, nota come Origo gentis Langobardorum, presente come prologo in tre manoscritti contenenti le leggi emanate dai sovrani . 74

Questo racconto veniva tramandato all’interno della gens, nel susseguirsi delle generazioni, e accettarlo significava affermare la propria

W. Pohl, Le origini etniche dell’Europa: barbari e Romani fra antichità e medioevo, Viella,

72

Roma 2000.

C. Azzara, I Longobardi, il Mulino, Bologna 2015, p. 7

73

Si tratta della redazione scritta, in versione latina, databile alla seconda meta del VII

74

secolo, dell’ancestrale saga dei Longobardi, fino ad allora trasmessa oralmente in lingua longobarda, che ripercorreva le vicende della tribù dalla sua genesi e dalla prima migrazione fino al regno di Pertarito in Italia (671-688), cfr. C. Azzara, I

Longobardi, il Mulino, Bologna 2015, p. 7; inoltre, l’interesse straordinario di questo

testo si evince dal fatto che esso è, come si suggerisce nel titolo stesso, un “serbatoio di memorie etniche” estratto dalla memoria degli antiqui homines, che erano gli anziani della tribù, specialisti del diritto e del passato della gens, conoscitori della lex maiorum ancestrale, la stessa legge che era stata capace di ordinare entro schemi saldi la vita dei Longobardi, descritto in C. Azzara,  S. Gasparri (eds.),  Le leggi dei Longobardi: storia,

appartenenza alla stirpe dei Longobardi . Per sottolineare l’enorme 75

importanza di questo testo, basti pensare che Paolo Diacono, celebre autore della Historia Langobardorum, lo riportava in forma sintetica, anche se arrivò a definirlo ridiculam fabulam . Si può considerare questo passo iniziale 76

dell’Origo come la traccia trasfigurata del processo di etnogenesi di una tribù barbarica, secondo dinamiche che dovettero essere comuni anche ad altre popolazioni .77

L’Origo narra che in epoca imprecisata, in un isola detta Scadanan, risiedeva una

75

tribù detta dei Winnili, guidata da due fratelli, Ibor e Aio (elemento mitico della coppia dei fratelli ricorrente in molte popolazioni europee, che rimanda a un substrato mitico comune a tutte queste). Questa venne sfidata da un'altra tribù, quella dei vandali, i quali pretendevano il pagamento di un tributo. Prima dello scontro entrambi i contendenti si appellarono al dio della guerra Wotan (Odino nella forma scandinava più conosciuta), chiedendone il favore, che sarebbe stato concesso allo schieramento che per primo sarebbe apparso alla vista del dio. Grazie ad uno stratagemma e all’intercessione di Frea, moglie di Wotan, i Winnili ottennero il favore del dio della guerra, che li ribattezzò Longobardi, «lunghe barbe». Questa fase della migrazione rimanda in maniera particolare a una specifica tipologia di miti che erano molto comune fra i popoli germanici: le Wandersagen “saghe delle migrazioni”, che non ammettono al loro interno tratti cosmogonici, e sono molto più recenti di questi. Questa tipologia di miti, insieme a quelli cosmogonici, sono peculiari delle popolazioni germaniche, ma è estremamente singolare il caso del popolo longobardo, poiché nel testo dell’Origo vengono riscontrati entrambi gli elementi, sia quello cosmogonico (Wotan/Odino che sancisce la nascita di una nuova stirpe) sia la Wandersage iniziale, che sono in conflitto fra loro. È stato proposto, come unica soluzione plausibile è l’esistenza di due miti separati, che sono confluiti successivamente in un’unica versione, addirittura magari portati da due gruppi diversi, che si sono uniti nel popolo longobardo. C. Azzara, S. Gasparri (eds.), Le leggi dei Longobardi: storia, memoria e diritto

di un popolo germanico, Roma 2005, p. xxii-xxiv;

J. Jarnut, I Longobardi nell’epoca precedente all’occupazione dell’Italia, in Langobardia, a c. di S. Gasparri-P. Cammarosano, Udine 1990, pp. 3-33.

P. Diacono, Historia Langobardorum, I, 8, in P. Diacono, Storia dei Longobardi, a cura di

76

E. Bartolini, Tea, Milano, 1988, pp. 14-15; questa definizione così negativa dell’Origo viene spiegata dalla formazione cristiana dell’autore

C. Azzara, I Longobardi, il Mulino, Bologna 2015, p. 9

Per ricostruire la storia dei Longobardi dalla loro genesi, integrando i toponimi riportati sia dall’Origo che quelli presenti nell’Historia di Paolo Diacono, si può desumere che dalla loro partenza dalla Scania , un primo 78

stanziamento doveva essere situato in un’isola di fronte a essa, che Paolo Diacono chiama Scoringia, cioè l’isola di Rügen . 79

Secondo W. Pohl, però, questa prospettiva risulta mancante di un aspetto fondamentale per comprenderne la complessità e le varie vicissitudini che portarono i Longobardi a muoversi prima dalla loro terra d’origine e successivamente dalla Pannonia in Italia, e cioè considerare in primis le fonti bizantine contemporanee, che spiegherebbero in tal senso i cambiamenti nella politica di conquista sia dell’impero bizantino sia della tribù germanica, che venne a contendersi vasti territori nell’Europa centrale.

Identificata con la Svezia meridionale, e comunemente accettata dalla critica

78

moderna; vedi C. Azzara, I Longobardi, p. 8; J. Jarnut, I Longobardi nell’epoca precedente

all’occupazione dell’Italia, in Langobardia, a c. di S. Gasparri-P. Cammarosano, Udine 1990,

pp. 3-33; C. Azzara, S. Gasparri (eds.), Le leggi dei Longobardi: storia, memoria e diritto di

un popolo germanico, Roma 2005, p 10 nota 2

C. Azzara, I Longobardi, il Mulino, Bologna 2015, p. 13, e N. Christie, The Lombard: The

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