3.2 Caso studio “Orto dei Sogni”
3.2.3 Perché “Orto dei Sogni”
パスポートもできて、出発まで一か月になりました。きん張してパスポートの写真がこ わい顔になってしまいました。ぼくは、赤ちゃんのころいらい飛行機は、乗ったことが ありません。なのでほぼ人生で初めてです。イタリアの生活で一番楽しみなことは、 海でつりをすることです。イタリアなので海がきれいでどんな魚ながいるか楽しみで す。頭の中できれいな海を想像するだけで少しにやけてしまいます。海でつった魚 をバーベキューにして食べたいです。二番目にイタリアの生活で楽しみなことは、イ タリアでのサッカーです。イタリアの人といっしょに楽しくサッカーをできるなんてすご くわくわくします。とにかくイタリアでの生活がすごくすごく楽しみで毎日頭の中がイ タリアに行くことですごくいっぱいです。早く七月二十六日がきてほしいと思っていま す。
Un mese alla partenza per l’Italia (bambino M. )
Anche il passaporto è pronto e ormai manca solo un mese alla partenza. Sono nervoso e nella foto del passaporto sono venuto con un’aria spaventosa. È quasi la prima volta che prendo l’aereo, perché mi era già capitato, ma quando ero piccolissimo. La cosa che ho più voglia di fare in Italia è pescare nel mare. Il mare bello è tipico dell’Italia e non vedo l’ora di scoprire quali pesci ci saranno. Solo a immaginare il bel mare mi viene da sorridere. Voglio mangiare il pesce che avrò pescato nel mare dopo averlo cotto al barbecue. La seconda cosa che non vedo l’ora di fare è giocare a calcio. L’idea di potermi divertire a calcio con gli italiani è incredibilmente eccitante. Comunque ho tutti i giorni la testa piena dai pensieri
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dell’Italia e non vedo l’ora di scoprire la vita laggiù. Vorrei che il 26 luglio arrivasse presto.
Nel soggiorno dell’estate 2015 hanno partecipato sedici bambini, ognuno con storie e vissuti particolari, con le proprie paure e gioie. Ricordiamo che i partecipanti al progetto sono di età compresa tra gli 7 e i 12 anni, frequentanti la scuola elementare e che non hanno mai avuto la possibilità di lasciare il Giappone, alcuni addirittura non hanno mai affrontato un viaggio in aereo; il loro coraggio e la fiducia riposta nell’associazione da parte dei genitori hanno permesso ai partecipanti di vivere un mese in Sardegna, precisamente nella località di Sant’Anna 219 presso una struttura della diocesi di Oristano, dal 26 luglio al 21 agosto. La selezione dei partecipanti, come già detto, è stata affidata al partner ufficiale di “Orto dei Sogni” in Giappone “Peace Project”, il quale ha promosso l’iniziativa nella prefettura di Fukushima dove l’esposizione alle radiazioni è superiore a 1 msv all’anno; le città in considerazione sono Fukushima-shi, Sōma, Minami-sōma, Nihonmatsu, Aitsu e Aitsuwakamatsu. I bimbi in questione sono scelti con cura in base anche a problematiche sociali ed economiche; molti di essi vivono in situazioni precarie e non hanno la possibilità di accedere a soggiorni o cure all’estero. Proprio per questo motivo i partecipanti vengono scelti in base a valutazioni molte ferree, attraverso un colloquio conoscitivo, in cui i piccoli dimostrano la volontà e il desiderio di partecipare al soggiorno e attraverso un sakubun220viene verificato effettivamente il loro intento e le loro motivazioni. Chiaramente in questo progetto è determinante la collaborazione dei genitori, che si affidano completamente alle mani di “sconosciuti” e che permettono ai propri figli di affrontare un’esperienza simile; tale supporto è quindi fondamentale,
219Struttura della chiesa di Sant’Anna (indicataci dalla Caritas diocesana di Oristano) in località Sant’Anna,
comune di Marrubiu, in provincia di Oristano, Sardegna
220 Un tema in cui i bambini illustrano le motivazioni, i desideri e la volontà di trascorrere un mese lontano
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sia a livello organizzativo (colloqui, presentazioni del soggiorno, trasmissione informazioni) ma soprattutto a livello di network. Ogni anno è sempre maggiore il numero di bambini che desiderano partecipare alle attività proposte da “Orto dei sogni” e questo è anche grazie al contributo delle famiglie che hanno partecipato nelle edizioni precedenti e che offrono una testimonianza viva ed efficace in loco per la formazione di una “CASA ORTO” giapponese, in cui è possibile confrontare esperienze, idee e attraverso la quale si crea un reticolato di individui interconnessi in una comunità attiva e speranzosa in un futuro migliore.
Essendo “Orto dei Sogni” un’organizzazione no profit, tutte le attività vengono rese possibili grazie alla collaborazione di sponsor ed enti locali che finanziano in maniera propositiva il progetto; da entrambi i fronti, sia giapponese sia italiano, sono molti coloro che contribuiscono attivamente allo svolgimento del progetto, grazie a piccoli aiuti che rendono la permanenza dei bambini in Sardegna una vera e propria esperienza tutta nuova.
La raccolta fondi è comunque uno dei passi più impegnativi e più faticosi per l’associazione; molti degli sponsor donano alimentari o servizio trasporto, alcuni donano il loro contributo per le varie attività e altri permettono ai bambini di vivere giornate uniche nel loro genere grazie all’ospitalità e alla generosità della terra sarda. Molti sponsor rimangono, ma altri, dopo qualche anno smettono di contribuire al progetto, creando quindi un flusso di incertezza e di precarietà per l’associazione, che ogni anno rielabora accordi e dinamiche per accumulare fondi. Uno dei motivi principali della volatilità degli sponsor deriva da una domanda che ci venne posta in svariate situazione durante il soggiorno: “perché mai dovrei donare dei fondi e contribuire per un progetto che coinvolge il Giappone, una delle più grandi potenze a livello mondiale e con un’economia forte e consolidata, quando potrei investire e donare per delle cause umanitarie in Africa o nei paesi in via di sviluppo per la costruzione di scuole, pozzi, strutture sanitarie o quant’altro?”
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La domanda sembra più che legittima, con tutte le problematiche sociali, economiche e politiche che affliggono due terzi del mondo. Cosa dovrebbe spingere un ente o uno sponsor a dare priorità al progetto di “Orto dei Sogni” piuttosto che ad un altro? Credo quindi che sia necessaria la descrizione e l’analisi del modus vivendi di quanti vivono nelle zone colpite dal disastro.