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Forma catarrale :

è una forma ad origine tubarica dovuta all’ ostruzione della tuba di Eustachio ( forma meccanica o trasudativa) o all’infiammazione sostenuta da un processo infiammatorio tubarico ( salpingite o tubo-timpaniche), che agisce trasmettendosi in forma attenuata all’orecchio medio o provocato dall’ostruzione tubarica per congestione ed edema della mucosa.

L’insorgenza della patologia è spesso legata nel bambino a processi di ipertrofia adenoidea non infiammatoria, in grado di ostruire l’ostio tubarico, mentre nell’adulto, soprattutto in certe categorie professionali, parliamo frequentemente di otite barotraumatica in quanto sempre secondaria a brusche variazioni della pressione atmosferica.

L’alterazione interessa la contrazione dei muscoli che si inseriscono sulla porzione cartilagine della tuba di Eustachio infatti in presenza di un rapido sbalzo di pressione atmosferico, ad esempio nella fase di atterraggio di un aereo, la pressione endotimpanica subisce un decremento relativo

provocato dallo squilibrio pressorio che impedisce l’apertura della dell’istmo tubarico.

L’aumento assoluto della pressione atmosferica ed il decremento relativo di quella endotimpanica, ulteriormente aggravato dal riassorbimento dell’aria contenuta nella camera timpanica, provoca una dilatazione ex vacuo dei capillari sanguigni e linfatici, ne consegue la formazione di un trasudato, che in base alla sua consistenza potrà occupare la cavità stessa. I sintomi di questa forma sono : otodinia improvvisa, che tende talvolta a regredire in maniera spontanea; acufeni a tonalità grave : ipoacusia di trasmissione con autofonia. L’ipoacusia può aumentare o diminuire quando è legata alla produzione di liquido nel cavo timpanico, rimanendo in correlazione alla variazione di posizione della testa.

Nello stadio iniziale si osserva una iperemia della membrana timpanica soprattutto nella pars flaccida e lungo il manico del martello ma successivamente può divenire complessivamente grigiastra, opaca.30,45

Forma essudativa:

Particolarmente frequente nei giovani e soprattutto nei bambini, questa patologia è sempre secondaria ad un processo infiammatorio rinofaringeo propagato alla tuba ed alla camera timpanica, spesso rappresentato da adenoiditi croniche che trasmettono il processo infiammatorio alla tuba;

l’ipertrofia del tessuto linforeticolare contenuto nella sua parte cartilaginea, ne provoca l’ostruzione e crea un fattore di ordine meccanico che si sovrappone e aggrava le conseguenze provocate dal processo infiammatorio propagato alla camera timpanica.

In un adulto il processo è simile ma i processi infiammatori responsabili sono principalmente le riniti, sinusiti e rinofaringiti acute.

La malattia può presentare due fasi una successiva all’altra :

I fase : il processo infiammatorio appena insorto resta pressoché limitato alla tuba (tubo-timpanite o salpingite catarrale) e la cavità timpanica risente della conseguente ostruzione. Si accompagnano senso di rapido ovattamento auricolare nell’arco di poche ore, vertigini e rantoli a cui sengue un temporaneo miglioramento dell’ipoacusia e la comparsa di acufeni ed autofonia.

All’esame otoscopico si osserva una lieve retrazione od un opacamento della membrana del timpano. Solitamente questa forma è di breve durata e rapidamente passa alla forma più grave, la cui sintomatologia è legata al processo infiammatorio che ha raggiunto il cavo timpanico accompagnandosi ad una fastidiosa otodinia.45

Figura 10. Otite media acuta di tipo essudativo(immagine a sinistra) e catarrale (immgine a destra).

Vertigini di tipo labirintico, di breve durata, insorgono spesso quando il paziente soffia il naso con forza e l’ipoacusia è talvolta accompagnata da acufeni, di tonalità bassa, e autofonia. La membrana timpanica inizialmente iperemica e di colore ardesia, diventa ispessita e retratta. Solitamente l’essudato nel cavo del timpano è scarso e non si manifestano rialzi termici se non in associazione alla malattia causale come influenze o sinusiti.

Se la patologia non viene adeguatamente curata, può sovrapporsi un processo suppurativo acuto.19

Forme purulente:

La colonizzazione dell’orecchio medio dai batteri provenienti dal nasofaringe rappresenta un evenienza frequente. Le infezioni delle alte vie respiratorie tendono spesso ad associarsi all’otite media e nei bambini che

non presentano questi batteri in questo distretto hanno un basso rischio di sviluppare otite media. La prima diagnosi batterica di otite media acuta è attribuibile a Netter che, nel 1887, osservò cocchi nella fossa nasale, nei seni nasali e nella cavità timpanica, e a Zanfalche, l’anno successivo, identificò diplococchi nella cavità dell’orecchio medio ( White 1979). Nel corso degli ani sono stati identificati, quali principali patogeni, Steptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae e Moraxella catarrhalis, tutti e tre normali colonizzatori del nasofaringe.

Le via di colonizzazione sono rappresentate dal meato acustico esterno, dalla via tubarica o dalla via ematica.

La propagazione dal meato acustico esterno è concretizzabile solo in presenza di una perforazione o lacerazione della membrana timpanica. La via ematica si realizza in presenza di processi morbosi a carattere generale soprattutto virali come influenza, morbillo e scarlattina.

Il ruolo dei virus nell’eziopatogenesi dell’otite media acuta è fondamentalmente quello di produrre congestione della mucosa delle alte vie respiratori, che porta alla ostruzione delle tube di Eustachio ed al conseguente accumulo di fluido nell’orecchio medio. L’associazione dell’otite media con l’infezione da virus respiratori è stata documentata in ampie casistiche (Heikkinnen 2003, Larcher 2006, Mahoha 2007, Chonmaitree 2008). Si ammette quindi che il virus responsabile della

malattia generale , raggiungendo l’orecchio medio per via ematica, preparerebbe il terreno ad una infezione piogenica locale determinando la virulentazione di germi contenuti in rinofaringe, nella tuba o nel cavo del timpano.

La via più comune alla colonizzazione dell’orecchio medio è rappresentata dalla continuità anatomica che esiste fra la mucosa rinofaringea e la mucosa della tuba di Eustachio. I microrganismi migrano in cavità timpanica soprattutto in presenza di alterazioni della funzionalità muco ciliare della mucosa della tuba di Eustachio. Questa condizione si presenta spesso con raffreddore, adenoiditi acute e tamponamento nasale comportando l’insorgenza di otite media purulenta acuta.

Nell’otite media purulenta possiamo distinguere tre fasi : una prima fase, iperemica, in cui vi è rialzo termico, senso di occlusione auricolare che in breve tempo diviene otodinia continua con iperemia diffusa della camera timpanica e della membrana del timpano evidente lungo il manico del martello ed in regione epitimpanica.

La seconda fase, essudativa, si presenta con febbre elevata, otodinia pulsante soprattutto con manifestazioni notturne provocando insonnia e cefalea gravativa. Il quadro è spesso accompagnato da ipoacusia trasmissivo, accompagnata da autofonia e da acufeni.

L’iperemia tende ad aumentare come anche l’ispessimento della membrana timpanica ed inoltre tende ad estroflettersi, in parte o in toto, verso il meato acustico esterno per la presenza di essudato purulento nella cavità timpanica. La desquamazione epiteliale superficiale a cui va incontro crea un segno patognomonico detto “a pelle di coccodrillo”.

La terza fase, si evidenzia fra la 2° e la 4° giornata del processo infiammatorio in assenza di una adeguata terapia. In questo caso la membrana va incontro a perforazione spontanea che può essere puntiforme o a fessura.

La motivazione è riconducibile alla pressione esercitata dall’essudato raccolto nella cassa e da fenomeni proteolitici che si verificano nella membrana timpanica per effetto della infiltrazione infiammatoria.

Il dolore eventualmente provocato dalla pressione sulla zona della mastoide, progressivamente si attenua fino a scomparire e la perforazione, se di piccole dimensioni, dopo circa 8-15 giorni può andare incontro a cicatrizzazione spontanea. 19,20,39