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B) La modulazione consiste invece in un taglio del 5% dell’ammontare degli aiuti diretti della PAC per riorientare questa cifra verso il secondo pilastro, quello

1.3.4. La PAC nella programmazione 2007-

Il nuovo Regolamento CE 1698/2005 per lo sviluppo rurale che il Consiglio d’Europa adotta nel 2006 per delineare la programmazione del periodo 2007-2013 introduce alcune importanti novità:

 Per favorire un più efficiente sistema di governance, promuove il partenariato tra rappresentanze dei settori economico, sociale, ambientale e delle pari opportunità.

 Con l’obiettivo di rendere maggiormente coerente il quadro di programmazione e priorità espresse a livello nazionale e comunitarie, introduce un approccio strategico che prevede l’adozione di Orientamenti Strategici Comunitari e di Piani di Sviluppo Nazionali (PSN), propedeutici ai Piani di Sviluppo Rurale introducendo anche i Piani Strategici Regionali (PSR)25.

 Per l’apposito finanziamento dello Sviluppo Rurale si istituisce con Regolamento CE n.1290/2005 (oggi disciplinato dal Reg. UE 1305/2013) un

25 Ogni Stato membro elabora un piano strategico nazionale conformemente agli orientamenti strategici

che sono stati adottati dalla Comunità. Ogni Stato membro trasmette in seguito il proprio piano strategico nazionale alla Commissione prima di presentare i propri programmi di sviluppo rurale. Il piano strategico nazionale copre il periodo che intercorre tra il 1° gennaio 2007 e il 31 dicembre 2013, e comprende:

 una valutazione della situazione economica, sociale e ambientale, e delle possibilità di sviluppo;  la strategia adottata per l’azione congiunta della Comunità e dello Stato membro,

conformemente agli orientamenti strategici della Comunità;  le priorità tematiche e territoriali;

 un elenco dei programmi di sviluppo rurale destinati ad attuare il piano strategico nazionale e la ripartizione delle risorse del FEASR tra i vari programmi;

 i mezzi volti ad assicurare il coordinamento con gli altri strumenti della politica agricola comune, il FESR, il FSE, il FC, il Fondo europeo per la pesca e la Banca europea per gli investimenti;

 eventualmente, l’importo della dotazione finanziaria destinata al raggiungimento dell’obiettivo «convergenza»;

 la descrizione delle modalità di attuazione della rete rurale nazionale che raggruppa le organizzazioni e le amministrazioni operanti nel settore dello sviluppo rurale e l’importo destinato alla sua attuazione. (http://eur-lex.europa.eu/legal- content/IT/TXT/?uri=uriserv:l60032)

fondo ad hoc, il Fondo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR)26 volto a finanziare “lo sviluppo sostenibile in via complementare agli strumenti previsti dalla PAC, alla politica di coesione e alla politica comune per la pesca”.

 Il FEASR per l’assolvimento delle sue funzioni si rifà a quattro priorità (complementarietà dei programmi con le azioni intraprese dalle altre amministrazioni, principio di sussidiarietà, incentivazione dei partenariati, parità tra uomini e donne) ricomprese all’interno dei quattro Assi di intervento prioritari, attorno a cui si strutturano i PSR in conformità ai PSN:

- Asse 1 “Miglioramento della competitività dei settori agricolo e forestale”, da realizzare attraverso attività di informazione e formazione professionale, favorendo l’insediamento di giovani agricoltori (con meno di 40 anni che si insediano per la prima volta in agricoltura), fornendo attività di consulenza agli agricoltori e silvicoltori. Sono previste altresì misure per ristrutturare e sviluppare il capitale fisico delle aziende (strutture e infrastrutture) e misure volte a migliorare la qualità delle produzioni e dei prodotti.

- Asse 2 “Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale”, attraverso misure di sostegno a favore dello sviluppo sostenibile incoraggiando gli operatori agricoli “a gestire le terre secondo metodi compatibili con la necessità di salvaguardare i paesaggi e l’ambiente naturale nonché di proteggere e migliorare le risorse naturali”.

- Asse 3 “Qualità della vita in ambiente rurale e diversificazione dell’economia rurale”, attraverso misure volte ad incentivare la diversificazione dell’economia rurale attraverso la creazione di microimprese e di attività turistiche, promuovendo la tutela, la valorizzazione e la gestione del patrimonio naturale nella prospettiva di uno sviluppo economico sostenibile. L’obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita negli ambienti rurali attraverso il rinnovo dei piccoli comuni, salvaguardano e promuovendo il patrimonio rurale, attività di animazione per lo sviluppo locale e formando competenze professionali in settori economici strategici per il territorio.

26 Il FEASR insieme al Fondo Europeo Agricolo di Garanzia (FEAGA) sostituiscono il vecchio FEAOG.

Nello specifico il FEASR assorbe le funzioni ricoperte fino ad allora dal FEAOG - Orientamento, e va direttamente a finanziare il secondo pilastro della PAC per l’attuazione diretta dei PSN e dei PSR (http://www.europarlamento24.eu/).

- Asse 4 “Leader”, riconfermando e rinnovando lo strumento che dovrà essere attivato attraverso le forme di partenariato pubblico-private rappresentate dai GAL, i quali è previsto possano attuare anche progetti di cooperazione interterritoriale o transnazionale.27

Il succitato Regolamento CE 1698/2005 ha previsto anche l’adozione di apposite azioni di controllo e di valutazione dei PSN e dei PSR, da svolgersi ogni due anni per verificare gli andamenti e gli impatti delle misure sui territori rurali.

Come ulteriore strumento di promozione della politica di sviluppo rurale viene prevista la creazione di reti rurali europee che in Italia trovano concretizzazione con la Rete

Rurale Nazionale (RRN).

Si legge sul sito internet del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali che «La Rete Rurale Nazionale è il programma con cui l'Italia partecipa al più ampio progetto europeo (Rete Rurale Europea - RRE) che accompagna e integra tutte le attività legate allo sviluppo delle aree rurali per il periodo 2007-2013».

Nello stesso periodo vengono apportate anche altre modifiche per la semplificazione e la razionalizzazione del sistema di gestione delle politiche per lo sviluppo rurale. In tale direzione va il Regolamento CE n.1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007 che accorpa tutte le 21 OCM fino ad allora esistenti in un’unica sola, configurando un quadro giuridico unico che regola il mercato comunitario interno, gli scambi con i paesi terzi e le regole della concorrenza per tutti i prodotti agricoli.

L’istituzione di una sola OCM ha costituito uno dei più importanti passi in avanti della PAC «consentendo l’abrogazione di trentacinque regolamenti e l’incorporazione armonizzata in un unico regolamento di tutte le norme della politica di mercato, riducendo il quadro normativo interessato da 600 a 200 articoli» (Frascarelli, 2008). Nel 2008 la Commissione europea valuta lo stato di salute della PAC con una “riforma” o “revisione” denominata “Health Check” avente lo scopo di valutare e correggere, consolidare e integrare le misure della riforma Fischler.

Questo processo di revisione ha condotto ad individuare nuove priorità da perseguire e finanziare tramite le politiche di sviluppo rurale. Sono infatti emersi nel corso del tempo alcuni fattori che per la loro rilevanza influenzano e interessano lo sviluppo rurale. Si tratta di aspetti che «[…] riguardano l'aggiornamento del regime di pagamento unico, la modulazione progressiva, il disaccoppiamento totale degli aiuti, la revisione del sistema

delle quote latte, la soppressione del set aside, il rafforzamento della condizionalità e l'inserimento di quattro nuove priorità da realizzare attraverso la politica dello sviluppo rurale: cambiamenti climatici e il rispetto del protocollo di Kyoto; energie rinnovabili; gestione delle risorse idriche; biodiversità» (Rete Rurale Nazionale, 2008)28.

Nel corso del periodo di programmazione 2007-2013, gli investimenti della PAC nel settore agricolo e nelle zone rurali italiane ammontano a 40, 5 miliardi di euro. Gli interventi principali hanno avuto l’obiettivo di “stabilizzare il reddito degli agricoltori, ammodernare e rafforzare la sostenibilità delle aziende agricole italiane e garantire a tutti i cittadini alimenti sicuri e di qualità a prezzi accessibili” (CE, 2014)29.