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IDENTITÀ E RISORSE LOCALI PER LO SVILUPPO TERRITORIALE

2.4. Risorse locali, sviluppo rurale e nuovi turism

2.4.1. Turismo: un settore chiave per lo sviluppo, tra sostenibilità e nuove tendenze

Per comprendere le evoluzioni dello sviluppo rurale, sono stati affrontati nel primo capitolo alcuni aspetti legati ai mutamenti storici avvenuti in Italia e in Europa a partire dal periodo successivo alla seconda guerra mondiale, in riferimento a quei processi di industrializzazione che hanno avuto inizio proprio negli anni Sessanta, in connessione con la ripresa economica.

Tali dinamiche hanno prodotto dei riflessi diretti sugli stili di vita e sui comportamenti delle persone che, nel periodo compreso tra i primi anni Cinquanta e la prima metà degli anni Settanta, hanno iniziato ad adottare modelli comportamentali diversi, “emancipati”, in funzione di nuove esigenze e nuovi bisogni. Uno di questi è sicuramente quello di andare in vacanza, soprattutto al mare.

Secondo la Carta dei diritti Umani dell’ONU, il turismo è nato per soddisfare le esigenze e il diritto di riposo retribuito dei lavoratori, elementi emersi proprio in seguito alla forte industrializzazione di stampo fordista (Galvani, 2013, p.231).

In questo periodo si sviluppa il cosiddetto “Turismo di massa”, accompagnato dalla nascita di villaggi turistici, stabilimenti balneari e grandi hotel. Si può sintetizzare questo modello turistico secondo l’espressione nota delle quattro S:

1. Sand (Sabbia); 2. Sea (Mare); 3. Sun (Sole); 4. Sex (Sesso).

Costa (2005, p.90) ricorda come in Italia il modello delle quattro S si sia affiancato in quegli anni a quello delle quattro M:

1. Marito/Moglie (Il riferimento è alla famiglia); 2. Mare (Era prevalente il turismo balneare);

3. Macchina (Sono gli anni in cui la Fiat è nel pieno dello sviluppo economico e la macchina per gli italiani rappresentava un elemento irrinunciabile);

4. Mestiere (Il riferimento è al lavoro-posto fisso, grazie al quale si giustificava e si permetteva la vacanza).

In questo periodo l’attenzione è rivolta prevalentemente verso gli elementi di svago, per lo più presenti nelle località balneari mentre poca o scarsa attenzione è riservata agli aspetti della cultura che non vengono ancora intesi in termini di risorse turistiche o sfruttabili dal punto di vista economico. Le visite a monumenti e musei sono prerogativa di una fetta ridotta e marginale di turisti, in maggioranza appartenenti a fasce reddituali medio-alte.

Dalla metà degli anni Settanta e fino al Duemila si evidenziano numerosi mutamenti in relazione ai comportamenti turistici. In seguito ad alcuni avvenimenti cruciali quali ad esempio le contestazioni del 1968, la crisi energetica del 1973 e il crollo del modello industriale di stampo fordista, gli stili di vita dei consumatori sono ulteriormente cambiati, imponendo nuovi modelli sociali e comportamentali.

Emergono nuovi aspetti, connessi alla qualità delle esperienze vissute. Le stesse vacanze vengono misurate in base a nuovi parametri che misurano le relazioni prezzo- esperienza.

All’aumento del turismo standardizzato e omologato, si accompagna quindi un notevole incremento di coloro che invece richiedono qualcosa di diverso, di “alternativo”, non più disposti ad accontentarsi di rappresentazioni-feticcio costruite ad hoc.

Il turista è in questa fase alla ricerca di esperienze reali, da vivere sui posti tramite il contatto diretto con i territori e con le popolazioni.

Dal Duemila ai giorni nostri si assiste allo sviluppo del cosiddetto “turismo di terza generazione” caratterizzato da un mercato che da un lato continua a proporre un’offerta standardizzata (da consumare all’interno dei villaggi turistici nell’alveo dei viaggi organizzati) e dall’altro inizia ad ascoltare le esigenze dei nuovi viaggiatori, andando incontro alle loro esigenze per cercare di soddisfarle al meglio.

1. Landscape (inteso come paesaggio rurale e urbano); 2. Leisure (Inteso come stare bene, divertirsi e oziare); 3. Learning (Inteso come desiderio di apprendimento).

Queste impostazioni sono precursorie di nuove forme di turismo come quello culturale, all’aria aperta, il turismo d’affari ecc.

A tal proposito Santoro Lezzi (2004, p.180) sostiene come «il turismo balneare non soddisfa più le accresciute esigenze dei turisti che si muovono alla scoperta del “nuovo”, di tutto ciò che costituisce la cornice preziosa fatta di storia, di arte, di civiltà, di cultura».

Il turista odierno non si accontenta di visite frettolose o di seguire percorsi preconfezionati come in passato ma richiede maggiori approfondimenti, nuove conoscenze e partecipazione (Gasparini, 2004, p.65).

Gemmiti e Conti Pourger (2004, p.403) sottolineano come la partecipazione sia considerata un questione prioritaria nelle operazioni di promozione e pianificazione del turismo sostenibile che grazie al coinvolgimento di tutti gli attori locali permette di avere una visione olistica della pianificazione stessa.

La crescita di questi nuovi turismi che Dallari (2004, p.321) chiama “turismi della postmodernità” è sicuramente stata alimentata dai nuovi sviluppo raggiunti col turismo online che trova terreno fertile nei tanti siti e agenzie presenti sul web, i quali permettono al turista di organizzarsi la vacanza in modo libero e indipendente.

Si tratta di tipologie di turismi che permettono da un lato lo svolgimento di una vacanza realmente capace di arricchire le persone e dall’altro uno sviluppo equilibrato e armonioso delle popolazioni locali e dei territori ospitanti.

Come riportato nella XVIII edizione del Rapporto sul Turismo Italiano (Becheri e Maggiore, 2011, p.286) sono molteplici gli effetti riscontrabili sui territori in seguito all’implementazione di virtuosi modelli di sviluppo turistico sostenibili:

 effetti economici ascrivibili generalmente alla nascita e all’ampliamento di nuove attività e produzioni che generando nuovi posti di lavoro, aumento del reddito e maggiore capacità di spesa dei residenti che alimentano ulteriormente il circuito economico interno.

 effetti sociali costituiti da interventi indirizzati a rendere l’area più attraente verso i turisti e che generano al contempo vantaggi anche per la comunità locale come avviene con l’ammodernamento e la nascita di nuove infrastrutture di base

e ricreative, con le opere di miglioria urbana dei centri abitati, con l’aumento della qualità della vita in generale anche in funzione della migliore immagine attribuita all’area.

 effetti culturali dovuti ai contatti che le popolazioni locali instaurano con i visitatori e i turisti permettendo una maggiore apertura mentale e un maggior recupero delle tradizioni locali accompagnato da un aumento dei marchi di qualità e di tutela delle produzioni e delle risorse artistiche locali.

 effetti sull’ambiente rappresentati dalla maggiore tutela del paesaggio e del patrimonio di risorse ambientali presenti.

Il turismo genera quindi numerose esternalità, alcune delle quali positive, che si rinvengono negli incrementi di benefici per entrambe le parti coinvolte nel processo di scambio, turisti e destinazioni turistiche, in linea con gli obiettivi della Carta di Lanzarote.

Per questi motivi la sostenibilità del turismo diventa un elemento di concorrenzialità dei territori all’interno delle nuove forme di competizione turistica (Morelli e Buono, 2004). Sono numerosi i documenti di policy ispirati ai principi della Carta di Lanzarote che la comunità internazionale ha stilato negli anni:

 il “Rapporto del Gruppo per la Sostenibilità del Turismo” (GST, 2004) in cui si ribadisce come il turismo in Europa per poter essere competitivo debba necessariamente essere sostenibile, essendo lo sviluppo delle destinazioni turistiche strettamente connesso al contesto ambientale, alle caratteristiche culturali, all’interazione sociale, alla sicurezza e al benessere delle popolazioni locali;

 l’Agenda dell’UNWTO e dell’ambiente delle Nazioni Unite - UNEP (2005) in cui il tema del turismo sostenibile è affrontato attraverso 12 punti programmatici;

 l’Agenda per un turismo europeo sostenibile e competitivo dell’Unione Europea (CE, 2007) in cui sono indicati gli obiettivi che il turismo europeo dovrebbe perseguire: la prosperità economica, l’equità sociale e la coesione, la protezione ambientale e culturale.

Nel documento si specifica che il raggiungimento dei suddetti obiettivi e il rafforzamento della competitività delle destinazioni turistiche richiedono una gestione complessa del fenomeno che sia in grado di coinvolgere tutti gli attori

del sistema turistico, prevedendo un monitoraggio continuo degli impatti attraverso l’impiego di indicatori di sostenibilità che identifichino le soglie di capacità di carico fisica, economica e sociale.

In coerenza con quanto esposto, si rileva che nelle aree rurali possono svilupparsi diverse tipologie di turismo (enogastronomico, culturale, verde, agriturismo ecc.) riconducibili a una matrice comune, quella del turismo rurale, in risposta a un’esigenza socio-culturale recente, conseguenza dell’affermarsi della società postindustriale (Gasparini, 2004).