suggerimenti operativi per i soggetti interessati che intendono affrontare il tema delle diagnosi energetiche, mirando alla standardizzazione della reportistica e della rendicontazione. In particolare sono stati proposti un percorso logico operativo lungo il quale strutturare ed articolare la diagnosi energetica ed uno schema per analizzare la struttura energetica del sito oggetto di diagnosi. Inoltre con numerose associazioni di categoria39 sono state elaborate specifiche linee guida per i relativi associati, ma a disposizione di tutti, nelle quali vengono fornite alle imprese le indicazioni necessarie ad adempiere correttamente a quanto previsto dall’articolo 8 del Decreto Legislativo 102/2014.
4.3.2 La raccolta dei dati sui consumi energetici dei siti produttivi
Al fine di agevolare i soggetti interessati nell’adempiere all’obbligo previsto dall’art. 8, in collaborazione con tutti i principali stakeholder coinvolti, ENEA ha proposto uno schema innovativo per analizzare la struttura energetica del sito in esame, partendo dalla definizione di uno schema energetico aziendale (“alberatura”) che, attraverso un percorso articolato su più livelli, consente di avere un quadro completo ed esaustivo della realtà dell’impresa al fine di definire al meglio la prestazione energetica di uno stabilimento o in un sito produttivo, per ogni vettore energetico (elettrico, termico, vapore, acqua surriscaldata ecc.) acquistato e utilizzato nel sito in esame, suddividendo quindi i relativi consumi annui tra le diverse utenze presenti nel sito stesso.
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ABI Lab per le banche, CONFINDUSTRIA Ceramica, ASSOCARTA, ASSOTELECOMUNICAZIONI-ASSTEL, FEDERDISTRIBUZIONE, ASSOIMMOBILIARE, ASSOVETRO, ASSOFOND. Per informazioni e approfondimenti si veda:
http://www.agenziaefficienzaenergetica.it/per-le-imprese/diagnosi-energetiche. Antonio Panvini
Direttore Generale CTI - Comitato Termotecnico Italiano
Qual è il punto di vista del Comitato Termotecnico Italiano sull’obbligo delle diagnosi energetiche alla luce del D.Lgs. 102/2014?
Il CTI, in qualità di soggetto normatore che su incarico di UNI elabora la normativa tecnica di settore, ha intrapreso da tempo un cammino che punta all’efficienza energetica seguendo un percorso di qualità. La particolare attenzione volta ad aiutare lo sviluppo di un mercato in cui si devono necessariamente muovere operatori competenti e qualificati (ESCO, EGE, Auditor) che attuano interventi secondo protocolli e schemi condivisi (servizi di miglioramento dell'efficienza, diagnosi energetiche, sistemi di gestione dell'energia) ha portato ad una serie di norme tecniche che costituiscono oggi una base importante per migliorare l'efficienza energetica in tutti i settori, in accordo con i requisiti richiesti dal legislatore.
Il contesto normativo: normativa cogente (Allegato II del d.lgs. 102/2014), normativa volontaria (UNI EN 16247) e soggetti abilitati
Qual è il punto di vista del Comitato Termotecnico Italiano sull’obbligo delle diagnosi energetiche alla luce del D.Lgs. 102/2014?
Il CTI, in qualità di soggetto normatore che su incarico di UNI elabora la normativa tecnica di settore, ha intrapreso da tempo un cammino che punta all’efficienza energetica seguendo un percorso di qualità. La particolare attenzione volta ad aiutare lo sviluppo di un mercato in cui si devono necessariamente muovere operatori competenti e qualificati (ESCO, EGE, Auditor) che attuano interventi secondo protocolli e schemi condivisi (servizi di miglioramento dell'efficienza, diagnosi energetiche, sistemi di gestione dell'energia) ha portato ad una serie di norme tecniche che costituiscono oggi una base importante per migliorare l'efficienza energetica in tutti i setIl contesto normativo: normativa cogente (Allegato II del d.lgs. 102/2014), normativa volontaria (UNI EN 16247) e soggetti abilitatori, in accordo con i requisiti richiesti dal legislatore.
Il contesto normativo: normativa cogente (Allegato II del d.lgs. 102/2014), normativa volontaria (UNI EN 16247) e soggetti abilitati
La normazione tecnica nasce come strumento volontario a supporto del mercato e spesso tale rimane, ma quando ben strutturata e concepita diventa strumento utile all’utente per adempiere al meglio agli obblighi richiesti dal legislatore. Anche quest’ultimo, sempre più spesso, riconosce alla norma tecnica l’utile ruolo di regola condivisa da suggerire per adeguarsi in maniera più facile ai disposti legislativi. Questo è ciò che riteniamo possa essere accaduto nel caso specifico della serie UNI CEI EN 16247 sulle diagnosi energetiche. Pur rimanendo strumenti volontari, queste norme contengono tutti gli elementi utili per poter dimostrare di essere in linea con l’allegato II del d.lgs. 102/2014. Proprio per questo, già nel 2015 il CTI predispose una tabella di correlazione ad uso e consumo del mercato per spiegare come le norme sulle diagnosi o la ISO 50001 potessero essere utilizzate per consentire il rispetto dei requisiti del decreto. Nell’ambito della EUSEW 2017 - European Union Sustainable Energy Week - si sono succeduti vari incontri strategici tra cui uno, alla cui organizzazione ha contribuito il CTI, in cui ENEA e lo stesso CTI hanno evidenziato ai rappresentanti della Commissione Europea il ruolo della normazione tecnica come strumento fondamentale per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. A loro si è aggiunta la voce degli operatori industriali, con cui sia CTI che ENEA collaborano da tempo, senza il cui contributo le norme tecniche non potrebbero essere dei veri documenti condivisi. Ma la normazione tecnica non parla solo di servizi. Una grossa sfida per il futuro del mercato si gioca attorno alla qualifica degli operatori e alla possibilità, per gli stessi, di dimostrare in maniera condivisa e trasparente la propria professionalità. Norme come la UNI CEI 11352 (ESCO), la UNI CEI 11339 (EGE) o la UNI CEI EN 16247-5 (Auditor Energetici) sono oramai un riferimento anche nell’ordinamento legislativo nazionale e rappresentano il tentativo concreto di muoversi a passi più o meno estesi verso soggetti in grado di svolgere il ruolo a loro richiesto dal mercato in maniera efficace, efficiente e professionale a garanzia del risultato finale atteso dal sistema: il miglioramento dell’efficienza energetica.
Quali le iniziative CTI - ENEA nel quadro normativo in ambito nazionale ed internazionale
ENEA e CTI collaborano da anni sui temi dell’efficienza energetica, delle prestazioni energetiche degli edifici, delle specifiche tecniche di dispositivi, impianti e sistemi. Ultimamente la collaborazione è ancora più forte: le esigenze di lavorare fianco a fianco su temi di interesse generale hanno portato a significative iniziative congiunte. Ne è un esempio la predisposizione di proposte, sottoposte al Ministero dello Sviluppo Economico, di FAQ su temi quali la contabilizzazione del calore o i requisiti minimi legati alle prestazioni energetiche degli edifici; ma anche la collaborazione sui tavoli ACCREDIA per la definizione degli schemi di certificazione di ESCO, EGE o Auditor oppure le attività inserite nell’ambito del Programma Ricerca di Sistema Elettrico sempre volte, secondo le rispettive competenze, a risolvere piccoli e grandi problemi tecnici di settore. Sono alcuni esempi di collaborazioni che hanno funzionato, ma non ci si ferma qui. Dobbiamo aggiungere il lavoro che si sta portando avanti insieme per definire una norma europea sulla progettazione dei piani di misurazione e monitoraggio per l’efficienza energetica oppure per integrare, con linee guida operative, le norme sulle diagnosi energetiche. Ultima e recente tematica di interesse comune è quella dei contenuti tecnici dei contratti EPC, sui cui si lavorerà nel prossimo futuro.
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In pratica si realizza un inventario il più dettagliato possibile delle utenze che consumano i vari vettori energetici: per facilitare la sua realizzazione e le successive elaborazioni, le utenze possono essere raccolte in funzione del centro di consumo a cui fanno riferimento, calcolando poi per ogni utenza l’incidenza del suo consumo sui consumi totali. In pratica, ogni sito aziendale è rappresentato secondo lo schema di flusso riportato in Figura 4.3 che caratterizza la Struttura Energetica Aziendale: l’azienda è suddivisa in aree funzionali, per le quali si procede all’acquisizione dei dati energetici, sia dai contatori generali per i dati complessivi, sia dai contatori dedicati per i dati energetici dei sottoinsiemi, replicando per ogni vettore energetico utilizzato dall’azienda la struttura ad albero presentata.
L’organizzazione delle attività nel loro complesso è suddivisa nel modo seguente:
• Attività principali ("aree funzionali", "lavorazioni" o "reparti"). In tale descrizione vanno inserite tutte le attività legate all’articolazione della produzione o che caratterizzano il servizio erogato, distinte per tipologia di prodotto/servizio laddove applicabile, e strutturate in fasi funzionali ben distinte. Questo approccio è il passo fondamentale in quanto ogni area funzionale dovrà essere caratterizzata da fasi della realtà aziendale ben enucleabili dal contesto generale e per le quali è univocamente possibile individuare i fabbisogni energetici e la specifica destinazione d’uso.
• Servizi ausiliari ed accessori. In tale descrizione vanno inserite tutte le attività a supporto delle attività principali quali ad esempio il sistema di produzione dell’aria compressa, la centrale termica, la centrale frigo, i sistemi di aspirazione, di movimentazione dei materiali ecc.. Questa parte di attività è di norma molto complessa in quanto può non esserci una correlazione diretta tra queste e le specifiche tipologie di prodotto/servizio oppure le diverse aree funzionali della realtà aziendale.
• Servizi generali (c.d. “utilities”). In tale descrizione vanno inserite tutte le attività che sono connesse al processo produttivo/servizio offerto i cui fabbisogni però non sono ad essi strettamente correlati. Di questo contesto fanno parte l’illuminazione, il riscaldamento, la climatizzazione in generale, gli uffici ecc.. Questa parte di attività è altresì importante in quanto le specifiche destinazioni d’uso vanno definite in maniera puntuale, ad esempio il livello di luminosità o il livello di climatizzazione in funzione delle condizioni di utilizzo delle specifiche aree. Una volta fornito il consumo di ogni utenza individuata, afferente all’anno solare cui la diagnosi si riferisce, la “Struttura Energetica Aziendale” permette quindi di assegnare un indice prestazionale (consumo specifico) significativo ad ogni fase che costituisce la realtà aziendale, mettendo in correlazione l’energia consumata sia con il prodotto finito, che con la sua specifica destinazione d’uso. Ciò consente di valutare per ogni fase significativa della
Figura 4.3 - Esempio di Struttura Energetica Aziendale di un sito produttivo
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