Altri indicatori
SDG 1.2.1 Percentuale di popolazione che vive al di sotto della soglia di povertà nazionale, per sesso ed età
Nel 2017 si stima che 1 milione 778 mila famiglie (6,9% delle famiglie residenti) siano in condizione di povertà assoluta in Italia, per un totale di 5 milioni e 58 mila individui (8,4% dell’intera popolazione). Il numero di famiglie in povertà assoluta e il numero degli individui registrano il valore più alto dal 2005.
Tra gli individui in povertà assoluta si stima che le donne siano 2 milioni 472mila (incidenza pari all’8,0%), i minorenni 1 milione 208mila (12,1%), i giovani di 18-34 anni 1 milione e 112mila (10,4%, valore più elevato dal 2005) e gli anziani 611mila (4,6%). Le condizioni dei minori rimangono critiche: il valore dell’incidenza è pari al 12,1%, continua la crescita dell’incidenza fra gli adulti tra i 35 e i 64 anni (da 2,7% del 2005 a 8,1% del 2017).
0 5 10 15
2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
0-17 anni 18-34 anni 35-64 anni 65 anni e più
Figura 1.7 - Percentuale di popolazione che vive in condizione di povertà assoluta per classe d’età - Anni 2005-2017
In sintesi
La povertà in Europa si mantiene stabile nel 2016 rispetto al 2015, con un’incidenza pari al 23,5% della popolazione (118 milioni di individui a rischio di povertà o esclusione
sociale).
In Italia la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è pari al 30%
(18.136.663 individui) ed è aumentata rispetto all’anno precedente rimanendo molto lonta-no dall’obiettivo di Europa 2020.
L’indicatore di povertà o esclusione sociale è multidimensionale e corrisponde alla quo-ta di persone che presenquo-tano almeno una delle seguenti situazioni: 1) sono a rischio di povertà di reddito, 2) sono gravemente deprivate materialmente, 3) vivono in famiglie con una molto bassa intensità lavorativa.
La povertà di reddito riguarda il 20,6% della popolazione, in aumento rispetto al 19,9% del 2015; la grave deprivazione materiale il 12,1%, in crescita (era 11,5%), e la quota di chi vive in famiglie con una intensità di lavoro molto bassa è del 12,8%, in aumento rispetto al 2015, quando era l’11,7%.
Le disparità regionali sono molto ampie sia per l’indicatore composito sulla povertà
o esclusione sociale, sia per i tre indicatori in cui si articola: il Mezzogiorno presenta i valori maggiori per tutti e quattro gli indicatori. Quasi la metà degli individui nel Mezzogiorno sono a rischio di povertà o esclusione sociale (46,9%) contro un individuo ogni cinque nel Nord (19,4%).
Nel 2017 si stima siano 5 milioni e 58mila gli individui in povertà assoluta.
L’inci-denza di povertà assoluta per gli individui è dell’8,4% nel 2017. Le condizioni dei minori
rimangono critiche: il valore dell’incidenza è pari al 12,1%, in peggioramento la condizio-ne dei giovani, degli adulti e degli anziani.
Rif.
SDG Indicatori lungo termine medio termineVARIAZIONI breve termine
2006-2016 2006-2011 2011-2016 2015-2016
1.2.1
Povertà assoluta a b c d
Incidenza di povertà relativa individuale a b c d
1.2.2
Percentuale di popolazione che vive in condizione di povertà o esclusione sociale
Grave deprivazione materiale
Individui in famiglie a bassa intensità lavorativa
% di persone che vive in famiglie con un reddito disponibile equivalente, inferiore al 60% del reddito mediano 1.3.1
Popolazione di 16 anni e più che non ha effettuato cure mediche di cui aveva bisogno perchè troppo costose
1.4.1
Percentuale di persone che vivono in abitazioni con problemi strutturali o problemi di umidità
Tasso di sovraccarico del costo della casa
LEGENDA NOTE
Netto miglioramento (a) 2007-2017 (b) 2007-2012 (c) 2012-2017 (d) 2016-2017 Lieve miglioramento Stabilità Lieve peggioramento Netto peggioramento
GOAL 2 - PORRE FINE ALLA FAME, RAGGIUNGERE LA
SICUREZZA ALIMENTARE, MIGLIORARE LA NUTRIZIONE E
PROMUOVERE UN’AGRICOLTURA SOSTENIBILE
1Presentazione del Goal
2Il Goal 2 è inteso a garantire all’intera umanità l’accesso a un’alimentazione sana e nu-triente. Benché i problemi della fame e della sicurezza alimentare si concentrino nei paesi in via di sviluppo, la strategia coinvolge tutti i paesi del mondo in uno sforzo di miglioramento degli aspetti quantitativi e qualitativi della nutrizione (inclusa la lotta all’eccesso di peso nei paesi più sviluppati) e di promozione dell’agricoltura sostenibile.
All’attuazione di tale strategia concorrono diversi fattori, considerati essenziali per ga-rantire la sicurezza alimentare a una popolazione mondiale in rapida crescita e la sostenibi-lità ambientale della produzione di cibo: dal buon funzionamento del mercato agricolo a un equo accesso alla terra e alla tecnologia, dalle politiche di sostegno allo sviluppo rurale alla conservazione della diversità genetica vegetale e animale.
Nel contesto italiano, i progressi verso questo obiettivo possono essere monitorati principalmente nei campi della lotta alle cattive abitudini alimentari, del sostegno allo svi-luppo rurale e della promozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale.
1 Goal 2 - End hunger, achieve food security and improved nutrition and promote sustainable agriculture.
2 Questa sezione è stata curata da Luigi Costanzo. Hanno contribuito: Emanuela Bologna, Alfredo Cirianni, Cecilia Manzi e Gaetano Proto.
Target
Il Goal 2 è declinato in otto target. Due sono riferiti alla nutrizione:
2.1 Entro il 2030, porre fine alla fame e garantire a tutte le persone, in particolare ai poveri e alle persone più vulnerabili, tra cui i neonati, un accesso sicuro a cibo nutriente e sufficiente per tutto l’anno.
2.2 Entro il 2030, porre fine a tutte le forme di malnutrizione; raggiungere, entro il 2025, i traguardi concordati a livello internazionale contro l’arresto della crescita e il deperimento nei bambini sotto i 5 anni di età; soddisfare le esigenze nutrizionali di ragazze adolescenti, donne in gravidanza e allattamento e persone anziane.
Tre sono riferiti alla produzione del cibo:
2.3 Entro il 2030, raddoppiare la produttività agricola e il reddito dei produttori di cibo su piccola scala, in particolare le donne, i popoli indigeni, le famiglie di agricoltori, i pastori e i pescatori, anche attraverso un accesso sicuro ed equo a terreni, altre risorse e input produttivi, conoscenze, servizi finanziari, mercati e opportunità per valore aggiunto e occupazioni non agricole.
2.4 Entro il 2030, garantire sistemi di produzione alimentare sostenibili e implementare pratiche agricole resilienti che aumentino la produttività e la produzione, aiutino a proteggere gli ecosistemi, rafforzino la capacità di adattamento ai cambiamenti climatici, a condizioni meteorologiche estreme, siccità, inondazioni e altri disastri, e migliorino progressivamente la qualità del suolo.
2.5 Entro il 2020, mantenere la diversità genetica delle sementi, delle piante coltivate, degli animali da allevamento e domestici e delle specie selvatiche affini, anche attraverso banche di semi e piante diversificate e opportunamente gestite a livello nazionale, regionale e internazionale; promuovere l’accesso e la giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dall’utilizzo delle risorse genetiche e della conoscenza tradizionale associata, come concordato a livello internazionale.
Altri tre, infine, riferiti agli strumenti di attuazione, riguardano le politiche agricole: 2.a Aumentare gli investimenti, anche attraverso il miglioramento della cooperazione
internazionale, in infrastrutture rurali, ricerca agricola e formazione, sviluppo tecnologico e nelle banche di geni vegetali e animali, al fine di migliorare la capacità produttiva agricola nei paesi in via di sviluppo e, in particolare, nei paesi meno sviluppati.
2.b Correggere e prevenire restrizioni commerciali e distorsioni nei mercati agricoli mondiali, anche attraverso l’eliminazione parallela di tutte le forme di sovvenzioni alle esportazioni agricole e di tutte le misure di esportazione con effetto equivalente, conformemente al mandato del Doha Development Round.
2.c Adottare misure per garantire il corretto funzionamento dei mercati delle materie prime alimentari e loro derivati e facilitare l’accesso rapido alle informazioni di mercato, incluse le riserve di cibo, al fine di contribuire a limitare l’instabilità estrema dei prezzi dei beni alimentari.
Indicatori diffusi dall’Istat
Gli indicatori diffusi dall’Istat per il Goal 2 sono dieci, riferibili a cinque degli indicatori Sdg, a loro volta afferenti a quattro degli otto target (Tabella 2.1). Dei dieci indicatori, uno corrisponde esattamente alla descrizione fornita nei metadati Sdg, altri quattro possono considerarsi proxy degli indicatori richiesti o coprono solo parzialmente i fenomeni da mo-nitorare, e cinque sono indicatori di contesto nazionale.
Indicatori Rispetto
all’indicatore SDG Valore ultimo
periodo disponibile
SDG 2.2.2 - Prevalenza della malnutrizione tra i bambini sotto i 5 anni di età, per tipo (Deperimento ed Eccesso di peso)
Eccesso di peso dei bambini (6-10 anni) (Istat, 2015/16, %) Proxy 34,2 Eccesso di peso di bambini e adolescenti (6-17 anni) (Istat, 2015/16, %) Di contesto nazionale 24,7 Eccesso di peso degli adulti (18 anni e più) (Istat, 2017, %) Di contesto nazionale 44,8
SDG 2.3.1 - Volume della produzione per unità di lavoro, per classi di dimensione dell’azienda agricola/forestale/zootecnica
Produzione per unità di lavoro delle aziende agricole con fatturato < 15 mila euro
(Istat-CREA, 2015, euro) Proxy 18.492
Produzione per unità di lavoro delle aziende agricole (Istat-CREA, 2015, euro) Di contesto nazionale 53.228
SDG 2.3.2 - Reddito medio dei piccoli produttori agricoli, per sesso e condizione indigena
Margine operativo lordo delle aziende agricole con fatturato < 15 mila euro (Istat-CREA,
2015, euro) Proxy 2.134
Margine operativo lordo delle aziende agricole (Istat-CREA, 2015, euro) Di contesto nazionale 14.692
SDG 2.4.1 - Quota di superficie agricola destinata all’agricoltura sostenibile e produttiva
Quota di superficie agricola utilizzata investita da coltivazioni biologiche (Istat, 2016, %) Proxy 12,3 Emissioni di ammoniaca prodotte dal settore agricolo (ISPRA, 2015, t) Di contesto nazionale 377.937
SDG 2.a.1 - Indice di orientamento all’agricoltura della spesa pubblica
Indice di orientamento all’agricoltura della spesa pubblica (Istat, 2016, %) Identico 0,25