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RAGGIUNGERE L’UGUAGLIANZA DI GENERE

Altri indicatori

GOAL 5 RAGGIUNGERE L’UGUAGLIANZA DI GENERE

ED EMANCIPARE TUTTE LE DONNE E LE RAGAZZE

1

Presentazione del Goal

2

Nonostante i progressi ottenuti nella parità di genere e nell’emancipazione, nel mondo le donne e le ragazze continuano ad essere vittime di discriminazioni e violenza.

Il Goal 5 si propone di eliminare per tutte le donne, di tutte le età, ogni forma di di-scriminazione e violenza così come ogni tipo di pratica dannosa, come i figli indesiderati, i matrimoni precoci o comunque forzati e le mutilazioni genitali.

Il Goal 5 chiede per tutte le donne e le ragazze parità di diritti e di accesso alle risorse economiche, naturali e tecnologiche; la piena ed efficace partecipazione e la pari opportuni-tà di leadership a tutti i livelli decisionali politici ed economici, così come il riconoscimento delle attività prestate a titolo gratuito per la cura della famiglia e per il lavoro domestico.

La parità di genere non è solo un diritto umano fondamentale, ma anche condizione imprescindibile per un mondo prospero, sostenibile e in pace.

1 Goal 5 - Achieve gender equality and empower all women and girls.

2 Questa sezione è stata curata da Miria Savioli ed hanno contribuito: Tania Cappadozzi, Isabella Corazziari, Maria Giuseppina Muratore, Marzia Loghi, Federica Pintaldi.

Target

Il Goal 5 è declinato in nove target, di cui gli ultimi tre riferiti agli strumenti di attuazione. 5.1 Eliminare ogni forma di discriminazione verso le donne, di qualsiasi età, in ogni parte

del mondo.

5.2 Eliminare ogni forma di violenza sulle donne, di qualsiasi età, nella sfera pubblica e privata, compresi la tratta degli esseri umani e qualsiasi forma di sfruttamento, sessuale o meno.

5.3 Eliminare ogni pratica dannosa quali i matrimoni precoci o comunque forzati e le mutilazioni genitali femminili.

5.4 Riconoscere e valorizzare il lavoro domestico e di cura non retribuiti, fornendo servizi pubblici, infrastrutture e politiche di protezione sociale, così come la promozione di responsabilità condivise all’interno del nucleo familiare, nel rispetto degli standard nazionali.

5.5 Garantire la piena ed effettiva partecipazione femminile e le pari opportunità di leadership ad ogni livello decisionale nella vita politica, economica e pubblica.

5.6 Garantire l’accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva e ai diritti in ambito riproduttivo, come concordato in base al Programma d’Azione della Conferenza internazionale su popolazione e sviluppo e alla Piattaforma d’Azione di Pechino e ai documenti prodotti nelle successive conferenze.

5.a Avviare riforme per dare alle donne pari diritti di accesso alle risorse economiche così come alla proprietà ed effettivo controllo delle terre ed altre forme di proprietà, ai servizi finanziari, alle eredità e risorse naturali, in conformità con le leggi nazionali.

5.b Rafforzare l’utilizzo di tecnologie abilitanti, in particolare le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, per promuovere l’emancipazione della donna.

5.c Adottare e intensificare politiche rigorose e normative effettivamente applicabili per la promozione della parità di genere e l’emancipazione di tutte le donne, a tutti i livelli.

Indicatori diffusi dall’Istat

Gli indicatori diffusi dall’Istat per il Goal 5 sono 18 (Tabella 5.1), riferiti a sette dei nove target.

Per il nostro Paese il monitoraggio del Goal 5, “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”, si concentra in primo luogo sulla violenza fisica, ses-suale o psicologica subita dalle donne da parte di partner o ex partner, così come sulla violenza fisica subita da un uomo diverso dal partner. Viene inoltre monitorata la presenza delle donne nel Parlamento e nei governi locali e l’occupazione femminile nelle posizioni direttive apicali (or-gani decisionali e consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa), senza tralasciare il lavoro domestico e di cura, il lavoro volontario non retribuito e la salute sessuale e riproduttiva. Per l’insieme degli indicatori per il monitoraggio degli SDGs sono previste infine le di-saggregazioni utili per valutare il grado di raggiungimento della parità di genere: ciò è vero, ad esempio, per gli indicatori relativi all’istruzione, all’occupazione e agli omicidi.

Indicatori Rispetto all’indicatore

SDG Valore ultimo periodo

disponibile

SDG 5.2.1 - Proporzione di donne e ragazze (di almeno 15 anni d’età) che hanno avuto almeno un partner nella vita e sono sta-te vittime negli ultimi 12 mesi di violenza fisica, sessuale o psicologica da parsta-te di un partner attuale o del passato, per forma di violenza e per gruppo d’età

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un partner o da un ex-partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Proxy 4,9 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito stupro o tentato stupro da un

partner o da un ex-partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Di contesto nazionale 0,6 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica da un partner o

da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 1,6

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza sessuale da un

partner o da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 0,7 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un partner o da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 2 Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza psicologica da un

partner o da un ex-partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Proxy 9,2

SDG 5.2.2 - Proporzione di donne e ragazze (di almeno 15 anni d’età) che hanno subito negli ultimi 12 mesi violenza sessuale da parte di persone che non fossero i partner, per gruppo d’età e luogo dove si è perpetrata la violenza

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da

un uomo non partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Proxy 7,7

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza sessuale da un uomo

non partner negli ultimi 12 mesi (Istat, 2014, %) Identico 1,6

Proporzione di donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito stupro o tentato stupro da un

uomo non partner negli ultimi 5 anni (Istat, 2014, %) Di contesto nazionale 0,6 SDG 5.4.1 - Percentuale di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito, per sesso, età e luogo

Rapporto tra i tassi di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età

prescolare e delle donne senza figli (Istat, 2017, %) Di contesto nazionale 75,5 Quota di tempo dedicato al lavoro non retribuito, domestico e di cura (Istat, 2013-2014, %) Identico 13,5 Quota di tempo dedicato al lavoro volontario non retribuito (Istat, 2013-2014, %) Di contesto nazionale 0,8 SDG 5.5.1 - Proporzione di posti occupati da donne in Parlamento e nei governi locali

Quota di donne elette al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati (Istat,

2018, %) Proxy 35,4

Quota di donne elette nei Consigli Regionali (Singoli consigli regionali, 2018, %) Proxy 20,1 SDG 5.5.2 - Proporzione di donne in posizioni direttive

Donne negli organi decisionali (Autorità della privacy, Agcom, Autorità della concorrenza e del mercato, Corte Costituzionale, Consiglio Superiore Magistratura, Ambasciatori, Consob, 2018, %)

Proxy 14,9

Donne nei consigli d’amministrazione delle società quotate in borsa (Consob, 2017, %) Proxy 33,6 SDG 5.6.1 - Proporzione di donne (di età tra 15 e 49 anni) che prendono decisioni informate su relazioni sessuali, uso degli anticoncezionali e assistenza alla salute riproduttiva.

Tasso di abortività volontaria delle donne di 15-49 anni (Istat, 2016, per 1.000) Di contesto nazionale 6,3 SDG 5.b.1 - Proporzione di individui che posseggono un telefono cellulare, per sesso.

Persone di 6 anni e più che usano il cellulare almeno qualche volta l’anno, per 100

persone con le stesse caratteristiche (Istat, 2017, %) Proxy 92,1

Focus

SDG 5.2.1 - Quota di donne e ragazze (di almeno 15 anni d’età) che hanno avuto almeno un partner

nella vita e sono state vittime negli ultimi 12 mesi di violenza fisica, sessuale o

psicologi-ca da parte di un partner attuale o ex partner, per forma di violenza e per gruppo d’età

La violenza fisica e sessuale sulle donne e le ragazze è presente in tutti i paesi e in gran parte dei casi l’autore è il partner. Nei casi più estremi la violenza contro le donne può por-tare alla morte. Nel 2012, quasi la metà di tutte le donne che sono state vittime di omicidio intenzionale in tutto il mondo è stata uccisa da un partner o da un familiare, rispetto al 6% delle vittime di sesso maschile.

Secondo indagini condotte tra il 2005 e il 2016 in 87 paesi, il 19% delle donne di 15-49 anni ha dichiarato di aver subito violenze fisiche o sessuali da parte del partner/ex partner nei 12 mesi precedenti l’intervista3.

La prevalenza della violenza sulle donne varia sia all’interno sia tra le diverse aree geo-grafiche. I valori più bassi si riscontrano in Europa, dove la maggior parte dei 29 paesi che hanno dati disponibili registra livelli inferiori al 10% (con l’eccezione della Moldavia dove la quota sfiora il 15%).

In Italia, l’Indagine sulla Sicurezza delle donne realizzata nel 2014 ha messo in luce come la violenza contro le donne sia un fenomeno ampio e diffuso: sono 6 milioni e 788 mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni. A compiere le violenze più gravi sono i partner attuali o precedenti: il 62,7% degli stupri subiti nel corso della vita è stato

3 Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/report/2017/goal-05/ 23,1 22,3 21,0 12,4 7,8 6,1 19,0 0 5 10 15 20 25 Asia centrale e

meridionale (7) sub-saharianaAfrica (27)

America Latina

e Caraibi (10) settentrionale eAfrica Asia occidentale

(5)

Asia

sud-orientale (3) Europa (29) Mondo

Figura 5.1 - Donne e ragazze di 15-49 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da parte di un partner o ex-partner nei 12 mesi precedenti l’intervista - Anni 2005-2016 (ultimo disponibile) (per 100 donne e ragazze di 15-49 anni)

Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/report/2017/goal-05/

Nel grafico sono riportati i dati di 81 paesi relativi al periodo 2005-2016. Il numero di paesi rappresentati in ciascuna regione è indicato tra parentesi. Per il Nord America i dati non sono disponibili. Nel grafico non è rappresentata l’Oceania perché non sono disponibili i dati di Australia e Nuova Zelanda.

commesso da un partner attuale o precedente, mentre gli sconosciuti sono stati nella mag-gior parte dei casi autori di molestie sessuali (76,8%).

Per comprendere i cambiamenti nel tempo si possono confrontare i dati dell’indagine condotta nel 2014, riferiti alle violenze subite dalle donne nei 5 anni precedenti l’intervista, con i dati relativi allo stesso intervallo di tempo raccolti nella precedente indagine condotta nel 2006.

Il confronto tra le due indagini mostra segnali incoraggianti: è diminuita la quota di donne che ha subito episodi di violenza nei cinque anni precedenti l’intervista, sia per la violenza fisica sia per la violenza sessuale e psicologica. La diminuzione riguarda sia quella subita da parte dei partner (attuali o precedenti), sia quella da parte dei non partner e so-prattutto le forme meno gravi.

Tra il 2006 e il 2014 le violenze fisiche o sessuali subite dalle donne nei 5 anni prece-denti l’intervista sono passate dal 13,3% all’11,3%. Diminuisce sia la quota di donne che ha subito violenza fisica o sessuale dai partner e ex partner (dal 6,6% al 4,9%), sia dai non partner (dal 9,0% al 7,7%).

Emerge, inoltre, una maggiore presa di coscienza femminile: raddoppia la quota di donne che pensa che la violenza subita sia un reato, anche nel caso di violenza commessa dal partner.

Ciò è frutto dell’azione dei servizi sanitari, dei centri antiviolenza, delle forze dell’ordine, dell’evoluzione normativa, della attenzione crescente da parte dei media: tutti elementi che hanno fatto sì che crescesse la condanna sociale del fenomeno della violenza di genere contro le donne.

Tuttavia, permangono segnali fortemente negativi. Restano stabili, infatti, la quota di donne vittime di violenza estrema (stupri e tentati stupri) e l’incidenza delle forme più effe-rate di violenza (uso o minaccia di usare una pistola o un coltello, rispettivamente all’1,2% e 0,4%); le violenze, inoltre, risultano più gravi, con un aumento di quelle che hanno causato ferite ed una crescita della quota di donne che affermano di aver temuto per la propria vita.

13,3 6,6 9 1,2 0,7 11,3 4,9 7,7 1,2 0,6 0,60,6 0,6 0 2 4 6 8 10 12 14 Violenza fisica o sessuale da un uomo (a) Violenza fisica o sessuale da partner/ex-partner (b) Violenza fisica o sessuale da un uomo non partner (a) Stupro o tentato stupro da un uomo (a) Stupro o tentato stupro da un partner/ex-partner (b) Stupro o tentato stupro da un uomo non partner (a) 2006 2014

Figura 5.2 - Donne di 16-70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale da un uomo nei 5 anni precedenti l’intervista per tipo di autore. Italia - Anni 2006 e 2014 (per 100 donne di 16-70 anni con le stesse caratteristiche)

Fonte: Istat, Indagine sulla sicurezza delle donne (a) per 100 donne dai 16 ai 70 anni.

Altri indicatori

SDG 5.4.1 - Percentuale di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito, per sesso,

età e luogo

Il tempo impiegato dalle donne nel lavoro domestico e di cura non retribuito limita la possibilità di impiegare il loro tempo in altre attività, come l’istruzione e il lavoro retribuito. Secondo i dati relativi a 83 paesi le donne impiegano nel lavoro domestico e di cura non retribuito quasi il triplo delle ore rispetto agli uomini4.

I dati per un sottogruppo di paesi (principalmente paesi latinoamericani ed europei) suggeriscono che questa disparità aumenti nelle fasce di età in cui le donne hanno più probabilità di avere figli piccoli.

In Europa la quota di tempo giornaliero impiegato nel lavoro domestico e di cura varia per le donne tra il 19,7% della Romania al 13,8% dei Paesi Bassi, mentre per gli uomini oscilla dal 10,2% dell’Ungheria al 6,2% della Grecia5. In tutti i paesi europei con dati dispo-nibili gli uomini dedicano meno tempo delle donne a questo tipo di mansioni.

Il divario di genere è più alto in alcuni paesi dell’Europa meridionale (Italia, Grecia, Ser-bia) e in Romania, dove la distanza supera i 10 punti percentuali. Risulta invece più basso in Norvegia, Paesi Bassi, Finlandia e Germania (meno di 6 punti percentuali).

Nel 2013-2014 in Italia la quota di tempo giornaliero impiegato nel lavoro domestico e di cura non retribuito si attesta al 19,2% per le donne rispetto al 7,4% per gli uomini. Il

4 Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/report/2017/goal-05/

5 Fonte: Le informazioni relative al tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito sono disponibili solo per alcuni paesi dell’Ue perché l’indagine Uso del tempo è condotta su base volontaria. Fonte http://appsso.eurostat. ec.europa.eu/nui/show.do?dataset=tus_00age&lang=en / 0 5 10 15 20 25 Ital ia G re ci a R om an ia Se rb ia Sp ag na U ng he ria Au st ria Po lo ni a Lu ss emb ur go Es to nia R eg no U ni to Fr an cia Be lg io G er ma ni a Fin la nd ia Pa es i B as si N or ve gi a

Totale Maschi Femmine

Figura 5.3 - Quota di tempo dedicato al lavoro domestico e di cura non retribuito dalla popolazione di 15 anni e più in alcuni paesi europei (a) per sesso - Anni vari (b) (percentuale di tempo al giorno)

Fonte: Eurostat, Indagine armonizzata europea sull’Uso del tempo - Edizione 2018. http://appsso.eurostat.ec.europa.eu/nui/show. do?dataset=tus_00age&lang=en

(a) L’indagine Uso del tempo è condotta su base volontaria, è pertanto disponibile soltanto per alcuni paesi della Ue.

(b) 2008-2009: Austria; 2009-2010: Estonia, Spagna, Francia, Ungheria, Finlandia; 2010-2011: Romania, Norvegia e Serbia; 2011-2012: Paesi Bassi, Grecia; 2012-2013: Belgio, Germania, Polonia; 2013-2014: Italia (per l’Italia nel database Eurostat sono presenti i dati dell’edizione 2008-2009, qui aggiornati con i dati dell’ultima edizione 2013-2014); 2014-2015: Regno Unito, Lussemburgo.

divario di genere mostra una lieve diminuzione rispetto al 2002-2003 (da 14,3 a 11,8 punti percentuali) per effetto di una riduzione del tempo impiegato dalle donne nel lavoro dome-stico e di cura e un contestuale lieve aumento di quello impiegato dagli uomini.

Nonostante questo miglioramento, nel 2013-2014 l’Italia si colloca al primo posto in graduatoria per il divario di genere tra i paesi europei con dati disponibili.

Tale primato è solo in parte spiegato dalla bassa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, che nel 2014 vedeva l’Italia penultima tra i paesi europei per tasso di occu-pazione femminile, posizione peraltro rimasta immutata anche guardando agli ultimi dati disponibili per il 2017.

SDG 5.4.1 Rapporto tra tasso di occupazione delle donne di 25-49 anni con almeno un figlio in età