• Non ci sono risultati.

Quota di energia da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia

Indicatore 5.6.1 - Proporzione di donne (di età tra 15 e 49 anni) che prendono decisioni informate su relazioni sessuali, uso degli anticoncezionali e assistenza alla salute riproduttiva

SDG 7.2.1 Quota di energia da fonti rinnovabili sui consumi totali finali di energia

A livello globale, nel 2014 le FER (fonti energetiche rinnovabili) soddisfano il 18,7% dei consumi finali di energia, con una crescita complessiva piuttosto modesta rispetto al 2000 (17,5%), nonostante la crescente disponibilità e competitività di tale fonte energetica.

L’apporto delle fonti rinnovabili risulta estremamente differenziato a livello geografico, in relazione sia alla variabilità, di anno in anno, nella disponibilità di risorse ambientali e climatiche, sia alla disparità delle politiche di sostegno e incentivazione e dei relativi inve-stimenti adottati nei vari paesi nel corso del tempo.

L’energia rinnovabile trova ampio impiego nei paesi emergenti, dove risultano diffuse le tradizionali biomasse3, utilizzate, soprattutto nelle zone rurali, per riscaldamento e prepa-razione dei cibi, ma dove sono anche in crescita gli investimenti nello sviluppo delle nuove tecnologie. La quota di rinnovabili è pari al 73% tra i paesi meno sviluppati e al 43% tra i paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare.

Tra le aree geografiche, spicca l’Africa sub-sahariana che raggiunge un’incidenza di consumi da rinnovabili pari al 71%, grazie all’elevatissimo contributo di paesi quali la So-malia, la Repubblica democratica del Congo, l’Etiopia, il Laos, il Burundi (Figura 7.1). Par-ticolarmente basso, al contrario, il ricorso alle FER nell’Asia Occidentale e Centrale. Europa e Nord-America, pur collocandosi al di sotto della media globale, rappresentano l’area che registra il più elevato incremento relativo nell’incidenza di consumi da rinnovabili.

3 Le biomasse sono considerate fonte di energia rinnovabile dalle classificazioni normative e statistiche ufficiali. Il dibattito in materia è però ampio, non solo perché, per essere considerate energia “pulita” alla stessa stregua delle altre FER, le biomasse dovrebbero soddisfare ulteriori criteri di sostenibilità legati, perlopiù, ai processi di produzione, ma anche per i rischi per la salute insiti nelle elevate emissioni di polveri sottili derivanti dalla loro combustione.

3,6 3,7 10,3 11,8 12,5 14,9 18,3 27,0 31,3 31,3 36,5 70,3 0 10 20 30 40 50 60 70 80 Asia Occidentale Asia Centrale Nord Africa Europa e Nord America Australia e Nuova Zelanda Asia Orientale Mondo America Latina e Caraibi Asia Meridionale Asia Sud-orientale Oceania (a) Africa Sub-Sahariana

Figura 7.1 - Consumi di energia coperti da fonti rinnovabili per area geografica - Anno 2014 (percentuale del consumo totale finale di energia)

Fonte: https://unstats.un.org/sdgs/indicators/database/ (a) Escluse Australia e Nuova Zelanda

Con l’obiettivo di realizzare la transizione ad un’economia a basse emissioni di carbo-nio, le politiche europee in ambito energetico e climatico sono state orientate da vincoli progressivamente più stringenti, sino ad arrivare alla determinazione degli “Obiettivi 20-20-20” del Pacchetto Clima-Energia che, nell’ambito della più ampia Strategia Europa 2020, ha comportato per i paesi dell’Unione la definizione di differenziati target nazionali, il cui conseguimento concorre al raggiungimento dei target europei. Uno degli obiettivi riguarda la promozione dell’utilizzo delle fonti rinnovabili fino a soddisfare i consumi energetici finali lordi per almeno il 20% (Direttiva 2009/28/CE)4. Nel 2014, il Consiglio Europeo, nell’ambito del Quadro per il clima e l’energia 2030, ha approvato i nuovi target «40-27-27», adottati a livello italiano dalla Strategia Energetica Nazionale 2017, mentre sono attualmente in fase di negoziazione i nuovi obiettivi al 2030 approvati dal Parlamento Europeo a Gennaio 20185, in linea con gli obiettivi ambientali e di decarbonizzazione definiti dall’Accordo di Parigi.

Sul fronte delle energie rinnovabili, l’Italia ha recuperato una posizione di relativo ritar-do rispetto ad altri paesi europei, raggiungenritar-do sin dal 2014 il target del 17% di consumi coperti da fonte rinnovabile assegnatole per il 2020. Al raggiungimento dell’obiettivo hanno concorso il forte sviluppo della generazione elettrica da rinnovabile e, più in particolare, il massiccio incremento della produzione da impianti fotovoltaici, dovuto anche all’impor-tante politica di incentivazione messa in atto negli anni più recenti. Non bisogna tuttavia sottovalutare l’effetto sull’indicatore della contrazione dei consumi energetici complessivi indotta dalla crisi economica che ha interessato il nostro paese.

Grazie anche alla sempre maggiore diffusione delle FER, il nostro paese ha visto dimi-nuire nel corso del tempo la dipendenza energetica dai combustibili fossili prodotti all’este-ro, assottigliando lo svantaggio rispetto al profilo medio europeo: la percentuale di impor-tazioni sul fabbisogno energetico è infatti scesa in Italia dall’87% del 2000 al 78% del 2016, mentre nell’Ue è cresciuta dal 47 al 54%.

A seguito di un incremento di 10 punti percentuali rispetto al 2005 (adottato come ba-seline dalla maggior parte delle normative nazionali), nel 2016 l’Italia registra una quota di consumi energetici da rinnovabili del 17,4%, collocandosi sopra alla media dell’Ue (17,0%; pari a +8 punti percentuali rispetto al 2005), in posizione di vantaggio rispetto a paesi quali Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Belgio, Cipro e Regno Unito, ma ancora distante da paesi con una consolidata tradizione nell’ambito della produzione da rinnovabili, quali Svezia, Finlandia, Lettonia, Austria, Danimarca (Figura 7.2). L’analisi su base storica evidenzia però per il nostro Paese, a partire dal 2014, un rallentamento nella crescita dell’indicatore, de-terminato anche da condizioni climatiche sfavorevoli (relative alla piovosità, influente sulla produzione idroelettrica, e all’irraggiamento solare, su quella fotovoltaica), fino ad arrivare ad un lieve decremento nel 2016 (-0,1 punti percentuali), laddove per la media Ue si regi-stra ancora un incremento, sia pur lieve (+0,3).

4 Gli altri due obiettivi 20-20-20 si declinano in: riduzione del 20% dei gas serra rispetto ai livelli del 1990 (Direttiva 2009/29/CE) e incremento del 20% dell’efficienza energetica ai fini della diminuzione del fabbisogno di energia primaria (Direttiva 2012/27/Ue).

5 I target «40-27-27» prevedono il 40% di riduzione di gas serra e il 27% per il consumo di rinnovabili e l’incremento dell’efficienza energetica, mentre i target approvati dal Parlamento Europeo nel 2018 prevedono un ulteriore innalzamento al 35% per le rinnovabili e al 35% per l’efficienza energetica.

0 10 20 30 40 50 60 % Target 2020

Figura 7.2 - Consumi di energia coperti da fonti rinnovabili, per paese - Anno 2016 (percentuale del consumo finale lordo di energia)

Fonte: http://ec.europa.eu/eurostat

oltre 20 - 30 oltre 30 - 40 oltre 40

Figura 7.3 - Consumi di energia coperti da fonti rinnovabili, per regione - Anno 2015 (percentuale del consumo finale lordo di energia)

L’apporto di energia da FER risulta piuttosto variabile a livello territoriale (Figura 7.3). Le regioni che si caratterizzano per un più ampio ricorso a tale fonte energetica sono la Val-le d’Aosta, che soddisfa oltre l’80% del proprio fabbisogno grazie alVal-le rinnovabili, Val-le provin-ce autonome di Bolzano e Trento (rispettivamente 64% e 44%), la Calabria (39%), il Molise (37%) e la Basilicata (35%). La quota di consumi coperti da rinnovabile risulta elevata (da oltre 20% a 30%) anche in Sardegna, Abruzzo, Umbria e Friuli-Venezia Giulia. All’opposto, lo sfruttamento delle FER risulta ancora poco diffuso in Liguria (9%), Lazio (10%), Emilia-Romagna e Sicilia (12%), Lombardia (14%). Si collocano intorno ai valori medi italiani (da oltre il 15 al 20%), Puglia, Campania, Marche, Veneto, Toscana e Piemonte.