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Sebbene tra i due fondatori, la fama di Dorothy Day superi di gran lunga quella di Peter Maurin, l’apporto di quest’ultimo alla fondazione del movimento è stato fondamentale almeno quanto quello della prima. Day, infatti, conosceva poco la storia e la dottrina della chiesa cattolica prima dell’incontro con Maurin, mentre quest’ultimo, nato in Francia da una famiglia molto osservante e praticante, e col suo passato nella

108

Secondo Carol Byrne, questo episodio viene letto dai suoi sostenitori come un segno di approvazione divina della sua seguente carriera, Byrne, The Catholic Worker Movement (1933-

1980): A Critical Analysis, p. 1.

109

Secondo l’autobiografia della Day, l’incontro avvenne effettivamente l’8 dicembre, Day,

Una lunga solitudine. Autobiografia, p. 158; è così anche per Miller, Dorothy Day e il Catholic Worker Movement, p. 77. Non tutti i biografi della Day sono però concordi: Forest afferma con

sicurezza che si siano conosciuti il giorno successivo, 9 dicembre, All Is Grace. A Biography of

Dorothy Day, p. 100; Ellsberg afferma, invece, che soltanto alcuni resoconti affermino si siano

conosciuti lo stesso giorno della marcia, Ellsberg, All the Way to Heaven. The Selected Letters

of Dorothy Day, pp. 60-61.

110

Coles, Dorothy Day. A Radical Devotion, p. 12; Forest, All Is Grace. A Biography of

32 congregazione lasalliana, conosceva bene entrambi gli aspetti e li trasmise a Dorothy e all’intero movimento.

All’indomani della conversione Day era tutt’altro che una persona risolta. Aveva la fede, ma non sapeva bene come indirizzarla, come metterla effettivamente in pratica. Poco prima di incontrare il francese (nel dicembre 1932), al National Shrine of Immaculation di Washington recitò: “Una preghiera speciale, accompagnata da lacrime e dolore, perché mi si aprisse una qualche strada che mi consentisse di usare quel po’ di talento che avevo a favore di fratelli lavoratori e poveri”111. Sarebbe stato l’incontro con Maurin, con le sue idee e le sue visioni, a risolvere i suoi conflitti interiori ed esteriori che neppure la conversione era riuscita a sedare112. Afferma Day che senza Peter “I would never have been able to find a way of working that would have satisfied my conscience. Peter’s arrival changed everything, I finally found a purpose in my life and the teacher I needed.” Sicius scrive che se Dorothy non avesse incontrato Maurin, la sua spiritualità non avrebbe superato la dimensione personale e che “It was Maurin’s profund influence that transformed the latent energy of Day’s spirituality into the dynamic social force that became the Catholic Worker Movement”113. Questo perché a lui, e non a Day, si devono il programma, e tutte le teorie (personaliste e distribuiste) che stanno alla base del movimento – attraverso le quali Day riuscì finalmente a trovare uno sbocco pratico alla sua spiritualità114.

Nonostante Day abbia sempre riconosciuto, anche nei suoi articoli 115, il debito che lei e il CWM avevano nei confronti di Maurin ‒ riconoscendolo come il teorico e

111 Day, Una lunga solitudine. Autobiografia, p. 158. 112 Day-Sicius, Peter Maurin. Apostle to the World, p. xxvii. 113 Ivi, p. xiii.

114 Ivi, p. xxv.

115

“Peter Maurin, our theorist and founder,” Dorothy Day, “On Pilgrimage – May 1946,” The

Catholic Worker, vol. 13, n. 5, maggio 1946, p. 2; “Peter Maurin, the founder of the Catholic

Worker movement,” Dorothy Day, “The Incompatibility Between Love and Violence,” The

Catholic Worker, vol. 18 , n. 5, maggio 1951, pp. 1-2; “Peter Maurin, founder of The Catholic

Worker,” Dorothy Day, “Poverty and Precarity,” The Catholic Worker, vol. 19, n. 5, maggio 1952, pp. 2, 6. Così. anche Dorothy Day,“On Pilgrimage – May 1968,” The Catholic Worker, vol. 35, n. 5, maggio 1968, pp. 1, 2, 8; Dorothy Day “On Pilgrimage – May 1969,” The Catholic

33 fondatore (non co-fondatore) del movimento. Ma il fatto che intervenisse da sola sul giornale116 e quindi fosse più esposta, probabilmente ha indotto l’immaginario collettivo

Worker, vol. 36. n. 5, maggio 1969, pp. 2, 8; Dorothy Day, “On Pilgrimage – September 1975,” The Catholic Worker, vol. 41, n. 7, settembre 1975, pp. 2, 8; Dorothy Day, “On Pilgrimage –

October/November 1975,” The Catholic Worker, vol. 41, n. 8, ottobre-novembre 1975, pp. 1, 8; Dorothy Day, “What Do the Simple Folk Do?”The Catholic Worker, vol. 44, n. 4, maggio 1978, pp. 2, 5; Dorothy Day, “Peter Maurin Farm,” The Catholic Worker, vol. 45, n. 8, ottobre- novembre 1979, pp. 1, 2, 7.

“Peter Maurin our founder used to teach us and discuss these things with us,” Dorothy Day, “Fall Appeal – October 1958,” The Catholic Worker, vol. 25, n. 9, p. 2; “Peter Maurin, to inform those who have come lately to a knowledge of The Catholic Worker and its program of action, is the founder, the instigator, the teacher of us all,” Dorothy Day, “ On Pilgrimage – May 1964,” The Catholic Worker, vol. 31, n. 5, maggio 1964, pp. 2, 8; “Now that May first is the feast of St. Joseph the Worker, it is more than ever necessary to think of the paper as a message, a reiteration of Peter Maurin’s teachings, since he was the founder of the CW movement and taught us what he liked to call a philosophy of poverty and a philosophy of work,” Dorothy Day, “On Pilgrimage – May 1966,” The Catholic Worker, vol. 33, n. 5, maggio 1966, pp. 2, 6, 8; “Thanks to Peter Maurin, French peasant and founder of the Catholic Worker movement in 1933, we too, working in houses of hospitality such as that at Chrystie Street, feel that we have been called to a life of voluntary poverty,” Dorothy Day, “Fall Appeal – October/November 1966,” The Catholic Worker, ottobre-novembre 1966, vol. 33, n. 9, p. 2; “And Peter Maurin, French peasant, founder, indoctrinator, truly our inspiration, must be honored on this day,” Dorothy Day, On Pilgrimage, The Catholic Worker, vol. 42 , n. 4, maggio 1976, pp. 2, 10. 116 In effetti questa linea rispecchiava la filosofia di Maurin secondo la quale a lui spettava enunciare i principi e agli altri l’attuazione pratica di questi, Ellsberg, The Duty of Delight. The

Diaries of Dorothy Day, p. xvi. Il nome di Maurin figurò tra i redattori del Worker solo nel

primo numero; il programma, le idee e le teorie da lui elaborate vennero in seguito sempre intermediate dal lavoro giornalistico di Day, “Peter Maurin (whose name we misspelled in the last issue) has his program which is embodied in his contributions this month. Because his program is specific and definite he thinks it better to withdraw his name from the editorial board and continue his contact with the paper as a contributor. “As an editor,” he says, “it will be assumed that I sponsor or advocate any reform suggested in the pages of THE CATHOLIC WORKER,” Dorothy Day, “Maurin’s Program,” The Catholic Worker, vol. 1, n. 2, giugno- luglio 1933, p. 4.

34 a spostare tutta l’attenzione su Day, e a invertire i ruoli (Day unica teorica, in primo piano; Maurin seguace della Day, sullo sfondo); in realtà fu il contrario117.

117 “Cinque anni dopo esser diventata cattolica incontrai Peter Maurin, e la sua storia avrà un grande peso in questo testo perché egli fu il mio maestro e io la sua discepola; mi diede ‘una regola di vita e un’istruzione,’ Day, Una lunga solitudine. Autobiografia, p. 27.

35 Capitolo 2. L’influenza del pensiero personalista di Mounier e di Maritain

Il personalismo, come fenomeno storico, nacque in Francia con Emmanuel Mounier e la rivista da lui fondata Esprit, alla quale collaborò anche Jacques Maritain, quale risposta da dare alla grande crisi mondiale – economica, ma anche etica ‒ intorno agli anni Trenta118. Ufficialmente nacque nel 1936 con le pubblicazioni di Umanesimo Integrale di Maritain e di Manifesto al servizio della comunità personalista di Mounier119. Mounier e la cerchia di Esprit pensavano che si dovesse trovare una valida alternativa per la persona ‒ sia alla soluzione totalitaristica del comunismo e del fascismo (in cui perdeva la propria identità nella massa), sia a quella individualistica del capitalismo (in cui si sentiva staccata da tutti gli altri) ‒ attraverso un nuovo ordine in cui essa fosse posta al centro120. Allo stesso modo Maurin e Day volevano costruire un regime alternativo a quello esistente: il Catholic Worker Movement si impegnava nella costruzione di un mondo in cui l’uomo potesse essere più facilmente ‘buono’121

‒ sarebbe a dire potesse occuparsi del prossimo e non fosse costretto dalle strutture socio- economiche e dai suoi valori a deviare dalla rettitudine122 ‒ ed in cui le disuguaglianze e le ingiustizie cessassero attraverso la pratica della povertà volontaria123.

118

Armando Rigobello, Il Personalismo, Milano, Città Nuova, 1975, pp. 7-13.

119

Lorenzo Bianchi, Mounier e Maritain:una storia parallela, tesi di laurea, Università di Pisa,

Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 2010-2011, rel. Alfonso M. Iacono, p. 28.

120

Rigobello, Il Personalismo, p. 13; Bianchi, Mounier e Maritain:una storia parallela, pp. 18-

19.

121

“ ‘We are trying to make that kind of society where it will be easier to be good’, Peter used to say simply.”, Dorothy Day, “On Pilgrimage – April 1951,” The Catholic Worker, vol. 18, n. 4, pp. 1, 2; “We must try to make that kind of a society in which it is easier for man to be good”, Dorothy Day, “On Pilgrimage – December 1961,” The Catholic Worker, vol. 28, n. 11, dicembre 1961, pp. 1, 2, 7;

122Peter Maurin, Easy Essays, “A New Society,” The Catholic Worker, vol. 42, n. 4, maggio 1976, p. 5; Miller, Dorothy Day e il Catholic Worker Movement, p. 95.

123 Dorothy Day, “Poverty Is the Face of Christ,” The Catholic Worker, vol. 19, n. 11, dicembre 1953, pp. 3, 6.

36 Mounier-Maritain e Maurin-Day volevano combattere lo “spirito borghese”, la sua devozione ai beni materiali, e creare una nuova società, che enfatizzasse prima di tutto i valori spirituali della persona124. La critica al capitalismo, il richiamo ad un comunitarismo decentralizzato e all’impegno personale, erano sì parole chiave della filosofia personalista di Emmanuel Mounier, ma anche concetti “Key to the personalism of Peter Maurin”125. Maurin stesso ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione delle idee personaliste negli Stati Uniti: “It was Peter Maurin who brought personalism to this country and in fact was instrumental in getting Mounier’s books translated and published in America”126

. Probabilmente Maurin riuscì, prima dell’incontro con Day, a leggere Esprit ‒ fondata nell’ottobre 1932127 ‒ e altre opere di Mounier e Maritain, tramite un negozio di libri francesi o tramite gli studenti francesi presso cui prestava servizio128. Infatti, sebbene Maurin iniziò ad elaborare le sue teorie dal 1914129 ‒ quando il personalismo dei due filosofi era ancora all’orizzonte ‒, queste cominciarono

124

Bill Griffin, “Emmanuel Mounier, Personalist,” The Catholic Worker, vol. 53, n. 7, ottobre- novembre 1986, p. 1.

125 Ivi.

126

Geoffrey B. Gneuhs, “Emmanuel Mounier and Personalism,” The Catholic Worker, vol. 50, n. 4, giugno-luglio 1983, p. 5. Maurin convinse i monaci della Saint John’s Abbey, in Minnesota, a tradurre Manifeste au service du personnalisme e a pubblicarne la traduzione, nel 1938 presso la Longmans Green and Co., The Personalist Manifesto, vedi Zwick, The Catholic

Worker Movement. Intellectual and Spiritual Origins, p. 104; Dorothy Day, “On Pilgrimage –

May 1973,” The Catholic Worker, vol. 39, n. 3, maggio 1973, pp. 1, 8; “It was Peter who brought the work of Emmanuel Mounier to Fr. Virgil’s attention, and encouraged the translation and publication of The Personalist Manifesto by Longmans Green in 1938,” Dorothy Day, “On Pilgrimage – October 1953,” The Catholic Worker, vol. 20, n. 9, ottobre 1953, pp. 1, 6, 8; “A favorite source of his was The Personalist Manifesto by Emmanuel Mounier, which he would go around extemporaneously translating from the French for the benefit of anyone who would listen. He finally persuaded Father Virgil Michel, a Benedictine priest of St. John’s Abbey in Minnesota, to translate it,” Dorothy Day, “Loaves and Fishes,” The Catholic Worker, vol. 33, n. 4, maggio 1967, pp. 5, 6.

127

Bianchi, Mounier e Maritain: una storia parallela, p. 26.

128

Day-Sicius, Peter Maurin. Apostle of the World, p. 32.

129

37 a circolare ufficialmente solo a partire dal 1933 sul Catholic Worker. Sussisterebbe quindi la possibilità effettiva che Maurin abbia rivisitato o ampliato il suo pensiero in chiave personalista, visto che nei primi saggi apparsi sul Worker tra il maggio 1933 e l’ottobre 1935130

, poi pubblicati per la prima volta nel giugno 1936131 col titolo di Easy Essays132, utilizzava già il termine “personalism”133. Risulterebbe perciò difficile, vista l’incredibile affinità, comprendere quali elementi, poi risultati analoghi al personalismo francese, siano stati originalmente elaborati da lui, come sosteneva Gnehus, anche sul Worker134: “Mounier’s influence on Maurin and the Catholic Worker had been significant. […] Maurin however did not derive his personalism from Mounier. By the time Mounier had started Esprit in 1932, Maurin had already devised his philosphy. Mounier’s personalism expresse what Maurin had already been writing in his Essays”135

. Al contrario, sembrerebbe più plausibile l’affermazione di Miller: “La idea di Peter Maurin, che egli mise davanti a Dorothy Day nei primi mesi del 1933, era per alcune sottolineature propria, ma nelle sue grandi linee era l’idea del gruppo personalista francese”136.

130

La seconda edizione degli Easy Essays, a cui mi riferisco, pubblicata dalla Catholic Worker Books nel 1949, raccoglie nei primi due libri i saggi apparsi sul Worker dal maggio 1933 all’ottobre 1935, vedi Peter Maurin, Catholic Radicalism. Phrased Essays for the Green

Revolution, New York, Catholic Worker Books, 1949.

131 E allora Mounier aveva già pubblicato Révolution personnaliste et communautaire (1935) e

Manifeste au service du personnalisme (1936). 132

Marc H. Ellis, Peter Maurin, Prophet in the Twentieth Century, Eugene, Oregon, Wipf and Stock Publishers, 2010, p. 99; Sheehan, Peter Maurin. Gay Believer, p. 124; Miller, Dorothy

Day e il Catholic Worker Movement, p. 341 e Nancy L. Roberts, Dorothy Day and the Catholic Worker, Albany, New York, State University of New York Press, 1984, nota 84, p. 190.

133

Peter Maurin, “The Common Good,” “What Catholic Worker Believes” in Catholic

Radicalism, rispettivamente a p. 54 e a p. 72.

134

Gneuhs, “Emmanuel Mounier and Personalism” (giugno-luglio 1983).

135

Geoffrey B. Gnehus, Peter Maurin’s Personalist Democracy, in Patrick G. Coy, a cura di, A

Revolution of the Heart. Essays on the Catholic Worker, Philadelphia, Temple University Press,

1988, p. 67.

136

38