della Provincia di Trento
LUCA T OMASI , S IL VIA S IL VESTRI
Ogni processo di pianificazione territoriale, sia esso relativo all’utilizzo delle risorse primarie, alla tutela ambientale, allo sviluppo di nuove attività imprenditoriali, alla valorizzazione dei sottoprodotti fino alla gestione e smaltimento dei rifiuti, presuppone la conoscenza appro- fondita della realtà locale necessaria per indi- viduare priorità, definire costi e benefici conse- guenti alle azioni promosse, nonché la tempi- stica di attuazione degli interventi e le ricadute sociali, economiche ed ambientali.
Se si affronta il tema dell’energia consapevo-
li degli obiettivi che l’UE si è imposta entro il 2020, non si può trascurare il ruolo delle bio- masse, una delle fonti rinnovabili maggior- mente disponibili in ogni ambito territoriale e generalmente sottoutilizzata. Grazie alla parte- cipazione al progetto europeo BIO-EN-AREA (www.bioenarea.eu), a partire dal 2013 la PAT disporrà del suo primo Piano di Azione per le Biomasse (BAP), che definirà lo stato dell’ar- te circa lo sfruttamento delle biomasse nel territorio provinciale, indagando i quantitativi disponibili e le possibilità di sfruttamento ener- getico da esse ricavabili.
L’emanazione del BAP avverrà contestual- mente all’entrata in vigore del nuovo Piano Energetico-Ambientale Provinciale (PEAP) 2013-2020, documento che individua le stra- tegie al fine di perseguire l’obiettivo al 2020 sulla quota di energia verde indicata dal Go- verno nazionale con apposito Decreto del 15 marzo 2012 (Burden Sharing). Parte dei con- tenuti e degli indirizzi del BAP potranno per- tanto essere recepiti dalle prossime politiche energetiche provinciali, data la necessità di attingere alle più svariate fonti rinnovabili per soddisfare i vincoli imposti alla PAT.
Il BAP è il risultato di una stretta collaborazio- ne tra gli sperimentatori del CTT, la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trento e l’Agenzia Provinciale per l’Energia. Il gruppo FEM-CTT ha indagato le tipologie di biomasse mag- giormente affini al settore agricolo ed agroin- dustriale, per le quali mai fino ad oggi si era tentato di definire il potenziale energetico tota- le, se non attraverso studi condotti da enti di
1
1 Impianto di cogenerazione delle biomasse
127
IL P IANO DI A ZIONE PER LE bIOMASSE DELLA P ROVINCIA DI T RENTOricerca nazionali, sulla base, tuttavia, di consi- derazioni poco supportate da indagini condot- te sul territorio in oggetto.
Il Trentino, con la conformazione orografica ti- picamente montuosa che lo contraddistingue, non può certo essere considerato ideale per lo sviluppo di filiere energetiche alimentate da colture dedicate; le tipologie di biomassa su cui puntare le strategie di sfruttamento ven- gono ad essere, conseguentemente, quelle di scarto, tipicamente provenienti dai settori agricolo e della trasformazione alimentare. Le difficoltà che numerose aziende agricole ed agroindustriali attraversano - dovute ai costi di produzione, agli aspetti ambientali connessi ad alcune attività produttive che impongono interventi ed azioni concrete, ad una realtà di montagna quale quella trentina dove si accen- tuano gli aspetti di tutela del territorio - richie- dono di re-interpretare il ruolo dell’azienda e dell’uso delle risorse energetiche in termini di aumento di efficienza e riduzione dei consumi. Lo sfruttamento degli scarti viene ad essere, pertanto, anche una soluzione in grado di ri- durre, se non abbattere, i problemi ed i costi legati al loro smaltimento, oltre che un’effettiva fonte energetica valorizzabile. Con un turismo sempre più consapevole ed interessato ad aspetti legati alla sostenibilità ambientale, inol- tre, l’ipotesi di abbracciare tali strategie dotan- do il territorio trentino di un maggior numero di impianti di sfruttamento delle biomasse di scarto non appare per nulla in contraddizio- ne con le politiche di incremento turistico oggi vigenti.
L’indagine è stata condotta analizzando il comparto dell’agricoltura, con la quantifica- zione dei residui derivanti dall’attività di pota- tura della vite (fig. 1) e del melo (le principali colture provinciali, in termini di produzione) e la stima dei reflui da allevamento della vacca da latte (il più diffuso in Trentino), il comparto delle cantine sociali con i relativi scarti di vinifi- cazione (fig. 2), le produzioni lattiero-casearie e le biomasse derivanti dalla gestione dei rifiuti e dalla depurazione delle acque reflue civili. Il livello di dettaglio raggiunto in fase di quan- tificazione e di conseguente analisi è propor- zionale alla disponibilità di risorse impiegate per lo studio e alla collaborazione fornita da aziende, enti e strutture in possesso dei dati di base. Per alcune tipologie si è arrivati ad un alto grado di dettaglio, mentre per altre l’ana- lisi è stata inevitabilmente compiuta in termini maggiormente qualitativi, data la mancanza di
FIG. 2 FIG. 1
FIG. 1 Mappa tematica
raffigurante i residui di potatura ricavabili dai vigneti per area di influenza degli impianti a biomassa esistenti
FIG. 2 Mappa tematica
raffigurante gli scarti delle cantine sociali (nella fattispecie i raspi)
128
IL P IANO DI A ZIONE PER LE bIOMASSE DELLA P ROVINCIA DI T RENTOFEM > CENTRO TRASFERIMENTO TECNOLOGICO > RAPPORTO 2012 > LE RELAZIONI
informazioni o il ridotto grado di dettaglio delle stesse. In una successiva fase di studio le bio- masse di scarto delle attività di trasformazione alimentare meriteranno un ulteriore livello di approfondimento, attraverso un’indagine spe- cifica sul tessuto aziendale provinciale, al fine di localizzare e quantificare le produzioni che caratterizzano maggiormente i vari distretti. A valle della valutazione del contenuto energe- tico relativo ai quantitativi individuati, lo studio ha selezionato ed analizzato le principali tec- nologie di conversione energetica che garan- tiscono, ad oggi, il miglior compromesso fra affidabilità ed efficienza, nonché l’applicabilità per le matrici considerate. I processi termochi- mici quali la combustione o la gassificazione, pertanto, sono stati proposti per biomasse tipicamente legnose (raspi, scarti di potatura, verde urbano), mentre la digestione anaerobi- ca con relativa produzione di biogas è stata
The bioMASS ACTion PlAn for The ProvinCe of TrenTino The first Biomass Action Plan (BAP) for Trentino was drawn up in 2012 by FEM and UniTN on behalf of the Energy Agency as an output of the EU project BIO-EN-AREA. The BAP contains data on the amount and distribution of different types of biomass produced at local level by the forestry, agriculture, agro-
food processing industry, solid waste and waste water treatment sectors. The energy potential was estimated considering the exploitation of biomass by means of technologies available on the market, mainly anaerobic digestion and combustion. Some scenarios are proposed to improve the percentage of renewable energy produced at local level and positive effects on the territory and environment. The BAP will be available at the same time as the new 2013-2020 Energy-Environment Plan, stating the
objectives and priorities in the renewable energy sector in the province of Trento.
considerata il processo biologico più indicato per matrici maggiormente “umide” (vinacce, reflui zootecnici, FORSU).
Il quadro evidenziato dal BAP prevede anche la proposta di scenari di possibile sfruttamen- to delle matrici indagate, individuando da un lato le principali esigenze che il contesto pro- vinciale ed il tessuto produttivo denunciano, dall’altro i principali benefici economici, sociali e/o ambientali che ne deriverebbero.
La redazione di un primo BAP costituisce indubbiamente un precedente di notevole importanza, perché getta le basi per politi- che energetiche ed ambientali diversificate, non più basate solo su idroelettrico e bio- masse forestali, tipiche risorse già storica- mente sfruttate sul territorio trentino, ma in cui trovano spazio altre soluzioni innovative dedicate ad altre tipologie di risorse prodotte localmente.