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Le piattaforme di video streaming : gli operatori over-the-top (OTT) Esistono diversi siti di streaming legali dedicati ai drama coreani, molti dei qual

Han, heung, jeong

K- Dramaland , dove tutto è possibile: la serialità televisiva sudcoreana

3.2. Le piattaforme di video streaming : gli operatori over-the-top (OTT) Esistono diversi siti di streaming legali dedicati ai drama coreani, molti dei qual

sono rivolti alle audience di specifiche aree del mondo, soprattutto l’Asia e il Nord America (come OnDemandKorea, Viu, iflix, Hulu). Questa sezione sarà ristretta all’indagine dell’ormai ex sito preferito dal pubblico di drama statunitense, DramaFever; del sito che rappresenta attualmente l’opzione migliore in quasi tutti i Paesi, Viki; della piattaforma nata dalla collaborazione delle tre emittenti terrestri sudocreane e rivolta al solo pubblico americano, Kocowa; infine, del colosso internazionale Netflix.

DramaFever

Dai primi anni duemila una moltitudine di servizi web ha iniziato a diffondere illegalmente i K-Drama al pubblico di tutto il mondo, ma solo nel 2009 è stata fondata la prima piattaforma legale di video streaming per questi prodotti, principalmente rivolta agli spettatori nordamericani. Si tratta di DramaFever, e il suo modello di business ha rappresentato il primo tentativo di riunire community di fan disseminate online, la gioventù asiatica-americana, i consumatori di DVD di

K-Drama in America (distribuiti dalla YA Entertainment), studenti coreani negli

USA e altri potenziali utenti sparsi nel web. I fondatori della piattaforma, Seung Bak e Suk Park, lavoravano nell’industria mediatica statunitense e durante un viaggio di lavoro in Asia avevano avuto modo di osservare, con loro sorpresa, quanto incredibilmente popolari fossero i drama in quei territori. Avevano cercato allora di capire se un business che avesse come oggetto proprio i K-Drama avrebbe potuto avere abbastanza successo anche negli USA, iniziando così una ricerca in questa direzione che li aveva portati ad imbattersi nei siti pirata di streaming online, facendogli scoprire che non c’erano alternative di consumo legali per gli

utenti che non vivevano in zone prossime alla Corea del Sud. La ricerca aveva indicato che più di sei milioni di utenti guardavano drama sui siti illegali in Nord America ogni mese, e da qui è derivata l’idea vincente di far convergere quei siti nella piattaforma che hanno deciso di chiamare DramaFever183. Due erano i tipi di

iscrizioni possibili alla piattaforma: la registrazione gratuita, con cui gli utenti potevano godere di contenuti limitati intramezzati dalle pubblicità, e l’account a pagamento (4.99$ al mese) con cui guardare tutti gli show senza pubblicità e in alta definizione. Subito dopo il lancio ufficiale del sito, i fan si erano offerti gratuitamente come traduttori e avevano cominciato quindi ad aiutare la compagnia, che faceva affidamento anche sul lavoro di professionisti, a spendere meno nella pratica del sottotitolaggio. Come riconoscimento al loro lavoro,

DramaFever permetteva di scrivere in sovraimpressione i nomi dei traduttori alla

fine di ogni episodio sottotitolato. Con sorpresa di tutti, il numero di utenti della piattaforma continuava a crescere dai 200.000 utenti mensili del 2009 ai quattro milioni nel 2013, per arrivare a otto milioni di utenti mensili attivi nel 2015184. La

vera sorpresa per la compagnia era stata però la demografia degli utenti: più dell’80% di essi non erano asiatici. A febbraio 2013, DramaFever ha istituitò i primi “Annual DramaFever Awards” per omaggiare film, drama, attori e attrici dell’anno attraverso il voto degli utenti; la 4^ edizione, nel 2016, ha ricevuto 1.9 milioni di voti185, mentre sembra che l’ultima edizione, la 5^, ne abbia ricevuti più di 3

milioni186. Gli annunci dei vincitori erano accompagnati da clip che mostravano un

183 Sang Joon Lee, From Diaspora TV to Social Media: Korean TV Dramas in America, pp. 172-191 in Sang Joon Lee, Abé Mark Nornes (a cura di), Hallyu 2.0. The Korean Wave In The Age Of Social Media, University of Michigan Press, 2015, p. 182.

184 Ivi, p. 183.

185 Announcing the Winners of the Fourth DramaFever Awards,

https://archive.fo/20160704095027/https://www.dramafever.com/news/announcing-the-winners-of-the- fourth-annual-dramafever-awards-/, ultimo accesso il 9 agosto 2019.

186 Non è più possible verificare la fonte perché da quando la piattaforma ha cessato ogni sua attività, qualunque tipo di contenuto in essa presente o ad essa collegato non è più stato disponibile. Gli unici

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frammento del lavoro per cui avevano ricevuto il premio, e i vincitori stessi che ringraziavano i fan e la piattaforma con un breve discorso. Nel 2014, per l’impegno nel fornire contenuti coreani negli Stati Uniti, l’amministratore delegato di

DramaFever è stato premiato “Person of the Year” dal Korean Creative Content

Agengy (KOCCA) e dal Korean Cultural Center di Los Angeles187. Nel febbraio del

2016, la piattaforma è stata comprata dall’americana Warner Bros., diventandone un’azienda sussidiaria, per poi venire chiusa, tra lo sgomento degli utenti, soltanto due anni più tardi; la motivazione sembrerebbe essere stata di natura esclusivamente economico-commerciale, inerente il rapido cambiamento nel mercato dei servizi di VOD (Video On Demand), nel quale DramaFever non è riuscita a sopravvivere. Il 16 ottobre 2018 visitare la piattaforma significava trovarsi di fronte ad una schermata scura, che riportava un messaggio dello staff:

“Per nove anni, DramaFever è stato un luogo in cui fruire dei migliori drama coreani, cinesi e giapponesi on-demand […] apprezziamo ogni singolo fan e la vostra passione per i contenuti che DramaFever ha fatto in modo di portare nelle vostre vite. Vorremmo approfittare per estendere la nostra gratitudine a voi, i nostri fedeli utenti. […] ”

Sembrerebbe che una delle ragioni della chiusura di DramaFever sia stato il costo delle licenze per la distribuzione dei K-Drama in America (i contenuti di punta della piattaforma), cresciuto molto rapidamente nel corso degli anni, a causa di grandi compagnie come Netflix e Amazon che sono entrate a far parte del gioco188.

articoli che possono essere ancora consultati sono le pagine salvate nel sito Archive.Today (a cui appartiene il link della nota precedente).

187 The Korea Times, DramaFever CEO chosen as Person of the Year by DARI Awards,

http://www.koreatimesus.com/dramafever-ceo-chosen-as-person-of-the-year-by-dari-awards/, ultimo accesso il 9 agosto 2019.

188 NBC News, DramaFever, Korean drama streaming service, is shutting down,

https://www.nbcnews.com/news/asian-america/dramafever-korean-drama-streaming-service-shutting- down-n921221, ultimo accesso il 9 agosto 2019.

Viki

DramaFever ha rappresentato la prima via legale per guardare drama online, ma non è l’unica: la sua principale concorrente dal 2010 è Viki, il cui target è, come afferma il fondatore Razmigh Hovaghimian189, quel miliardo e più di persone che

consuma contenuti premium online, l’85% dei quali non sono prodotti Hollywoodiani. La piattaforma, che dal 2013 è di proprietà della compagnia giapponese Rakuten, rende disponibile agli utenti drama, film, variety show provenienti da Giappone, Taiwan, e soprattutto Cina e Corea del Sud, contenuti in licenza che non sempre sono disponibili in tutti i Paesi ma che vengono comunque sottotitolati in moltissime lingue, nella speranza che un giorno possano diventarlo. Si tratta della principale piattaforma legale utilizzata dagli spettatori internazionali di K-Drama. Gli episodi vengono caricate e sottotitolate in inglese in meno di 48 ore dalla loro trasmissione in Corea, e nel giro di qualche giorno vengono aggiunti sottotitoli in più di 200 lingue. La piattaforma è quella più trasparente nel palesare quale sia la sua modalità di sottotitolazione; se DramaFever sottotitolava i contenuti avvalendosi soprattutto di professionisti, Viki fa quasi interamente affidamento sul lavoro dei fan, che volontariamente utilizzano la tecnologia messa a disposizione dalla piattaforma per tradurre e sottotitolare i segmenti dei contenuti.

“A differenza dell’esperienza solitaria e “rilassata” offerta da Netflix, Hulu e

Amazon, i giganti del reame degli over-the-top (OTT) statunitensi, Viki offre

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un approccio coinvolgente, attivo, orientato alla community, che è diventato molto popolare tra i giovani consumatori di intrattenimento.”190

Come afferma il sito stesso, «insieme ai suoi fan, Viki rimuove le barriere linguistiche e culturali che si ergono tra il grande intrattenimento e i fan di ogni parte del mondo»191, confermando così l’importanza dei volontari e della

partecipazione attiva dei fan, sia nel consumo di drama, sia nel loro impegno per agevolare i fruitori che parlano la loro stessa lingua e che possono avere difficoltà nel consumo di contenuti con sottotitoli in lingua inglese, ampliando quindi il potenziale bacino di utenza per i contenuti stessi.

Viki, inoltre, ben consapevole di quanto gli interessi dei fan di Hallyu e dei drama in modo quasi naturale si allarghino anche alla lingua coreana, nonché al desiderio di moltissimi di poter fruire delle serie tv senza bisogno di alcun sottotitolo, ha introdotto un’interessante e innovativa funzione chiamata “modalità di apprendimento” (Viki Learn Mode).

Questa funzione è stata sviluppata proprio per coloro che vogliono implementare lo studio della lingua mentre guardano i drama sulla piattaforma; la modalità di apprendimento permette agli utenti di vedere in sovrimpressione sia i sottotitoli in lingua originale che, nello spazio sottostante, quelli della lingua che scelgono, con l’opportunità di interagire con le parole, sulle quali è possibile cliccare per vedere il loro significato e sentirne la pronuncia. In più, si può fruire ogni episodio sulla base dei segmenti sottotitolati e fare il replay del segmento scelto finché lo si desidera, con il vantaggio di poter rallentare l’audio del segmento e seguire meglio i sottotitoli. Il Learn Mode di Viki, offre anche una guida ai termini che appaiono

190 Forbes, Viki.com Is The Most Innovative Streaming Video Service You Haven't Heard About,

https://www.forbes.com/sites/robcain/2017/10/24/viki-com-is-the-most-innovative-streaming-video- service-you-havent-heard-about/#2b3d5bc72ff9, ultimo accesso il 9 agosto 2019.

frequentemente durante ogni singolo episodio, e cercando una parola nel “videodizionario”, si possono visualizzare tutte le scene in cui essa compare. Non è tutto; l’utente ha la possibilità di “salvare” le parole in una raccolta e di esercitarsi con dei quiz di lessico e ascolto. Viki ha anche realizzato una raccolta chiamata For

Your Korea Trip, che contiene parole utili a chi decidesse di assecondare la propria

curiosità di fan e recarsi in Corea. Questa modalità è attualmente disponibile per show coreani selezionati, ma anche per alcuni show cinesi, giapponesi e taiwanesi, purtroppo con una restrizione; possono utilizzarla solo gli utenti in America e in Canada. Per gli altri, la modalità di apprendimento completa non è selezionabile, tuttavia se si clicca sull’omonima opzione nel menu impostazioni di un episodio, è possibile attivare due delle funzioni previste, quella di selezionare le scene in base ai segmenti sottotitolati e quella della visualizzazione dei doppi sottotitoli (coreano+altra lingua selezionata) associata all’interazione con le parole. Quest’ultima, però, mostra delle traduzioni dei singoli termini che non sono sempre accurate o adatte al contesto della frase in cui si trovano, come se si cercasse un termine su Google Traduttore.

Screenshot tratto dalla modalità di apprendimento durante la visione di Just Between Lovers (JTBC, 2018)

La struttura della piattaforma, inoltre, è in parte quella di un sito di video

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sezioni dei commenti che si trovano in ogni pagina dedicata a una serie presente nel catalogo, ma possono anche postare commenti che vengono visualizzati sul lato superiore dello schermo in tempo reale, durante lo streaming degli episodi, funzione che può essere disabilitata se non la si desidera.

She Was Pretty (MBC, 2015), ha registrato più di un commento per ogni secondo

di streaming sulla piattaforma. Viki propone un account gratuito, seppure con la fastidiosa presenza di numerosi inserti pubblicitari, che ha comunque accesso a tutti i contenuti, ma gli episodi dei nuovi show diventano disponibili agli utenti con questo tipo di account dopo due settimane dal caricamento online. L’account premium invece è di quattro tipi: Basic mensile (2.99$) o annuale (29.99$), Standard mensile (4.99$), o annuale (49.99$). Questi account non hanno alcun genere di pubblicità, permettono la visione dei contenuti in HD e la trasmissione da cellulare e computer ai televisori attraverso Google Chromecast; la differenza sta nel fatto che gli account premium Standard possono fruire anche dei film presenti su Viki e hanno l’accesso anticipato agli show che sono in onda. In realtà per gli utenti americani è disponibile un ulteriore abbonamento, il Viki Pass Plus, del quale parleremo in merito alla piattaforma Kocowa.

Viki è impegnata, in parte minore, anche sul fronte della produzione di contenuti originali. La sua prima web comedy originale ha debuttato sul portale nel 2016 con il titolo Dramaworld. Organizzata in 10 episodi e scritta sia in inglese che in coreano per il pubblico internazionale, la storia è ambientata a Los Angeles e in Corea del Sud e racconta di una studentessa universitaria americana ossessionata dai drama coreani, che viene risucchiata nel suo show preferito e si ritrova nel mondo dei drama, Dramaworld (o dramaland) per l’appunto, in cui i personaggi non sanno di essere personaggi. La studentessa Claire imparerà presto che anche lei ha un ruolo in quel mondo e dovrà salvarlo assicurandosi che tutto nel suo show

preferito vada per il verso giusto, senza però intervenire drasticamente sullo sviluppo della vicenda. La miniserie ripropone metaforicamente e comicamente quello che accade nella realtà della fruizione dei drama, la cui caratteristica principale è la capacità di catturare completamente gli spettatori, i quali hanno molto più impatto sulle produzioni di quanto si possa immaginare.

Kocowa

Parlando di Viki, ho affermato che la piattaforma si serve quasi solo dei fan per sottotitolare i contenuti; quel “quasi” sta a significare che a partire dal 2017 alcuni

drama coreani arrivano su Viki direttamente dalla piattaforma Kocowa, con

sottotitoli in inglese già integrati, che non possono quindi essere modificati. In questo caso viene meno il punto di forza che da sempre contraddistingue Viki, con tanto di lamentele da parte degli utenti che vorrebbero fruire dei contenuti con i sottotitoli nelle loro lingue.

Kocowa è una piattaforma creata dalla collaborazione tra le big three coreane, KBS, MBC e SBS, che hanno dato vita a un servizio attivo soltanto in America, attraverso il quale offrono esclusivamente i loro contenuti, siano essi drama, variety show (come il famoso Running Man della SBS), o programmi musicali.

Caratteristiche della loro offerta sono l’assenza di contenuti provenienti dalle televisioni via cavo, il caricamento sul sito dei contenuti provvisti di sottotitoli entro 6 ore dalla loro trasmissione in Corea, un catalogo nutrito e variegato. Kocowa prevede un abbonamento mensile di 5.99$ e uno annuale di 69.99$, ma come abbiamo visto, ha iniziato a collaborare con Viki, che deve aver cercato di “proteggere” i contenuti che aveva in licenza dalle big three per evitare che diventassero esclusivi della nuova arrivata sulla scena degli OTT. Viki propone allora agli utenti americani anche il Viki Pass Plus, un abbonamento che mensilmente arriva a costare 9.99$ e annualmente 99.99$, grazie al quale si può

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fruire di tutti i contenuti previsti dall’abbonamento Standard e, in più, di tutti quelli forniti alla piattaforma direttamente da Kocowa.

Netflix

Il gigante internazionale degli operatori OTT, con il suo servizio a pagamento (da un prezzo base di 7.99€ fino ad un massimo di 15.99€ al mese) di streaming in alta definizione e l’assenza di pubblicità, probabilmente non ha più bisogno di tante presentazioni, tuttavia, avendo da tempo deciso di acquisire nel suo catalogo anche film e drama coreani, è necessaria qualche precisazione a riguardo.

Per i fan delle serie tv coreane, almeno fino al 2019, Netflix non rientrava tra le soluzioni migliori a cui rivolgersi, a meno che non si possiedesse già un abbonamento per la fruizione di altri contenuti su questa piattaforma e che il consumo di drama rappresentasse episodi isolati. Tempo fa mi imbattei in un lungo post192 la cui autrice cercava di spiegare perché il fandom dei K-Drama

“odiasse” Netflix, illustrando in maniera piuttosto esaustiva le mosse di Netflix che hanno fatto storcere il naso ai fan con toni un po’ accesi, ma che offre comunque validi spunti di riflessione. Il primo fattore negativo era la scelta dei titoli; se è vero che Netflix in Asia ha un catalogo molto più ampio, nel caso di Netflix USA che comunque ha più titoli di quanti ne abbia Netflix Italia, molti (forse troppi) di essi erano titoli di “seconda categoria”, non di certo drama di successo, e questo non rappresentava un incentivo per i fan che non avevano già un abbonamento a sottoscriverne uno, affiancandolo magari ad un abbonamento che quasi certamente possedevano per Viki o Kocowa. Sembrerebbe quindi che Netflix avesse captato la popolarità dei K-Drama e avesse voluto espandere il suo catalogo per attirare una nuova base di abbonati provenienti dal loro fandom; se la strategia di

192 With An Accent, Why Kdrama Fans Hate Netflix, http://www.withanaccent.com/2018/04/21/why-

Netflix fosse stata questa, avrebbe avuto più senso, forse, puntare su meno titoli, ma su quelli di maggiore successo o comunque quelli considerati di qualità medio- alta; invece, le chance di trovare su Netflix un drama atteso con trepidazione dal pubblico o particolarmente amato, erano piuttosto basse. Difficilmente i fan dei

drama si abbonano a un servizio se sanno di poter fruire contenuti migliori sulle

altre piattaforme (oltre che su quelle illegali). Un altro elemento di disturbo è il fatto che il catalogo di Netflix era ed è soggetto a cambiamenti molto più frequenti rispetto a quelli che avvengono su Viki: a meno che non si tratti di serie che rientrano tra gli Originali Netflix, è probabile che dopo un certo periodo di tempo alcune di esse possano venire escluse dal catalogo.

Queste due caratteristiche facevano della piattaforma una soluzione più adatta a coloro che si avvicinavano per la prima volta ai drama attraverso di essa o a un tipo di pubblico che solo occasionalmente consumava K-Drama.

Una selezione di titoli molto limitata e complessivamente mediocre può diventare una barriera anche tra chi sceglie di vedere per la prima volta uno degli show proposti e il mondo delle serie coreane, semplicemente perché è più facile che un utente Netflix completamente estraneo a questo mondo si ritrovi a guardare, magari per caso, un drama che non rende particolarmente giustizia al genere. Da un paio di anni, tuttavia, Netflix ha iniziato a cambiare leggermente la sua offerta di drama coreani, finché ha sorpreso tutti i fan iniziando ad aggiudicarsi i diritti di distribuzione esclusivi per alcune serie molto attese dal pubblico, e di altre che avevano già una solida base di appassionati. Come riporta il post, Netflix nel 2017 aveva comprato i diritti per la distribuzione di Age of Youth 2 (JTBC, 2017) e

Something in the Rain (JTBC, 2018), ma mentre stavano andando in onda in Corea,

su Netflix tutto taceva. Nel caso di Age of Youth 2, il drama era stato trasmesso da agosto ai primi di ottobre del 2017, ed è statp caricato su Netflix un mese o due

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dopo la fine della trasmissione, ma soltanto per il Regno Unito e pochi altri Paesi. Il pubblico internazionale fino a marzo del 2018 non ha avuto alcuna alternativa legale per poter vedere la serie in streaming, poiché Netflix possedeva i diritti di distribuzione ma non aveva rilasciato gli episodi fino a quel momento. In più, la serie è stata rilasciata senza indicazioni precise sulla data e senza alcun tipo di pubblicità, e nel frattempo la “rabbia” dei fan stava crescendo anche per Something

in the Rain; temevano che sarebbe successa la stessa cosa, ed è stato in parte come

si aspettavano. La serie era finalmente in onda a marzo 2018, ma da Netflix silenzio stampa. Tuttavia, questa volta il gigante dello streaming ha iniziato a rilasciare gli episodi non molto tempo dopo, circa a metà aprile, mentre la serie Prison Playbook (tvN, 2017) è stata rilasciata da Netflix soltanto dopo la completa messa in onda. Tutto ciò di per sé non è certo un grande problema, e per coloro che sono abituati a vedere gli show dopo la fine della trasmissione di tutti gli episodi, per non parlare degli spettatori occasionali, lo è ancora meno. Ciò che rende questo meccanismo un disincentivo per i fan dei K-Drama, o quantomeno un ostacolo alle loro abitudini di consumo, sono due ordini di questioni: innanzitutto, una delle caratteristiche principali di questo fandom è che la maggior parte dei suoi membri