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dalla “Terra del calmo mattino” alla conquista del resto del mondo

2.4. Studi su Hallyu : le prospettive più frequent

Nella varietà di studi in lingua inglese che hanno scelto Hallyu come oggetto d’elezione, sono rintracciabili alcuni approcci ricorrenti nel tentativo di motivare la popolarità di Hallyu. Gli studi riconducibili alla prima fase del fenomeno si focalizzano principalmente sul perché e dove i K-Drama fossero accolti caldamente dalle audience straniere. La maggior parte di questi lavori concentrano la loro attenzione a livello regionale, indicando soprattutto la quantità sempre crescente di contenuti mediatici che dai confini coreani raggiunsero il resto dell’Asia, in particolare l’Asia Orientale e il Sudest Asiatico, e adottando un punto di vista eccessivamente top-down, occupandosi delle condizioni della produzione dell’industria culturale coreana e della quantità di prodotti che sono riusciti a conquistare il pubblico asiatico. In più, i K-Drama in questi studi erano avvicinati in quanto brand commerciale in grado di fare sviluppare ulteriormente l’economia della nazione116, senza ricerche più approfondite sulla loro struttura né sul

consumo da parte del pubblico. Questi studi quindi tralasciavano l’importanza

114 Ovvero un luogo in cui ogni regola che divide, separa e demarca dei confini viene abbattuta, in cui cade ogni genere di distinzione gerarchica e si stabilisce un contatto più stretto tra chi lo popola; un ambiente che avvicina, collega e mescola forme e persone di ogni tipo e provenienza.

115 J. B. Choi, op. cit., p. 48. 116 H. Ju, op. cit., p. 4.

della reciprocità tra la produzione, la mediazione e il consumo che, come abbiamo visto, risulta invece cruciale.

Un’altra serie di studi si è concentrata invece sulle audience asiatiche di K-Drama e K-Pop, producendo analisi qualitativamente più dettagliate ed evidenziando le esperienze di consumo di diversi gruppi di pubblico117. Molti hanno suggerito che

le affinità culturali tra le audience in Asia siano state una ragione vitale per l’attenzione fenomenale che i K-Drama hanno ottenuto, con la convinzione che le cause del loro successo risiedano nella prossimità culturale; Joseph Straubhaar la indica come la tendenza di un pubblico a preferire prodotti mediatici facenti parte della propria cultura o, in alternativa, di una cultura più simile e vicina possibile alla propria, e di come raramente esso si rivolga a programmi importati se sono disponibili delle alternative locali118. Il concetto fu sviluppato in risposta alla

nozione di imperialismo culturale elaborata da Schiller, che prevedeva il dominio di flussi di cultura unidirezionali originatisi dai paesi più ricchi e approdati a quelli più poveri, grazie alla migliore qualità di produzione e ai maggiori budget da poter investire. La visione di Straubhaar sulla prossimità culturale, in contrapposizione all’imperialismo culturale di Schiller, spiegherebbe meglio la crescita di importanti centri di produzione culturali a livello regionale, come ad esempio Messico e Brasile in America, Hong Kong, Corea del Sud e Taiwan in Asia, e la loro crescente capacità di competere con le principali industrie americane, quella cinematografica e quella musicale. L’ipotesi, parzialmente corretta, secondo cui questa teoria può spiegare il fascino che i K-Drama esercitano sul pubblico dell’Asia Orientale e sulle comunità diasporiche, grazie soprattutto alla rappresentazione sul piccolo schermo

117 Ibidem.

118 Sangkyun Kim, Philip Long, Mike Robinson, Small Screen, Big Tourism: The Role of Popular Korean

Television Dramas in South Korean Tourism, pp. 308–333, in «Tourism Geographies», 11:3, 2009, http://doi.org/10.1080/14616680903053334, p. 317.

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dei comuni valori confuciani (come l’armonia, il senso di comunità e la forte moralità, il profondo rispetto per la famiglia), alla capacità di generare un certo orgoglio nel sentirsi asiatici, o al comune senso di humor, alla comunicazione non verbale ed elementi simili che vanno oltre la lingua parlata, è utile per tracciare una storia dello sviluppo di Hallyu dagli inizi ad oggi e di certo assume rilevanza nel contesto asiatico; ciononostante, non è evidentemente sufficiente a spiegare il motivo per cui i drama e Hallyu in generale siano riusciti a conquistare le audience di altri continenti, anche culturalmente molto lontane dalla Corea.

Tra i lavori appartenenti alla seconda fase dell’Onda Coreana, si registra un altro approccio dominante che fa emergere l’aspetto dell’ibridismo culturale. Questa seconda visione cerca di enfatizzare l’assunto secondo cui gli incontri tra culture, favoriti dalla globalizzazione, creano un’intermediazione, una destabilizzazione dell’identità119. Nel contesto relativo ad Hallyu, il caso del K-Pop può essere preso

ad esempio in quanto, come si è già detto in precedenza, mescola diversi generi musicali di successo in Occidente e soprattutto negli Stati Uniti, aggiungendo le convenzioni del pop coreano e, ovviamente, la lingua madre; da notare anche il fatto che sono davvero poche le canzoni dei gruppi di idol che non contengono delle espressioni in lingua inglese, segno di come l’industria cerchi di arrivare ad un’audience internazionale che possa trovare proprio nelle parti di testo in inglese un modo per avvicinarsi a questo genere musicale. Inoltre, molti gruppi K-Pop sono attivi anche nel mercato giapponese, attraverso la produzione di album interamente in lingua con sonorità che possano aderire maggiormente alle preferenze di quel mercato specifico, e anche in quello cinese, per cui vale la stessa dinamica. Nel caso dei K-Drama, viene spesso sottolineato quanto mostrino di mantenere saldi i valori confuciani tradizionali mentre danno dimostrazione di

migliorare sempre la propria qualità tecnica, che li avvicina ai prodotti americani. La prospettiva dell’ibridismo culturale attribuisce perciò il potere competitivo dei prodotti d’intrattenimento coreani alla loro capacità di fondere aspetti di diverse culture, risultando nell’attrazione di un pubblico diversificato e transnazionale:

“Le industrie culturali coreane hanno fatto proprie le strategie di

ibridazione per creare prodotti culturali che possano essere fruiti e graditi dalle audience straniere così come da quelle domestiche.”120

Negli studi più recenti l’Onda Coreana è stata invece studiata e analizzata in una cornice di dinamiche culturali globali, sulla base del modello offerto dall’antropologo Appaudrai dei processi transnazionali che alimentano la globalizzazione121. Molti di questi studi hanno preso in considerazione le abitudini

di consumo delle audience negli Stati Uniti e dei fandom transnazionali, indagandone il funzionamento e i motivi del coinvolgimento, così come gli effetti di tale consumo sulle loro vite; hanno inscritto più precisamente Hallyu nell’età dei social media, dando vita a studi caratterizzati da visioni più ampie che guardano perciò anche alle audience al di fuori dell’Asia Orientale, per molte delle quali Internet rappresenta la forma principale – se non esclusiva – di informazioni e contenuti di Hallyu.

2.5.

K-Culture

Parola d’ordine: competitività

L’industria K-Pop è di certo quantomeno controversa, soggetta a non poche critiche proprio per le sue regole e i contratti che i giovani aspiranti idoli sottoscrivono con le agenzie. Se lo stesso sistema di creazione di una pop star fosse proposto in

120 D. Y. Jin, Hybridization of Korean popular culture. Films and online gaming, pp. 148-164, in Y. Kim (a cura di), op. cit., p. 160.

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un’altra nazione, sarebbe molto difficile che venisse accettato. Lo stesso vale, come vedremo, per il sistema che regola la produzione di K-Drama, in cui spesso gli orari di lavoro non esistono e i processi produttivi sono estenuanti sia per lo staff tecnico che per gli attori. Insomma, la Corea non sembra essere davvero il ritratto che ne fa il suo soprannome, una “Terra del calmo mattino”. C’è anche una ragione radicata nella cultura e nella società coreane che potrebbe concorrere a spiegare il motivo per cui ritmi tanto faticosi rappresentino la normalità. La gioventù coreana, fin dalla tenera età, è abituata a sopportare una pressione scolastica incredibilmente alta, a una rigida disciplina, a essere costantemente sotto l’occhio vigile e ipercritico della società e, infine, a ben poco riposo. La pressione della società sui suoi membri è riscontrabile in ogni campo; in particolare, l’ambito educativo è considerato fondamentale. I bambini, fin dalla tenera età, sono spinti a eccellere negli studi e vengono costantemente testati e classificati. Alla fine della giornata scolastica la maggioranza degli studenti frequenta gli hakwons, istituti privati doposcuola122, finendo per studiare anche 16 ore ogni giorno. L’enfasi posta

sull’istruzione si riflette anche nel giorno in cui gli studenti uscenti dalle scuole superiori devono sostenere l’esame nazionale per entrare all’università. In quella giornata le attività commerciali aprono più tardi del solito, i servizi pubblici di bus e metropolitana aumentano la loro frequenza e gli aeroplani non partono o seguono rotte alternative, tutto per facilitare la mobilità degli studenti che si recano a sostenere l’esame, per cui si preparano dall’età di 13 o 14 anni, e favorire un’atmosfera più tranquilla in cui i ragazzi possano concentrarsi al meglio123.

Piazzarsi bene nella graduatoria ed entrare in una delle più rinomate università di Seoul è fondamentale per avere migliori opportunità di lavoro in futuro e condurre

122 Daniel Tudor, Korea: the impossible country. South Korea’s Amazing Rise From the Ashes: The Inside

Story of an Economic, Political and Cultural Phenomenon, Tuttle Publishing, China 2018, p.105.

123 BBC, Suneung: the day silence falls over South Korea https://www.bbc.com/news/world-asia-

uno stile di vita soddisfacente; molte famiglie spendono cospicue somme di denaro per far seguire i propri figli da tutor privati, e le famiglie appartenenti alle fasce di popolazione più agiate dimostrano di essere competitive anche in questo, assicurando di trovare (e pagare profumatamente) i migliori insegnanti privati in circolazione. Un K-Drama del 2019 intitolato SKY Castle (dall’acronimo che indica le migliori università coreane, Seoul National University, Korea University e Yonsei University) ha dipinto proprio il lato oscuro dell’ossessione per l’eccellere nel proprio ruolo, sia quello di studente, di lavoratore o di madre. Quattro famiglie dell’élite coreana vivono nel fittizio quartiere di lusso chiamato SKY Castle e i loro figli sono quasi tutti studenti delle scuole superiori. Sebbene le famiglie siano influenti e benestanti, il drama ritrae le difficoltà di vario tipo che devono affrontare nel mantenere il proprio status sociale e la tenacia con cui difendono la propria reputazione soprattutto le madri, che hanno il compito implicito di occuparsi in prima persona dell’educazione dei figli, e che sentono la forte responsabilità di prepararli adeguatamente per l’esame più importante della loro vita, in modo che possano portare alto il nome della famiglia cui appartengono e confermare il suo status sociale. Il drama utilizza i toni della black comedy, ma pur nell’esagerazione di alcuni aspetti e negli amari sorrisi che suscita, fa riflettere su una consuetudine profondamente radicata nella società coreana e per questo è diventato uno dei drama più visti di sempre nella storia della televisione via cavo in Corea, con il primo episodio che registrò l’1% di ascolti per poi vedere una crescita costante, fino quasi al 24%124 dell’episodio finale.

La competitività, insomma, è un tratto caratteristico che pervade ogni ambito della

124 Soompi, SKY Castle sets new record for highest ratings in cable network history with final episode,

https://www.soompi.com/article/1300960wpp/sky-castle-sets-new-record-for-highest-ratings-in-cable- network-history-with-final-episode, ultimo accesso il 29 luglio 2019.

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società coreana e che genera una pressione sociale pesantissima; non bisogna purtroppo dimenticare che la Corea del Sud è tra i primi paesi al mondo per il numero di suicidi125, un triste record che non riguarda soltanto gli adulti, ma anche

gli adolescenti. Anche nell’industria dell’intrattenimento si sono registrati diversi casi di suicidi: alla fine del 2017, ad esempio, l’idolo del K-Pop Kim Jong Hyun, membro del gruppo che abbiamo menzionato in precedenza, gli SHINee, si tolse la vita all’età di 27 anni lasciando l’intera industria musicale in uno stato di shock e portando sotto i riflettori un disturbo che serpeggia silenziosamente nella società: la depressione. Non è questa la sede per esaminare approfonditamente e accuratamente questo importante e delicato aspetto, ma è quantomeno doveroso ricordare che in Corea parlare apertamente di un disturbo come questo sembra essere un tabù, quasi come non esistesse, anche se in realtà è molto più presente di quanto si possa credere ed è alimentato in modo significativo proprio dalla costante pressione e competizione che i cittadini sopportano in ogni fase della propria vita126.

L’ideale di bellezza

Parlare dell’industria dell’intrattenimento e della competitività, conduce a considerare anche gli inarrivabili standard di bellezza fissati dalla società coreana, che hanno fatto esplodere la febbre della chirurgia estetica. Seoul è la capitale mondiale della chirurgia estetica127, con il quartiere di Apgujeong che conta quasi

quattrocento cliniche. La procedura più comune è quella di sottoporsi ad un intervento per ottenere la “doppia palpebra” occidentale, che si ritiene renda lo sguardo più aperto e attraente, al punto che molte ragazze chiedono di poter fare l’intervento come regalo per il diploma. Sono anche comuni interventi al naso e

125 Daniel Tudor, A geek in Korea. Discovering Asia’s new kingdom of cool, Tuttle Publishing, Singapore 2014, p. 6.

126 Ivi, p. 79.

interventi per rendere il viso più sottile e appuntito, aderente all’ideale di bellezza coreano, che è molto preciso, scientifico128 e non corrisponde quasi per nulla alle

caratteristiche fisiche tipiche del popolo coreano, a cominciare dalla pelle, che deve essere più pallida possibile. È sufficiente cercare qualche immagine di idol coreani prima del loro debutto e paragonarle agli anni più recenti, per vedere quanto la maggior parte possieda una carnagione tutt’altro che pallida, ma finisca per adeguarsi a questo ideale di bellezza dopo aver debuttato. Creme con agenti sbiancanti, trucco dalle sfumature chiare, poca esposizione al sole diretto, sono i metodi con cui le star che non sono naturalmente dotate di una pelle chiara fanno in modo di ottenerla. Negli ultimi anni, nonostante l’ideale di bellezza rimanga invariato, il trend ha cominciato a cambiare e viene abbracciata di più la carnagione naturale di idoli pop e attori; anche l’opinione pubblica, come dimostrano le interviste effettuate “sul campo” dal canale Youtube Asian Boss, sembra ora vederla come qualcosa da valorizzare. I marchi di cosmetici coreani sono molto famosi, soprattutto i prodotti per la pelle; per i coreani e le coreane prendersi cura del proprio aspetto, al di là della chirurgia, e in primis della propria pelle, è molto importante e rappresenta un elemento di competitività, poiché si crede che un aspetto esteriore particolarmente curato sia utile per fare buona impressione, in particolare ai colloqui di lavoro, nei quali si deve competere con molte altre persone.