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LA PIAZZETTA REALE

Nel documento ~LL' iJLLtlstrissin1a (pagine 127-135)

Col permesso di Castore e Polluce ci introdurremo per brevi istanti sull'area cli piazza.

Reale.

« Piazza Reale è fiancheggiata da gallerie che conducono al Rca,lc Castello. A capo

cc cli esse yedesi una galleria scoperta che chiamasi Yolgarmentc il Padiglione Reale (1).

cc sotto l'atrio del quale sta continuamente un corpo di guardia con bandiera e capitano.

cc Su quel padiglione si espo11c la SS. Sindone. Il Castello serve di abitazione ai Principi

cc Reali. Per mezzo di una Galleria si congiunge al padiglione, e da questo, per mezzo di

<e un'altra simile g;alleria si passa nei RR. Appartamenti.

C.\~1'0RE.

riconoscendosi che q ucst'uorno

(( La piazza dietro il Castello, circondata come l'altra

« di portici e palazzi uniformi, ha hottcghc mercantili. Al

cc mezzo di questa piazza sono le Tesorerie e Segreterie di

« Stato, l'Ufficio Genernlc dcl Soldo, la Dogana, la Posta

cc Generale delle Lettere e la Gabella del tabacco ». (CRA-YERI - Guida di Toi·ino, ~IDCCLrn).

I due caYnlieri tli bronzo (Castore a destra e Polluce a.

sinistra di chi procede Ycrso il palazzo) non permettono il passo nè a chi si presenta clcrnocraticarnentc in mnniche di camicia, nè a chi rimorchia carriuole, nè a chi reca ilwolti: diYicti che registro ma che rinunzio-a spiegare.

Nel 18-! 7 il transito era stato inibito ad un'altra ca te-goria cli \~iandanti: i cani.

Un bel mattino dcl maggio si Yiclc un tale, che, colla frusta in mano, attendcnt al varco i cani onde cacciarneli a scudisciate. Il 11[esgaggern Torine.r::e dell'epoca, narrando il caso, dice che si suppose in principio fosse uno scemo, ma yedendolo tollerato dalla polizia, si cominciò ad indagare, era appunto destinato dall'Azienda Generale della Real Casa.

(I) Durò, più o meno in buono stato, sino al 181 r. In . eguito ad un inc1mdio avvenuto in marzo di detto anno in occasione delle feste per la nascita del Re di Roma e che finì di ro\'inarlo, venne finalmente demolito.

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per allontanare i cani, pokhè la Regina aYeYa a.nito ribrezzo e mossa lagnanza dei cani che scon ·iamcnte scherzrwano fra di loro :-;otto le finestre degli appartamenti reali. E la satira scrisse :

« E da. !)_uel di con ari<L formidata, passeggia in piazza un fiero paladino,

con una frusta in mnno sollentta e vestimenta e faccia da spazzino, e quando per cli là passun duo cani, leva la frusta, o sferza a viene mani ».

Nel maggio 18-!9, le aure di libertà furono fee;ondc cli giubili anche pei cani di piazza Reale. Il divieto scomparve, l'impiegato staffilatore si giubilò con quindid lire al mese, e fu restituita ai fidi quadrupedi amici dell'uomo, facoltà di pensare e di n,girc liberamente come credessero meglio e nel proprio interesse.

Al presente è pur vietato il transito ai. .. ciclisti, forse a guarentigin, dell'integrità, fisica dei pochi coraggiosi che lungo la giornata si peritano ad attraversare quella plaga deserta e melanconica oYe cresce tranquilln, l'erba, disturbata solo iu qualche speciale occasione di feste o di visite auguste in uni vien fatta strappare da manipoli di donne reclutate nella falange delle presentatrici di suppliche. Per la maggior parte del tempo ln, popolazione della localita si limita a qualche raro viarnlante, a tre sentinelle e ad un sotto brigadiere della Benemerita che si logora l'esistenza passa.ndo clctlla conversazione col Guardaportone della Reggia a quella col Guardaportone di Palazzo Chiablese.

:)quilla talvolta una tromba: la sentinella chiama alLtrmi : i rari vhmdanti si soffer-mano, guardano, salutano.

Passa una carrozza cogli stemmi di Savoia: vi è dentro il più delle volte un bambino roseo e paffuto, bambino già molto serio e quasi accigliato, che ride poco, parla meno, s'inchina assai e contegnosamente, e dopo tutto sembra altamente stupefatto di sollevare coll'eco della chiarina, il trotto dei caYalli ed il roteare della carrozza, tanto insolito brusìo in quelle solitarie regioni.. ..

• 'T-·

All'ora in cui si cambia la guardia colla pompa militare concessa solo a Roma cd a Torino, piazza Reale prende una breve, si, ma intensa rivincita.

Mezz'ora innanzi quella stabHita pel cambio, la categoria « abbo1rnti >) è gia entrata in funzioni : parte si è recata al q 11artiere in attesa del drappello : parte, disposta in ordine sparso, si è collocata in vedetti:t.

Spira ad un tratto uome un'aura di rh;veglio : il vento porta l'eco di indistinti :::;quilli lontani segnalati dal mulo filarmonico attace;ato alla carretta di battaglione con significanti scosse d'orecchi e di groppa: i 1·ari nantes serrano le file: la sentinella cbia.ma all'armi : le vedette volonta,rie ripiegano sul quartier generale, cd il pubblico converge al circolo seg·nato dai « letturini >>.

La « Guardia ,, preceduta, fiancheggiata e seguita dalla turba degli appassionati e {strano a dirsi ma yero) delle appassionate, che cmmnina allo stesso passo cadenzato della truppa, è già di fronte alle vetrine di Demichelis, temente per gli adorati cristalli e schie-rato, coi commessi, in loro difesa: ha raggiunta la bottega dell'orefice semita, c·.he pur esso scenrle nella via a far scudo alle btwheche : è Bboccata in piazza Castello : ha, varcata la linea dei cancelli separandosi in tre manipoli: la fanfarn s'arresta sul luogo : il picchetto infila l'androne tli Palazzo Reale: la banda, troncata ht mm·cfri si schiera, al posto di.. ...

combattimento.

Due e;arabinieri girano gravemente la pos1zwne per andarsi a collocare dietro la gnw cassa: di là danno un occhio al gatto e l'altro alla padella. Due altri, in alta tenuta, prendono posto, unitamente ad un rubicondo valletto, ai finestroni della :)ala degli Svizzeri.

Freschi bocchini di rosé sorridono dal mezzanino cli Palazzo Chiablcse: poco più in su un faccione ièratico s'incornicia in un abbaino quadrato: in alto, presso il tetto, nutrici for-mose si presentano in funzioi1i di allattamento cli minuscole fulve Altezze Reali, poppanti

e strillanti come se fossero popolo. E un supplemento di spettacolo di cui la folla si com-piace: principi e non principi, sono tanto cari i bambini!

Il concerto incomincia eù il chiaccherio ... prosegue. Ben consenTate reliquie dell'esercito e dellfi Guardia Nazionale si riconducono quoti-dianamente al campo ùelle antiche parate, intendono l'orecchio alla musica, ma non perdono d'occhio i finestroni Reali yerso l'Armeria, d'onùe si mostrava talvolta, fugace apparizione, la maschia figura di Vittorio Emanuele. Si direbbe che non disperano di Yederlo una volta ancora! Formicolano, oltre agli autentici amatori dell'arte, sfaccendati cli varie specie : impiegati freschi d'uscita clall'ufficio, pensionati di tntte le, amministrazioni, nn barbnto cilindrata e misterioso, studenti di ginnasio e di liceo, l'Uomo clel cane, Giurati <li provincia, sposini in viaggio di nozze, forestieri afflitti da un « cicerone », bambinaie, e per naturale accessorio soldati é caporali, etére in caccia, cc biciclette » in tennta succinta, crocchi di sott'ufficiali: immancabilmente due pompieri, un prete cantore della cattedrale dal volto simpatico e ridanciano, borsaiuoli che cercano mantenere il più stretto incognito e guardie di questura che non sono del medesimo parere.

E per far qualche nome: Petrini, Azzario, Bollati, Crescio, Camusso, Sopetto, Gariel, Tessari, Soldati, Giorio, Carbonera, Gerbola, Griffa, Galimberti, Deabate, Gatti, Giar-dino, Tiberga, Rambosio, Regis, l\1ussino, Zeme, Calleri, Tertulliano Tapassia. Sempre fedeli.

Giunge da. San Giovanni e va ad appoggiami ai bronzi della ca.ncellata, passando lenta. e non-curante, la nota madama R. : sucida negli indu-menti e scalca.gnata. nella. ca.lzatura; non perfet-ta.mente monda, di pelle ma fiera degli fi\'anzi di una bellezza non completamente conculcata dagli abbrutimenti della mi::;;eria. - na.ufraga della Yita elegante e schiYa. di qualunque salnt-taggio - memore, fra tutti gli antichi a.mori, di uno solo e potente : i pasticcini al forno. Un a.more però senza speranza.

G.\LB!l32RTI,

Il concerto è finito: la gente sfolla: si costitnisce un nuovo corteggio pella cc guardia >>

smontata. che ritorna al quartiere : la cc carretta di battaglione >> si a.llontana. al piccolo trotto del gioioso muletto ...

Un quarto d'ora. appresso la piazza è nnovamente tra.nquilla, silenziosa., deserta.

SOTTO I PORTICI

I portici costituiscono una. delle migliori caratteristiche edilizie della città e deve esserne remota la moda se è vero che nell'anno 870 Amalo Vescovo, stizzito per essere stato sbalzato di seggio, sia ritornato in armi distruggendo « i molti porticati che circondava.no

« Torino e serviYano di passeggio ai cittadini ».

Non colle case se la sarebbe presa il degno pastore, ma, coi portici, per far maggior dispetto alle pecore dcl proprio ovile.

129 Torino vnntant splendori di Capitale e fiorirono segnatamente nel periodo srnltosi tra, il 18-±8 cd il 18GO, nell'e,Toluzione Yerso l'Italia nova.

L'aristocrazia, la borghesia, il commercio, la. burocrazia., l'arte e l'agricoltura vi si (laYano la mano, urtandovisi e sfoggiandovi quanto maggior lnsso erft. loro dato sfoggiare.

Là si trattfwa,no affari, amori e politica; ~i con-ccrtaYano minute di note diplomatiche, ·i combina-Yano ribassi di borsa, compre di c·avalli, contratti di matrimonio e dichiarazioni di guerra. Il poeta veni va a c:crcmTi l'ispirazione dei canti, la cnoc.:tt vi tro,Ta•\'a scope, funghi e patate, il giornalista argomenti variati per articoli e corrispondenze, le matrone riusci-Yano a collocar bene giovani virtù perieolanti che aYevano d'uopo di appoggio per parte della saggezza, tlella maturi tiL e delle buone posizioni finanziarie. sbrigare all'ufficio. Vi passirnt tutta la Torino ufficiale.

Ora sono forse meno politieo-amrninistrfttid, nrn certamente <li giorno in giorno 'più eleganti, e d si danno quotidia1rnmcntc immancabile convegno tutte le chssi, dalle cosidette dirigenti nlle semplkerncnte e borghesemente digerenti;

tutte le dame e tutte le pedine', solo riconosL:.iuili le une dalle altre dai saluti

Réclame :-I a s s ~rii.o i.

sr

crticatamente rispettosi o Yolgarmentc confidenziali dei signori u?mini che pagm10 abiti e gioielli alle une- ccl alle altre, più volentieri forse a queste che a quelle. Oggi disparvero 10. grandi figure dell'Italiano Risorgimento, ma non ne è però scemata la memoria, ed a

Il Geo. A V 1·. CERUT'l'l.

mantenerla viva pro\rveclono, per alcune se non per tutte, le loro larve Yi\'cnti, ritratti in carne etl ossa, semoventi e parlanti.

Approfittando (li tratti più o meno spiccati, e fors'anche fatti spiccare, di rassomiglianza con qualche illustre, v'ha chi si stmlia di riprodnrlo, di Cotto1cngo non possono ragionevolmente ritenersi reincarna.ti nei connotati <li un egoista o nella provvidenzialmente caratteristica faccia di nno strozzino.

(I) Vittorio .Amedeo II ad istanza del ::\farchese Carlo LncloYico San Martino <li San Germano, diede facoltà cli tenervi due fiere annue chiamate di San G'ermr11w, l'una nel carnevale, l'altra nei primi di maggio. Una lapide da poco tempo rimos. a ricordava In cosa.

CIVES EXTERI ADESTE

Pl.13LIC.-E UTILITATl LIBERU.\I II!C E.\IPORJU.\l L\'STITUlT

Iguoro se e fino a qual punto entri la trucc:ti,tura in quest'opera che è operè1. chiotta di vanitù, una vanit~t però innocente e sto per dire simpatictL. Fatto è d1e fu ccl è ancora di mocl<t l'acconciarsi baffoni e pizzo alla Vittorio Emanuele, sicchè non cli rado aYYiene d'imbatter i in un tentatiYo di Re Galantuomo o in tuba e ::;tifelliu::;, o

nell'<-i sis<-i cinegetica di Valsaranche completata dal cappello a cono immancn,bile e dalla tradizionale penna di frLgiano.

È del pari in giro un Mas::;imo d'Azeglio spurio, però sufficientemente riuscito, specie ù'inverno, quando la stagione permette di riprodurre il pipistrello di piazza Carlo Felice. ..A proposito della, q ua,l piazza ricordo pure un noto panettiere di quei contorni che mette ogni sua consolazione nell'essere scambiato con lo Scià di Per::;b !

Vi sono anche gli inconsci, gli stereotip<-itori involontari che con olimpica indifferenz<t portano attorno la riproduzione di originali <.t cui non intendono per nulla far concorrenza: Cavow· rivisse in ta,l modo nel giornalaio

L'ombra del G.\L.\l\TUD~!O.

del Caffè }\fogna; Depretis, caduto alquanto iu basso, smerciètva cerini ed anelli passanti per le chi::wi ; il Sosia di Giovanni. Giolitti vendeva tempo fa le ostriche ccl ora si è ch-ito al commercio

\mìr

I I

dei b<istoni odoranti; un Onorevole delle Laughe dopo aver rappre-sentato in gioventù un ben nutrito Naza,rcmo, ne conserva ancora adesso eYidentissime traccie; Tomma::;o Villa ha incontrato il proprio fac ::;imile di esattezza menwiglio8a nelhi persona d'un simpatico colonnello dci carabinieri; Fedel'ito Guglielmo di Prussia è rigermogliato nel proprieta,rio del Caffè dello Scalo ; Luigi rlrcozzi .Jla::;ino scambfrt facilmente la propria individualità fisic<t con q uelht del modesto funzionario ci\-ico che yeglia allo scalone municipale; JJfo::;è istes::;o non è completamente sparito ùalla faccia delhi terra: la sua maestà di taumaturgo si rispecchia nei tratti scultorii del buon professore Alessm1dro Volante, argnto sco-pritore cli nuove ccl ardite teoriche cosmogratichc.

Specialità e lustro elci nostri portici sono pure e i brillanti negozi dalle bacheche suggc::;tionan ti iu cui si esercita il gran commercio, ed i bm·acconi (1): specie cli botteghe-bomboniere addossate od inter-calate ai pilastri e doYe il traffico è rivolto a generi meno grandiosi

un d~e Massimo d'.'>-zJglio. ma probabilmente non meno rimuncratiYi. Ben inteso che non s'intende

alludere nè agli spacci cli cocco f'resco nè <:tlle ostensioni ortopediche e sospcnsiYe che hanno stabilito domicilio verso h-i chiesa di t)an Lorenzo, nò,

tanto meno, alle collezioni di uccelli del Brasile o di piccole 8ì, ma ripugnanti salamandre terrestri che mettono un brivido sotto ln, pelle dcl riguardante, e se agli occhi di Dio sono creature degne d'ogni riguardo esse pure, non rappresentano però agli occhi degli uomini la più galante frn le attrattive. Continuiamo perciò, anzi affrettiamo, il C<unmino.

*

~e nel passeggiare ci proveremo a co118iclcrnre 8otto speciali criteri critici le persone e le cose, giungeremo a costituirci un corredo di cogni-zioni curiose e mediante l'esame intelligente di cnwattc, panciotti, cate-nelle di orologio, sparati e polsini di camicie riusciremo a formarci la convinzione che Torino nqn è, nemmeno essa, scevra di falune supersti-zioncelle e non rifugge da rninnte pratiche di piccola fattucchieria.

Ecco, per esempio, un ricco patrizio che non abbandona mai il po1·chettino porta fortuna; un noto avvocato ci\-ilista tiene a guisa di ciondolo un bel dente niolm·e; un grave magistrato accarezza il tl'oi::;sant;

Il PulL:ellinaio.

la cocotte in voga sfoggia volentieri nn medaglione da collo ove è racchiuso il fl'if'oglio a quatt1·0 petali; vedo un prefetto col chiodo cacallino, un consigliere comunale col gobbetto; un

(I) Sino al Ii82 il Vicariato si era costantemente opposto alla costruzione dci baracconi. In quell'anno il Vicario Provana li propose ed il Consiglio degli Edili diede consenso, purchè i baracconi aYesscro aspetto regolare e uniforme, e sulla porta cli ciascuno fosse tenuta cli notte una lanterna accesa. - 1832, 1\Iaggio 26. RK. PP. pelta ricostruzione dei baracconi sotto i portici di piazza Castello. - 188 2, 1\Iarzo i. Inaugurazione del primo baraccone, sistema Romano.

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giornalista porta il corno cli corallo, un prete lrn il ?110rso1 un tenente ·olonnello b lw:e1·tolrr, un duca il fe1·1·0 equino a sette capocchie, un deputato il 1·a110tchio, 1111 pittore ln, medaglia cli S. Gim·gio, un poeta l'Alfa ecl Omega di nichelio: io . tcs~o che scriYo (chi <1i voi è s nza peccato getti il primo la pietra) tolgo irremissi-bilmente dalla circolazione qualnnqne moneta bucata mi pa si a tiro ed ho un bel (1. 3 ) per spHlone, memore che in Torino poco meno di Yenti strade e non tutte minori, mancano nella

11 umerazione <lolle porte <lel numero tredici, pueril-mente sostituito dn un (1 pis) che... mostra la corda e puzza d'ingenuo dieci miglia lontano!

Interpellate gli interessati, e noYantanoYe Yolie u cento mentiranno dicendo che <e son regali » mentre sono acquisti pensati, oggetti che non si tengono addosso meramente per un fugace andazzo della moda, bensì veri e proprii talismani riconosciuti ccl ufficialmente accettati per tali,

Il cerinaio galante (Bigin, Bigin). proYe palmari che da noi Si crede al mal'occhio

cd alla jettatura. E talmente vi si crede da essersi perfino compilato e diramato l'elenco cli alcuni fra gli « jettatori » maggiormente formidabili, i quaU, pO'{ereW, se si imbattono in un conoscente, que8ti ha poco scrupolo cli metter mano all'amuleto, spumre in terra, pigliar la lingua fra i denti, far le corna colle dita o magari pretestare una necessità urg'ente per potersi appartare ed abbandonarsi all'accreditato quanto sconcio scongiuro « alla Romanesc.:a »

reptttato soyrano contro le cattiYe intenzioni l

Più numero a poi di quanto . i possa supporre è la schiera. di quelle signore - e di qtiei signori - più o meno conYinta o confessa, che ha per fausto l'incontro di un frate) d'un ragno . erotino, d'un gobbo, d'un carabiniere o d'una carrata di fieno e cavallo bianco;

che. i)rono ·tica grandi allegrezze dall'aYcre raccattato uno spillo da testa (..dgucia da testa 'na g)'{ln fe.r::fa : agucia da cus'ì un gi·an clespia.'li), messe sbadatamente le calzette a rovescio, 'riCè\'nto in clono lampade, topazi, chicchere di porcellana. Sono an.ime tementi e pusille che si ripieg·heranno sg,omentc sn loro stes e q nando,

strada facendo, abbiano imbattuto un carico di paglia, uno zoppo, _un arrotino, un Yenditore cli coperchi (que1·cie) da pentole o un[I, monaca nera, oppure inayyertcntemente raccolto un ago, una crocetta, una foglia di mirto, dimenticate le scarpe sulln. seggiola, spiegato in luogo chiuso un ombrello, accettato basilico, reseda, garofani, opali, ametiste, ovvero spilloni, forchette , cesoie o temperini, poichè <e roba che punge, amor disgim)ge (!) » ; o se finalmente qualcuno avrà avuta l'iclen. nrnlau-gurata cli introdurre in casa loro penne di pa\Tone, tortorelle, o figurine di gesso.

*

Invano tenterete cozzare contro quelle cre-denze che per loro sono articoli di fede inconcussa al par di certe « tradizioni storiche » narranti

a, cagion d'esempio che 0\'ldio, avviato all'esilio Ln. Torre di Pilato e la porta« del Vescovo».

di Tomi in Crimea, albergò nelle torri di Porta

Palatina - che chi plasmò il cavaJlo di marmo dello scalone reale venne abbacinato affinché cc non potesse modellarne altro così bello » - che il disarmo della meravigliosa cupola di S. Lorenzo si effettuò incendiandone tutte le travature poichè al momento topico nessuno si fidò di trattenersi al dissotto - che, viceversa, l'Arch. Bernardo 1\Iosca se ne rimase

tranquil-lamentc, es.·o e la famiglia, a mn11°·iar l'insalata :;otto Llr<.:o temcrnrio dcl ponte Dora, intanto elle ne ca<lcnrno gli ultimi puntelli - <.:ho 1<t « Porta d 1 Dinxolo » (1) fu i::lUOlpita all'Inferno - che lo r:;trado11c dell'Eremo si formò iu m1;:1, notte - uhc.·

Il Conte Tnucm.

nelle nostre colline si uclano immensi tesori sepolti d<.t Becurio e da Cristoforo Ferro ( Tof'o Fe1· ) . ·otto le tre torri clel Dia Yolo, del Pascorc e di l\Iontosolo - che non meno sterminate ric-chezze giac.:ciono nel pozzo di Villa Botta a CaYorctto, gettatevi durante le Yiucnde repubbliua,ne 1798-\:19 - che il Cit cli Vanchiglia se la l::lciala tranqnHlamente per la città, ora camuffato da donna ed ora cht prete. in barba alla Regia Que ·tura - che in un castclluccio di campagna oltre Po dormono insepolte ed ilwendicate le salme cli doclki fautesuhe murate yj\~e cli.t un cieco ricco sfondolato e che, al c.;ontrario, non dorme tt ~opcrga la spoglia dcl Re Magnanimo, rimasta inYece nell'esilio di Oporto.

Ai portici di Po Y<Lnno indis:::;olubilmen te legati i nomi di Dolcitto e dcl ctwaliere Della Rocchetta: antipatica fi0·nra quella del primo, oncsttt e simpc.ttidssima quella dcl secondo.

Il Professore Saletta Lol'enzo Dolcitto scuza far torto a.i quintini del «Porto di ~ayoua ))' 11011 mancava giammai al bicchierino quotidiano 1lel Caffè Gallina, con tre pani bagnati. Nnt~q ue in Chieri

Il Professore Saletta Lol'enzo Dolcitto scuza far torto a.i quintini del «Porto di ~ayoua ))' 11011 mancava giammai al bicchierino quotidiano 1lel Caffè Gallina, con tre pani bagnati. Nnt~q ue in Chieri

Nel documento ~LL' iJLLtlstrissin1a (pagine 127-135)