Il bilancio esterno d'Italia dopo la guerra
III. Politica e Sociologia
A. Nleeforo: Le* indice» numériques de la civilieation et du progréi. (Parigi, E. Flammarion, 1921. Pagg. 211. Fr. 4,50).
« Esistono indici rivelatori o, se si vuole dei caratteri peculiari dell'incivi-limento e dei progreuot Supponiamo anzitutto che, dopo aver risolto ii pro-blema che consiste a definire esattamente il significato di questi duo concetti, si giunga a dare alla questione così enunciata una risposta affermativa, quindi a mostrare che se tali caratteri indicatori possano apparirei sotto forma de-scrittiva o qualitativa, essi possono altresì esser ridotti a forme quantitative quando ai perviene ad esprimerli direttamente o, per mezzo di artifizi speciali, con delle misure. Da ciò deriva l'idea di cercare ee non eia possibile realizzare una misura della civiltà e del progresso nello spazio e nel tempo; il cho più esattamente, si formula dicendo: sono possibili la scelta o l'elaborazione siste-matica di una serie di caratteri misuratori della civiltà e del progresso? ».
Al problema posto e tracciato in tali perspicui tormini il N. si studia di rispondere col presente volumetto, nel quale anche una volta appare la vastis-sima cultura, l'acuto senso critico, la simpatica originalità di pensiero e di inetoda del chiaro studioso.
Dall'analisi del concetto di civilizzazione, quale risulta da una lunga tradi-zione di coscienza filosofica, sociale e morale, e da un riuscito tentativo di esemplificazione pratica mediante applicazione degli elementi così ricavati all'apprezzamento del grado di progresso raggiunto da vari popoli in tempi o luoghi diversi, l'A. procede a precisarne quantitativamente la nozione in base alle correlazioni ed ai sincronismi che intercedono fra le varie categorie di fatti. Ostacoli gravi contrastano la costruzione di un sistema organico di sinto-mologia sociale: primo fra tutti le interferenze dei fenomeni, che non consentono di isolarli e valutarli separatamente, nei loro rapporti di causalità, se non con le più grandi cautele. A nessun altra indagine può meglio applicarsi la sco-raggiata conclusione di Augusto Conte: « Le facoltà dell'intelletto sono troppo limitate, l'Universo è troppo complesso! ». Ma se la ricerca conduce ad ipotesi sempre più prossime alla realtà anziché a delle immediate certezze, non meno interessante riesce di apprestarne i primi materiali, individuando e misurando gli indici intorno ai quali si possiedon dati più sicuri e più concordi consensi, cosi da poter assegnare a ciascuno un posto adeguato nella scala di forze e
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di valori che si tende a costruire. La criminalità, la mortalità, il grado di progresso intellettuale (riferito ad elementi vari), il benessere materiale fnrono a volta a volta assunti ad esponente unico del progresso comparativo* delle epoche e delle società umane. Di tutti e di ciascuno però conviene tener conto da chi voglia impostare il problema su basi scientifiche. Ma se si rsggiungon per tal modo, fino a un certo punto delle evidenze obbiettive, rimane tuttavia insoluta la questione tutta psicologica del grado di felicità connessa alle varie forme di convivenza e di progresso; mistero forse insolubile di vita morale, dinanzi a cui ei inchina concludendo lo squisito senso filosofico del suggestivo autore. G. PRATO.
Dr. Carmelo Sealia : Realismo identifico e idealismo hegeliano. A propolito della filosofia di Carlo Marx, Roma, F. Ferrari, 1921, pp. 74 (L. 3).
E' uno studio filosofico col quale l'A. risale alle origini del pensiero di Carlo Marx, derivato dall'idealismo hegeliano fuso insieme col materialismo del Fuer-bnch, e derivati entrambi, a loro volta, nonostante le apparenze in contrario, dal criticismo di Emanuele Kant.
Studiare la fiiiazione'di questi sistemi filosofici per vedere quello che il Marx ha preso in prestito dall'uno e dall'altro, vedere fin dove e per quanto i principii insieme raccolti dall'eclettismo marxista possano armonizzarsi con le conseguenze pratiche poste a base della concezione materialista della storia, differenziandone i limiti logici con i sistemi filosofici generatori, fissare la posizione del Mais in metafisica e le conseguenze crite'riologiche secondo che voglia definirsi la posizione del suo pensiero filosofico in ordine alla teoria della conoscenza, e trarne partito per fare emergere la superiorità della soluzione « scolastica >< in raffronto alle aberrazioni dell'idealismo e alle deficienze del materialismo natu-ralista, ponendo nella luce esatta la dottrina del realismo scientifico, tale è stato il còmpito che si è proposto l'autore.
L'indagine si riconnette al primo capitolo dell'opera dello S.: Il materialismo storico e il socialismo, di cui svolge e completa l'interessante materia, relativa alle premesse filosofiche dol sistema di Marx. In una lucida prefazione Erminio Troilo formula l'augurio, che cordialmente facciamo nostro, che il chiaro autore, messa in piena luce con questo studio la questione delle premesse filosofiche di Marx, dopo averne, nei precedente, seriamente discussa la dottrina economica e sociale, voglia procedere nell'indagine riabbracciando, dal punto di vista teoretico, i problemi accennati e già implicati nella sua conclusione, dandoci quella critica filosofica a fondo che il marxismo merita per la parte che ebbe e che avrà nella storia del pensiero umano. G. P.
Vilfredo Pareto: Trasformazione della democrazia, Milano, Studie editoriale Corbaccio, 1921, pp. 141 (L. 7).
Le opere che segnano un'indelebile impronta nel progresso scientifico si distinguono per le applicazioni e gli sviluppi di cui sono indefinitamente suscet-tibili lo constatazioni e le idee che esso contengono di fronte all'apparente variare dei fatti, dei sentimenti, delle tendenze umane, prodotto da eventi ino-pinati e da profonde rivoluzioni psicologiche. Tale consacrazione di non peritura grandezza non è, in questi anni, mancata ai monumentali Principi di Sociologia in cui Vilfredo Pareto ha raccolto in sintesi formidabile il frutto di una immensa dottrina e di una assidua, vastissima, penetrante osservazione, studiandosi di farne emergerò qualcuna delle uniformità essenziali dalle quali è guidato, nel processo della storia, l'ondeggiante cammino dei popoli nel ritmo delle sovrap-poste civiltà. Onde molta parte degli straordinari avvenimenti che abbiamo vissuti e viviamo, dal 1914 in poi, viene ad inserirsi armonicamente nel quadro tracciato dal maestro a linee di imponenza gigantesca, recando nuovi elementi di prova alle verità sperimentali da lui formulate a guisa di cauta ipotesi e con continue riserve di relatività, piuttosto che come postulati indiscutibili di valore definitivo.
Conscio dell'importanza di tale rispondenza a conferma delle proprie conclu-sioni, il Pareto segue con vigile occhio critico il succedersi delle idee e delle cqse in questo febbrile periodo, e lo accompagna con commenti e con dilucida-zioni acutissime, ispirate ai criteri ed ai metodi che conferiscono tanto superba originalità alla sua grande opera. Gli articoli numerosissimi da lui inserti in
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molte riviste e giornali dal 1916 in poi pouona cosi considerarsi il prosegui-mento, l'integrazione, l'appendice documentaria e, in parecchi casi, l'allargamento a nuovi campi di osservazione della maestosa indagine esposta nei due memo-randi volumi ; « onde si ha come una curva continua che, dal tempo in cui fu scritta la Sociologia giunge al presente e pare dovere proseguire nel futuro, concedendoci cosi di avere di esso qualche concetto ». Opportunamente oggi ai incomincia a ripubblicare in forma più durevole tali pagine disperse. Alle quali spesso il loro autore aggiunge, con l'occasione, altri scritti di attualità ancor più viva, a testimonianza d'una potenza di lavoro e di una freschezza di mente che la maggior parte dei giovani potrebbe invidiare, non certo superare od uguagliare. Alla preziosa serie appartiene il presente volumetto, in cui 4 studiato il processo di dissoluzione della società democratica aggravato ed accelerato dalla crisi che ha colpita la nostra civiltà. G. PRATO.
Sidney Oaborne: The Upper Siletian Question and Germany's Coal Problem. (London, G. Alien and Unwin Ltd, 1920, in 8°; pagg. 285. Prezzo: zh. 12 d. 6).
Un solido lavoro di ricerca, un'opportuna raccolta di dati offre l'Osborne, discutendo una delle questioni ora più dibattute: e conclude l'eBame attraverso alla storia politica ed economica dell'Alta Slesia, giudicando equo e necessario lasciare questa regione alla Germania. Perché i due secoli di dominio polacco nel tardo medioevo non hanno conservato.traccia nell'Alta Slesia, e sia la colo-nizzazione antica che l'industrializzazione recente à tutta opera del capitale e dello spirito d'iutrapreza dei tedeschi.
L'Osborne scende a studiare, seguendo il Keynes, l'importanza che i bacini minerari della regione hanno per la Germania e per la Polonia: ma qui, come anche dove analizza le forse delle diie nazionalità conviventi, il suo ragiona-mento non riesce del tutto persuasivo. Non basta infatti dire che senza il ric-chissimo bacino carbonifero slesiano la Germania avrebbe solo un terzo del suo fabbisogno di combustibile; perché la linea di confine che Io staccasse non allunga la distanza da superare nel trasporto, purché non zi sanciscono ostacoli doganali o nelle tariffe di trasporto. E nemmeno acquista forza di dimostrazione asserire che la popolazione elava — lievemente predominante sulla tedesca nei distretti industriali e mineraria alla destra dell'Odor — non é polacca perché parla un polacco-annacquato incomprensibile di veri polacchi. La corruzione nel dialetto (misti di tedesco e di' polacco) é fenomeno comune a tutte le sone di confine, dove il passaggio é facile attraverso ad un fiume. Y. P.
Opera Bononielli di Assistenza degli Operai emigrati: Saggio di una prima inchiesta sulla emigrazione italiana in Europa. Dati raccolti e coordinati da
ERMINIO ALBONICO, M i l a n o , 1921 ( p p . i x - 1 7 6 ) .
Alle benemerenze sociali, morali e politiche che l'Opera fondata dall'eminente prelato lombardo eeppe acquietarsi nel prime ventennio della sua laboriosa vita la presente pubblicazione aggiunge un titolo di notevole importanza scientifica non meno che pratica, per la vastità dell'indagine, la oopia dei dati raccolti, la cura della perspicua coordinazione. La ricchezza di personale e di mezzi di cui dispone il Commissariato statale non riuscì certo mai a darci nulla che assomigli a questo diligente inventario, che un modesto istituto privato seppe ideare e compiere con le sole sue forze, mercé il fervente appello e la paziente organizzazione in tutto il paese delle energie più volonterose. Onde possediamo per la prima volta, mercè sua, il quadro analitico di un fenomeno il cui apprez-zamento presuppone la conoscenza di infinite peculiarità locali e richiede la valutazione di elementi disparati e molteplici, in parte soltanto economieì in stretto senso. Ciò non impedisce che l'egregio autore e l'infaticabile segretario generale dell'Opera, prof. Uberto Pestalozza, offrendo ai pubblico la bella serie di prospetti smettici, dichiarino trattarsi per ora quasi di una comunicazione preliminare, da integrarsi e completarsi in base a ricerche più esaurienti, eia per colmare lacune territoriali dovute a deplorate negligenze in alcune regioni, sia per estendere ad altri problemi le domande del questionario. Queste sommano intanto a non meno di 47 e riflettono' £li aspetti più vari del fenomeno studiato, dalle cause determinataci dell'emigrazione alla sua stabilità, dallo direzioni pi precedenti, del numero medio alla composizione demografica, dalle occupazioni e mestieri ai salari, dallo stato di famiglia al benessere economico, dall'azione svolta
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all'estero ai riflessi d'ogni ordine che se ne hanno all'interno, dalle malattie contratte all'estero ai vantaggi educativi prodotti dal diverso ambiente, dal contegno degli italiani all'estero durante la guerra alle loro presenti condisioni materiali e morali ed alle funzioni plausibili circa l'avvenire ehe si dischiude all'esodo italiano, nello sconvolto equilibrio del mercato europeo. Certo non tutti gli interpellati (il questionario fu diramato al clero, dopo constatata l'inutilità di interrogare le autorità ed i funzionari dei comuni) poterono o curarono rispondere soddisfacentemente. Da uno sguardo generale ai prospetti sinottici si rileva che le regioni le quali risposero meglio all'appello sono il Piemonte, la Lombardia, l'Emilia, la Toscana, le Marche, l'Umbria. Il Veneto rispose suf-ficientemente, non però cen quello zelo e quella copia di notizie che si era in diritto di attendere da una regione cosi eminentemente migratoria. Poche, rela-tivamente, le informazioni pervenute dalla Liguria, dal' Lazio, dal Mezzogiorno e dalle Isole, paesi di emigrasione scarsa o quasi esclusivamente transoceanica. Per la Venezia Giulia l'inchiesta i in corso. Dalle prime risposte però prove-nienti dal Trentino si rileva — mònito e incitamento — una maggior istru-zione ed educaistru-zione della massa emigrante da quei paesi in confronto a quella delie altre regioni del regno.
I dati raccolti non hanno, nè potevano avere, per la loro provenienza e pei mezzi limitati di chi promosse l'indagine, l'assoluta precisione quantitativa che si richiede nello statistiche elaborate con intenti e criteri rigorosamente scien-tifici. Molte risposte sono espresse in termini vaghi, che rendono impossibile ogni ulteriore elaborazione di medie e di somme. Ma ad una maggior esattezza non dubito si saprà giungere in un successivo grado di coordinamento critico, a cui i benemeriti autori dell'inchiesta vorranno certo procedere, allorché dispongano della totalità dei dati parzialmente comunicati, a guisa di saggio, ÌD questa pubblicazione preliminare.
Illustrandone intanto, con sensati commenti, i primi risultati, il Pestalozza non dissimula le suo preoccupazioni per i maggiori ostacoli che l'esodo italiano incontra oggi sul suo cammino, indiee della penosa situazione che gli è fatta dal presente momento internazionale. Confida però che un regime di vera libertà, almeno da parte nostra, iutegrato da sapienti provvidenze educative e tutelari, dia modo alla forza sovrana delle cose di superare nel più brave periodo la laboriosa crisi di assestamento, restituendo completamente alla vita sociale ed economica italiana uno degli elementi essenziali del suo equilibrio fisiologico spontaneo e normale. G. PRATO.