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2. L’occupazione militare delle Midlands Orientali

2.2. La popolazione della tarda età del ferro

Non è possibile approfondire gli studi dell’occupazione militare romana di un territorio ignorando un fattore importante come il suo popolamento umano precedente all’arrivo dei romani, nonché le informazioni che si possono ottenere sui suoi usi e costumi, sul tipo di organizzazione politica presente e di conseguenza sul possibile grado di opposizione che possa aver presentato all’avanzata delle legioni. La regione delle Midlands Orientali presenta diverse tracce di occupazione risalente all’età del ferro, molte delle quali emerse in anni recenti e che mancano ancora di una pubblicazione unitaria. In generale, i siti principali che sono stati individuati presentano tracce di abitati di discrete dimensioni, aperti e senza strutture difensive25. Questi siti sorgono solitamente in zone pianeggianti lungo i corsi dei fiumi e in prossimità dei guadi, posizioni che in alcuni casi saranno come vedremo sfruttate anche dagli insediamenti romani. All’inizio degli anni Novanta, quando vengono pubblicati i principali lavori che riassumono i nuovi risultati di scavi e ricerche degli anni immediatamente precedenti26, viene evidenziato come l’area delle Midlands sia genericamente interessata da una frequentazione incentrata proprio su grandi abitati ‘aperti’, cioè privi di sistemi difensivi («large open settlements»), in opposizione con altre aree dove prevale la presenza di grandi centri fortificati (definiti «oppida») e altre zone dove sorgono per lo più piccoli insediamenti fortificati in zone elevate («hillforts»). Questa distinzione ha portato a teorizzazioni specifiche sui fenomeni politici e culturali che stanno alle spalle di una tale organizzazione e distinzione nelle forme insediative, fino ad essere associata alle meccaniche di occupazione dell’esercito romano che abbiamo discusso nel capitolo iniziale27.

I siti risalenti all’età del ferro sorti nell’areale geografico che stiamo prendendo in esame sono svariati e non è stato possibile scavarli tutti, visto che per alcuni l’indicazione di un possibile abitato è data soltanto da concentrazioni di materiali risalenti a quest’epoca individuati tramite ricognizione archeologica28. Si è voluto

evidenziare il ruolo di insediamenti come quelli di Leicester e di Lincoln, dal momento che il primo in età romana sarà scelto come capoluogo della civitas, mentre il secondo

25 Todd 1991, 5.

26 Le pubblicazioni più interessanti in tal senso sono certamente le già citate Millett 1990, per quanto

riguarda l’impatto dell’arrivo dei romani sulla Britannia, e Cunliffe 1991, per quanto riguarda invece le popolazioni dell’età del ferro.

27 Cfr. Millett 1990 44 e ss. 28 V. cartina 6.

45 verrà affiancato da una fortezza legionaria, ma forse tali riflessioni si appoggiano su deduzioni deterministiche piuttosto che su dati archeologici sicuri. Infatti, questi siti sono stati individuati solo sulla base di poche tracce archeologiche, in prevalenza concentrazioni di materiali, e non sono stati scavati sufficientemente anche a causa dei moderni centri abitati che vi insistono, rendendo impossibile stabilirne con certezza dimensioni e articolazione29. Tra gli altri siti, un ruolo importante è rivestito dal centro di South Ferriby, insediamento sorto sulla costa dell’Humber e frequentato fino dall’età del bronzo, che svolgeva sicuramente un ruolo chiave nei traffici attraverso il fiume30. Anche il sito risalente all’età del ferro presso Ancaster ha presentato diverse tracce agli archeologi sulla collina sovrastante il guado sul fiume Slea, dove i rilievi collinari vengono interrotti dal corso fluviale in quello che prende il nome di Ancaster Gap e dove sorgeranno successivamente anche dei siti romani31. Forse il sito maggiormente

rilevante per l’età del ferro è però quello di Dragonby presso Scunthorpe. La ragione principale di questa sua importanza è data dal fatto di essere l’unico insediamento dell’età del ferro ad essere stato scavato in maniera approfondita, all’interno delle Midlands Orientali. Qui le tracce di occupazione testimoniano una frequentazione molto lunga, a cominciare forse dalla metà del I millennio a.C. fino alla tarda antichità, unità a tracce evidenti dello sfruttamento delle risorse locali. Il ritrovamento di un’ampia gamma di manufatti metallici e molte monete (coniazioni dei Corieltauvi, ma non solo)32, fa pensare che il sito rivestisse un ruolo rilevante nell’area e che non si limitasse a sfruttare la bassa pianura del Trent solo per l’agricoltura ma anche per tessere commerci con altre aree. Nel resto del Lincolnshire sono stati individuati altri siti, diversi dei quali, come si può vedere dalla cartina33, incentrati sui rilievi collinari dei Wolds. La maggior parte di essi hanno dato alla luce evidenti tracce di industrie metallurgiche e di altri reperti, ma anch’essi non presentano tracce archeologiche di sistemi di difesa.

La situazione è lievemente diversa nell’area sud-occidentale, fra Leicestershire, Nottinghamshire e Derbyshire. Qui infatti, oltre a diversi insediamenti non difesi, sono stati identificati alcuni hillforts di discrete dimensioni, alcuni dei quali in tempi recenti,

29 Todd 1991, 3-5.

30 Id., 4; Cunliffe 1991, 178.

31 Todd 1991, 6, tracce rinvenute sotto al successivo forte romano; gran parte degli scavi ad Ancaster non

sono stati pubblicati.

32 Ibid.

46 come Honnigton e Holdox Camp. Questo dettaglio potrebbe aprire il campo ad alcune riflessioni. Gli studi hanno messo in evidenza un processo di diffusione di siti fortificati, con maggiori dimensioni presso le aree dove erano già presenti gli hillforts e gli oppida, oppure con nuove fondazioni dove prevalevano gli insediamenti aperti, datati per la maggior parte alla tarda età del ferro e in particolare tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio dell’Era Moderna34. Queste nuove fondazioni sono state messe in relazione con

l’arrivo sull’isola dei Romani, sia per la datazione sia per la distribuzione geografica, che vedeva una collocazione prevalentemente limitata alle aree in cui l’attività militare romana sembrava aver avuto un impatto più rilevante. Si è quindi sottolineato come questa nuova tendenza insediativa possa essere stata frutto di una reazione difensiva alla minaccia militare delle forze romane35. Per quanto riguarda il territorio dei Corieltauvi

questo fenomeno non sembrerebbe essersi verificato in maniera sistematica, ma la presenza di hillforts, potrebbe far pensare che anche quest’area abbia subito delle alterazioni socioculturali durante le fasi finali della tarda età del ferro. La loro distribuzione, che interessa solamente l’area sud-occidentale, fra Leicestershire, Nottinghamshire e Derbyshire, risulta essere l’aspetto forse più interessante. Purtroppo, ci sono alcuni punti critici che è necessario sottolineare, prima di addentrarsi in ipotesi: in primis non c’è la certezza che questi siano gli unici siti fortificati risalenti alla tarda età del ferro sorti nelle Midlands Orientali, e di conseguenza la mancanza di hillforts nella zona costiere e del Lincolnshire può essere una lacuna causata da insufficienze nelle informazioni disponibili. Inoltre, lo stato attuale delle ricerche non permette di chiarire esattamente la sequenza temporale delle occupazioni di questi siti fortificati, lasciando aperte diverse possibilità riguardo ai momenti della loro occupazione, che può essere stata a tratti simultanea ma potrebbe anche essere stata sequenziale. Queste precisazioni sono necessarie perché, alla luce delle nostre attuali conoscenze, è possibile associare la distribuzione degli hillforts della regione con le particolari condizioni politiche della tribù. L’apparente assenza di questa tipologia di insediamenti nella zona del Lincolnshire, ma anche la presenza di una buona quantità di hillforts nell’area attorno a Leicester, può infatti essere un riflesso di una frammentazione politica, che ha portato a forme distinte di reazione all’invasione delle truppe romane. La presenza di diversi centri di autorità potrebbe infatti avere portato alla fondazione di più insediamenti fortificati, ciascuno punto di riferimento per singole comunità o clan. Un

34 Millett 1990 23-29; Cunliffe 1991, 234-239. 35 Millett 1990, 29 e ss.

47 dato che potrebbe avvalorare l’ipotesi di una frammentazione politica che si affianca alla presenza di diversi centri autoritari più o meno indipendenti viene dalla monetazione conosciuta per i Corieltauvi, che testimonia un’ampia serie di titolature e soprattutto una certa diffusione delle tracce di zecche, con il rinvenimento di stampi da monetazione in diversi siti36. Questo rappresenta un elemento a favore della possibile frammentazione politica della tribù e della mancanza di un centro urbano principale37. Un’altra suggestione che viene da questi dati sulla distribuzione degli hillforts è che la popolazione delle Midlands Orientali non abbia affrontato in maniera uniforme all’invasione delle legioni romane, forse appunto a causa dell’assenza di una guida univoca delle popolazioni della zona, e che quindi la zona costiera e del Lincolnshire abbia reagito in maniera meno evidente. A riguardo possiamo ipotizzare due scenari, uno nel caso in cui questo territorio fosse occupato da una tribù con un minimo criterio di unità e che quindi abbia affrontato in maniera compatta l’esercito romano, l’altro nel caso in cui invece si trovasse effettivamente una situazione di frammentazione e autonomia. Nel primo caso la diffusione degli insediamenti fortificati circoscritta ad un’unica zona può indicare che ci sia stata una situazione di conflittualità aperta che ha coinvolto solo queste zone, mentre gli insediamenti del Lincolnshire siano passati sotto il dominio romano quando ormai le sacche di resistenza principali della tribù erano state piegate. Questa ipotesi deve però confrontarsi con dati più precisi sul periodo e la durata dell’occupazione degli hillforts. L’altra situazione può far pensare ad una frammentazione socio-politica che oppose ai romani almeno due aree distinte, la prima, quella meridionale, direttamente ostile e che andò a organizzare la propria difesa con la costruzione di questi insediamenti, mentre una seconda area, quella del Lincolnshire e della costa, che invece passò sotto il controllo romano senza eventi bellici di rilievo, forse direttamente o come civitas foederata, allo stesso modo di altre tribù nei primissimi anni della conquista romana38.

Vedremo che quanto ci è stato possibile ipotizzare per l’occupazione e la società delle Midlands Orientali si rivelerà utile per le riflessioni sull’occupazione militare romana di questi territori e che forse alcuni elementi possono rientrare nel quadro che abbiamo

36 Come Old Sleaford e Scotton, v. Cunliffe 1991, 175-177, Jones & Mattingly 1991, 50-51.

37 Questo ruolo centrale è stato conferito da alcuni autori al sito di Leicester, ma soprattutto sulla base

della sua successiva importanza come capoluogo della civitas Corieltauvorum, benché i dati archeologici non abbiano fornito dati precisi sulle dimensioni e l’importanza di questo sito.

38 Un esempio efficace a riguardo può essere il popolo degli Iceni, che non ha fornito ampie tracce di

occupazione militare da parte dei romani e che inoltre presenta un popolamento ad «large open settlement», v. Cunliffe 1991, 139.

48 appena esposto. L’attuale stato delle conoscenze però non permette che ipotesi e non dà possibilità di verificare quanto affermato basandoci su dati strettamente archeologici. Alla luce di queste affermazioni, risulta auspicabile un approfondimento di queste tematiche coadiuvato da ulteriori ricerche, dal momento che alcuni di questi siti non sono stati scavati in maniera approfondita e sicuramente ottenere informazioni in più sulla cultura e la società delle popolazioni di quest’area, oltre che sulla durata di occupazione di alcuni loro insediamenti, non potrà che portare nuova linfa a quanto viene proposto in queste pagine. Certamente anche nuove ricerche approfondite sul territorio, con l’eventuale scoperta di insediamenti fino ad ora sconosciti, si riveleranno fondamentali per arricchire ulteriormente questi studi.

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