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2. L’occupazione militare delle Midlands Orientali

2.4. I siti romani collegati alla viabilità

Per poter proporre qualsiasi analisi dell’occupazione militare delle Midlands Orientali, è necessario prima di tutto descrivere e analizzare gli insediamenti romani dell’area risalenti all’epoca della conquista romana, presentando prima i forti stabili e successivamente i campi di marcia. Nel fare ciò abbiamo adottato due criteri principali: per prima cosa la maggior disponibilità di informazioni, dal momento che i forti stabili hanno lasciato tracce più evidenti e soprattutto perché molti dei campi non hanno ricevuto interventi di scavo; in secondo luogo la vocazione intrinseca dei campi, che essendo temporanei hanno alla base, come abbiamo visto, un’origine distinta da quelli stabili e per quanto riguarda questa area sembrano avere una dislocazione particolare che necessita un’analisi distinta.

Le fonti antiche riportano alcuni toponimi locali: in particolare Tolomeo nella sua Geografia cita Ratae (Leicester) e Lindum (Lincoln) come città principali della civitas Corieltauvorum, mentre l’Itinerario Antonino ci fornisce diversi nomi grazie a ben tre dei suoi itinerari, il V, il VI e l’VIII, che attraversano le Midlands percorrendo, da quanto è deducibile, le strade principali che abbiamo appena descritto52. In età romana Leicester è chiaramente il sito più rilevante, come conferma il suo nome, Ratae Corieltauvorum, che lo identifica quale capoluogo della civitas53. Come abbiamo visto, il centro della contea del Leicestershire è un insediamento con un nucleo risalente all’età del ferro al quale si sovrappone una florida città romana di cui si conoscono diversi edifici54, in particolare le terme, sopravvissute in termini significativi nel «Jewry Wall», un tratto della parete del frigidarium ancora in discrete condizioni. Sebbene siano stati trovati alcuni reperti di ambito militare non è certa l’identificazione di un forte con la fase iniziale della città che diventerà il centro principale della civitas Corieltauvorum, e nemmeno l’allineamento degli edifici scoperti da chiare evidenze in tal senso; d’altra parte è comunque ipotizzabile almeno una occupazione militare, vista importanza che viene ad acquisire e vista la sua posizione lungo la Fosse Way55.

Se Leicester può apparire come la riorganizzazione di un insediamento tribale preesistente, Lincoln si pone come una fondazione esclusivamente romana e per questo

52 Per una analisi utile delle informazioni sulle fonti toponomastiche della Britannia ed in particolare per

l’Itinerario Antonino, cfr. Jones & Mattingly 1990, 16 e ss., e le cartine 2.8-2.12; v. cartina 8.

53 Todd 1991, 58-60.

54 Clay & Mellor 1985, 32 e ss.

55 Questo collima con la riflessione sull’occupazione militare degli insediamenti più importanti di una

54 assurge ad un ruolo significativo nella regione, sia per la posizione sia perché nacque come fortezza legionaria per poi diventare una colonia, proprio come avvenne per Colchester, prima capitale della provincia. La fortezza venne eretta56, forse dalla IX legione che risulta qui acquartierata negli anni 6057, vicino ad un insediamento dell’età del ferro, le cui dimensioni sono poco chiare e rimane ancora da dimostrare una sua rilevanza nel quadro del popolamento della LPRIA58. Gli studiosi si dividono sulla data di fondazione, che comunque è da collocarsi in periodo neroniano, quindi non prima del 54 d.C.59. Il dubbio è la collocazione rispetto alla rivolta di Budicca, ma la tesi principale propende per una datazione precedente al 60 d.C.60, dato rilevante per la trattazione e sui cui dovremo soffermarci in seguito. Le dimensioni della fortezza sono notevoli, 16,6 ettari di superficie, cioè di poco inferiori alle altre basi legionarie della Britannia romana, ma comunque in grado di ospitare un’intera legione. Non abbiamo una buona conoscenza delle strutture interne, poiché sono state coperte prima dalla successiva colonia61, che almeno all’atto della sua fondazione rispetta l’impianto del

forte legionario inglobando il terrapieno nella sua cortina muraria62, poi dal castello e dalla città medievale, ma sono state comunque trovate diverse tracce fra cui quelle dei Principia, che sono stati sostituiti nello stesso punto dal successivo foro cittadino63. Come luogo adibito all’impianto del forte si scelse il colle che da nord guarda la confluenza fra Till e Witham, dove la piana alluvionale diventa alquanto acquitrinosa e si crea un lago che oggi è regimentato nella Brayford Pool64. Questo luogo fu scelto per l’attraversamento di Ermine Street, che dopo aver ricevuto la Fosse Way attraversa la città e punta ulteriormente a nord, e perché permette il controllo del territorio circostante con una buona visuale per diversi chilometri. La scelta del sito è evidentemente correlata anche alla posizione rispetto all’idrografia del territorio. Proprio per questo la colonia che vi verrà impiantata, databile fra 85 e 95 d.C., subirà una grande crescita economica in breve tempo, tanto da occupare tutto il versante della collina verso il fiume andando oltre l’originario circuito delle difese dell’insediamento

56 V. cartina 9.

57 Cfr. Keppie 2000, 86 e ss.; sarà necessario tornare più avanti sulla questione delle prime tracce della

presenza romana in questa zona.

58 Cfr. Darling & Jones 1988, 34-37. 59 Jones 2002, 34.

60 Contra v. Todd 1991, 31-32.

61 Dondin-Payre & Loriot 2012, 243-245. 62 Todd 1991, 32.

63 Todd 1991, 67-68 e Jones 2002, 122 e ss.

64 I corsi d’acqua e il lago erano ben più ampi delle loro attuali dimensioni: a riguardo cfr. Darling &

55 militare, espansione che verrà a sua volta fortificata nel II secolo65. La città presenta infatti diverse tracce di fabbriche di produzione, sia di ceramiche che di metalli66, ma anche la necessità di una irreggimentazione delle acque che sicuramente i romani devono avere in qualche modo effettuato67. Nell’economia del nostro discorso è importante ricordare però che alcune tracce archeologiche hanno portato gli studiosi ad ipotizzare la presenza di un sito legionario precedente alla fortezza: in particolare la presenza di reperti di ceramica sigillata di età claudia e le tracce di aree cimiteriali di ambito legionario nella zona a sud del fiume Witham, più vicino all’intersezione fra Fosse Way ed Ermine Street68. Avremo modo di sottolineare come una posizione del genere abbia dei paralleli in altri siti delle Midlands e che insieme alla sua datazione possa dare indizi importanti per la nostra riflessione sull’occupazione romana di questa zona. Purtroppo, però, vista la scarsezza dei dati archeologici, è comunque auspicabile un approfondimento delle ricerche di questa prima frequentazione romana per poter migliorare ulteriormente le nostre conoscenze.

Sul sistema che si viene a creare tra Ermine Street e la Fosse Way si va ad impostare l’occupazione romana stabile del territorio dei Corieltauvi, che risulta ben visibile tramite il dato archeologico. Proprio da Ermine Street possiamo ricavare le informazioni più interessanti, poiché sono stati trovati alcuni forti lungo il suo percorso e i dati che hanno fornito sulla loro datazione possono essere preziosi per la nostra riflessione. Si può notare come questi forti siano occupati a intervalli di 25-35 km e questa oscillazione della distanza è data dalla ricerca di posizionare la fortificazione nei pressi di punti strategici, in alcuni casi anche a discapito di eventuali vantaggi offerti dalla topografia locale69, come avremo modo di evidenziare. Alcuni forti possono poi essere ipotizzati senza necessariamente rinvenire tracce dirette delle strutture, una probabile prima fase del sito di Lincoln, vista anche la sua ottima posizione strategica. Tre forti principali sono stati individuati e studiati con attenzione: Water Newton, Great Casterton e Ancaster. Il primo, costruito sul fiume Nene, si trova presso la città di Peterborough, nel Cambridgeshire. Sorge quindi in quella che è la zona di confine fra il territorio dei Catuvellauni di Cunobelino e le popolazioni delle Midlands Orientali, in un tratto dove il suo corso rallenta molto e segue ampi meandri. Il forte, individuato

65 Todd 1991, 70-71 e bibliografia. 66 Id., 128-129.

67 Id. 1991, 32 e 47-48.

68 Darling & Jones 1988, 2; Keppie 2000, 86-88; Jones 2002, 30-33.

56 negli anni Trenta sul pendio settentrionale di una collina che degrada verso il fiume, copre un’area di 2,18 ettari, con i lati di 155x140 m, presenta due fossati su tutti i lati con un terzo a rinforzare il lato occidentale e tre ingressi sui lati est, ovest e sud; l’ingresso su quest’ultimo lato risulta inoltre lievemente disassato, forse ad indicare l’orientamento primario del forte verso est e quindi in riferimento alla viabilità70. Tutte

queste indicazioni sono tratte principalmente dalle ricognizioni aeree e aspettano un’indagine diretta più approfondita, mentre grazie all’ Itinerario Antonino è stato possibile associare a questo sito, ed in particolare nell’insediamento che si svilupperà accanto al forte, il nome di Durobrivae71. Quest’area risulta di importanza strategica decisiva, vista l’ampia concentrazione di tracce di occupazione militare rinvenute attorno alla città di Peterborough, come avremo modo di approfondire in seguito, e alla luce di questo risalta in modo peculiare la posizione scelta per il forte, che preferisce la vicinanza al fiume rispetto ad una posizione più vantaggiosa sulla cima del crinale.

Dei forti su Ermine Street quello più studiato è stato trovato su un lieve pendio che sorveglia un guado sul piccolo fiume Gwash vicino a Great Casterton, nel Leicestershire, ed è stato scoperto nel 1959 grazie alle foto aeree e alla siccità che colpì l’estate di quell’anno, comportando l’apparizione di evidenti cropmarks72. Vennero

effettuati degli scavi e fin da subito fu chiaro che il circuito difensivo del forte sopravviveva ancora nella sua interezza e che l’insediamento presentava almeno due fasi di occupazione73. La prima, racchiusa da un terrapieno rafforzato da detriti di pietre calcaree e da due fossati equidistanti, occupa un’area di circa 2,4 ettari. Questo tipo di doppia difesa è un elemento presente anche in altri forti di questo periodo, come ad esempio quello di Hod Hill, nel Dorset, associato alle campagne di Vespasiano, e si ipotizza che possa aver avuto un utilizzo militare per rendere gli attaccanti più vulnerabili ai proiettili dei difensori, oltre a evidenziare l’area in cui essi erano bersagli più facili74. Una particolarità di questo forte è la presenza di sole tre porte, due sui lati lunghi e una sul lato corto orientato verso il fiume, anche in questo caso verso sud. I materiali datanti rinvenuti sembrano collocare la costruzione del campo attorno al 45/50 d.C., ma non abbiamo grandi informazioni sugli edifici al suo interno, di cui sono state

70 Cfr. St. Joseph 1953 81-97. V. figura 1.

71 Questo sito diverrà poi il capoluogo della civitas dei Catuvellauni. 72 Todd 1991, 27.

73 Finch Smith 1987, 185. V. figura 2. 74 Finch Smith 1987, 186.

57 trovate tracce del praetorium e di due alloggiamenti per i soldati75. Intorno al 70 d.C. poi la parte meridionale del forte viene tagliata da una nuova linea di fortificazione, riducendo il forte a circa 2 ettari di estensione, le difese vengono ristrutturate, vengono costruiti nuovi portali guardati da coppie di torri di guardia (presenti anche nel primo forte ma che non hanno lasciato grandi tracce) e gli edifici interni vengono riorganizzati. In breve tempo però il forte viene abbandonato e livellato, sebbene nei suoi pressi stia già sorgendo quello che nei secoli successivi diventerà l’insediamento locale76. La

posizione in cui è situato risulta di rilievo non solo per il ruolo svolto rispetto al guado sul Gwash, ma soprattutto perché è molto vicino, soli 4 km circa, al punto in cui Ermine Street guada il Welland, e anche perché è l’ultimo sito prima di superare le colline che portano alla valle del Witham.

L’ultimo forte che abbiamo citato è uno dei più interessanti per la nostra discussione e si tratta di quello di Ancaster, costruito sulla sponda meridionale del fiume Slea a sorvegliarne il guado percorso da Ermine Street nel suo tragitto verso nord, subito dopo il ricongiungimento con il suo tratto secondario77. Successivamente occupato da un insediamento romano fortificato, è stato riconosciuto dagli archeologi per la sopravvivenza di un ampio tratto delle sue difese occidentali (una coppia di fossati) subito oltre le difese dell’insediamento civile. Quest’ultimo presenta un’estensione di 4 ettari, ma l’allineamento di fossati del forte sembra diverso da quello del vicus successivo e di conseguenza non è possibile proporne le dimensioni, senza ulteriori ricerche78. Il forte va a sovrapporsi sui resti dell’insediamento dell’età del ferro che abbiamo già segnalato. Sebbene non sia stato pubblicato esaustivamente, risulta importante dal nostro punto di vista poiché mette chiaramente in evidenza la preferenza rivolta dai romani alla collocazione strategica dei loro forti a discapito di quella tattica. Infatti, il sito è circondato a sud e ad ovest da alture molto vicine al suo circuito murario79 e soprattutto ignora la presenza di un campo di marcia, di notevoli dimensioni, rinvenuto sul crinale opposto rispetto al fiume80. Nell’insediamento successivo, datato intorno agli 70-80 d.C., si riconosce tradizionalmente la Causennae dell’Itinerario Antonino, che rimarrà abitata fino al IV secolo81. Tutti questi forti quindi

75 Todd 1991, 29. 76 Id., 30. 77 V. cartina 10 e figura 3. 78 Todd 1991, 75. 79 Id., 27.

80 Questo sito verrà approfondito in seguito insieme agli altri campi di marcia. 81 Cfr. Todd 1981.

58 cedono il passo alla componente tattica, preferendo l’aspetto strategico della collocazione presso i guadi o i nodi stradali, ad indicare quindi sia la contemporaneità con la progettazione dei principali assi viari, e di conseguenza una loro datazione alle prime fasi della conquista, sia una loro collocazione in quello che appare un contesto di relativa sicurezza, che non prevede il rischio immediato di un attacco su larga scala. Tutto questo sembra rientrare nei criteri evidenziati ad inizio della trattazione sul ruolo dei forti lungo le strade principali con evidente funzione militare e analizzando le distanze fra questi siti si può rilevare come ciò rientri in un criterio di distanziamento organico.

Ermine Street è seguita dal V percorso dell’Itinerario Antonino, che fornisce delle distanze particolarmente diverse da quelle effettive e soprattutto ignora la presenza del sito di Great Casterton82. Un altro dato interessante che si può trarre dalle indicazioni

dell’Itinerario viene dalla distanza di Causennae, la cui attribuzione tradizionale al sito di Ancaster risulta messa in dubbio se si presta fede alle distanze fornite dalla fonte, dal momento che la sua posizione risulterebbe collocata più a sud rispetto a questo sito, a Saltersford, in un’area che solo recente mente ha dato alla luce tracce di un insediamento di epoca romana83. Questo luogo sembra essere privo di fortificazioni e non è stato molto studiato, ma l’area ha la caratteristica peculiare di essere circondata da alcune ville romane84.

Sito Nome romano Data Distanza Itinerario Distanza Effettiva Water Newton Durobrivae ? (50s?) d.C.

Great Casterton / 45-50 d.C. 11

Ancaster Causennae? <70 d.C. 30 22

Lincoln Lindum 54-60 d.C. 26 17

Tabella 1 - Siti romani su Ermine Street e distanze di percorrenza (in miglia romane). Le date sono quelle generalmente accettate.

Gli insediamenti sulla Fosse Way sono stati meno studiati e hanno fornito indicazioni poco precise, anche perché la zona è abitata abbastanza densamente, ma il tratto fra Leicester e Lincoln è comunque segnato da diverse tracce di attività militare. Il primo sito che si incontra nell’area seguendo l’itinerario VI, che fa il percorso inverso rispetto all’VIII, è quello di Tripontium, riconosciuto nell’insediamento civile intorno alla fattoria di Cave’s Inn, nel Warwickshire e che si trova su Watling Street. In questa zona

82 V. tabella 1. 83 Todd 1991, 16.

59 doveva cadere il confine della civitas: infatti è da questo sito che proviene il frammento di tegola che riporta l’iscrizione utilizzata per ricostruire il nome completo dei Corieltauvi. Gli scavi però non hanno fornito tracce evidenti della presenza di un insediamento militare e i reperti collocano temporalmente la sua occupazione a partire dall’età flavia. L’insediamento successivo, prima di arrivare a Leicester, è chiamato Venonae/Venonis nell’Itinerario e viene identificato con il sito rinvenuto nel punto di incontro fra Watling Street e la Fosse Way, luogo sicuramente di primaria importanza per molti aspetti. Di dimensioni importanti, è stato soggetto a ben poche campagne di scavo e non ha potuto fornire molto, al di là di alcune tracce di pozzi, forni e edifici di legno. I reperti segnalano una lunga frequentazione che dovrebbe svilupparsi anche per questo sito solo a partire dall’epoca flavia. Sebbene non siano state trovate testimonianze evidenti di una presenza militare sul luogo dell’insediamento, un fortino romano di soli 0,81 ettari è stato trovato presso il villaggio di Wigston Parva, a circa 1,2 km a nord-ovest dell’insediamento civile. Attraversato da Watling Street, gli studiosi lo giudicano comunque precedente, sebbene non sia possibile datarlo con precisione, potendo quindi considerarlo come parte delle fondazioni del periodo della conquista85. La mancanza di un rapporto diretto con l’incrocio e con le due strada può far pensare ad una datazione precedente alla realizzazione della viabilità, quindi subito dopo la conquista romana, e lo configurerebbe fra le attività realizzate dai romani nella loro avanzata verso il Galles che poi verrà concretizzata dall’impianto di Watling Street; ciò non toglie però che potesse far parte anche delle attività rivolte verso il territorio dei Corieltauvi, che non devono essere automaticamente isolate da quelle verso altre zone della Britannia. Oltre il sito di Leicester, invece, la cui iniziale vocazione militare come già accennato sembra ormai appurata86, si trova il toponimo di Verometum, ricostruito in Vernemetum87. Il sito non ha fornito tracce evidenti dell’insediamento al di fuori di vari reperti e pochi resti di edifici individuati attorno all’area della Fosse Way, durante scavi che non sono stati pubblicati e le tracce visibili dalle foto aeree di un recinto quadrato di circa 18 mq, forse un temenos88.Mancano tracce evidenti di un’origine militare.Più a nord presso la cittadina di East Bridgford, in una località con il nome parlante di Castle Hill, troviamo il sito più conosciuto su questo tratto della Fosse Way, cui è associato il

85 Wilson, Wright & Hassall 1971, 258.

86 Contra v. Todd 1991, 30, che sottolinea come le tracce conosciute fino a quel momento non fossero a

suo dire sufficienti ad affermare l’effettiva presenza di un forte militare romano.

87 Ipotizzando la latinizzazione di un nome celtico che riporta la radice nemet- da nemeton, «bosco

sacro», v. Finch Smith 1987, 287.

60 toponimo Margidunum dall’Itinerario Antonino. Il suo primo scavatore, F. Oswald, che condusse le sue ricerche nel secondo quarto del XX secolo, trovò diverse strutture e molti materiali, oltre all’impianto di una fortificazione che lui identificò come un forte romano e datò al periodo dell’occupazione89. Sebbene queste difese poligonali si siano

rivelate poi essere la cinta muraria di II secolo dell’insediamento romano che vi sorgerà, la gran quantità di materiali e di ceramica di età preflavia suggerisce chiaramente come l’area fosse già occupata prima del 70 d.C. In particolare, terra sigillata con bolli e monete riescono a far risalire il sito all’epoca claudia, mentre una serie di manufatti metallici fanno propendere gli studiosi per un’identificazione militare del sito90. La sua attività principale, fin dai primi anni della sua esistenza circoscrivibili attorno agli anni 50 del I secolo d.C., sembra essere stata la lavorazione del ferro91, probabilmente quello

ricavato dai giacimenti nei rilievi calcarei dei dintorni, fra Leicestershire e Lincolnshire. Questo indica chiaramente come il forte che ha preceduto la successiva città di secondo secolo, sia stato impiantato qui per controllare il territorio da sfruttare, grazie anche alla sua posizione, sul medio corso del Trent, nel punto in cui la pianura fluviale si allarga oltre le alture del Leicestershire e del Nottinghamshire. Questo è un fattore rilevante, che permette di escludere un suo utilizzo semplicemente di vigilanza e controllo, che avrebbe invece dovuto rivestire se parte di un sistema di frontiera. Todd92, propone una possibile ubicazione del forte di età claudia poco a nord del sito della città successiva, sfruttando il vantaggio fornito dal terreno più elevato; come vedremo, questa deduzione non è necessariamente scontata, alla luce delle caratteristiche topografiche di altri siti delle Midlands Orientali rispetto alla posizione delle precedenti installazioni militari.

L’insediamento successivo è nominato solo dal VI percorso dell’Itinerario Antonino e non dall’VIII, con il toponimo Ad Pontem. Individuato nella località di East Stoke,