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3. Modalità e Caratteristiche dell’Occupazione Romana nelle Midlands

3.2. Alla ricerca di un confronto: i Dobunni

Per cercare un confronto possibile per le Midlands Orientali tra le altre zone della Britannia è necessario individuare un territorio che si possa essere trovato in una situazione in qualche modo assimilabile e che sia rimaste coinvolto con l’avanzata romana nei primi anni di vita della provincia. A tale scopo i territori adatti dovrebbero avere in comune a quello dei Corieltauvi almeno due aspetti: di essere attraversati dalla Fosse Way e/o da un’altra delle strade principali della provincia, e quindi fare parte del primo sistema di occupazione militare successivo allo sbarco sull’isola, e di trovarsi nell’area periferica rispetto al nucleo originale della presenza romana. In tal senso, un’area si rivela ideale per questa analisi e si tratta del territorio compreso fra il basso corso del Severn, il Gloucestershire e il Somerset settentrionale21. Questa scelta sembra particolarmente appropriata perché presenta in sé una serie di caratteristiche comuni con il territorio delle Midlands Orientali, sia dal punto di vista delle tracce e delle notizie riferibili all’età del ferro, sia per quanto riguarda la presenza e l’attività militare romana22. Andando ad approfondire il contesto dell’età del ferro, prima di tutto questo territorio è genericamente compreso all’interno di un’unica civitas della amministrazione provinciale romana successiva alla conquista, quella dei Dobunni. Sebbene questa popolazione venga citata da Cassio Dione23 nel suo resoconto dell’invasione, fatto che avremo modo di sottolineare in seguito, come i Corieltauvi anche questa popolazione resta poco nota dalle fonti scritte24, e la sua collocazione geografica ci viene indicata soprattutto da Tolomeo, indirizzando le ricerche storico- archeologiche secondo basi epistemologiche già approfondite nel caso dei Corieltauvi, alla ricerca delle tracce di una omogeneità e di una riconoscibilità che spesso è rimasta sfuggente alla riprova del dato archeologico. Non solo: le informazioni derivate dalla ricerca svolta in queste zone hanno anzi portato alla luce alcuni dati e reperti che hanno fornito occasione per dare nuovi impulsi e nuove prospettive allo studio delle popolazioni della Britannia, soprattutto in tempi più recenti. L’area differisce nel sistema insediativo rispetto alle Midlands Orientali dal momento che qui è maggiormente diffuso l’abitato fortificato d’altura, l’hillfort, con una serie di siti che si concentravano in posizioni dominanti sulle valli fertili intorno alle alture delle

21 V. cartina 1. 22 V. cartina 18. 23 Cass. Dio., 60. 20.2. 24 Cfr. Rivet & Smith 1979.

87 Cotswolds e al basso corso del Severn25. D’altra parte, la presenza di diversi siti vallivi e di pianura, posti spesso lungo i corsi d’acqua, non solo fornisce l’immagine di un popolamento alquanto denso ma fa anche interrogare sull’effettiva centralità degli hillforts, che è stata rivalutata in tempi più recenti: è stato infatti rilevato che le tipologie e la qualità dei reperti rinvenuti nei due generi di insediamento non sembra segnalare un’effettiva differenza fra le persone che li abitavano26. Anche quest’area presenta poi

una diffusione nell’LPRIA di ampi insediamenti di pianura fortificati27. Siamo quindi di

nuovo davanti alle tracce di un cambiamento sociale in atto nel periodo immediatamente precedente all’arrivo dei romani. Inizialmente fu scoperto il solo sito di Bagendon28, un insediamento fortificato da una serie di fossati nell’area immediatamente adiacente al sito della successiva città di Corinum Dobunnorum, l’odierna Cirencester, centro di riferimento della successiva civitas romana e sito archeologico ben noto; in seguito al novero si aggiunsero anche i siti di Salmonsbury, Grim’s Ditch, Ditches e probabilmente anche Dyke Hills29, sebbene si trovi in un’area

molto periferica. Vediamo quindi che anche qui come nelle Midlands Orientali si sviluppano diversi centri, non per forza collegati socio-politicamente fra loro, che anzi non sembrano presentarsi come centri di controllo del potere, ma risultano collocati in aree periferiche rispetto ai centri abitati precedenti, e quindi connessi ad altre pratiche come culti e attività commerciali30. L’idea di un processo di rafforzamento delle élites conseguente all’influsso culturale e politico dei romani venne applicato anche a questo territorio, sulla scorta dell’iniziale scoperta del solo sito di Bagendon che viene inoltre utilizzato da Millett come esempio dell’associazione dei forti romani (in questo caso il sito di Cirencester), ai centri principali di una tribù per permetterne il controllo31. Dalle osservazioni fatte sulla posizione e la probabile funzione di questi siti però, unitamente alle tracce di frequentazione risalente all’LPRIA presenti in alcuni hillforts, sono giunte le prime critiche a questo sistema di sviluppo dell’occupazione romana32. Sicuramente

nel tardo LPRIA le tribù di questa zona ebbero una certa tendenza a riunirsi in siti più ampi e a fortificarsi, ma le datazioni non sembrano essere contemporanee e il

25 Cunliffe 1991, 170-175.

26 Moore & Reece 2001, 17 e 24-25, più nello specifico v. Moore 2006. 27 Millett 1990, 25-27, Cunliffe 1991, 228-234.

28 v. Clifford 1961. V. figura 10.

29 Millett 1990, 23-26; Reece & Moore 2001, 22-23. 30 Ibid.

31 Millett 1990, 26.

88 collegamento con l’arrivo dei romani è ancora da dimostrare33. Resta comunque

auspicabile e necessario un approfondimento delle ricerche e soprattutto una raffinazione delle datazioni disponibili per questi siti34. L’opinione adesso generalmente diffusa è che la tribù dell’età del ferro che occupava quest’area non fosse fortemente coesa ma anzi presentasse una articolazione in piccoli centri che solo nel LPRIA presenta delle variazioni, con la realizzazione degli oppida ma che si presenta ancora con un notevole grado di frammentazione35, deducibile anche da un’osservazione dei reperti archeologici.

Un altro aspetto in comune con i Corieltauvi è dato appunto dalla monetazione, che anch’essa si sviluppa soprattutto nella LPRIA e presenta delle seriazioni abbastanza articolate, con la comparsa di diversi nomi di personalità probabilmente promotrici delle emissioni. Proprio questa fonte archeologica è stata utilizzata per circoscrivere il territorio ritenuto occupato dai Dobunni e per cercare di leggervi la presenza di una o più dinastie regnanti, cercando di ricostruirne la successione temporale36, secondo un

procedimento che abbiamo visto applicato anche ai Corieltauvi e sul quale abbiamo già manifestato delle riserve. L’ipotesi principale è che ci fosse una sostanziale divisione fra nord e sud della zona, che in certi periodi questo territorio venisse unificato sotto un unico leader37. Ma proprio la popolazione dei Dobunni, con il suo studio negli anni più recenti, ha contribuito a mettere in dubbio queste nozioni e questi schemi che associano troppo rigidamente una civitas con le popolazioni dell’età del ferro e che cercano di definire il territorio di una tribù sulla base della distribuzione delle emissioni a lei associabili38. Nello specifico la monetazione, come nel caso dei Corieltauvi, non sembra facilmente attribuibile ad un unico centro e le possibili dinastie non si possono ricostruire se non su elementi molto labili39. Oltre alle difficoltà scientifiche dietro a questo procedimento, un altro problema evidente sorge al momento di cercare un’associazione fra la monetazione e i modelli ceramici utilizzati in questo territorio. In particolare, l’area è caratterizzata nell’LPRIA dall’utilizzo di due tipi distinti di

33 Id., 22-25.

34 Id. 25; un tentativo interessante, che sottolinea come sia necessario indagare ulteriormente, è stato fatto

in Moore 2006, 24 e ss.

35 Moore & Reece 2001, 25.

36 Per l’abbondanza di reperti questo è forse uno degli aspetti più studiati di questa popolazione: per la

delimitazione del territorio Cunliffe 1991, 171 figura 8.10; per l’analisi della monetazione Hselgrove 1987 e Van Arsdell 1994, che presenta, appunto sulla base della monetazione, una trattazione approfondita anche delle possibili dinastie e del territorio.

37 Van Arsdell 1994, passim. 38 Moore & Reece 2001, 21. 39 Ibid.

89 ceramica che vengono adottati con un pattern di distribuzione che sembra collegato più alla posizione geografica e alla vicinanza con i centri di commercio piuttosto che con la società o la cultura di un’intera zona40. A nord è presente una tipologia di ceramica a

decorazione impressa tipica delle Malvern Hills, lungo il medio corso del Severn41, mentre nel resto della regione si alternano due varianti del tipo Glastonbury, il «Glastonbury-Blaise Castle» e il «South-Western Decorated»42. Inoltre, in alcuni siti dell’area occidentale di questa zona si diffonde dal IV-III secolo a.C. un genere di ceramica grezza con grandi inclusi di pietra calcarea43. Infine, con la diffusione dei contatti commerciali con il continente alcuni centri adottano la ceramica a tornio di ispirazione belgica e si cominciano a diffondere anche le importazioni di sigillata sud gallica e italica44. Questo quadro così articolato non aiuta a circoscrivere questa

popolazione e non coincide con quanto rilevabile dalla distribuzione della monetazione, rendendo ardua l’impresa di voler riconoscere la cultura materiale riferibile ad un’unica entità sociopolitica45. Anche per la cultura materiale possiamo notare come ci siano

diversi paralleli con le Midlands Orientali e che soprattutto sia possibile arrivare ad una stessa conclusione, cioè che l’uniformità data dalla successiva civitas di epoca romana non sembra facilmente rilevabile andando ad analizzare i dati archeologici dell’età del ferro. Emerge quindi un quadro di frammentazione regionale che ha dei paralleli con quanto abbiamo descritto dei Corieltauvi, forse anche più profondo.

Passando all’analisi delle tracce dell’occupazione romana, è necessario segnalare subito che anche in questa zona le sue prime tracce risalgono agli anni della spedizione di Aulo Plauzio. Un dato in disaccordo con quanto possiamo ricavare per il periodo romano dalle Midlands Orientali è la mancanza fra le tracce archeologiche della presenza di diversi campi temporanei: ne sono stati trovati solo due. Il primo è stato individuato nei pressi della fattoria di Shurnock46, vicino alla cittadina di Alcester. Presso quest’ultima i romani realizzarono un forte di dimensioni interessanti, sul percorso della strada 56b47, all’estremità settentrionale di quello che è considerato il territorio dei Dobunni. Il campo è collocato su un declivio che offre buona visibilità sulla piccola valle del torrente ma l’orientamento verso nord-ovest e la presenza di un

40 Id., 24; Moore 2006, 99-101.

41 Cunliffe 1991, 81; Moore 2006, 251 e ss.

42 Secondo la nomenclatura adottata dagli studiosi, cfr. Cunliffe 1991, 81-82. 43 Moore & Reece 2001, 23.

44 Reece 2006, 257 e ss., Cunliffe 1991, 434-439. 45 Moore & Reece 2001, passim.

46 Welfare & Swan 1995, 64. 47 Margary 1967, 283-284.

90 altro sito militare a Droitwich48, ancor più ad ovest, può far ipotizzare che ci si trovi di fronte alle tracce di operazioni militari rivolte verso il Galles attraverso il territorio dei Cornovii. Un altro campo temporaneo più significativo è stato ritrovato presso il borgo di Asthall, e si presenta come un piccolo cropmark che racchiude un’area di 0,8 ettari entrando nel gruppo dei campi di minori dimensioni. La sua posizione è più significativa dato che si trova a 1,5 km da un guado sul fiume Windrush, a 27 km dal sito di Corinium, in pieno territorio dei Dobunni. Le dimensioni e la mancanza di informazioni sul suo esatto orientamento non permettono di ricostruire molto della sua funzione, e anche l’assenza di dati precisi di scavo sulla sua datazione non permettono di inserirlo in contesto con le altre tracce dell’occupazione romana nella zona, sebbene il percorso stradale che passa nei suoi pressi sembri ignorarlo per proseguire verso il fiume e attraversare i resti di un insediamento civile49. Ciò probabilmente sta ad

indicare un’assenza di relazione fra il campo e la strada, che è Akeman Street, e di conseguenza anche una datazione diversa50. Proprio le strade d’epoca romana

rappresentano una delle tracce più evidenti dell’azione dei romani in questa regione, con la presenza di due delle strade più importanti della Britannia meridionale: la Fosse Way e l’appena citata Akeman Street, una strada che collegava Verulamium con la città di Corinium, l’odierna Cirencester. Sebbene non fosse troppo lunga, questa strada rappresentò certamente un’arteria importante, essendo una delle strade che conducevano a Londra (si distaccava infatti da Watling Street 30 chilometri a nord della città, da Verulamium/St. Albans) e che si dirigevano verso l’esterno della provincia51, in particolare verso il Galles meridionale che, come abbiamo visto, è uno dei principali territori di conflitto negli anni successivi al governatorato di Aulo Plauzio. I forti romani in alcuni casi sono posti in relazione con alcuni insediamenti dell’età del ferro; in proposito però è stata vista come ancor più rilevante la scelta di posizionare un sito importante come l’insediamento di Corinium presso l’oppidum di Bagendon, come abbiamo già accennato. L’abitato successivo è chiaramente preceduto da un forte militare che sembra risalire ai primi anni della conquista52 e l’area è sicuramente rilevante dal punto di vista geografico, situata in un punto in cui il corso del fiume

48 Qui sono presenti due siti: un forte probabilmente di età claudia e i cropmarks di un altro sito che

Welfare e Swan ignorano considerandolo dubbio, dal momento che presenta una doppia linea di fossati che come abbiamo visto si trova solitamente in rapporto a forti romani stabili. Anche questo viene considerato di epoca claudia, forse lievemente precedente al primo.

49 Coles & Simpson 1968, 259 e ss. 50 V. cartina 19 e 20.

51 Margary 1967, 158-162. 52 Wacher 1995, 86-87.

91 Churn rallenta e si rende facilmente attraversabile nella pianura alle radici delle colline Cotswolds. La centralità di questa zona fu colta chiaramente anche dai romani, dal momento che in questo punto si concentrano ben tre strade importanti e che collegano il sito con altri centri: questo infatti non è solo uno dei capi di Akeman Street, ma è anche il punto in cui passa Ermin Street, la strada che porta da Calleva Atrebatum (Silchester) a Glevum (Gloucester) e da lì al Galles meridionale indicata con il numero di 41c da Margary, via principale per attraversare le Cotswolds53; viene inoltre attraversato anche dalla Fosse Way, che seguendo il suo percorso sud-ovest nord-est collega la Cornovaglia con le Midlands Orientali e funge da principale arteria militare del periodo successivo alla conquista, come abbiamo visto. L’insediamento si sviluppa poi intorno agli anni settanta del I secolo d.C. insistendo sul sito del forte romano e diventa il centro della civitas amministrativa dei Dobunni54. Questo sito è quindi il centro di un’occupazione

impostata su queste arterie stradali che attraversano il territorio dei Cotswolds e mettono in comunicazione centri importanti soprattutto per l’epoca romana ignorando la gran parte dei siti dell’età del ferro: sembra quindi che la sua caratteristica non sia prettamente collegata alla presenza del centro di Bagendon, che può essere stato il centro della comunità su cui i romani hanno impostato la sottomissione della regione55, oppure l’unica zona effettivamente sottomessa con la forza. In realtà, infatti, il numero di forti e di insediamenti con caratteristiche chiaramente militari è molto ridotto, come abbiamo riassunto nella seguente tabella, basandoci come fatto per i Corieltauvi sulla viabilità romana. Sulla Fosse Way scendendo da nord verso Cirencester il primo sito che si incontra è quello di Burton-on-the-Water, un sito civile databile all’età neroniana che non ha dato evidenti tracce di un insediamento militare ma che è collocato in posizione molto vicina, soli 450 m, ad un importante guado sul fiume Windrush56. Proseguendo oltre il centro della civitas Dobunnorum, arriviamo al sito di Easton Grey, un insediamento che è stato scarsamente indagato ma che potrebbe avere avuto una prima forma militare; i pochi reperti rinvenuti fanno propendere per una datazione all’epoca flavia57. Ancora più a sud si trova un altro insediamento, presso Nettleton, associato ad un tempio in cui probabilmente si venerava Apollo: l’insediamento non è stato indagato a sufficienza ma il rinvenimento di un discreto numero di oggetti militari fa pensare alla

53 Margary 1967, 134-135. 54 Wacher 1995, 87. 55 Moore & Reece 2001, 23. 56 Cfr. O’Neil 1968.

92 possibilità che anche qui ci potesse essere un forte prima dell’insediamento. Il ritrovamento di monete augustee e di epoca claudia ha fatto ipotizzare una datazione abbastanza alta del sito, ma sono necessarie ulteriori indagini58. Infine, si arriva a Bath, la Aquae Sulis romana, la cui origine militare è incerta ma probabile59. In questa zona la presenza di numerosi hillforts e soprattutto di una maggior numero di siti militari nell’area a sud della città fa pensare che ci si trovi in un altro contesto di popolamento e di attività dell’esercito romano, anche perché in quest’area è generalmente riconosciuta la presenza di popolazioni distinte, i Durotriges e più a ovest i Dumnonii60, che hanno opposto una resistenza armata a Roma e sono stati combattuti nei primi anni della conquista, come abbiamo già avuto modo di segnalare. Non sono stati trovati invece siti nel tratto di strada che attraversa le Cotswolds da Cirencester a Gloucester, altro dettaglio interessante, sebbene ci sia la possibilità che piccole stazioni o forti di controllo del percorso strada non siano stati ancora rivenuti, ma che comunque non sorprende, vista la distanza di circa 27 km che rientra nelle misurazioni delle percorrenze tradizionali riportate dalle fonti.

Abbiamo lasciato per ultimo il sito di Glevum, la moderna Gloucester, dal momento che presenta una particolarità che necessita di una trattazione separata. Il sito infatti consiste in un insediamento legionario di grandi dimensioni, una legionary fortress, che è stata molto studiata e sembra essere la prima base operativa per le attività militari dei romani nelle regioni del Galles meridionale, quindi negli anni successivi al governatorato di Aulo Plauzio61. Un primo sito di un forte romano è posto ad est di un guado del basso corso del Severn, molto vicino alla sua foce, nel moderno quartiere di Kingsholm62. Questa struttura, datata intorno al 49 d.C. dai suoi scavatori ma la cui datazione può essere anche anticipata di qualche anno, si presenta come un forte di buone dimensioni con tracce di caserme per i soldati in legno e molti reperti di ambito militare63; non si hanno però indicazioni precise sulle unità che lo occupavano e gli studiosi propendono per identificarla come una vexillation fortress, ma l’ipotesi che fosse una vera e propria fortezza legionaria non si può scartare64. In seguito, a meno di un chilometro a sud viene eretto un nuovo forte, di 17,4 ettari e quindi collocabile

58 Ordnance Survey 2001.

59 Burnham & Wacher 1990, 165-176.

60 Cunliffe 1991, 159-170 per i Durotriges e Id. 180-185 per i Dumnonii. 61 V. cartina 2.

62 V. Cartina 21. 63 Cfr. Hurst 1985.

64 Manning 2000, 72-73; manca un’individuazione precisa del circuito difensivo che permetta di stimarne

93 nell’ordine delle fortezze legionarie, sebbene più piccola delle fortezze che sorgeranno in seguito ma comunque di dimensioni maggiori di quella di Lincoln65. La posizione di questo insediamento sembra quindi funzionale alle operazioni militari della zona ed esplicitamente rivolto verso il Galles meridionale, ed infatti la strada militare romana che porta in quella zona attraversa il Severn proprio in corrispondenza di questa città, che a tal proposito risulta distanziata dal percorso della Fosse Way e quindi probabilmente è da considerare lievemente successiva o comunque non direttamente compresa nel sistema di forti collegati dalla strada. In seguito all’abbandono da parte dei legionari, il sito diverrà un centro civile e attorno al 97 d.C. vi verrà insediata una colonia da parte dell’imperatore Nerva66.

Per quanto appena descritto il parallelo con la situazione delle Midlands Orientali è chiaramente spontaneo, vista che entrambi i territori presentano due città principali, la prima capoluogo della civitas e la seconda di fondazione legionaria che assurge poi al grado di colonia, entrambe con una relazione più o meno diretta con la Fosse Way e quindi in rapporto con le prime fasi della conquista: rapporto che necessita però di un approfondimento cronologico. Inoltre, in entrambi i casi il centro amministrativo è situato nel centro più vicino rispetto al nucleo della provincia rappresentato da Londinium e Camuoldunum, mentre la colonia, che in entrambi i casi in precedenza è una fortezza legionaria, è collocata nei pressi dei confini dei territori delle altre civitates che sono anche i territori di espansione dei romani nelle circostanze successive alla prima stabilizzazione della provincia67. Un fatto però che distingue nettamente i due contesti territoriali è la notizia che abbiamo in Cassio Dione dell’effettiva esistenza delle tribù dei Dobunni, che ci viene presentata nell’atto di chiedere la sottomissione ai