Banca Popolare di Vicenza S.p.a.
4.2.2. Portogallo: il Banco Internacional de Funchal e il Banco Espirito Santo
• il Banco Internacional de Funchal
Anche il Portogallo, dopo l’Italia, ha iniziato a porre in essere interventi per sanare il sistema bancario nazionale. In particolare, l’ottava banca del Paese “il Banco Internacional de Funchal” (Banif) è stata salvata attraverso un’operazione di risoluzione. Difatti, in seguito alla profonda crisi che ha coinvolto l’economia portoghese lo Stato lusitano è stato costretto ad intervenire per salvare la banca Banif dal fallimento. In particolare, la banca oltre ad essere l’ottavo istituto del paese, concentrava gran parte della sua attività a Madeira e nelle Azzorre ed inoltre possedeva anche attività all’estero in Paesi quali Malta, Brasile e Capo Verde oltre che in altre località offshore.
Pertanto, l’Autorità nella definizione di un piano di salvataggio per la ristrutturazione della banca ha previsto un intervento da parte dello Stato portoghese di circa 1,1 miliardi di euro. Proprio per questo motivo lo Stato è diventato azionista di maggioranza al 60% del Banco International de Funchal146. Nel corso del 2013 la Commissione Europea ha approvato il salvataggio, chiedendo, però, che il piano di ristrutturazione della banca fosse adeguato; tuttavia la Commissione nutriva dei dubbi su tale piano, infatti in seguito chiese di aprire un’inchiesta per controllare la situazione. Successivamente, i dubbi della Commissione si sono dimostrati fondati, poichè nonostante la ricapitalizzazione da parte dello Stato, la banca non è riuscita a tornare alla redditività e quindi la Commissione Europea è stata costretta a dichiarare l’avvio della procedura di risoluzione il 19 dicembre 2015.
In seguito, la Commissione dopo aver verificato l’esistenza di tutti e tre i requisiti, e in particolare il requisito dell’interesse pubblico, ha deciso di dare il suo consenso alla vendita dell'attività della banca posta in risoluzione e gran parte delle sue attività e passività al Banco Santander Totta, al fine di garantire una protezione totale delle famiglie e il risparmio delle imprese affidato all’istituto portoghese e per mantenere la continuità
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dei servizi finanziari. In particolare, il piano di risoluzione approvato dalla Commissione prevedeva la separazione della banca in due differenti società veicolo:
• in una good bank, in cui sono state convogliate tutte le attività sane dell’istituto portoghese, poi ceduto al ramo portoghese del Banco Santander per una cifra di 150 milioni di euro;
• la parte invece deteriorata è finita in una bad bank, denominata “Oitante SA” finanziata principalmente dallo Stato portoghese e da un fondo di risoluzione alimentato tramite il finanziamento delle altre banche portoghesi147.
Per quanto riguarda le attività e le passività rimaste nella banca originaria che non sono confluite nella bad bank o nella good bank, sono state svalutate o convertite ed in seguito sono state liquidate secondo le ordinarie procedure di liquidazione. Gli azionisti sono coloro che per primi hanno sopportato le perdite, sempre nel principio del no creditor worse off. Per quanto riguarda gli altri creditori, invece, i loro crediti sono stati venduti a Banco Santander Totta, tuttavia, manterranno gli stessi diritti che possedevano prima dell'operazione.
Vi è un analogia, che si trova proprio nel piano di salvataggio messo a punto dalla banca centrale portoghese con il caso in Italia relativo al salvataggio delle quattro banche in fallimento, infatti il piano di risoluzione che è stato realizzato per l’istituto portoghese è molto simile a quello attuato per il caso italiano. Mentre la differenza principale tra i due casi sta nella composizione dell’azionariato di Banif, di cui lo Stato dopo il salvataggio del 2013 è diventato maggiore azionista; infatti è proprio per questo che è stato permesso l’intervento statale, cosa che invece non è stato possibile nel caso delle quattro banche italiane.
147 M.CASSELLA e A. D’ONOFRIO, L’applicazione della disciplina della risoluzione delle banche in crisi nell’Unione Europea, Assonime, 2017.
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• Banco Espirito Santo
Prima della risoluzione della banca Banif, il Portogallo nel 2014 ha visto la risoluzione di una seconda banca: Banco Espírito Santo ( BES ). Tale caso di risoluzione rappresenta il primo caso avvenuto prima del recepimento della BRRD negli ordinamenti nazionali, tuttavia la Banca Centrale Nazionale ha avviato tale procedura perché già prevista nella disciplina nazionale e quindi risultava in linea con la direttiva che sarebbe stata recepita a breve.
Tale banca rappresentava la seconda più grande istituzione finanziaria privata in Portogallo in termini di patrimonio netto ed era posseduta dalla famiglia Espirito Santo. Tuttavia, in seguito alla crisi manifestatasi dal 2008 il valore delle azioni della banca iniziarono a diminuire e nel corso del 2014 raggiunsero valori minimi, inoltre, la capitalizzazione borsistica si dimezzò arrivando a raggiungere quote disarmanti. Per di più il CET1 a fine luglio era pari al 5%148, quindi un valore inferiore di 3 punti rispetto al minimo regolamentare richiesto dalla banca. Inoltre, nei bilanci della banca erano presenti soprattutto crediti deteriorati che ammontavano ad un valore di 3 miliardi, un importo ben superiore a quello consentito.
Il 3 agosto 2014 la banca centrale portoghese149 ha annunciato un piano di salvataggio di 4,4 miliardi di euro finanziato prevalentemente dal Fundo de Resolução,150 annunciando la fine dell’istituto portoghese come banca privata. In seguito, dopo il salvataggio il Banco de Portugal ha deciso di cambiare l’organico della banca, nominando come nuovo presidente il Consigliere di Stato Vitor Bento, nominato per verificare l'attendibilità dei conti lasciatigli in eredità dal management uscente; infatti, è stato poi dimostrato che l’amministrazione precedente aveva trasgredito più volte alle direttive della Banca Centrale Nazionale mettendo in atto comportamenti non idonei per la gestione della banca. Il salvataggio della banca da parte del governo è stato, quindi, necessario per cercare di evitare che la crisi dell’istituto contagiasse l'intero settore finanziario del Portogallo e che
148 M.CASSELLA e A. D’ONOFRIO, L’applicazione della disciplina della risoluzione delle banche in crisi nell’Unione Europea, Assonime, 2017.
149 Il ruolo di Banca Centrale Nazionale in Portogallo è stato affidato al Banco de Portugal. 150 Fondo di risoluzione portoghese.
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comportasse un diffusione a livello Europeo. Inoltre, il ministro delle finanze portoghese ha annunciato che gli azionisti ed i creditori non privilegiati del BES sono stati chiamati ad assumere le perdite derivanti da una cattiva gestione dell’attività bancaria, priva di controllo. Infatti, a loro è stata affidata la gestione delle attività tossiche presenti nella banca, inclusi i titoli di debito ad alto rischio del gruppo familiare Espirito Santo, che sono stati successivamente allocati in una struttura di dismissione.
Di conseguenza, la banca è stata posta in risoluzione, dopo l’approvazione da parte della Commissione Europea, mediante la creazione iniziale di una banca ponte; perciò la banca originaria è stata divisa in due società veicolo, ovvero una good bank in cui sono confluiti tutti i good assets, denominata “Novo Banco”, mentre i bad assets sono rimasti nella banca esistente che ha acquisito la funzione di bad bank.
In particolare, il trasferimento delle attività sane al Novo Banco ha consentito di assicurare la continuità dell’erogazione dei servizi finanziari della banca e di proteggere i depositanti e gli altri clienti. Per quanto concerne il nuovo capitale della bridge bank, pari a 4,9 miliardi, è stato interamente sottoscritto dal Fondo di Risoluzione portoghese, che però non avendo sufficienti capitali propri ha usufruito di un prestito da parte dello Stato portoghese e di un prestito da parte del settore bancario privato151. Tuttavia, per quanto riguarda il finanziamento da parte dello Stato, esso è confluito direttamente nel Fondo di risoluzione e non è servito per la ricapitalizzazione diretta della banca in difficoltà in modo da proteggere le risorse pubbliche dai rischi derivanti dalla posizione di azionista o di creditore diretti della banca.
Per quanto riguarda il processo di vendita della banca ponte, la Commissione Europea aveva stabilito come limite temporale della vendita 24 mesi, che iniziavano dal momento dell’approvazione da parte della Commissione per l’avvio della risoluzione. Tuttavia, dopo quasi un anno dall’avvio, il procedimento di vendita è stato interrotto dalla Banca Centrale portoghese per mancanza di offerte soddisfacenti. Quindi la Commissione Europea per agevolare tale processo ha deciso di prolungare il termine massimo della vendita di un anno e di estendere anche gli aiuti di stato sotto forma di misure di liquidità.
151 M.CASSELLA e A. D’ONOFRIO, L’applicazione della disciplina della risoluzione delle banche in crisi nell’Unione Europea, Assonime, 2017.
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Quindi per permettere al Novo Banco di continuare a svolgere l’attività senza essere condizionata dalle perdite della situazione finanziaria della banca originaria, la Banca del Portogallo ha definito nuove misure per completare la risoluzione di BES. Infatti, alcune passività relative alle obbligazioni non subordinate sono state ritrasferite alla bad bank, che in seguito verso la fine del 2016 è stata liquidata e la BCE ha ritirato la licenza bancaria di BES.152
Successivamente, nel marzo del 2017 il governo portoghese ha concluso la vendita di Novo Banco, che è stata acquisita da un fondo di investimento internazionale “Lone Star”. Il governo portoghese ha venduto il 75% di Novo Banco in cambio di un iniezione di 1 miliardo di euro153. Tuttavia, prima di procedere alla conclusione della vendita è stata necessaria l’approvazione da parte della Commissione, la quale prima di dare il suo consenso ha valutato tre elementi fondamentali:
• La competitività della procedura di vendita;
• Gli aiuti di Stato aggiuntivi programmati dallo Stato portoghese per la vendita della banca ponte;
• La redditività a lungo termine dell’entità risultante dalla vendita della banca ponte. Dopo aver valutato tali elementi la Commissione ha affermato che il processo di vendita è stato aperto e competitivo; inoltre, il piano di ristrutturazione definito per Novo Banco consentirà di ripristinare la redditività di lungo periodo della banca; infine, per quanto riguarda gli aiuti di stato definiti per la vendita della banca ponte, la commissione ha verificato se il governo portoghese avesse offerto a tutti i potenziali acquirenti le stesse condizioni, che nello specifico consistevano in interventi da parte del Fondo di Risoluzione, il quale:
• si è impegnato a fornire capitali fino a 3,89 miliardi, qualora il capital ratio dovesse scendere al di sotto di una determinata soglia a causa delle perdite su un portafoglio di legacy asset;
152 Fonte: www.europa.eu.
153 M.CASSELLA e A. D’ONOFRIO, L’applicazione della disciplina della risoluzione delle banche in crisi nell’Unione Europea, Assonime, 2017.
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• si è impegnato a sottoscrivere l’eventuale parte rimanente, qualora la raccolta a fronte dell’emissione di strumenti di Tier 2 non possa essere completata con risorse private;
• si è impegnato ad intervenire nuovamente qualora dovessero sorgere, a fronte di circostanze avverse, esigenze di capitale che non possano essere risolte da Lone Star o altri operatori di mercato154.
Dopo che la Commissione Europea ha valutato tutti questi elementi, ha approvato la vendita che si è perfezionata e conclusa nell’ottobre del 2017.
154 M.CASSELLA e A. D’ONOFRIO, L’applicazione della disciplina della risoluzione delle banche in crisi nell’Unione Europea, Assonime, 2017.
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