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Il salvataggio delle quattro banche: Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Chieti e Cassa di risparmio di Ferrara

Banche Italiane e Banche Estere

7.1.1. Il salvataggio delle quattro banche: Banca Marche, Banca Etruria, Cassa di risparmio di Chieti e Cassa di risparmio di Ferrara

Il 22 novembre 2015 sono state avviate da Banca d’Italia, con provvedimenti da parte del Ministero delle Economie e delle Finanze, le procedure di risoluzione delle quattro banche italiane, ovvero della Banca Marche, della Banca Etruria, della Cassa di risparmio di Chieti e della Cassa di risparmio di Ferrara. Si tratta di banche di piccola o media dimensione, aventi nel complesso una quota del mercato nazionale dell’1% circa in termini di depositi125.

Le origini del dissesto delle quattro banche riguardano nello specifico cause comuni, come l’attuazione di una governance inadeguata, delle politiche di erogazione dei prestiti imprudenti e di comportamenti scorretti. In seguito, le insufficienze della governance si sono poi tradotte in una scadente qualità del credito, che ha risentito della cattiva organizzazione, delle pratiche inadeguate e di violazioni di norme e regolamenti. 126 • Durante l’ultima ispezione del febbraio 2013, per la Cassa di Risparmio di Ferrara i

crediti anomali assumevano un valore pari al 34%. In particolare, il valore totale del NPL ratio, che è il risultato tra il rapporto dei crediti deteriorati sul totale dei prestiti erogati, si riferiva ai prestiti in sofferenza di: società finanziarie, imprese e famiglie consumatrici.

125 Fonte: www.bancaditalia.it.

126C.BARBAGALLO, Cassa di Risparmio di Ferrara Banca delle Marche Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Senato della Repubblica-Camera dei Deputati, 12 dicembre 2017.

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Tuttavia, il valore così elevato del NPL ratio era dovuto principalmente a una categoria residuale, rappresentata nel grafico sottostante, che assumeva un valore pari al 58%; superiore ai valori dei prestiti deteriorati relativi alle imprese e società finanziarie, pari al 38% e 40%.

• Per quanto riguarda la Banca Marche tra il 2010 e il 2011 sono state attuate tre ispezioni con esiti insoddisfacenti, in cui sono emersi inadeguati controlli antiriciclaggio, un elevata presenza di crediti deteriorati e accantonamenti insoddisfacenti per far fronte al rischio di credito e ad altri profili di rischio. Sebbene nel corso del 2013 l’Autorità Vigilanza più volte ha fatto presente alla banca la necessità di realizzare, in tempi brevi, un adeguato rafforzamento patrimoniale, non ha avuto risposte da parte degli esponenti della banca.

In seguito, nell’agosto del 2013 è stata disposta d’urgenza da parte dell’Autorità la gestione provvisoria della banca e successivamente è stata posta in amministrazione straordinaria, poiché oltre le criticità citate in precedenza, i crediti deteriorati si

NPL Ratio ; 34% Famiglie consumatrici; 12% Imprese; 38% Società finanziarie ; 40% altro; 58%

Composizione NPL ratio

Cassa di Risparmio di Ferrara

NPL Ratio Famiglie consumatrici Imprese Società finanziarie altro NPL Ratio : 20% Famiglie consumatrici: 10% Imprese: 30% Società finanziarie : 1% altro: 2%

Composizione NPL Ratio

Banca Marche

NPL Ratio Famiglie consumatrici Imprese Società finanziarie altro

Fonte dati: C. BARBAGALLO, Senato della Repubblica-Camera dei Deputati, 12 dicembre 2017.

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attestavano intorno al 20%, composti soprattutto dai prestiti in sofferenza delle imprese e da quelli delle famiglie consumatrici.

• Nel corso del 2008 per quanto concerne il gruppo Cassa di risparmio di Chieti era formato dalla Flashbank Spa e da altre due società minori. In seguito alla crescita del gruppo bancario realizzatasi, è stato posto in luce da parte dell’Autorità di vigilanza, tramite un’ispezione generale, come tale crescita avesse esposto l’intermediario a

rischi creditizi e di liquidità non presidiati. Di conseguenza, poichè era emerso dalle ispezioni precedenti un andamento negativo della situazione economico-patrimoniale aggravata dalle perdite accumulate dalla Flashbank spa, nel 2014 è stata avviata una nuova ispezione facendo emergere un quadro aziendale in peggioramento, in cui: la redditività risultava compromessa e la dotazione patrimoniale appena sufficiente a coprire i requisiti patrimoniali; inoltre, è emerso anche un peggioramento della rischiosità creditizia ed infatti i crediti deteriorati sono passati in breve tempo dal 19% al 30% degli impieghi totali: composti principalmente dal 34% dei crediti in sofferenza attinenti alle imprese e dal 20% relativi alle famiglie consumatrici.

NPL Ratio : … Famiglie consumatrici: 20% Imprese: 34% Società finanziarie : 6% altro: 6%

Composizione NPL ratio

Cassa di Risparmio di Chieti

NPL Ratio

Famiglie consumatrici Imprese

Società finanziarie altro

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• In ultimo, come per le prime tre banche, anche per la Banca Etruria i problemi sono emersi sin dal 2007, e l’Autorità di vigilanza mediante varie ispezioni ha riscontrato varie criticità, come per esempio: un disallineamento del coefficiente patrimoniale, tensioni di liquidità, carenze nel processo creditizio e nel governo delle società controllate. In seguito nel corso del 2014 ci sono state altre ispezioni che si sono

concluse con un giudizio sfavorevole, in cui è emersa una situazione patrimoniale gravemente deficitaria rispetto ai requisiti minimi, infatti il NPL ratio si attestava intorno al 42,4% del totale degli impieghi, composto innanzitutto da un elevata presenza di crediti deteriorati relativi alle imprese, seguiti poi da una presenza minore ma comunque presente degli NPL relativi alle famiglie.

NPL Ratio : 42% Famiglie consumatrici: 19% Imprese: 45% Società finanziarie : 3% altro: 9%

Composizione NPL Ratio

Banca Etruria

NPL Ratio Famiglie consumatrici Imprese Società finanziarie altro

74 • Il processo di risoluzione

Le Autorità italiane, prima di decidere che la soluzione ottimale fosse la procedura di risoluzione, hanno vagliato le altre possibili alternative: intervenire attraverso il fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD), l’applicazione della liquidazione coatta amministrativa o l’intervento da parte delle altre banche italiane.

Per quanto riguarda l’utilizzo del FITD non è stata possibile tale soluzione perché ritenuta incompatibile con la disciplina degli aiuti di Stato della Commissione Europea; mentre se fosse stata attuata la liquidazione coatta amministrativa le azioni e i crediti subordinati, i primi a subire le perdite nella gerarchia fallimentare, sarebbero stati svalutati perdendo il loro valore; quindi con la liquidazione le perdite sarebbero risultate superiori rispetto alle perdite che sarebbero emerse con l’attuazione della risoluzione127.

Il 22 novembre 2015 è stata definita una strategia di risoluzione in linea con quanto previsto dalle regole Europee. In particolare, il programma di risoluzione definito per le quattro banche ha compreso la cessione delle attività “sane” dalle banche originarie alle quattro banche ponte di nuova costituzione, in vista della loro successiva collocazione sul mercato; nello specifico, le attività cedute alle banche ponte hanno riguardato tutte le attività diverse dai prestiti in sofferenza, ovvero: i depositi, i conti correnti e le obbligazioni ordinarie. Inoltre, nel piano è stato anche previsto di cedere i crediti in sofferenza delle banche in fallimento ad una bad bank, ovvero alla REV Gestione Crediti S.p.A. che si è occupata della gestione di tali sofferenze; tuttavia, è stato incluso in tale piano anche l’intervento del Fondo Nazionale di Risoluzione per il finanziamento delle misure di risoluzione128.

Per quanto riguarda la ricostruzione del capitale delle good banks circa il 9% è stato erogato dal fondo di risoluzione; mentre la gestione delle banche ponte è stata affidata temporaneamente a dei nuovi amministratori designati, come previsto dalla nuova disciplina, a cui è stato affidato il preciso compito di vendere le banche ponte in tempi brevi, massimizzando i profitti con procedure trasparenti e di mercato, restituendo così al Fondo di Risoluzione i ricavi di tale vendita; inoltre, in tutte e quattro le banche la carica

127 In coerenza con il principio del No Creditor Worse Off.

128 C.BARBAGALLO, Cassa di Risparmio di Ferrara Banca delle Marche Cassa di Risparmio della Provincia di Chieti Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, Senato della Repubblica-Camera dei Deputati, 12 dicembre 2017.

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di Presidente è stata affidata al dottor Roberto Nicastro, ex Direttore Generale di UniCredit.

Le quattro banche ponte, inoltre, sono state denominate: Nuova Banca delle Marche, Nuova cassa di Risparmio di Chieti, Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara e Nuova Banca dell’Etruria e del Lazio.

Nella tabella sottostante i dati relativi delle banche ponte:

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Per quanto riguarda i prestiti in sofferenza di tutte e quattro le banche originarie, essi sono stati ceduti alla REV Gestione Crediti S.p.A., solo dopo aver assorbito le perdite dalle azioni e dalle obbligazioni subordinate. Inoltre, tali sofferenze sono state svalutate rispetto al loro valore originario, passando da 8,5 miliardi a 1,5 miliardi; le quattro banche originarie, invece, sono diventate contenitori residui in cui sono state confinate le perdite e le loro coperture, e sono state subito poste in liquidazione coatta amministrativa. Nella tabella sottostante i dati relativi della Bad Bank:

Fonte: www.bancaditalia.it

L’intero onere del salvataggio è stato posto innanzitutto a carico delle azioni e delle obbligazioni subordinate delle quattro banche, ed in ultima analisi prevalentemente a carico del complesso del sistema bancario italiano. In particolare, il contributo finanziario da parte del Fondo di Risoluzione è stato suddiviso in:

• circa 1,7 miliardi a copertura delle perdite delle banche originarie; • circa 1,8 miliardi per ricapitalizzare le banche buone;

• circa 140 milioni per dotare la banca cattiva del capitale minimo necessario ad operare. Tuttavia, la liquidità necessaria al Fondo di Risoluzione per iniziare ad operare è stata anticipata da tre grandi banche: Unicredit, Banca Intesa Sanpaolo e UBI Banca;

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precisamente la liquidità è stata fornita attraverso un finanziamento a tassi di mercato e con una scadenza massima di 18 mesi.

In riferimento al processo di vendita degli enti ponte che è stato condotto dalla Banca d’Italia, unico gestore del fondo di risoluzione, sono pervenute diverse offerte; ma tra tutte è stata presa in considerazione principalmente la proposta fatta da UBI Banca per la cessione di tre banche ponte, ad esclusione della Nuova Cassa di Risparmio di Ferrara, e parallelamente anche quella da parte di un Fondo di investimento di rilevanza internazionale per l’acquisto di tutte e quattro le banche ponte. Tuttavia, la prima proposta è stata preferita alla seconda in quanto idonea a minimizzare l’onere complessivo a carico del Fondo di Risoluzione, e di conseguenza le trattative si sono concentrate su tale operazione.

Nel mese del dicembre 2016, a seguito di una due diligence condotta sulle tre banche ponte da parte di UBI, è stato dato avvio alla negoziazione del contratto di acquisto e contemporaneamente si sono intensificate anche le negoziazioni con BPER per l’acquisizione di Nuova Carife.

In seguito nel corso del 2017 è stato perfezionato il trasferimento delle tre banche ponte ad UBI, subordinato alla realizzazione di determinate condizioni sospensive entro il mese di luglio 2017, pena lo scioglimento del vincolo contrattuale; tali condizioni consistevano in un aumento di capitale da parte del Fondo per le tre banche ponte, per un importo massimo complessivo di 450 milioni di euro, di cui un ammontare di massimo di 100 milioni destinato alla copertura di parte degli oneri connessi con operazioni di spin-off immobiliare;

inoltre, nelle condizioni è stato previsto anche un meccanismo di partecipazione degli utili, in cui a seguito dei finanziamenti da parte del fondo esso potrà beneficiare di un ritorno economico stimato in un importo minimo di 250 milioni di euro, che dipenderà dall’effettivo conseguimento dei benefici attesi derivanti dall’utilizzo, da parte dell’acquirente, delle attività fiscali anticipate connesse con le perdite pregresse dei tre enti ponte, relative agli esercizi fiscali fino al 2027; un fondo rilascia rappresentazioni e garanzie, fino ad un massimo di 250 milioni di euro relative al rischio potenziale a fronte di un contenzioso legale attuale o futuro, fino ad un massimo di 280 milioni di euro a fronte di possibili contestazioni da parte degli ex azionisti delle tre banche, ed infine a

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copertura del rischio legato all’indennizzo degli ex obbligazionisti subordinati Retail; una cessione di sofferenze e di inadempienze probabili delle tre banche ponte, delle garanzie per la sterilizzazione di tutti i rischi relativi alla cessione delle sofferenze a REV Gestione Crediti spa e delle “attività escluse” ed infine delle azioni di responsabilità e risarcitorie nei confronti degli ex esponenti delle tre banche ponte.

Con riguardo a Nuova Carife, la negoziazione del contratto di acquisto è stata avviata il 1° marzo 2017, e in seguito è avvenuta la chiusura dell’operazione di cessione a BPER, che durante la negoziazione ha richiesto le stesse condizioni concesse ad UBI.