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Prima di Brescia: Anniston tra la Monsanto e i PCB

A livello storiografico e per una maggiore comprensione del “caso Caffaro” è utile ricostruire la vicenda di Anniston, città dell’Alabama negli Stati Uniti. Essa condivide con Brescia un destino comune causato dalla medesima sostanza chimica159 e con le stesse modalità da un’altra azienda, la Monsanto, ovvero proprio quella azienda da cui la Caffaro, nel 1938, acquisì i diritti sul brevetto per la produzione di PCB.

Anniston, come già detto, è una città appartenente allo Stato dell’Alabama negli Stati Uniti. È situata sul pendio del Blue Montain e segna l’inizio della catena montuosa dei Monti Appalachi. Considerata dal giornalista americano Henry W. Grady “città modello160” per l’attenta progettazione e per la qualità delle infrastrutture, fin dalla fine dell’800 rappresentò un punto di attrazione per

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Si tratta di una sintesi estrema, necessaria per evitare di entrare nei particolarismi burocratici che fino ad ora non hanno portato a nessuna azione concreta per limitare l’inquinamento e risanare l’ambiente, come vedremo dettagliatamente nel capitolo sulla bonifica non compiuta del SIN “Brescia – Caffaro”.

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Iacona R., Presa diretta: puliamo l’Italia, Rai 3, puntata del 31 marzo 2013 (minuto 13).

molti imprenditori che volevano avviare nuove attività. Nel 1917 la Southern Manganese Corporation vi installò uno stabilimento industriale per la produzione di munizioni e granate da vendere all’esercito americano, allora impegnato nel primo conflitto mondiale161. Con la fine della guerra, la Southern Manganese Corporation decise di reinvestire i propri utili nel settore chimico e così nel 1925 costituì la Swann Chemical Company e nel 1929 avviò la produzione di PCB, ovvero, come già visto, un composto chimico termicamente stabile e resistente al calore e per questo considerato, all’epoca, un vero “miracolo chimico”162.

Nel 1935 ad interessarsi del nuovo composto chimico fu una società emergente di Saint Louis, la Monsanto Chemical Company163 nel Missouri, fondata nel 1901 da John Francis Queeny, un uomo che aveva lavorato in alcune aziende farmaceutiche acquisendo una vasta esperienza nella chimica164. Cresciuta inizialmente attraverso la produzione di saccarina, un edulcorante sintetico che veniva venduto alla Coca-Cola per la produzione della omonima bevanda, nel tempo la Monsanto acquisì una serie di società chimiche in tutto il mondo, avviando la produzione di farmaci, come ad esempio la famosa aspirina, e di composti chimici, come appunto i PCB. Quest’ultime sostanze nel tempo si rivelarono “la fortuna della Monsanto e l’infelicità di Anniston165”.

I PCB consentirono alla Monsanto di detenere il monopolio internazionale sulla loro produzione per oltre 40 anni. Infatti negli Stati Uniti essi venivano prodotti direttamente negli stabilimenti della Monsanto, mentre negli altri Stati essa si limitò a dare le concessioni sul brevetto per la produzione di PCB a singole aziende, come ad esempio la Caffaro (che acquisì tali concessioni nel 1938). Grazie a tale meccanismo, la Monsanto e le aziende a cui venivano date le concessioni di produzione potevano operare in un mercato privo di concorrenza166.

Con la produzione e la vendita di PCB, la Monsanto riuscì ad accumulare ingenti capitali che permisero all’azienda, negli anni ’40, di investire in nuovi

161 Ibidem, pag. 14. 162 Ibidem, pag. 14. 163 In https://it.wikipedia.org/wiki/Monsanto_Company. 164 Ibidem 165

Robin M. M., Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, Bologna, 2009, pag. 14.

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Ruzzenenti M., La storia dei PCB: miracoli e disastri della tecnica nel Novecento. In Archivio Luigi Micheletti, pag. 5.

settori interessati dalla chimica, come ad esempio quello dell’agricoltura. In questo settore, infatti, era fortemente richiesta la fornitura di sostanze come il triclorofenolo, ovvero una sostanza utilizzata in ambito civile come erbicida e in ambito militare come disinfestante167.

I primi problemi con i PCB sorsero verso la fine degli anni ’30, quando si registrarono i primi casi relativi a problemi di salute nei lavoratori impiegati nella produzione di queste sostanze168. Nel 1937 l’Università di Harvard, attraverso le analisi effettuate su alcuni lavoratori affetti da cloracne, giunse alla conclusione che questa malattia era provocata proprio dal contatto degli stessi lavoratori con i PCB169. Questo fu il primo caso in cui venne stabilito un collegamento diretto tra una malattia e i PCB.

Fu solo, però, nel 1968 con l’incidente di Yusho in Giappone (che abbiamo già trattato nel capitolo sui PCB), in cui un vasto quantitativo di olio di riso contaminato da PCB provocò la morte di migliaia di persone170, che gli Stati Uniti e gli altri paesi produttori di tali sostanze cominciarono a comprendere la pericolosità di questi composti chimici.

L’incidente di Yusho costrinse, in primis, gli Stati Uniti ad interrogarsi sulla produzione di tali sostanze. Nel 1970, al fine di valutare se tali composti fossero realmente tossici e quale fosse il loro reale livello di tossicità, il Governo degli Stati Uniti approvò la costituzione dell’EPA171, l’agenzia governativa per la protezione ambientale. La prima parte dei lavori dell’EPA si concluse nel 1976 e i risultati di tali lavori condussero il governo federale ad approvare il “Toxic Substances Control Act172” (TSCA), che vietava la produzione, la vendita e l’importazione dei PCB. Nella sua prima versione il TSCA era di fatto

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Il triclorofenolo era la sostanza prodotta all’interno dell’Icmesa di Meda, responsabile dell’incidente del 10 luglio 1976 a Seveso, dove la popolazione fu colpita da una nube bianca contenente Diossina, sottoprodotto del triclorofenolo. Centemeri L. Ritorno a Severo: il danno ambientale, il suo riconoscimento, la sua riparazione, Mondadori, Milano, 2006, pag. 18. Questa sostanza, nota come L’Agente Orange, fu largamente usata durante la guerra in ViêT Nam come defoliante. Scagliotti S., Mocci N., Oltre il silenzio delle armi: l’agente arancio e le conseguenze della guerra in ViêT Nam, AIPSA, Cagliari, 2009, pag. 34.

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Commoner B., Le fabbriche del veleno. In “Sapere”, aprile – maggio 1975, pag. 9.

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Robin M. M., Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, Bologna, 2009, pag. 18.

170

Fraser A., I PCB: un’altra Seveso?. In “Sapere”, dicembre 1977, pag. 34.

171

In http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2014/072-14/072-14-l-agenzia-per-la- protezione-ambientale-statunitense

concentrato, esclusivamente, sui PCB, ma grazie a successivi aggiornamenti arrivò a vietare anche la produzione e la vendita di altre sostanze chimiche ritenute tossiche173. Quindi, i lavori dell’EPA e l’approvazione del TSCA nel 1978 portarono gli Stati Uniti ad interdire qualsiasi produzione e commercializzazione di PCB nel suolo americano.

Analogamente al “caso Caffaro”, in cui l’inquinamento causato dai PCB fu scoperto per mera casualità agli inizi degli anni ’90, anche ad Anniston l’inquinamento causato dalle stesse sostanze fu scoperto, negli stessi anni174, grazie ad una serie di eventi apparentemente scollegati dalla loro produzione. Negli anni ’90, infatti, i cittadini di Anniston percepirono la sussistenza di un particolare interesse da parte della Monsanto ad acquistare determinate porzioni di territorio circostanti la fabbrica chimica175, situata ad est della città, dove sorgevano quartieri abitati, soprattutto, da afro-americani. Tale interesse, considerato anomalo dagli abitanti, spinse la popolazione a riunirsi per cercare di comprendere quali fossero le reali ragioni che spingevano l’azienda ad acquistare proprio quei territori. Nelle stesse riunioni gli abitanti dei quartieri interessati vennero a conoscenza del fatto che molti di loro o dei loro familiari erano stati colpiti da tumori che, nella maggior parte dei casi, si erano rilevati fatali176. Incominciò, così, a diffondersi l’idea che in qualche modo vi potesse essere un collegamento tra l’incidenza di tumori e l’attività di produzione nella fabbrica chimica di proprietà della Monsanto e che, pertanto, la stessa azienda avesse interesse ad acquistare i territori circostanti la fabbrica proprio al fine di nascondere la relazione. Grazie alle richieste degli abitanti e alle azioni giudiziarie promosse da alcuni esponenti locali177, vennero svolte delle analisi le quali rilevarono un grave stato di inquinamento causato da PCB che interessava sia i terreni circostanti la fabbrica, sia i canali fluviali dove erano stati scaricati i residui delle lavorazioni178. Il fatto che anche le acque fossero state contaminate faceva si che la presenza di PCB fosse rilevabile ovunque e, quindi, non solo nei

173

Ibidem.

174

Robin M. M., Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, Bologna, 2009, pag. 17.

175

Ibidem.

176

Ibidem.

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Robin M. M., Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, Bologna, 2009, pag. 13.

terreni circostanti la fabbrica ma anche nei terreni da essa distanti molti chilometri, nei terreni coltivati e nei giardini privati dove veniva usata la stessa acqua per l’irrigazione, negli organismi animali che di tale acqua si dissetavano, nei pesci e, infine, inevitabilmente, negli uomini179.

Man mano che le indagini proseguivano, la realtà diveniva sempre più chiara. Si scoprì che la Monsanto si era sbarazzata del PCB proveniente dai residui delle lavorazioni nei canali fluviali della città di Anniston, e, soprattutto, nel fiume principale, lo Snow Creek180 , per un totale di 800 tonnellate. Inoltre, circa 27 tonnellate erano state emesse negli anni nell’atmosfera e 32.000 tonnellate erano state depositate in una discarica a cielo aperto situata nelle vicinanze della fabbrica181.

La realtà risultò cosi complessa che nel 1996 l’EPA intervenne a sostegno della comunità di Anniston e definì un protocollo di intesa con la Monsanto al fine di obbligare l’azienda a compiere le necessarie opere di bonifica delle acque e dei terreni contaminati182. Secondo lo Statuto dell’EPA, infatti, non è necessario lo svolgimento di un processo e, quindi, una sentenza di condanna per costringere un’azienda a risolvere un problema legato alla propria produzione ma è sufficiente l’approvazione di un protocollo d’intesa fra le due parti per avviare tale procedura. Nel protocollo si stabilì che, se la Monsanto non avesse rispettato i suoi impegni, l’EPA avrebbe potuto adire l’autorità giudiziaria e costringerla a pagare il triplo rispetto alla somma necessaria per le opere di bonifica183.

Accanto alle iniziative dell’EPA, vi furono quelle degli abitanti del territorio interessato, che negli stessi anni intentarono una causa legale collettiva (“class action”) contro la Monsanto per dimostrare che l’azienda era a conoscenza dell’inquinamento provocato dalla sua attività di produzione ma che non aveva mai informato la popolazione locale184. I lavori d’indagine avviati dagli avvocati che supportavano la causa collettiva dimostrarono, infatti, che non solo l’azienda era l’unica responsabile dell’inquinamento da PCB ma che essa era a conoscenza

179

Ibidem (minuto 20.30)

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Robin M. M., Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, Bologna, 2009, pag. 13.

181 Ibidem. 182 Ibidem. 183 Ibidem. 184 Ibidem.

della tossicità di tali composti. La causa tra i cittadini di Anniston e la Monsanto nel processo “Abernathy vs Monsanto” si chiuse nel 2002 quando la Corte Distrettuale con sentenza dichiarò la responsabilità dell’azienda per il grave stato di inquinamento delle terre e delle acque di Anniston e la condannò ad un risarcimento milionario , erogato alla popolazione in modo proporzionale ai valore di PCB presenti nel sangue185.

La sentenza, che fu accompagnata da un giudizio molto duro dell’opinione pubblica sul comportamento dell’azienda186, può essere definita storica in quanto, per la prima volta nella storia americana, una multinazionale veniva condannata a pagare un risarcimento milionario per inquinamento causato dalla produzione di PCB187. Tuttavia, la pesante condanna economica e sociale inflitta dalla Corte alla Monsanto, purtroppo, per la città di Anniston e di Brescia, non basta a rimuovere il triste primato di essere “gli unici casi al mondo di grave accumulo di materiale

tossico in aree ristrette188”.

Nonostante questo, il “caso Monsanto” dimostra la volontà delle istituzioni americane di tutelare, anche se solo a-posteriori, le persone, la loro salute e il loro ambiente dalle disoneste attività delle aziende mosse, esclusivamente, da interessi economici e totalmente disinteressate alla salute delle persone e dell’ambiente.

185

In http://www.nytimes.com/2002/02/23/us/alabama-jury-says-monsanto-polluted-town.html

186

Robin M. M., Il mondo secondo Monsanto, Arianna Editrice, Bologna, 2009, pag. 33.

187

Ibidem, pag. 13.

188

In http://Bresciacaffaro.it/inquinamento-Brescia-caffaro/modalita-di-diffusione-inquinamento- caffaro-Brescia/68-storia-dell-inquinamento-caffaro.html