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I primi contatt

Nel documento L'influenza di Oscar Wilde in Spagna (pagine 39-47)

WILDE E LA CRITICA SPAGNOLA

2.1 I primi contatt

Oscar Wilde, ottiene tanto successo ed importanza anche in molti paesi stranieri, grazie ai numerosi viaggi ed alle numerose traduzioni delle sue opere.

La sua fama di scrittore arriva anche in Spagna, dove diventa esempio per molti giovani scrittori ma anche oggetto di critica, positiva e negativa.

Molti critici spagnoli attribuiscono a José Martí, letterato proveniente da Cuba, il privilegio di essere stato il punto di partenza nella connessione tra Oscar Wilde e la letteratura spagnola. Lo scrittore cubano si trasferisce quasi trentenne a New York con lo scopo principale di sfuggire ai soldati che volevano incarcerarlo con l’accusa di rivoluzionario. La maggior parte della sua vita è dedicata infatti ad una viva e fervida attività politica, laboriosità questa che lo porta ad allontanarsi dalla famiglia per dedicargli sempre meno tempo.

È proprio durante questo periodo trascorso nella grande metropoli, che il giovane partecipa ad una conferenza tenuta da Wilde in persona.

Wilde, infatti, realizzò una serie di conferenze tra il Canada e gli Stati Uniti proprio negli anni tra 1881-1882, portando come titolo dei suoi convegni The English Renaissance of Art37. Di notevole interesse, il testo rielabora quelle tesi estetiche che poi troveranno una più complessa ed originale espressione in altri scritti.

L’intenzione di Wilde è quella di far conoscere l’estetismo in America come un vero e proprio movimento di rinnovamento nel campo delle arti, presentandolo quindi come una rinascenza inglese dell’arte.

Proposito di Wilde è inoltre incitare il pubblico americano a modificare la propria forma mentis attivistica ed utilitaristica, in modo da imparare ad apprezzare i valori della cultura dell’arte.

37

36 José Martí rimane molto colpito ed affascinato dall’esteta e dalla sua dialettica, tanto che gli dedica un articolo, intitolato Oscar Wilde38, che pubblica

ne El Almendares (La Habana) nel gennaio del 1882 riproponendolo lo stesso anno ne La Nación ( Buenos Aires).

Il suo testo non verrà considerato solo il primo documento in lingua spagnola su Wilde, ma acquisterà tanta importanza proprio per il fatto che era nato da un contatto diretto tra i due scrittori.

Scrive Martí su di lui:

Wilde è un giovane che scrive versi eccellenti, una persona che, nonostante il suo modo di vivere come un dandy, ha saputo guadagnarsi la stima di molti.39

E ancora:

Oscar Wilde pertenece a una excelente familia irlandesa, y ha comprado con su independencia pecuniaria el derecho a la independencia de su pensamiento.40

Martí parlando di Wilde utilizza sempre parole di elogio, secondo lui la dote più grande che possiede l’autore è la capacità di scrivere in maniera accattivante, sebbene non apprezzi la sua incapacità di guardare verso il futuro per rifugiarsi nel passato.

Gli esteti, ovvero quegli scrittori che aderivano all’estetismo, resucitaban lo antiguo41, si occupavano cioè di tematiche appartenenti al passato, senza volgere lo sguardo verso il domani, verso le condizioni della società del tempo, fossero esse positive o negative.

38

MARTÍ José, Oscar Wilde en Ensayos y Crónicas (1995), Madrid,Anaya & Mario Muchnik, , p.41- 43. 39 Ibidem, p.41 40 Ibidem, p.43 41 Ibidem, p.43.

37 Martí nei suoi scritti condanna gli esteti per questo costante desiderio di adorazione del passato come unica formula per la felicità, ma ne riconosce i pregi per l’amore e la dedizione con cui si avvicinano alla bellezza ed all’arte in ogni sua possibile manifestazione.

Al momento della morte di Martí, durante un’azione di guerra, Wilde ha già raggiunto l’apice della fama letteraria, di lì a poco sarebbero iniziati gli anni del declino che lo avrebbero portato poi al processo ed alla prigionia.

Forse, proprio per il fatto di aver conosciuto lo scrittore prima ancora di essere accusato di omosessualità e di immoralità, il giovane cubano non gli riserverà mai critiche negative né distruttive.

Anche quando la rivista Punch lo rappresenta con vignette satiriche, con il mero scopo della derisione, Martí pur leggendo ed apprezzando la rivista si dimostra contro questo atteggiamento di critica, parlandone spesso con ironia, considerandolo uno scrittore vittima della propria ingenuità, ma sempre riconoscendone le qualità di futura promessa letteraria.

Negli ultimi anni di vita, Martí si dedicherà all’attività politica, in maniera operosa, tralasciando perfino la scrittura e la letteratura. Vede la morte, purtroppo, proprio durante una battaglia.

L’autore cubano apre la strada a quello che di lì a poco diventa un vero e proprio interesse collettivo verso l’esteta inglese. È infatti grazie al suo articolo che Wilde inizia ad essere una presenza importante nella letteratura spagnola, oggetto di interesse tra gli scrittori, ma soprattutto legame tra spagnoli ed ispanoamericani.

Alcuni lo emulano nel modo di vestire e di comportarsi, altri si avvicinano ai suoi temi e qualcuno si lascia perfino influenzare dalle sue tecniche narrative, riproponendole nei propri testi.

Le conoscenze di Oscar Wilde non terminano con la morte di José Martí; un altro nome importante per la Spagna si fa promotore ed amico di questo esteta: Alejandro Sawa. Di origini greche, nasce a Siviglia dove studia diritto e dove fin da subito mostra un forte interesse per la vita boemién, trasferendosi in un primo momento a Madrid.

38 In seguito si sposta a Parigi dove continua a mantenere questo suo stile di vita sregolato e marginale, lavorando per un periodo presso la famosa casa editrice Garnier ed entrando in contatto con molti altri scrittori francesi appartenenti ai vari movimenti letterari.

Hijo de padre griego y de madre sevillana, Sawa no pudo sustraerse á las influencias que aportan estos elementos de herencia psíqiuca; tiene en su sangre el carácter aventurero y el temperamento artístico que caracteriza la raza helena y la imaginación soñadora, oriental, de los andaluces; en él hay sueños de artista, amor á lo desconocido, ansias indefinibles [...]42

Alejandro Sawa diventa famoso per la sua opera Iluminaciones en la sombra, ed è proprio durante il soggiorno in Francia, che ha modo di conoscere personalmente Wilde, con il quale instaura un’amicizia costante nel tempo.

In Iluminaciones en la sombra Sawa scrive:

Visto a través de casi catorce años de distancia, aquel 1 de Mayo de 1890 en París se me aparece como una hermosa aurora boreal seguida de largos dís crepuscolares.43

Questa affermazione segna l’inizio di quel periodo fondamentale della sua esistenza artistica che per circa sei anni lo vede frequentare la capitale francese e venire a contatto con quanto di più innovativo in campo artistico si potesse cogliere sul finire dell’Ottocento. Esiste anche una cronaca sotto forma di corrispondenza epistolare, datata 1 agosto 1890, che prova in maniera inconfutabile la presenza dell’autore a Parigi. A quegli anni sovente farà riferimento nel corpo di articoli pubblicati su periodici e riviste letterarie una volta di ritorno a Madrid. Non è noto come egli si mantenesse, anche se è ragionevole supporre che abbia collaborato con alcuni giornali dell’epoca come La Plume, Le Chat noire o Mercure de France.

42

ARROYO Gonzalo, Un poeta muerto, El Paìs, n 25 agosto de 1901, pag. 3.

43

39

Questo forte legame che si instaura tra i due poeti appare evidente anche agli occhi di altri scrittori, come ad esempio Rafael Cansinos Assens, poeta e saggista originario anche lui di Siviglia ed appartenente ai modernisti. Narrerà infatti Assens in alcuni suoi articoli di quanto fosse nostalgico il tono usato da Alejandro Sawa ogni volta che parlava di Wilde.

Alejandro Sawa aveva avuto modo di conoscere molto bene l’esteta e i suoi anni trascorsi tra prigionia, miseria e abbandono, sono per Sawa motivo di sconforto e dispiacere. Più volte gli scrive rivolgendosi a lui come: «mi pobre amigo».

Nella scrittura egli inserisce spesso alcuni espedienti ripresi da Wilde, come ad esempio gli aforismi o le parabole.

L’influenza del poeta inglese non riguarda solamente la tecnica stilistica ma anche e soprattutto i temi, per esempio, la separazione tra Arte e Morale, pensiero che condivide a pieno anche Alejandro Sawa:

Odio la Moral; no conozco nada tan vano.

Ni tan peligroso para los altos fines de la Humanidad.

Es, siempre, la amazona sin pechos de la vida; en lo espiritual y en lo material, su escudo de nobleza habría que buscarlo en los cementerios. La Moral en la Vida, en el Arte, en la Historia, equivale al tremendo vocablo latino nihil.44

Wilde proponeva teorie in cui la Fantasia dominava sulla Realtà e l’Arte sulla Vita:

Lo inventado es generalmente más bello que lo averiguado.45

Al suo rientro in Spagna, Sawa riporta nei testi la sua esperienza in terra straniera e le amicizie coltivate con altri scrittori importanti.

Egli è uno dei pochi letterati che si mette in viaggio per ampliare le conoscenze letterarie e stabilire rapporti di scambio di opinioni e cultura.

44

SAWA Alejandro, Iluminaciones en la sombra (1910), Madrid, Biblioteca Renacimiento, p.201

45

40

Scriverà su di lui Manuel Machado, uno dei più grandi esponenti del modernismo spagnolo:

Alejandro Sawa, el bohemio incorregible, muerto hace poco, volviò por entonces de París hablando de Parnasianismo y Simbolismo y recitando por la primera vez en Madrid versos de Verlaine. Pocos estaban aquí en el secreto.46

Un luogo di ritrovo tra gli scrittori spagnoli sono i Café Literarios, dove essi sono soliti riunirsi per parlare, discutere o scambiarsi opinioni.

I Café venivano definiti « verdaderas ágoras de conocimiento inmediato y directo de la intelectualidad española de finales de siglo».47

È proprio grazie a questi salotti che il nome di Oscar Wilde si diffonde tra i letterati, divenendo paradigma di una esistenza boemia, prima che modello raffinato di Dandy.

Lo scrittore ungherese Arnold Hauser, assiduo frequentatore dei Caffè letterari, nonché grande storico dell’arte soprattutto in Inghilterra, ha voluto esprimere il suo punto di vista su Wilde come scrittore e sul suo modo di vivere:

Oscar Wilde es un escritor burgués triunfante mientras parece soportable a la clase dominante, pero tan pronto como comienza a disgustarla es <liquidado> sin compasión.

En Inglaterra el dandy asume en cierto modo el papel del Bohemio, lo mismo que fue ya su contrapeso en Francia.

Es el intelectual burgués que pasa de su propia clase a otra superior, mientras el Bohemio es el artista que ha caído en el proletariado.48

La melindrosa elegancia y la extravagancia del dandy cumplen la misma función que la depravación y la disipación del bohemio.

46

MACHADO Manuel, La guerra literaria ,(1898-1914), Madrid, Imprenta Hispano - Alemana, pp.27- 28.

47 CONSTÁN Sergio, Wilde en España: La presencia de Oscar Wilde en la literatura española

(1882-1936), p.28.

48

Arnold Hauser, Historia social de la literatura y del arte, vol.III, Madrid, Ediciones Guadarrama, 1969, pp. 236-237.

41

Son la encarnación de la misma protesta contra la rutina y la trivialidad de la vida burguesa, con la única diferencia de que los ingleses se acomodan al girasolo en el ojal más fácilmente que al cuello abierto.49

In questo periodo a Madrid viene pubblicata anche un’opera del famoso scrittore Enrique Gómez Carrillo, Esquisses, originario del Guatemala e sostenitore del modernismo spagnolo.

Carrillo descrive il momento iniziatico di tutti i giovani scrittori ispano americani, che vedono nella Francia una prima tappa iniziale, un trampolino per poter diventare scrittori. Con un po’ di fortuna avrebbero potuto incontrare nei caffè letterari pittori, scrittori o musicisti in auge o diventarne addirittura amici o confidenti.

Nella sua opera intitolata Esquisses (1892) lo scrittore raccoglie le sue prime impressioni della boemia parigina.

L'allusione all'impressionismo non è gratuita: nel testo combinano la perspicacia con la sensibilità poetica, per elaborare uno schizzo, come il titolo in francese, delle più famose personalità del tempo. Lungo le linee di questi frammenti sono numerosi i dettagli del panorama culturale del tempo, con particolare attenzione alla raffinatezza retorica.

Il fascino della sua personalità ha aperto le porte dei più prestigiosi cerchi parigini al Guatemala. In meno di un anno, aveva relazioni e contatti significativi. Come ambasciatore culturale, ha stabilito un ponte tra Francia e America Latina, fondamentale per la vitalità del modernismo nel Nuovo Mondo.

Nel periodo trascorso a Parigi ottiene il privilegio di conoscere di persona Oscar Wilde, instaurando con lui quella che sarebbe diventata un’amicizia sincera e duratura, quasi fraterna. Dice spesso Carrillo: Un cariño casi fraternal me ligó a

él.50

I due si conoscono durante una cena tra scrittori a casa del poeta Stuart Merrill e subito si instaura un legame profondo fatto di stima e rispetto reciproco.

49

HAUSER Arnold, Historia social de la literatura y del arte, vol.III, Madrid, Ediciones Guadarrama, 1969, pp. 236-237.

50

42

Carrillo parla di questo incontro in un’opera intitolata En plena Bohemia dedicandogli il primo capitolo, a cui da proprio il suo nome.

Il racconto fa parte di una raccolta intitolata Treinta años de mi vida (1917- 1921) in cui Carrillo prende in esame 4 scrittori, uno di questi proprio Wilde.

Las ideas escritas de Oscar Wilde tienen esa ventaja.

De una sola de sus frases podría hacerse un libro, mientras de un libro de Zola apenas podría hacerse una frase.

Oscar Wilde es un gran crítico, gracias a cuya influencia, el naturalismo francés no ha hecho muchos estragos en la joven literatura de Inglaterra.51

Con queste parole, Gómez Carrillo celebra l’amico e ne loda le pregevoli doti di scrittore. Le sue narrazioni sono molto importanti perché hanno saputo descrivere in maniera oggettiva Wilde negli ultimi anni di vita, come uomo e come scrittore, condannando la società ipocrita per essersi accanita senza scrupoli sul poeta, giudicandolo.

Riportando più volte le parole di Wilde, scrive Carrillo:

Han sido tantos los que me han abandonado, los que me han renegado, los que se han alejado de mí como de un leproso....Mi vida no era un misterio.

En Londres, antes de mi proceso, las duquesas y las ladis contábanse al oído me condenaron, todas parecieron espantadas y juraron por sus dioses que, si lo hubieran sabido antes, no me habrían jamás estrechado la mano. 52

Il legame tra i due amici è di stretta confidenza, scrive ancora Wilde all’amico:

51

GÓMEZ CARRILLO Enrique, Esquisses (siluetas de escritores y artistas 1892) Madrid, Librería de la V*. De Hernando y C, pag.13.

52

43

Hay algo más – me dijo- algo que no he escrito, que no escribiré nunca y que podría titularse <el poema de un muerto que sigue muriéndose de hambre y de sed y de sueño...>...53

Durante diez y ocho meses tuve hambre [...] Mucha hambre y mucha sed. El pedazo de pan negro que me daban todas la mañanas calmábame un instante, una hora si acaso; pero luego venían veintitrés horas durante las cuales, como un niño moribundo, yo me decía: Estoy muerto.

[...]

Y tampoco podía dormir. A veces, plegándome como un perro entre los muros de la celda, me amodorraba mecido por mis sollozos; pero cada media hora el vigía, que pasa sacudiendo una cadena y y viendo si los prisioneros están en sus sepulcros, me despertaba sobresaltado.54

L’amicizia tra i due è così forte che addirittura dopo 20 anni dalla morte dello scrittore, Carrillo decide di pubblicare un omaggio all’esteta.

Non tutti gli scrittori però hanno una visione positiva di Wilde.

Nel prologo al testo “ Almas y cerebros” di Carrillo, Leopoldo Alas volutamente evita di nominare il dandy. Egli, infatti, ne disprezza molto la componente estetica, decadente, frivola e provocatrice, che attacca in più occasioni con acidità.

Lo scrittore non sopporta che le sue opere “immorali” siano considerate innovatrici nella letteratura.

Nel documento L'influenza di Oscar Wilde in Spagna (pagine 39-47)