OSCAR WILDE E LA POESIA SPAGNOLA
3.1 Wilde a Madrid
Sono gli scrittori Pérez Jorba e Rodríguez Serra a segnare l’inizio di una nuova fase su Oscar Wilde, mediante la traduzione dell’opera più conosciuta:
Salomè. Il testo è un dramma in un atto unico scritto in francese, ispirato proprio alla figura di Salomè, figlia di Erodiade.
Secondo i vangeli, per compiacerla Erode fece decapitare Giovanni il Battista portandole la testa. La fanciulla provava l’ardente desiderio di baciare sulla bocca il profeta, ma dopo che questi si nega più di una volta, ordinò che venisse decapitato e che le fosse portata la testa così che avrebbe potuto baciarlo senza rifiuti.
Scioccato dalla richiesta e dal macabro comportamento, Erode fa uccidere anche la giovane fanciulla.
La traduzione di questa opera dal tema biblico interessa molto Gregorio Martínez Sierra, scrittore e drammaturgo spagnolo appartenente al modernismo, tanto che ne fa una rassegna sulla rivista La Lectura in cui esprime la sua ammirazione per il ritmo incalzante della tragedia e la carica psicologica dei personaggi. Egli si distingue principalmente nel teatro, dove è considerato un moderno uomo di teatro, innovatore della scenografia.
La Salomè di Wilde non passa di certo inosservata, molti tra gli scrittori del momento ne traggono spunto sia per la struttura tecnica sia per i forti temi.
Lo scrittore e saggista dominicano Pedro Henríquez Ureña nel 1905 fa uno studio approfondito sull’esteta, soffermandosi proprio sull’opera Salomè, che classifica come opera maestra del XX secolo.
La sua carriera letteraria incomincia proprio nel 1905 in qualità di critico letterario, con la pubblicazione di Ensayos críticos,61 in cui mostra un interesse
verso le tendenze moderniste, interesse che si nota nelle sue riflessioni riguardanti
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D’Annunzio, Darío e Wilde, al quale dedica un intero capitolo dopo aver letto il De Profundis.
Tra i testi dell’autore inglese che analizza appaiono: Il ritratto di Dorian
Grey, L’importanza di chiamarsi Ernesto e Il ventaglio della signora Windermere.
Queste sono le opere teatrali principali che Ureña approfondisce, così da dare lustro a questo grande poeta, pur diffidando totalmente dallo stile di vita condotto.
Nel 1908, a soli 19 anni, lo scrittore Jorge Luis Borges pubblica invece per la rivista El País di Buenos Aires una traduzione del racconto di Wilde: El
príncipe felíz. Poco tempo dopo si adopera anche lui alla traduzione di Salomè,
testo che viene poi tradotto in lingua catalana dal traduttore Joaquín Pena.
Il critico R.D. Perés fa un commento a questa traduzione, sottolineando quanto secondo lui sia impossibile separare l’opera dallo scandalo che ha circondato Wilde durante tutta la sua vita.
Secondo Perés non può essere considerata opera maestra, poiché è soltanto capace di suscitare disgusto e repulsione nel lettore che anzi, è fortemente dissuaso dalla lettura del testo.
Si evince, dai vari commenti espressi da critici e studiosi, quanto la figura di Wilde e la sua amoralità siano state oggetto di scandalo ma allo stesso tempo di interesse.
L’anno 1909 sarà molto significativo per Wilde, poiché la grande ondata di traduzioni delle sue opere al castigliano, favorirà una rapida diffusione dei testi e dei temi.
Molto interessante è notare come il giovane scrittore Enrique Díez-Canedo, dal profilo critico-letterario ancora in erba, abbia saputo dare un buon peso alla figura di Wilde.
Canedo, mostra una buona conoscenza biografica dello scrittore fin dall’inizio, ed è uno dei pochi che si muoverà in difesa dell’esteta.
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El potencial literario de su arte es -bello como una ceremonia litúrgica para el que no es creyente-.
Secondo il critico alcune delle componenti costanti nelle opere di Wilde sono l’infantilismo, l’orientalismo ed il grottesco.
Aggiunge ancora:
La fórmula, que se basa en una inagotable vena verbal, en la que fluían todos los encantos de la bella dicción, del giro gracioso, del sorprendente ingenio, de la penetrante sátira, pudo Wilde trasladarla también a su teatro.62
Los lectores pueden estar seguros de que les habla, no un adaptator presuntuoso que colabora o explica, sino el mismo Oscar Wilde.63
Il 19 aprile di questo 1909 determinante Álvaro Alcalá Galiano pubblica un lungo articolo su Los lunes de El Imparcial, intitolandolo proprio Oscar Wilde y el
arte moderno. Abile scrittore e saggista di Madrid, ha saputo distinguersi per aver
introdotto Wilde in Spagna in maniera egregia. La sua fama di grande conoscitore del dandy, lo ha reso una figura autorevole tra tutti i letterati. Scrittore, critico letterario e collaboratore per le riviste ABC e Acción Española, nel suo libro
Impresiones de arte, si occupa dell’estetica e dei pensieri wildiani, cercando di
rendergli omaggio riproponendo nei quattro capitoli che lo compongono una prosa molto vicina allo stile dell’autore.
In un commento riguardante le molte critiche che ogni giorno vengono rivolte all’esteta inglese scrive:
Al criticar a Wilde se confunden las debilidades del hombre con la genialidad del artista, y que el irlandés es, sobre todo, un poeta entusiasta del helenismo y de los artistas del renacimiento, discípulo de Ruskin y autor de obras elevadas, de maravillosa factura y
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DÍEZ-CANEDO Enrique, prólogo a Oscar Wilde, La casa de las granadas,(1909), traducción de Emeterio Mazorriaga, Madrid, Imprenta de los hijos de Gómez Fuentenebro, p.X.
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aristocrático pensamiento, en las que sólo se lamenta la falta del calor humano.64
Oscar Wilde oramai ha raggiunto una notorietà ed un entusiasmo tale a soli vent’anni, da permettergli di avere la sua foto sulla prima pagina della rivista
Europa.
Insieme a Galiano, Ricardo Baeza Durán sarà un altro grande autore che presenterà Wilde attraverso un lavoro infaticabile di traduzione.
Baeza ha lavorato come poeta, traduttore, autore dotato di una scrittura fertile. Emerge in società per la pubblicazione di alcuni saggi di grande interesse, tra i quali occorre ricordare La isla de los santos, Marco Aurelio, Meditaciones e
Bajo el signo de Clío, anche se è solamente attraverso le traduzioni che riesce ad
ottenere maggior prestigio.
Nel 1911 grazie al suo infaticabile lavoro di traduzione, vengono pubblicate diverse opere appartenenti ad Oscar Wilde come Frases y filosofías para el uso de
los jóvenes, La balada de la cárcel de Reading, infine La casa del juicio.
L’interesse per Wilde, per la traduzione delle sue opere e per l’analisi dei suoi testi inizia a coinvolgere un numero sempre maggiore di scrittori. Un esempio è Rafael Sánchez de Ocaña, che si dedica allo studio della leggenda di Salomé, con evidenti riferimenti a Wilde stesso.
No duda en calificar de “infamante” la condena que la justicia inglesa le reservó, y respecto al estado vital de Wilde en la cárcel, se asegura que el poeta vegetaba miserablemente en la quinta de Reading.65
Anche il critico lettrerario Andrés Gonzales Blanco denuncerà nel suo testo
Elogio de la crítica, l’ingiusto comportamento di coloro che hanno accusato di
immoralità Wilde a causa della sua tendenza sessuale. Gonzáles Blanco lo difende
64 ALCALÁ-GALIANO Alvaro, Oscar Wilde y el arte moderno da Los Lunes de El Imparcial, 10-IV- 09.
Apud. L. Femández Cifuentes, op cit., pag. 101.
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SÁNCHEZ DE OCAÑA Rafael, La leyenda de Salomé, (marzo de 1911), en La Españ Moderna, pág. 31.
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sia sul piano biografico che su quello artistico, definendolo un semplice uomo in errore, che non si era reso conto di esserlo.
Sostiene infatti lo scrittore:
Quien defiende una doctrina con tesón y con convencimiento, puede estar seguro de que obra con perfecta moralidad, aunque aquella doctrina sea falsa.66
La figura di Oscar Wilde nonostante le critiche, riesce a radicarsi nella cultura spagnola e tra gli scrittori del tempo, soprattutto traduttori. Azorín, Juan Pujol, Joaquín Pena, Ramiro de Maeztu, Álvaro Alcalá Galiano e Hoyos de Vinent sono solo alcuni nomi che hanno rielaborato alcune opere di Wilde mediante articoli e traduzioni. Scrive ad esempio Juan Pujol in un testo:
A medida que el tiempo pasa, la gloria literaria de Oscar Wilde se depura y se engrandece.67