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Rubén Darío

Nel documento L'influenza di Oscar Wilde in Spagna (pagine 111-113)

LA RISCRITTUTA DELLA SALOMÉ DI WILDE

TRÍPTICO DE SALOMÉ

5.3 Rubén Darío

Lo scrittore nicaraguense Félix Rubén García Sarmiento, più conosciuto con lo pseudonimo Rubén Darío è un altro autore che sulla base di Salomè di Oscar Wilde, ripropone in una delle sue poesie alcuni degli elementi simbolici adottati da Wilde stesso per il suo componimento.

Darío nasce il 18 gennaio 1867 a Metapa, una località a nord del Nicaragua, che abbandona ancora piccolo per trasferirsi con gli zii a León a causa della separazione dei genitori. Qui inizia a frequentare l’istituto dei Gesuiti dove, ancora giovanissimo, dimostra di possedere ottime qualità di scrittura ed un forte estro letterario tanto che, ancora in erba, inizia a scrivere i suoi primi articoli per i giornali di provincia e ad insegnare grammatica agli studenti.

Formatosi sugli studi umanistici, Darío inizia a comporre le prime opere giovanili per giornali locali. In questi scritti egli mostra il suo spirito progressista, interessato dalla difesa della libertà e della democrazia. Già dai primi versi che compone si può percepire l’influenza dei più grandi scrittori spagnoli contemporanei, come José Zorrilla, Ventura de la Vega e Ramón de Campoamor.

Questa influenza gli permetterà di ottenere un impiego presso la Biblioteca Nazionale di Managua, dove si era trasferito per lavoro e dove, nel 1885, pubblica la prima raccolta di poesie intitolata Epístolas y poemas.

La fama di Darío attraversa il Nicaragua, dove viene usato l’appellativo poeta-niño per riferirsi a lui, grazie proprio alle sue ottime doti letterarie già predominanti in tenera età. Nonostante gli elogi Darío è perso nella costante ricerca della fama, il suo stato inquieto lo porta ad abbandonare la sua patria, motivo di occlusione, per spostarsi in Cile dove rimane per quattro anni circa (1886-1889). Molte delle sue composizioni poetiche vengono pubblicate tra cui, nel 1888, l’opera più conosciuta, intitolata Azul e pubblicata a Valparaíso il 30 luglio del 1888.

108 Azul è una raccolta di racconti e poesie scritte dal poeta nicaraguense durante la permanenza in Cile, considerata una delle opere più importanti del modernismo spagnolo e da alcuni il punto di partenza del modernismo stesso. Il titolo azul sta ad indicare proprio il colore azzurro che, secondo quanto spiega Darío, è per lui il colore dell’arte, il colore del cielo e del firmamento, una sfumatura degna di opere importanti, come la maestosità del creato. L’opera voleva essere una riflessione sulla condizione precaria dell’artista nella società borghese.

In un primo momento non riscuote il successo che lo scrittore tanto aveva immaginato, l’opera viene pubblicata ma senza grandi elogi ed importanza. Sarà grazie allo scrittore spagnolo Juan Valera che Azul inizierà la sua ascesa nel campo della critica, dove sarà apprezzata ed elogiata.

Scrive Juan Valera su El Imparcial di Madrid:

Y Ud. No imita a ninguno: ni es Ud. Romantico, ni naturalista, ni neurótico, ni decadente, ni simbólico, ni parnasiano. Usted lo ha revuelto todo: lo ha puesto a cocer en el alambique de su cerebro, y ha sacado de ello una rara quinta esencia.137

Grazie alle critiche più che positive la redazione de La Nación, il giornale più prestigioso di Buenos Aires gli offre una collaborazione assumendolo come corrispondente ed offrendogli la possibilità di scalare sempre dipiù la vetta della fama e di guadagnare cifre cospicue. Darío tuttavia è amante del lusso, dell’alcool e delle belle donne, con lui il denaro perde il suo valore diventando un mezzo gretto per il divertimento sfrenato.

Viaggerà molto, tenendo conferenze sia in America Latina che in Europa e facendo tappa in due luoghi a lui cari, il primo a Madrid dove si reca in occasione del centenario della scoperta dell’America ed uno a Parigi, dove vi soggiornerà dopo la morte improvvisa della prima moglie, in compagnia dell’amico Paul Verlaine.

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109 Il suo successo ormai è consolidato, egli viene considerato uno dei padri fondatori del Modernismo ed anche il caposcuola di una nuova forma poetica.

Sarà proprio la sua fama ed il suo successo a portarlo, nel 1898, a Barcellona e Madrid, dove avrà l’occasione e l’onore di confrontarsi con alcuni tra i più grandi scrittori modernisti spagnoli come: Unamuno, Machado, Baroja, Valle-Inclán, Azorín e Juan Ramón Jiménez.

È questo un periodo della sua carriera letteraria in cui inizia a sperimentare nuovi temi nelle sue opere, raggiungendo l’apice con la composizione di Cantos de vida y esperanza, una raccolta di 61 poesie in cui l’autore affronta tematiche quali il timore della morte, il senso della vita, la sensualità.

Con l’arrivo del nuovo secolo, il 1900, decide di trasferirsi per un lungo periodo a Parigi, dove inizia a condurre uno stile di vita totalmente sregolato e disordinato, in cui lo sperpero di denaro e l’alcool accompagnano la quotidianità dello scrittore. Darío finisce per sperperare così tanto denaro che il governo del Nicaragua prende la drastica decisione di bloccare il suo conto, in modo da evitare ulteriori perdite di moneta.

Le pubblicazioni di nuovi volumi sono numerose, ma la sua salute comincia a risentire degli eccessi di una vita sregolata e il denaro è sempre insufficiente.

Decide così di partire alla volta di New York dove spera di ottenere nuovamente successo grazie alle sue conferenze, ma si rende conto che non è così ed in seguito ad una grave polmonite sarà costretto a ritirarsi per riposare e stabilizzare la salute ormai incerta, a causa di una vita sregolata.

Morirà il 6 Febbraio 1916, proprio durante un’operazione, lasciando il mondo letterario nello sconforto, ma consapevole di aver conosciuto colui che un giorno sarebbe diventato uno tra i più grandi autori del Modernismo.

Nel documento L'influenza di Oscar Wilde in Spagna (pagine 111-113)