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e principalmente nel Teseida; l’uso differenziato fra Teseida e Chiose, in par-

5 Notazione di h etimologico e particolarità di L

L, e principalmente nel Teseida; l’uso differenziato fra Teseida e Chiose, in par-

ticolare, porta a supporre che Boccaccio percepisse le grafie ch e gh come ele- menti grafici di pregio, più adatti al testo centrale in versi che all’apparato di commento scritto a margine e in interlinea. È possibile individuare nella diffe- rente percentuale di realizzazioni con grafia ch dell’avverbio intero ancora e della forma apocopata un fenomeno simile a quello citato in apertura di questo capitolo, individuato da Corradino per l’elisione ma estendibile ad altri casi, per cui i fenomeni che modificano il confine di parola limitano la disponibilità all’uso di grafie etimologiche. Il caso di anc(h)or(a) (e un caso speculare sarà illustrato infra, § 5.5) sembra poter estendere anche all’uso di altre grafie, non etimologiche ma probabilmente di pregio nelle intenzioni dell’autore, le limita- zioni individuate per le grafie etimologiche.

13 Cfr. Mussafia 1900, p. 401n e Petrucci L. 2003, pp. 97-99. 14 Cfr. Corradino 1994, pp. 11-14 e supra § 4.3.1.1. 15 Cfr. in part. §§ 4.3.2.1 e 4.3.3.

5.4 Ora nelle Chiose al Teseida

Fra gli spogli che seguono, quelli relativi a ora avverbio e sostantivo sono condotti su una sezione parziale di TeC corrispondente alla metà delle carte di L: 73 carte (su un totale di 142), corrispondenti alla Dedica (cc. 1-2) e ai libri I (cc. 2v-18), III (30v-39), V (cc. 50-62r), VII (cc. 69v-85), IX (cc. 99v-109r), XI (cc. 122-132) del Teseida. Gli spogli relativi a ancora sono invece condotti su tutto il testo di TeC. Ora sostantivo hora (4 occorrenze) 41vs 13; 56vd 5; 61vd 2; 61vd 7; ora (1 occ.) 103rd 9. Ora avverbio hora (6 occ.) 12rd 5, 56vd 49, 67vd 18, 100vd 6, 127rd 3, 134v 34n; ora (2 occ.) 21vd 6, 21vd 7. Ancora ancora (42 occ.) 3rd 32, 31rd 21, 41vs 7, 63vd 33, 63vd 34, 65rd 28, 65rd 29, 66vd 2, 68vd 27, 70rd 10, 73rd 1, 73vd 12, 73vd 40/41, 73vd 49, 74rs 41, 74rs 58/59, 75vs 26, 75vs 58, 75vs 65, 75vd 12/13, 76rs 32, 76rs 61/62, 76rd 3, 76rd 37, 76vs 44, 77rs 22/23, 77rs 25, 77rs 76, 77rd 31, 77vs 3, 77vs 5, 103vd 8, 103rd 11, 103rd 19, 103vd 13, 113rd 13, 113rd 14, 125rd 18, 129vs 13, 129vs 45, 129vs 65, 129vd 10.

Tabella 5.4 - Grafie per ora s.f. e avv. in TeC

con h senza h senza h % senza h% (Tes)

ora s.f. 4 1 20% 25%

ora avv. 6 2 25% 19,67%

Si è discusso nel precedente § 4 di come Boccaccio accetti con più facilità nelle chiose tratti grafici e scrittòri che tende invece ad evitare nella copia del

Teseida. In maniera analoga, appare evidente dalla lettura di L come Boccaccio

utilizzi grafie etimologiche o ricercate con frequenza molto più bassa nelle

Chiose al Teseida rispetto a quanto faccia nel Teseida stesso; queste grafie sono

inoltre attestate nelle Chiose principalmente in forme notevoli per posizione o ambito lessicale16.

Questo non vale per il fenomeno di cui ci si sta occupando: i dati presen- tati e riassunti in Tabella 5.4 mostrano come le grafie ora e hora si alternino

16

nelle Chiose con percentuali simili a quelle del Teseida, senza mostrare quello scarto che è presente per altri elementi grafici. Mostrano invece forti differenze fra Teseida e Chiose i dati relativi alla grafia di ancora, nelle Chiose sempre privo di h diacritico (e mai attestato nella sua variante apocopata). In effetti la differenza è solo apparente, in quanto rispecchia un uso differente fra gli usi gra- fici del Teseida e quelli delle Chiose (già notato in § 4.3.2.1): la grafia ch per [k] (e, analogamente, gh per [g]) seguita da vocale non palatale è comune nel

Teseida ma scarsamente rappresentata nelle Chiose. Gli spogli relativi a questo

fenomeno, presentati nei precedenti §§ 4.3.1.1 e 4.3.1.2, mostrano nella sezione spogliata, corrispondente a un terzo del manoscritto, solo pochissime occorrenze di cha e cho, a fronte di centinaia di forme con grafia ca e co. L’assenza della grafia ch nelle occorrenze dell’avverbio (al pari della presenza nel Teseida della stessa grafia nelle percentuali individuate) è quindi in linea con l’uso generale di Boccaccio all’epoca della redazione di L.

5.5 Conclusioni e ipotesi

Lo studio dei dati presentati nei paragrafi precedenti ha già condotto ad alcune riflessioni. In primo luogo (§ 5.2) si è notato come si possa estendere all’apocope una funzione già attribuita da Corradino all’elisione: l’apocope, cioè, al pari dell’elisione, sembra ridurre, nella percezione di Boccaccio, la connes- sione con il modello latino, limitando la disponibilità all’uso delle grafie etimolo- giche nella realizzazione grafica delle forme interessate. Una simile limitazione sembra essere operata sull’impiego di altri tratti grafici di pregio (come mostrato supra, § 5.3, relativamente alla grafia ch seguita da vocale non palatale).

È possibile aggiungere un’ulteriore osservazione. I dati relativi all’alter- nanza fra la grafia con h etimologico e quelle senza h etimologico per ora e or avverbio, già presentati in Tabella 5.2, si trovano in Tabella 5.2.bis suddivisi in base alla posizione che le forme considerate occupano nello spazio di scrittura: sono cioè distinte le occorrenze che si trovano ad inizio verso da quelle in altra posizione (all’interno del verso e in prosa, nelle rubriche e nella Dedica)17.

17

Non compaiono in Tabella 5.2bis le forme del sostantivo, che occorrono tutte nell’interno del verso.

Tabella 5.2.bis - Grafie per ora avv. in Tes (suddivise per posizione)

senza h con h con h%

inizio verso altra posizione tot inizio verso altra posizione tot inizio verso altra posizione tot or avv. 18 50 68 19 4 23 51,35% 7,41% 25,27% ora avv. 4 8 12 10 39 49 71,43% 82,98% 80,33%

Il dato più evidente di Tabella 5.2bis è che la grafia hor è equivalente ad

or in posizione iniziale di verso, nonostante l’effetto generale di limitazione

all’uso della grafia etimologica riconosciuto in precedenza all’apocope.

Altrove (§ 4.3.2.1) si è notato come posizioni particolari (l’inizio del ver- so, ad esempio, ma anche l’occorrenza in antroponimi e toponimi, soprattutto se legati a modelli classici o esotici) influenzino le scelte grafiche di Boccaccio, portando a privilegiare elementi di pregio (o percepiti come tali)18. I dati relativi a or e ora sembrano mostrare come Boccaccio percepisse anche h etimologico iniziale come elemento grafico di pregio, e che tale percezione fosse più forte, nell’ambito della sua attività scrittoria, dell’ostacolo posto alla realizzazione di tratti etimologici dalla cancellazione del confine di parola.

Una seconda riflessione derivata dai dati presentati nel corso di questo capitolo riguarda il confronto fra un uso grafico di Petrarca e gli spogli effettuati sui volgari autografi; si è notato (§ 5.3) come non valga mai per Boccaccio la pressione etimologica accolta nelle scritture più tarde da Petrarca, che tende a sostituire con anchora (da intendersi come forma analitica elisa, anch’ora) le forme prive di h delle scritture precedenti. Anche in questo caso è possibile approfondire l’analisi, prendendo in considerazione il diverso atteggiamento dei due autori nei confronti di una particolare sequenza grafica.

Lo studio di Livio Petrucci mostra come dovesse essere «per qualche motivo sgradita al Petrarca» la sequenza grafica chanchor, evitata, fuorché in rari casi, anche nel momento in cui Petrarca aveva definitivamente adottato la grafia con ch per l’avverbio19. Boccaccio non presta la stessa attenzione di Petrarca all’elusione di questa sequenza. La Tabella 5.3bis contiene i dati relativi alle sole occorrenze dei sintagmi ch’ancor(a) in Tes, e mostra percentuali simili di distri- buzione per le forme con ch e per quelle con c semplice20.

18

Cfr. § 4.3.2.1. 19

Cfr. Petrucci L. 2003, p. 98. 20

Si elencano in Tabella 5.3bis le sole forme estratte da Tes, data la bassa percentuale di realiz- zazioni con grafia ch del suono occlusivo velare seguito da vocale non palatale negli altri vol- gari autografi. Nel dettaglio, si tratta delle forme (già presenti nel precedente spoglio di § 5.3 e in Tabella 5.3): chanchor 55r 7, 85r 25, 107v 25; chanchora 54r 22, 83v 32; chancor 37r 23, 37v 19, 50v 22 , 85r 37; chancora 8v 24, 102r 2, 131v 18.

Tabella 5.3bis - Grafie per ch’ancor(a) in Tes

con h senza h senza h %

ch’ancora 2 2 50%

ch’ancor 3 4 57,14%

tot 5 6 54,55%

In conclusione, è possibile aggiungere una terza riflessione alle due appena approfondite. In questo paragrafo si è trattata ampiamente l’irregolarità nella resa grafica del lemma ora s.f e avv., per cui viene spesso meno in L la notazione etimologica di h iniziale. Gli spogli presentati nel § 5.1 indicano però come, nel Teseida, la stessa irregolarità si presenti anche per l’aggettivo orribile. L’analogia è confermata dall’estensione a tutto il corpus degli spogli relativi all’aggettivo orribile (e all’avverbio orribilmente) e all’aggettivo orrevole (e all’avverbio orrevolmente).

Tes (L)

h etimologico (1 occorrenza): horribil 100v 23;

assenza di h etimologico (9 occ.): orrevole 67r 24; orribile 17v 13, 41r 34, 43r 30, 73r 11, 94v 40, 96r 19, 128v 11; orribili 81v 20.

TrT (T)

h etimologico (3 occ.): horrevole 4r 29; horribile 26r 28, 26v 36;

assenza di h etimologico (1 occ.): orribilmente 27r 3/4.

TrC (C1)

h etimologico (2 occ.): horribile 12v 11/12, 12v 41/42. Dec (B)

h etimologico (15 occ.): horrevole 10c 35, 93a 17, 93d 43, 94a 23, 94b 48,

99b 30, 99d 59; horrevoli 62c 30, 74a 11; horrevolmente 18a 8/9, 108c 59; horribile 3c 42, 19a 8, 43v 24; horribili 43b 33.

Tabella 5.5 - Forme in (h)or-

Tes TrT TrC Dec

h etimologico 1 3 2 15

assenza di h etim. 9 1 - -

% assenza di h 90% 25% 0% 0%

Se Boccaccio tende a scrivere h etimologico iniziale, gli spogli relativi ai lemmi orrevole e orribile (e avverbi derivati), uniti ai dati precedenti relativi alle grafie prive di h etimologico per ora, mostrano come tenda altresì ad evitare nel

Teseida in L la sequenza grafica hor-, rinunciando frequentemente alla notazione