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7 CONCLUSIONI E RILIEVO TEORICO DELLA CLAUSOLA GRC: L’EFFICIENZA COMPRA LA CONCORRENZA

D) La tutela dei finanziatori

3. IL PRIVILEGIO SUI CREDITI

I crediti dei soggetti che finanziano la realizzazione di lavori pubblici, di opere di interesse pubblico o la gestione di pubblici servizi hanno privilegio generale sui beni mobili del concessionario ai sensi degli articoli 2745 e seguenti del codice civile. Il privilegio, a pena di nullità, deve risultare da atto scritto. Nell’atto devono essere esattamente descritti i finanziatori originari dei crediti, il debitore, l’ammontare in linea capitale del finanziamento o della linea di credito, nonché gli elementi che costituiscono il finanziamento.

L’opponibilità ai terzi del privilegio sui beni è subordinata alla trascrizione, nel registro indicato dall’articolo 1524, secondo comma, del codice civile, dell’atto dal quale il privilegio risulta. Della costituzione del privilegio è dato avviso mediante pubblicazione nel foglio annunzi legali; dall’avviso devono risultare gli estremi della avvenuta trascrizione. La trascrizione e la pubblicazione devono essere effettuate presso i competenti uffici del luogo ove ha sede l’impresa finanziata. Fermo restando quanto previsto dall’articolo 1153 del codice civile, il privilegio può essere esercitato anche nei confronti dei terzi che abbiano acquistato diritti sui beni che sono oggetto dello stesso dopo la trascrizione prevista dal comma 3.

Nell’ipotesi in cui non sia possibile far valere il privilegio nei

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confronti del terzo acquirente, il privilegio si trasferisce sul corrispettivo.

4. IL RISCHIO

Per rischio si intende "l'esposizione a conseguenze avverse (di tipo fisico, economico o finanziario) a causa di decisioni prese nello sviluppo di un progetto o dell'ambiente nel quale il progetto si sviluppa" (Webb, 1996). Il rischio è pertanto intrinseco nell'attività di ogni imprenditore, come è stato evidenziato da Richard Cantillon che per primo, all'inizio del XVIII secolo, utilizzò il termine entrepreneur (Cantillon, 1974). Ad ogni progetto di investimento sono pertanto associati dei rischi, con "conseguenze avverse" che possiamo ritenere - in prima approssimazione - sempre riconducibili a tipologie economiche e finanziarie, attraverso il meccanismo giuridico della responsabilità civile verso terzi (Marchetti, 1996). Tali rischi possono emergere (e/o concretarsi) in ogni fase del progetto: "I piani di progetto sono “documenti viventi”, e pertanto soggetti a cambiamenti.

Tali cambiamenti sono necessari per prevenire o rettificare situazioni sfortunate. Queste situazioni sfortunate possono essere chiamate rischi di progetto. I rischi consistono in quelle attività pericolose o in quei fattori che, se accadono, incrementeranno la probabilità che i risultati,

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in termini di costi, tempi e performance, non siano raggiunti. Molti rischi possono essere anticipati e controllati. Pertanto la gestione del rischio deve essere parte integrante del project management durante l'intero ciclo di vita del progetto" (Kerzner, 1998). Nel caso del project financing, per realizzazioni di opere pubbliche o private, i rischi risultano, in linea di principio, esaltati da almeno tre delle caratteristiche peculiari di tale tipo di iniziative innanzi evidenziate:

La dimensione economico-finanziaria rilevante (a livello di singolo progetto).

L'intrinseca unicità ed irripetibilità (sia pure con gradi molto diversi) di ogni opera di ingegneria civile o industriale.

L'orizzonte temporale, che risulta essere piuttosto (o molto) esteso:

normalmente anni, o decenni, per chi apporta capitali di prestito, l'intera vita utile dell'investimento per chi fornisce il capitale di rischio della società di progetto (e, più in generale, per tutti gli stakeholders:

pubblica amministrazione, sindacati, popolazione interessata dall'insediamento, ecc.). Se ci si pone, pertanto, nella posizione dei finanziatori dell'iniziativa, si vede come assuma particolare rilievo ed importanza tutto il sistema delle garanzie tendenti a "gestire" questi rischi. Tale gestione si sviluppa sostanzialmente in due fasi successive: l'analisi del rischio (risk analysis) e la gestione propriamente detta (risk management).

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4 – a) LA RISK ANALYSIS

Molti autori hanno evidenziato le distinzioni tra rischio e incertezza:

"il rischio è associato a situazioni in cui si dispone di dati statistici relativi alla variabilità dell'ambiente in cui è rappresentato il problema decisionale, l'incertezza a situazioni in cui tali dati non sono disponibili" (Pilcher, 1992). I contesti in cui si sviluppano usualmente le iniziative di project financing sono peraltro usualmente tali da implicare situazioni in qualche modo intermedie tra tali estremi: dati statistici sono quasi sempre disponibili, ma relativamente a contesti tecnologici, ambientali, sociali, economici, finanziari, politici, amministrativi simili (non uguali), a situazioni assimilabili (ma non coincidenti), ad epoche più o meno recenti (ma non contemporanee né, ovviamente, future). A tali livelli di "inconoscibilità", definibili anche di casualità probabilistica (o stocastica), per le situazioni di rischio propriamente dette, ed incertezza aleatoria, vanno poi aggiunti quelli derivanti da situazioni di competitività, cioè di comportamenti di terzi in qualche modo antagonisti (Dioguardi, 1973): per fare un esempio di attualità, tra i molti fattori di rischio connessi al progetto del ponte sullo stretto di Messina (tecnologia, sismicità, costi, tempi, ecc.), tutti in qualche modo valutabili tra il rischio e l'incertezza

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(secondo la disponibilità o meno di dati statistici), c'è anche il comportamento futuro (di tipo competitivo) dei gestori di vettori concorrenti (traghetti locali, trasporti ro-ro e container, trasporto aereo, ecc.). Ciò premesso, seguendo la prassi pressoché universalmente condivisa in letteratura, continueremo qui di seguito ad usare il termine rischio per tutte le "conseguenze avverse"

configurabili, indipendentemente dal regime di casualità, incertezza o competitività in cui si prospettano. Secondo una "classica"

definizione, per risk analysis si intende "l'insieme di teorie e pratiche che aiutano i decisori nel valutare l'esposizione e l'attitudine al rischio, in modo da selezionare l'investimento ottimale" (Ruegg e Marshall, 1990). La risk analysis si sviluppa in due fasi successive:

1 – Individuazione del rischio; 2 – Valutazione del rischio.

Individuazione del rischio

La fase di individuazione del rischio, o meglio dei rischi, assume una rilevanza strategica in tutte le decisioni di investimento.

Potenzialmente, i rischi più pericolosi possono essere quelli non presi in considerazione (in quanto non valutati e non soggetti a

"trattamento"). Per questo, in fase di individuazione è invalso l'uso di adottare delle check list di "categorie di rischio" che potrebbero essere presenti, verificandone di volta in volta l'eventuale sussistenza. Tali liste sono costruite attraverso il confronto con operatori e manager

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esperti. Un recente studio sui rischi legati alla sola fase di costruzione di edifici in Giappone, ad esempio, condotto attraverso brainstorming con 40 project manager di imprese diverse, ha individuato 650 possibili "conseguenze avverse", riconducibili a 105 categorie di rischio, a loro volta raggruppabili in 8 capitoli, differenziati per natura (Tsai et al., 2002):

A. Fenomeni naturali