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E PROBLEMI DELLA VITICOLTURA

Nel documento Cronache Economiche. N.004, Anno 1985 (pagine 59-63)

Elena Garibaldi

recentemente sostenuto il Prof. Mario Pa-gella, direttore dell'Istituto di Economia agraria dell'Università di Torino — è qual-cosa di estremamente vario che ha bisogno di una azione promozionale assai diversifi-cata; per attuarla bisogna conoscere il con-sumatore, sapere che cosa vuole ed aiutar-lo a scoprire i bisogni che non sapeva di avere. .

Il mercato del vino è turbato da notevoli giacenze di prodotto invenduto causate dalla contrazione del consumo nei Paesi tradizionalmente consumatori. Contempo-raneamente alla contrazione della doman-da si è avuta una evoluzione nel gusto dei consumatori verso vini bianchi o rossi, gio-vani, leggeri, fruttati. A sostegno del com-mercio del vino — ha affermato recente-mente il Prof. Saracco — bisognerà che vengano individuati sbocchi commerciali adatti ai diversi tipi e che venga attuato un adeguato sostegno promozionale.

A proposito della diffusione del vino ha una importanza fondamentale la scuola di specializzazione in viticoltura ed enologia che opera a Torino da una decina di anni e il cui direttore è il Prof. Italo Eynard, Pre-side della Facoltà di Agraria. La scuola, che ha la durata di due anni, vede sempre la partecipazione di numerosi studenti ita-liani e stranieri essendo l'unica di questo tipo esistente in Italia. Alla scuola sono trattati gli argomenti più vari dalla tecnica colturale alla difesa, dalla meccanizzazione alle forme di allevamento, oltre che tutti gli aspetti dell'enologia. L'importanza del corso si comprende facilmente se si consi-dera che il vino fa parte del patrimonio spirituale e culturale di molti paesi viticoli ed è legato alla storia della civiltà europea. Oltre che dell'alimentazione la vite fa par-te del paesaggio agricolo e si inserisce nel contesto sociale presentando aspetti storici e d'attualità.

Per la promozione del vino notevole im-portanza hanno le manifestazioni che favo-riscono il coinvolgimento del pubblico come le feste del vino, le strade del vino, i corsi di degustazione. Da una campagna promozionale ci si dovrebbe attendere un aumento nel numero dei consumatori non un aumento pro-capite del consumo. Su di un aspetto particolare della viticoltu-ra è stato organizzato ad Alba dall'Istituto di Patologia vegetale con la collaborazione della Cattedra di Viticoltura della Facoltà di Agraria di Torino e con il contributo Sia la produzione di vino che il suo

com-mercio sono controllati da pochi Paesi con una assoluta preminenza dell'Europa che alimenta l'80% della produzione mondiale. 1 principali Paesi esportatori sono l'Italia, la Francia e la Spagna, mentre tra i princi-pali Paesi importatori si trovano la Ger-mania, gli USA e l'Unione Sovietica. In Italia si possono distinguere quattro settori enologici: il primo comprende vino di grande qualità consumato in occasioni di particolare importanza od ufficialità che comprende non più di 5-6 vini rossi; un se-condo riguarda vini da cui il consumatore vuole trarre soddisfazione: si tratta di vini rossi, ma sono compresi in questa classe pure vini bianchi, sono vini giovani ma sempre di un certo livello per cui è neces-sario il confezionamento nel vetro curando anche la grafica dell'etichetta; un terzo gruppo riguarda il vino consumato tradi-zionalmente ed è quello messo in crisi dal-le mutate esigenze del consumatore; un ul-timo settore riguarda il vino visto come be-vanda dissetante. I giornali in genere dedi-cano poco spazio al vino e sovente metto-no in luce gli aspetti negativi come le sofi-sticazioni, le guerre del vino e l'alcooli-smo. Per il vino inoltre si fa poca pubblici-tà in confronto a quanto accade per altre bevande, come la birra. Nell'ambito della CEE si deve favorire il consumo del vino anche in quei Paesi in cui il ricorso a tale bevanda è assai limitato perché poco diffu-sa ne è la conoscenza. Il vino — come ha

Fig. 1, 2 - Attacchi di Botrytis cinerea su foglie di vite. (Foto Istituto di Patologia vegetale Università di Tori-no).'

della CCIAA di Cuneo e dell'Istituto Ban-cario San Paolo di Torino, l'8° simposio internazionale sulla Botrytis. Si tratta di un genere di funghi cui appartiene la Botrytis

cinerea, causa della muffa grigia di molte

colture e soprattutto della vite.

Alcuni vitigni sono più sensibili di altri al marciume del tralcio causato da B.

cine-rea. Studiosi tedeschi hanno cercato di

stu-diare l'importanza del processo di suberifi-cazione come possibile fattore nella resi-stenza agli attacchi del fungo. La suberifi-cazione delle pareti cellulari è evidenziabi-le facilmente mediante l'osservazione in fluorescenza. Sia le pareti cellulari lignifi-cate che quelle suberifilignifi-cate presentano una fluorescenza ben chiara (nel caso di UV) o giallo brillante (nel caso di luce nell'ambi-to dello spettro visibile); tuttavia la lignina colorata con fluoroglicina-HCl presenta una colorazione rosso intensa mentre strati sottili di suberina vengono messi in eviden-za con difficoltà colorando con Sudan nei tessuti non suberificati mediante microsco-pia ottica.

In campo è stato notato che la maggior parte degli attacchi più gravi a livello del-l'asse principale del tralcio ha inizio a par-tire dagli acini infetti e si sviluppa attraver-so il sistema vascolare dei tralci laterali. «La conoscenza avanza con lo sviluppo delle tecniche» ha scritto nel 1974 Lord Rutherford. L'affermazione potrebbe esse-re completata includendo anche l'adozione di innovazioni tecnologiche già applicate con successo, ma in campi completamente diversi. Questo è quanto è stato fatto dal Prof. Locci dell'Università di Udine che ha studiato gli aspetti della biologia di B.

ci-nerea (germinazione su substrati inerti e su

superfici della pianta ospite, sviluppo del micelio, sporulazione), dell'associazione patologica con Vitis vinifera (processo in-fettivo, produzione di metaboliti tossici, ecc.) e delle interrelazioni con altri micro-organismi. È stato pure studiato come la

Botrytis cinerea penetra negli acini di uva

non lesionati e si è osservato che prevale una penetrazione diretta attraverso la cuti-cola. Per lottare contro la B. cinerea sul fi-nire degli anni Sessanta sono stati scoperti i fungicidi benzimidazolici dotati di una elevata attività nei confronti del fùngo e

Fig. 3, 4 - Attacchi di Botrytis cinerea su grappoli di vite. I.Foto istituto di Patologia vegetale Università di Torino).

che perciò hanno consentito un buon con-tenimento di tale malattia; tuttavia nel giro di pochi anni sono comparsi e si sono dif-fusi ceppi resistenti del patogeno per cui i benzimidazolici svolgono oggi un ruolo se-condario nella difesa della vite dalla muffa grigia. Essi sono stati sostituiti dai dicar-bossimidici (iprodione, procymidione, vin-clozolin); tuttavia anche nei confronti di questo ultimo gruppo è stato segnalato un calo di efficacia connesso con la comparsa e diffusione di ceppi di B. cinerea resisten-ti. Questo calo di efficacia è stato riscon-trato in alcuni Paesi, ma non in altri. In Italia, come è Stato ricordato da ricercatori dell'Istituto di Patologia vegetale di Tori-no, la situazione è meno grave che altrove, perché i nostri viticoltori hanno sempre usato un numero modesto di trattamenti. È stato messo in evidenza che le infezioni fiorali hanno un ruolo molto importante nello sviluppo di B. cinerea. Invece a parti-re dalla fine della fioritura fino all'invaia-tura il fungo non può penetrare nei tessuti sani degli acini. Infatti il numero delle in-fezioni resta più o meno costante sino a quello stadio. Diventa quindi determinante evitare le infezioni fiorali. Sembra perciò opportuno, secondo ricercatori svizzeri, anticipare il primo trattamento antibotriti-co a circa metà fioritura, quindi effettuarne uno all'invaiatura e l'altro tre-quattro set-timane prima della vendemmia.

Uno studioso statunitense ha riferito che nello stato di New York la produzione del-l'uva da tavola, che era iniziata alla fine del 1800, ha mostrato recentemente un rinnovato interesse. Contro la Botrytis trat-tamenti in campo con due applicazioni di vinclozolin o di iprodione hanno consenti-to un contenimenconsenti-to consenti-totale della malattia. Naturalmente al momento della raccolta dai grappoli si eliminano gli acini colpiti completamente e i grappoli si conservano con fumigazioni mediante anidride solforo-sa. Quindi l'integrazione di fungicidi dicar-bossimidici in campo e della fumigazione con SO2 durante la conservazione permette un buon contenimento della muffa grigia dell'uva da tavola.

La comparsa e diffusione di ceppi di B.

ci-nerea resistenti nei confronti dei fungicidi

l'im-Fig. 5 - «La vigna blu » di Pierfiavio Gallina.

piego esclusivo della sola lotta chimica, quindi lo sfruttamento delle capacità anta-gonistiche esercitate da alcuni microorga-nismi nei confronti della muffa grigia pare rappresentare una alternativa valida e pro-mettente. Parecchi Autori italiani e france-si hanno dimostrato la capacità di diverse specie del fungo Trichoderma di antago-nizzare lo sviluppo di B. cinerea o meglio tale fungo da solo offre un contenimento della muffa grigia paragonabile a quello of-ferto dai fungicidi tradizionali (ftalimmidi-ci, diclofluanide) mentre usato in miscela o in alternanza con i fungicidi benzimidazo-lici o dicarbossimidici consente risultati molto soddisfacenti. Quindi la lotta biolo-gica o meglio integrata pare fornire valide prospettive sulla vite in particolare nel caso in cui si verifichi la resistenza nei confronti di alcuni fungicidi. Restano co-munque ancora da definire, prima di un largo impiego della lotta biologica, molte-plici aspetti quali i metodi più idonei di preparazione e di conservazione di notevo-li quantitativi dell'antagonista, i mignotevo-liori criteri e le tecniche più adatte di applica-zione. Inoltre va ancora considerato che in Italia la registrazione dei prodotti biologici incontra notevoli difficoltà da parte del Ministero della Sanità.

Merita citare che nel corso del convegno sono state effettuate visite al Museo Marti-ni, agli stabilimenti Martini e Rossi, Cin-zano, Bosca, Fontanafredda e a diversi pic-coli produttori che hanno fatto conoscere ed apprezzare agli stranieri i vini piemon-tesi.

Una delle giornate del Simposio si è svolta presso il Centro Incontri della Cassa di Ri-sparmio di Torino. Qui in una apposita sala è stata allestita la mostra del pittore Pierfiavio Gallina, scelto non a caso, ma perché su tela, lose, carta, riproduce in modo significativo la vite spoglia con i suoi tralci contorti e nodosi che hanno un aspetto sofferto sullo sfondo di un cielo blu limpidissimo: sono pergole o filari colti in un melanconico letargo invernale e accom-pagnati da frasi di Pavese, dato l'amore che lega il pittore allo scrittore di Santo Stefano Belbo.

LA BARAGGIA VERCELLESE

Nel documento Cronache Economiche. N.004, Anno 1985 (pagine 59-63)