DALLA COSTRUZIONE DEL PROFILO DI SALUTE ALLO SVILUPPO DELLA COMUNITA’ IN LUNIGIANA
3.2 Il processo di costruzione del Profilo di Salute della Lunigiana
Ho cercato di ricostruire il processo che ha portato alla costruzione del Profilo di Salute della Lunigiana, consapevole di poter documentare solo come è avvenuto il processo di costruzione, e non l’entusiasmo, le sensazioni, le preoccupazioni, i sentimenti, le critiche, le rivalità, gli scontri, non rilevabili senza un’osservazione diretta e partecipata, attraverso l’analisi dei verbali delle riunioni, dei tavoli di concertazione, dei focus group, archiviati presso la segreteria della Società della Salute, e dell’Immagine di Salute, del Profilo di Salute e dei Piani Integrati di Salute. Questo lavoro di ricostruzione non è stato facile, in quanto non esiste un archivio strutturato, e facilmente accessibile, ma solo una serie di verbali, lettere di convocazione, sintesi di alcuni tavoli di lavoro. Nonostante questo, ho cercato di focalizzare gli elementi su cui concentrare la mia osservazione partendo dalla tecnica di costruzione del Profilo di comunità ben descritta da Elena Allegri.
Il percorso di costruzione del Profilo di Salute è stato il primo passo mosso dalla Società della Salute, in vista della costruzione dello strumento di programmazione della zona, il Piano Integrato di Salute. Tale processo è stato facilitato dal fatto che la Lunigiana ha una lunga tradizione di delega dei servizi socio – assistenziali da parte dei Comuni all’ASL, quale unico gestore. Questa lunga tradizione ha fatto si che i membri dello staff di direzione della Zona socio-sanitaria avessero già esperienza di confronto e continuo scambio di informazioni con i rappresentanti delle Amministrazioni Comunali, grazie all’esperienza della costruzione dei Piani di Zona e grazie anche al processo di costruzione della Carta di cittadinanza.
La Carta di cittadinanza costituisce un “patto” fra tutti i soggetti di una comunità locale: cittadini, istituzioni e organizzazioni sociali, ed è una modalità per richiamare alla partecipazione. E’ altresì uno strumento dinamico, innovativo per la Società della Salute che deve costruire il “progetto salute”, inteso come ben-essere dei propri abitanti, passando da un cambio di cultura, dai “livelli essenziali di offerta” (assistenza) ai livelli essenziali di cittadinanza sociale”.286 È uno strumento di partecipazione e garanzia dei diritti, che, a differenza della Carta dei servizi, non è un documento autoreferenziale, che descrive cioè le mere prestazioni e i servizi fruibili da parte degli utenti, ma nasce da un processo partecipato di costruzione della cittadinanza attiva.287
L’esperienza della costruzione della Carta per la cittadinanza è stata una preziosa occasione di coinvolgimento delle collettività con le quali
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SdS Lunigiana (2009) , Profilo di salute
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140 confrontare i sistemi locali di welfare.
Il percorso di costruzione della carta si è delineato
lungo quattro seminari, cui hanno partecipato Enti istituzionali e cittadini, i principi ispiratori che sono stati posti a fondamento della Carta per la cittadinanza sociale sono stati definiti durante uno dei quattro Seminari che hanno scandito la preparazione della Carta: in quell’occasione, due gruppi di discussione hanno proceduto con il metodo del brain-storming, a redigere una lista di valori e, talvolta, di intenti strumentali sulla cui importanza concordassero i partecipanti. Infine, rispetto a questa sorta di classifica, veniva deciso di concentrarsi sui primi sei principi, tanti quanti erano i componenti costantemente attivi del Gruppo Tecnico Operativo ristretto, ad ognuno dei quali è stato chiesto di declinare ed illustrare uno di essi, così da poterne offrire un approfondimento e un tentativo di loro “traduzione” nello specifico della Zona Lunigiana.288La costruzione del Profilo di Salute è partita in questo contesto, i cui principi ispiratori, tratti integralmente dal Profilo di Salute della Lunigiana, possono essere così sintetizzati:
Solidarietà
La solidarietà è un valore umano che può essere sviluppato e condiviso con tutti coloro che danno valore alla centralità dell’uomo come essere unico e irripetibile. Legato al concetto di solidarietà - come vincolo sociale - troviamo il termine comunità, utilizzato pensando che rappresenti una società in cui le persone, legate da vincoli affettivi ed emotivi, vivono in armonia, dove è naturale che gli interessi generali prevalgano su quelli particolari e dove gli individui reciprocamente partecipano alle rispettive vite private. Certamente oggi non si può più parlare di comunità tradizionale. Nelle comunità lunigianesi, la cultura della solidarietà ha radici antiche, rafforzate anche dalla configurazione geografica della zona dove l’isolamento consolidava specialmente sentimenti di buon vicinato, di vicendevole aiuto. Questi sentimenti si sono a volte scontrati con una atavica diffidenza e chiusura nei confronti di tutto quello che rappresenta il nuovo. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da grandi cambiamenti nell’equilibrio geopolitico, mentre il
Pari opportunità
Nella zona Lunigiana viviamo un momento di grandi cambiamenti e trasformazioni, sia dal punto di vista strutturale che dal punto di vista della popolazione. Stiamo assistendo all’avanzare dello spopolamento delle zone montane e il rifugiarsi dei giovani nelle zone limitrofe sia in provincia che fuori. I piccoli paesi rimangono deserti e solo gli anziani rimangono ad abitare quelle mura. Nelle osservazioni sulle pari opportunità nella nostra zona si può riflettere sull’abbandono del territorio in senso lato. La popolazione “giovane/adulta” (15-60) ha bisogno di essere stimolata a rimanere nelle proprie zone di appartenenza dalle amministrazioni che devono prima di tutto offrire servizi più adeguati al territorio (in particolare per le persone anziane) ed anche più accattivanti per i giovani che devono essere incentivati a rimanere o a rientrare e a investire le proprie energie e risorse nella zona. Nel caso specifico non esistono “pari opportunità” nella zona dal punto di vista lavorativo (disparità tra domanda e offerta , quest’ultima praticamente inesistente).
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fondovalle continua a crescere per numero di abitanti e per capacità economiche, creando lungo il fiume Magra, da Villafranca ad Aulla, una realtà in alcuni punti quasi caotica, gli insediamenti montani continuano a perdere abitanti, specialmente giovani. Questi fenomeni fanno si che si perda progressivamente un patrimonio di cultura legato alla storia, alle tradizioni orali, alle capacità artigianali proprie delle diverse zone, impoverendo le comunità dei valori che le appartenevano. In alcuni paesi lo spopolamento è stato accompagnato dal venir meno per i pochi abitanti rimasti
di quasi tutti i servizi; la scuola elementare, l’ufficio postale, l’osteria, il negozio di commestibili e ogni altro luogo ed elemento di aggregazione sociale, in alcuni posti anche la chiesa, togliendo così anche il momento della messa domenicale. D’alto canto, l’alto numero di associazioni di volontariato presenti sul territorio, fa pensare che forse il posto della solidarietà del buon vicinato, della solidarietà basata su rapporti affettivi, sia stata sostituita da una solidarietà più strutturata, organizzata, razionale. Questo dimostra comunque la necessità di ritenere il cittadino, i suoi bisogni, i suoi diritti al centro , e impone l’esigenza di recuperare il significato di comunità locale territoriale, riconoscendole altresì una caratterizzazione diversa. Da qui il progressivo recupero nell’azione dei servizi pubblici – in particolare di quelli radicati nel territorio – della necessità di promuovere relazioni sociali in grado di dare maggiore significato alla convivenza, di sviluppare ulteriori risorse per la presa in carico di rilevanti problemi individuali e collettivi, di accrescere l’interesse e la partecipazione nei confronti degli interventi di pubblico interesse. Diventa necessario agire sul sistema dei servizi, il trasporto, la scuola, creare nuove occasioni di lavoro a partire dalla valorizzazione delle risorse ambientali e territoriali, utilizzare il grande patrimonio naturale ed architettonico, oggi in parte degradato, per potenziare la qualità ambientale ma soprattutto la
Bisogna sfruttare le piccole risorse “paesane” per recuperare nell’artigianato i piccoli mestieri di paese, investire su piccoli laboratori artigianali ecc. Nella zona bisogna oltremodo riflettere sulle pari opportunità offerte agli stranieri. La zona è soggetta negli ultimi tempi ad una forte immigrazione di stranieri soprattutto dell’est che vanno a ripopolare i paesi ma che hanno bisogno di lavoro regolarizzato. Portano spesso con se mogli e figli che hanno un forte bisogno di trovare le porte aperte affinchè possano integrarsi. Nelle scuole ad esempio, nell’affrontare un paese straniero con cultura e modi di fare diversi non imponendo la propria cultura, ma offrendo i mezzi per valorizzare le differenze e dare al singolo l’opportunità di esprimersi senza differenze e condizionamenti.
In sintesi bisogna:
- Proporre, informare, promuovere le azioni positive -Assicurare la diffusione territoriale, la qualificazione e il costante miglioramento dell’offerta di attività e di sevizi
- Promuovere l’inserimento o reinserimento nel mercato del lavoro delle persone esposte la rischio di esclusione sociale attraverso percorsi di sostegno - Ottimizzazione dell’uso delle risorse in relazione alla qualità 2006-2008
- Tutela dei diritti all’educazione dei disabili (barriere architettoniche).
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continuità culturale di cui ogni paese è geloso custode.
Tolleranza
Parlare di tolleranza significa parlare di un tema profondo e complesso lo dimostra il fatto che il dibattito sul senso da attribuire a tale concetto ha radici antichissime. Da sempre, infatti, sono due le accezioni che accompagnano la discussione sull’argomento, di queste, una è essenzialmente positiva ed attribuisce alla tolleranza il significato di accettazione e di comprensione, mentre l’altra, opposta e negativa, fa coincidere tale termine con “sopportazione”.
Non a caso, la stessa contrapposizione che da secoli impegna filosofia e religione si è riproposta anche nel corso dell’elaborazione dei principi su cui fondare la Carta per la Cittadinanza Sociale della Lunigiana. Ciò, evidentemente, sottolinea quanto, ancora oggi, il dibattito su questo tema sia attuale, ma soprattutto quanto controversa sia l’idea ad esso sottesa. Un’idea che si ripropone certamente con l’arricchirsi da parte delle nostre comunità - anche le più piccole - di nuove e diverse culture, ma che si consolida con il costante divenire della società e con le differenze – tutte
che sempre più la caratterizzano. Ciò che viene posto in evidenza è la convinzione, indubbiamente positiva, che la base su cui fondare una comunità consapevole e una cittadinanza attiva debba presupporre il rispetto e l’accettazione dell’altro. In questo senso, riteniamo, la tolleranza può tradursi in un principio condiviso della Carta per la Cittadinanza Sociale.
Trasparenza
Concetti fondamentali correlati sono: visibilità, correttezza, appropriatezza. La Trasparenza ha a che fare con l’informazione e quindi con la comunicazione. Gli utenti hanno diritto a informazioni corrette e puntuali sui servizi che sono disponibili nell’ambiente di vita e su come e dove poter affrontare i loro problemi. Questo è di fondamentale importanza, in una zona come la Lunigiana, che presenta notevoli difficoltà di spostamento, all’interno e all’esterno. Presuppone altresì un livello professionale nuovo e più qualificato da parte di tutti gli operatori che lavorano sul territorio. Trasparenza significa anche promuovere la diffusione e la comprensione dei percorsi di tutte le prestazioni offerte, recuperando nel contempo le memorie solidali del territorio. Per esercitare la cittadinanza sociale è fondamentale possedere la piena conoscenza del complesso patrimonio di risorse messe a disposizione, che mette ogni individuo in grado di scegliere, decidere e agire liberamente e consapevolmente. La trasparenza rappresenta, infine, l’altra faccia della partecipazione; essa serve per costruire un dialogo ed un clima di fiducia e reciprocità che sono essenziali per passare dalla conflittualità alla cooperazione e “… per realizzare concretamente i nuovi strumenti negoziali dello sviluppo integrato”
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Responsabilità
E’ uno dei temi fondamentali che le società contemporanee si trovano ad affrontare. Un punto decisivo è infatti il cambiamento di natura del “rischio” che il mondo occidentale sta sperimentando: da pericolo esterno e imprevedibile – il concetto di “incidente” – opportunamente
Identità e appartenenza
II senso dell'identità suscita l'orgoglio dell'appartenenza, comunque l'amore per la propria terra, inteso come sentimento e consapevolezza di un passato comune, ma, soprattutto, come desiderio di un futuro migliore. Non è difficile correre il rischio di forzature nel trovare fattori unificanti, in specie in
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contrastato con il meccanismo assicurativo- previdenziale, il rischio diviene prodotto, cioè in larga misura attribuibile agli “stili di vita”, individuali e collettivi, della modernità avanzata. Questo chiama in causa la responsabilità dei comportamenti in contesti che affrontano i rischi connessi alle proprie decisioni; essa accomuna fenomeni sociali apparentemente distanti fra loro: l’ecologia, le bio-tecnologie, l’economia globalizzata, la democrazia in un mondo interdipendente. A tutte queste forme di responsabilità sociale corrispondono spesso delle operazioni di comunicazione specifiche (i vari “bilanci” di natura non finanziaria: il bilancio sociale, il bilancio di missione, ecc..). Si può interpretare questa situazione sociale come sintomo dell’emergere di una nuova coscienza civile, che nel principio di responsabilizzazione riconosce la sua differenza fondamentale rispetto alle culture del mercato e dello Stato, da quando la modernità ha fatto di esse le proprie istituzioni centrali, differenziate dalla società nel suo complesso poiché rette da propri codici simbolici e logiche di funzionamento e, in questo senso, socialmente… irresponsabili. Si può andare oltre individuando nel medesimo principio una nuova logica di solidarietà, capace di superare i limiti e i paradossi del classico sistema di Welfare State, la cui crisi è nota da tempo. Le principali concezioni della politica sociale – quella conservatrice, quella (neo-)liberale, quella socialdemocratica – puntano le proprie aspettative per un superamento di tale crisi su uno dei tre poli della “responsabilità” in campo sociale: o la famiglia, o il mercato, o l’apparato amministrativo pubblico.
un territorio da sempre diviso come la Lunigiana. Uno, però, potrebbe essere il libro. Il passato non è né amico né nemico, scrive P., ma, in questo caso è amico e può costituire la condizione necessaria di crescita economica, al di là della conservazione della memoria. Il volume "Libri e destini" di L J. B. lo evidenzia ampiamente. La Lunigiana è terra dalle mille voci, armonizzate, però, dai fremiti inesauribili dei fiumi. Lo sottolinea L. B., quando scrive della naturalezza di una circolarità legata alla presenza costante del fiume Magra, comunque presente, anche se talora con i suoi affluenti (dalle voci simili: Bagnone, Taverone, Aulella, Lucido), da qualunque parte si penetri in Lunigiana. Ma il sistema di Valle della Magra non può non essere completato dal sistema dei Castelli, che si dipanano nelle varie vallate, e dalla Via Francigena (F. B.). Ambiente, libro, ma la vera disputa è fra chi vuole richiamare le radici dell'identità e rivendica la storia dell'antico municipium romano di Luni come la sua storia e chi non riesce o stenta a riconoscersi in questo glorioso passato (G. B.). In riferimento al passato, tuttavia l'elemento identificativo più importante non può che essere quello più antico, rappresentato dalle statue stele (da Verrucola a Casola, a Filattiera, a Pontevecchio,...). Ambiente, paesaggio storico, cultura; questi fattori ci sembra necessario richiamare, per trovare elementi comuni dell'identità lunigianese. Ma, quando si parla dell’anima della Lunigiana, non si può non fare riferimento all’emigrazione ed alle ferite dell’ultimo conflitto mondiale.
Fonte: SdS,(2009), Immagine di Salute, pp. 12-16
Con questi presupposti la zona ha proceduto alla costruzione del Profilo di Salute, dando ampio spazio alla concertazione e alla condivisione, dandosi come compito principale quello che gli Enti locali e i cittadini, attraverso la concertazione (ampia concertazione istituzionale e
144 non), l’integrazione con le politiche sociali e territoriali, la logica della rete (terzo settore, reti informali e formali) potessero elaborare un modello di lavoro orientato sulla comunità locale. Le comunità locali sono state chiamate a riappropriarsi dei loro servizi (non più calati dall’alto) e sono state chiamate a sviluppare gli aspetti partecipativi. Il Profilo di Salute diventa così un tentativo di recepire i nuovi bisogni delle comunità, e di affrontarli con i cittadini che divengono corresponsabili nella programmazione e nel governo, apportando un modello innovativo di “governance cooperativo.290
E’ questo lo spirito con cui si è costruito il Profilo di Salute, che ha visto la più ampia partecipazione, ogni passaggio è stato concertato con tutti i soggetti del sistema proprio per dare “senso” al fare una cosa per noi e alla condivisione.291
Il punto di forza della metodologia di lavoro adottato è stato, appunto, il lavorare attraverso tavoli concertativi con tutte le istanze del territorio dai servizi, alle Istituzioni, Enti, associazionismo ed organizzazioni sindacali, iniziati fin dalla costituzione della Società della Salute.
Era un momento di evidente cambiamento nell’organizzazione dei servizi socio – sanitari e, soprattutto, di forte cambiamento di mentalità per la quale la “salute” è intesa in senso ampio ed abbraccia lo stile di vita del cittadino, per questo è stato imprescindibile promuovere nuove modalità di governare con pieno coinvolgimento dei cittadini stessi. Lo stesso spirito che accompagna la scelta della Regione Toscana e per il quale la Lunigiana si era candidata a sperimentare la Società della Salute. Valorizzare la condivisione e la partecipazione ha significato dedicare tanto tempo a promuovere in tutte le sedi significative la Società della Salute, come nuovo modello organizzativo dei servizi socio – sanitari, allo scopo che la comunità potesse meglio interiorizzare il mutamento ed acquisirlo, per poi appropriarsene con la coscienza che la costruzione del Profilo di Salute ed il successivo Pano Integrato di Salute potesse davvero diventare un buon strumento di lavoro, ove tutti sono coinvolti.292
In seguito alla costituzione della Società della Salute della Lunigiana, è stato deliberato lo Staff che ha poi coordinato i vari gruppi di lavoro ed il Coordinatore di Staff, successivamente si sono aperti i tavoli concertativi, di cui ho ritrovato tracce di un vasto calendario, si sono organizzate giornate di sensibilizzazione e giornate di studio con i vari servizi distrettuali e aziendali:
290 ibid 291 ibid 292 ibid
145 - Anziani - Disabilità - Immigrazione - Disagio mentale - Famiglie e minori
nonché con i servizi degli Enti locali:
- Scuola
- Comuni
- Forse dell’ordine
Questa primissima fase che si può definire di conoscenza, si è resa ancora più indispensabile e allo stesso tempo più difficile, se si pensa che il territorio della Lunigiana è molto esteso e dal punto di vista politico amministrativo piuttosto frammentato, all’epoca la Società della Salute era composta da tredici Comuni ( oggi quattordici) e da una Comunità Montana.
Si è proceduto poi ad avviare la raccolta del materiale informativo finalizzato alla redazione del Profilo di Salute con la costituzione dei vari gruppi a cui fare riferimento per la raccolta dati, i quali confluiscono alla segreteria costituita ad hoc.
La raccolta dati, utile per fotografare la zona socio–sanitaria della Lunigiana, riguarda non solo quella utilizzata dai servizi socio–sanitari distrettuali, ma anche quella dei Dipartimenti di Prevenzione, Educazione alla salute, Sistema informativo dell’ASL e, soprattutto, quelli provenienti dai Servizi di Urbanistica, Cultura e Scuola dei comuni.
È stato dato molto spazio agli operatori dei Comuni che, superato lo scetticismo iniziale, hanno partecipato con molto interesse, consapevoli di mettersi a disposizione per una lettura ed un cambiamento nel proprio territorio.293
Per la costruzione del Profilo di Salute è stato redatto e condiviso un indice di gruppi di indicatori oggetto di valutazione. Tali indicatori sono stati scelti sulla base delle linee del gruppo tecnico di progetto di “Città Sane” dell’OMS e su precedenti esperienze italiane (Arezzo e Bologna).294Il Programma Città Sane nasce come attuazione del concetto di salute proposto dall’atto di costituzione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (1948) e ripreso dalla Carta di Ottawa (1986): la salute è “una condizione di completo benessere – fisico, sociale e mentale - e non solo l’assenza di malattia”, condizione a cui concorrono, insieme ai fattori genetici, anche aspetti economici, sociali e ambientali. Nel documento OMS è sottolineato che, per costruire un profilo di salute cittadino, non si deve far ricorso ad
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ibid
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146 indicatori esclusivamente quantitativi o sanitari, come ad esempio quelli di mortalità. Occorre invece adottarne anche altri utili a descrivere la complessità sociale di una città e ad evidenziarne anche gli elementi “positivi”, com’è per le reti di servizi pubblici sanitari, socio assistenziali, culturali, del tempo libero, e dell’ambiente.295
Gli indicatori previsti dall’O.M.S. per il Profilo di Salute, erano articolati in quattro aree: 296
Area epidemiologica : Mortalità: tutte le cause Cause di morte
Basso peso alla nascita
Area dei servizi sanitari :
Esistenza di un programma cittadino di educazione sanitaria
Percentuale di bambini che hanno completato i cicli vaccinatori
Numero di abitanti per medico impegnato