Ostetricia e Ginecologia L’analgesia del parto
PROCOCOLLO PER L’ANALGESIA IN TRAVAGLIO DI PARTO
SECONDIPARA
Dilatazione cervicale
posizione della testa
dose iniziale dose successiva
Cm farmaco e dose volume totale (ml) farmaco e dose Volume (ml) 4-5 -1 ropivacaina 0.10-0.15% e sufentanyl 10μg o fentanyl 50 μg 20-25 ropivacaina 0.15% 15-20 6-7 -1 ropivacaina 0.15-0.20% 20 ropivacaina 0.20% 20 dilatazione completa ropivacaina 0.20% 20 BIBLIOGRAFIA
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so del travaglio e del parto.
Alcuni di questi fattori sono definiti modifi- cabili in quanto con la messa in atto di stra- tegie positive si ottiene un livello accettabile di contenimento del dolore, soprattutto quando è presente l’autostima della donna rispetto alla “capacità di farcela”. È stata ri- levata una diversità qualitativa del dolore in un contesto di mancanza di aiuto rispetto ad un contesto caratterizzato da senso di ac- compagnamento e dall’attivazione delle suddette “strategie”.
È stato anche rilevato che le richieste della donna sono molto influenzate dalle infor- mazioni ricevute in gravidanza che potreb- bero stimolare dei “bisogni indotti”. Per questo motivo si auspica un uso equilibra- to dell’analgesia peridurale, il cui frequente uso smentirebbe le raccomandazioni degli orientamenti di salute sul sostegno della naturalità di questo evento nell’ambito del- la fisiologia.
Resta la convinzione che un vissuto di be- nessere in gravidanza infonde sicurezza nel- la donna e aumenta la possibilità di non escludere di “potercela fare”. In questo caso diventa importante la Promozione della Sa- lute (ostetrica protagonista della Salute) che consente alla donna di esercitare un maggior controllo sulla propria salute attraverso la sollecitazione di “competenze” (empower- ment) che aumentano l’autostima e la capa- cità di gestire il benessere legato ad una gra- vidanza fisiologica (health consumer). Nello stesso tempo se l’ostetrica assumesse nei confronti dell’analgesia farmacologia un atteggiamento tecnico e incondizionatamen- te favorevole, negherebbe il ruolo primario professionale definito da competenze utili al sostegno e rispetto della fisiologia.
Metodi non farmacologici: • agopuntura • ipnosi • bagno caldo • aromoterapia • musicoterapia • massaggio • Tens
L’uso dell’analgesia peridurale rappresenta IL RUOLO DELL’OSTETRICA
Luciana Aringhieri, ostetrica Coord. OSMA Delegata dal Collegio Professionale
Interprovinciale (Firenze-Arezzo) Partorire con dolore, partorire senza dolore…
…quale salute?
A metà del secolo scorso (1848) è stato un ostetrico inglese, Sir James Young Simpson, ad affermare come fosse possibile “partorire senza dolore” attraverso la prima applica- zione efficace di cloroformio.
Questo evento fece esplodere polemiche e disquisizioni da parte dei teologi, che mise- ro in discussione la liceità di un intervento che smentiva l’ingiunzione divina di “par- torire nel dolore”. I conservatori laici so- stenevano che il dolore era “fisiologico e necessario”. Un retaggio culturale che for- se si tramanda fino ad oggi perché il dolore del travaglio e del parto è tutt’ora oggetto di discussioni nell’ambito di varie correnti di pensiero.
Da questa considerazione nasce il titolo di questa relazione: chi decide se è meglio par- torire con dolore o senza dolore?
Qual è il ruolo dell’ostetrica di fronte alla ri- chiesta della donna di “non soffrire” in tra- vaglio di parto?
Mentre è indiscutibile il trattamento del do- lore legato alle patologie, il dolore del trava- glio di parto si presta ad essere analizzato perché legato ad un “lieto evento”, ma non per questo deve essere sottovalutato, tanto- meno enfatizzato.
L’esperienza del parto è complessa e alta- mente soggettiva per cui diventa difficile prevedere le emozioni e l’intensità del dolo- re. Tuttavia i fattori che possono influenzare empiricamente il dolore sono molteplici, co- me la paura, l’ansia, il livello sociale e cultu- rale, la cognizione, la presenza del partner, la capacità di sostegno affettivo del partner, il rapporto che si instaura con i professionisti ed altri fattori ambientali. Questa complessi- tà rende difficile predire, da parte della don- na e della professionista che la assiste, quale potrà essere l’esperienza del dolore nel cor-
comunque una importante opportunità per la donna che trovi inefficaci tutti i metodi e strategie suddetti e per la quale il dolore rap- presenti una difficoltà in più che impedisce di vivere in modo sereno questo momento. Per concludere il ruolo moderno della pro- fessionista ostetrica si articola non solo tra le competenze tecniche ma attraverso le com- petenze comunicativo-relazionali, che ga- rantiscano un’informazione corretta ed equilibrata ed un atteggiamento rispettoso della soggettività e delle motivazioni indivi- duali, per facilitare una scelta libera e consa- pevole per la donna.
BIBLIOGRAFIA
• P.S.R. 2005-2007 - Progetto 5 – “Nascere in Toscana”
• Lowe NK. The nature of labor pain. AM J Ob- stet Gynecol 2002
• The Cochrane Collaboration • Linee Guida OMS (WHO)
METODI NON FARMACOLOGICI