RELAZIONE DEL PROCURATORE GENERALE PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI BRESCIA PER L’INAUGURAZIONE DELL’ ANNO
5. LA PROCURA GENERALE DI BRESCIA
5. LA PROCURA GENERALE DI BRESCIA
Non può iniziarsi la disamina dell’attività svolta dalla Procura Generale di Brescia senza prima ricordare che il 30 dicembre del 2019 l’Ufficio ha subito la perdita, a seguito del suo improvviso decesso, del Collega Gianpaolo VOLPE, magistrato di grandissimo valore, non solo per la sua elevata preparazione e il suo profondo senso del dovere, ma anche e soprattutto per le spiccate doti umane che lo rendevano amato e apprezzato da tutti. La sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto che sarà difficile colmare. Confidiamo di poter a breve intitolare in sua memoria la sala biblioteca dell’Ufficio.
Nel periodo di riferimento l’Ufficio è stato retto fino al 24 marzo dall’Avvocato Generale Marco MARTANI e successivamente dallo scrivente Procuratore Generale insediatosi il 25 marzo del 2020.
Verso la fine periodo di riferimento, poi – e precisamente dal 3 giugno 2020 - è rimasto scoperto il posto del magistrato requirente distrettuale a causa del trasferimento del Dr. Lorenzo PUCCETTI alla Corte di Appello di Venezia. È auspicabile che tale posto possa avere quanto prima copertura, essendo nota l’importanza che riveste il ruolo del magistrato requirente distrettuale nel fronteggiare le esigenze contingenti e spesso imprevedibili delle singole Procure che senza la possibilità del suo tempestivo innesto si vedrebbero penalizzate nella loro funzionalità.
Nonostante l’anno in esame sia stato condizionato per la buona parte di esso dalla mancanza del Procuratore Generale, per oltre la sua metà dalla scopertura di un posto nel ruolo dei Sostituti e nell’ultimo quadrimestre dall’emergenza epidemiologica, l’attività complessiva della Procura Generale ha conosciuto una contrazione molto limitata e neppure generalizzata ad ogni suo ambito, come si ricava dai relativi dati statistici
Muovendo dall’area penale si rileva che la partecipazione alle udienze si è ridotta solo da 339 a 307 (anche a dimostrazione di come la Corte di Appello e il Tribunale di Sorveglianza siano riusciti a ridurre al minimo l’incidenza del Covid-19 sulla celebrazione dei relativi processi), il numero complessivo delle impugnazioni si è ridotto da 475 a 350, ma sono aumentati i provvedimenti adottati in materia di avocazioni, da 2 a 9.
Tra i procedimenti penali avocati merita senza dubbio una citazione particolare quello relativo all’omicidio di Mario BOZZOLI – che ha suscitato tanta emozione pubblica e che conseguentemente desta un grande interesse mediatico – che viene curato direttamente dall’Avvocato Generale, unitamente al Procuratore Aggiunto della Procura di Brescia Dr. Silvio BONFIGLI applicato al nostro Ufficio, e che è ora approdato alla fase dibattimentale.
Nel delicato settore delle esecuzioni penali sono stati emessi meno ordini di esecuzione a pene detentive, da 867 a 644, ma sono aumentati i più articolati provvedimenti di unificazione delle pene concorrenti (i cd. “cumuli”) da 121 a 192 e i provvedimenti di fungibilità pena, da 18 a 22.
In tema di esecuzioni penali va però evidenziato che a partire dall’insorgere dell’emergenza epidemiologica l’Avvocato Generale, in considerazione del rischio di diffusione del Covid-19 negli istituti di pena del distretto e della conseguente necessità di ridurne il sovraffollamento, prendendo spunto dalla lettera aperta indirizzata da oltre 270 giuristi ai Capi
degli uffici giudiziari, ha emanato una specifica direttiva sulle modalità operative da seguire nel relativo contesto temporale.
Con tale direttiva è stato chiesto ai Sostituti Procuratori Generali: da una parte, di procedere ad un ritardo selettivo e ragionato nella emissione di ordini di carcerazione nei confronti dei condannati che già non si trovassero ristretti in istituti di pena, dilazionando alla fine del periodo emergenziale i casi relativi a soggetti che non presentassero profili di spiccata pericolosità per la vita, l'incolumità e la libertà sessuale delle persone; dall’altra, di rinviare ad aprile anche la emissione degli ordini di esecuzione con contestuale sospensione per evitare di imporre ai destinatari spostamenti alla ricerca della documentazione necessaria a supportare l'istanza di misure alternative e per non gravare di nuovi procedimenti il Tribunale di Sorveglianza, che era già sovraccarico di pratiche per la concessione di misure alternative alla detenzione.
L’ufficio esecuzioni è stato comunque incaricato di procedere ad istruire tutte le pratiche di esecuzione penale ed a predisporre le minute dei relativi provvedimenti che potranno così essere emessi celermente una volta superato il periodo di emergenza sanitaria.
Più sensibile è stata la riduzione della mole di lavoro nell’area civile, dove risultano diminuiti gli interventi nelle cause civili e i pareri nei procedimenti di volontaria giurisdizione, da 797 a 378, così come le altre attività in materia civile ed amministrativa, da 1702 a 1571, ma, dipendendo in questi casi l’attività della Procura Generale da flussi lavorativi originati da altri Uffici, il calo ha conseguentemente spiegazioni esogene, tra le quali figura l’abolizione del giudizio di appello nelle cause relative alla concessione delle varie forme di protezione internazionale avvenuta con la Legge n.
46/2017.
5.1. La gestione dell’emergenza da Covid – 19
A partire dalla fine del mese di febbraio del 2020 l’attività di direzione dell’Ufficio si è concentrata sulla gestione dell’emergenza connessa alla epidemia da Covid 19, che come noto ha visto ben presto il suo epicentro proprio nel distretto di Brescia.
Sono state da subito impartite, di concerto con il Presidente della Corte, circostanziate disposizioni agli addetti del Servizio di Vigilanza affinché effettuassero rigorosi controlli sul flusso di persone in entrata presso gli Uffici giudiziari di Brescia per assicurare il rispetto delle regole di sicurezza sanitaria e di distanziamento sociale, impedire l’accesso al Palazzo a tutti i soggetti che, in base alle disposizioni nel frattempo emanate dai Capi degli uffici ed alla disposizione di tenere le udienze a porte chiuse, non avrebbero avuto motivo di entrare.
Anche i movimenti all’interno del Palazzo di Giustizia sono stati regolati individuando il più possibile appositi percorsi da seguire. Parimenti è stato regolamentato l’utilizzo degli ascensori ed è stata apposta la necessaria segnaletica esplicativa.
Il personale del Servizio di Vigilanza è stato in breve tempo munito di appositi termometri per il rilevamento della temperatura corporea a distanza e sono state disciplinate nel dettaglio le modalità di utilizzo dei termometri presso tutti gli ingressi degli Uffici giudiziari di Brescia e i comportamenti da seguire nel caso in cui fosse stata rilevata una temperatura corporea superiore a 37,5°.
46 All’entrata principale del Palazzo di Giustizia di Brescia è stato anche installato un termoscanner che non richiede la presenza ravvicinata del personale del Servizio di vigilanza di modo da cercare di ridurre il più possibile anche l’esposizione a rischio di tale personale.
Conformemente alle previsioni contenute all’art. 83, commi 6 e 7, D.L. n. 18 del 17.03.2020, convertito con modificazioni nella L. n. 27 del 24.04.2020 ed ulteriormente modificato dal D.L. n. 28 del 30.04.2020, sono state adottate specifiche misure organizzative, sia per la cd. “Fase 1”, che per la cd. “Fase 2”, per contrastare l’emergenza epidemiologica ed al contempo contenere gli effetti negativi sullo svolgimento dell’attività giudiziaria.
A tal fine, all’interno della Procura Generale, è stata ridotta al minimo indispensabile la presenza dei magistrati e del personale amministrativo. L’accesso del pubblico esterno, fatta solo eccezione per la polizia giudiziaria e gli avvocati, è stato ammesso solo in casi del tutto eccezionali e previo appuntamento.
Per i magistrati si è stabilito che fossero presenti solo quello di turno e quelli designati per le udienze che non fossero state rinviate, mentre per il personale amministrativo sono stati stabiliti dei turni di presidio, predisponendo altresì piani settimanali di c.d. lavoro agile.
Unitamente al Presidente della Corte di Appello lo scrivente Procuratore Generale, infine, sempre nel rispetto dell’indicato art. 83, commi 6 e 7, D.L. n. 18 del 17.03.2020 e successive modificazioni, ha seguito anche le analoghe misure organizzative adottate nelle due diverse Fasi dell’emergenza dagli altri Capi degli Uffici giudiziari del distretto, esprimendo la propria intesa a seguito del confronto con loro intercorso sul contenuto di tali misure.
Sempre di concerto con il Presidente della Corte sono state fissate le regole da seguire per consentire il ritorno al lavoro di coloro che erano stati assenti per un periodo di malattia e si è aperto un importante e costruttivo canale di collaborazione con l’amministrazione sanitaria locale anche per sottoporre rapidamente a tampone i casi sospetti del personale di magistratura, amministrativo e della polizia giudiziaria in servizio negli Uffici giudiziari.
Grazie all’insieme di questi sforzi e delle misure adottate può dirsi con soddisfazione che nel periodo in esame non si è sviluppato alcun focolaio epidemiologico all’interno degli Uffici giudiziari del distretto, nonostante che proprio il distretto di Brescia sia stato l’epicentro della pandemia tra marzo e giugno del 2020.
In tale contesto merita anche di essere sottolineato come da subito – e quindi prima ancora che provenissero specifiche sollecitazioni in tal senso dal Ministero della Giustizia e dalla Procura Generale presso la Corte di Cassazione - i Dirigenti degli Uffici giudiziari del distretto di Brescia si siano mossi evitare il più possibile il pericolo che l’epidemia potesse diffondersi all’interno degli Istituti penitenziari presenti sul territorio.
A tal fine, già in data 6 aprile 2020, sono state sottoscritte da tutti i Capi degli Uffici delle specifiche “Linee guida per il ricovero di persone detenute (o in custodia cautelare) con sospetta diagnosi di Covid 19” - contenenti le soluzioni da adottare nei casi di detenuti con sospetta diagnosi di Covid 19 - che hanno sicuramente contribuito a scongiurare che la situazione carceraria nel distretto andasse in crisi a causa della pandemia.
Allo scopo poi di agevolare l’attività della magistratura di sorveglianza del distretto nel periodo dell’emergenza - aderendo ad un invito del Presidente del Tribunale di Sorveglianza – è stata promossa, di concerto con tutti i Procuratori del distretto, una collaborazione tra le sezioni di p.g. dei rispettivi Uffici ed il Tribunale di Sorveglianza nella gestione da remoto dell’attività istruttoria delle istanze di concessione di misure alternative.
5.2. L’attività di coordinamento ai sensi dell’art. 6 D. Lgs. n. 106/2006
Per quanto concerne, poi, l’attività di coordinamento svolta ai sensi dell’art. 6 D. Lgs. n.
106/2006 – che sempre di più rappresenta una priorità per un Ufficio di Procura Generale – la stessa è stata sviluppata in più ambiti operativi nell’ambito di riunioni endodistrettuali che si sono tenute senza una cadenza prefissata ma con una frequenza mediamente di 30-45 giorni.
Le tematiche più significative affrontate in tale contesto sono state le seguenti:
- il problema del regime di diritto intertemporale da applicare all’esecuzione delle sentenze di condanna per reati c.d. ostativi inclusi nell’elenco di cui all’art. 4 bis L. 26 luglio 1975 n. 354 dopo il fatto oggetto del giudizio, pervenendo a conclusioni simili a quelle della successiva sentenza n. 32/40 della Corte Costituzionale;
- la gestione concordata della designazione di magistrati delle procure circondariali per l’esercizio delle funzioni di pubblico ministero nei casi di cui all’art. 51, comma 3 ter, c.p.p. (previsto dall’art. 94, comma 3, della circolare CSM 26.6.2018) con successiva stipula, il 9 dicembre 2019, con i Procuratori della Repubblica del distretto di uno specifico protocollo;
- l’analisi delle ricadute della emergenza Covid – 19 sulla funzionalità degli Uffici con particolare riguardo agli aspetti dei tempi di iscrizione delle notizie di reato e della emissione degli ordini di esecuzione per pene detentive;
- la ricognizione del numero dei fascicoli “scaduti” presenti presso le diverse Procure con confronto sulle modalità organizzative adottabili per una loro riduzione anche utilizzando il periodo emergenziale;
- il confronto sulla iscrizione e sulla gestione dei procedimenti di cui al D. Lgs. n. 231/2001;
- l’individuazione dei criteri da seguire per la trasmissione degli elenchi ex art. 127 disp. att. c.p.p., per le comunicazioni ex art. 407 comma 3 bis c.p.p. e per l’esercizio del potere di avocazione da parte della Procura Generale; in relazione alle comunicazioni ex art. 407 comma 3 bis c.p.p. merita di essere nuovamente ricordato che è in fase di perfezionamento per tutte le Procure un sistema - già in uso presso la Procura di Brescia - per la trasmissione telematica di tali comunicazioni, sistema che nella sostanza consente una “apertura di visibilità” alla Procura Generale dei relativi procedimenti, senza necessità dell’inoltro di alcuna comunicazione cartacea con relativi allegati.
In materia di sicurezza degli Uffici giudiziari va poi segnalato che nel periodo in esame si è proceduto alla installazione di un nuovo sistema di videosorveglianza per gli Uffici giudiziari di Brescia per una spesa totale di quasi 800.000 €.
Questo sistema di videosorveglianza ha consentito un notevole salto di qualità a livello di sicurezza del Palazzo di Giustizia di Brescia colmando le lacune che vi erano in ordine agli spazi controllati, che adesso coincidono con tutti gli spazi comuni e di transito, e consentendo anche una definizione delle immagini riprese molto migliore.
Nel mese di dicembre 2019 è stata anche realizzata una versione aggiornata della carta dei servizi dell’Ufficio che è stata pubblicata sul relativo sito internet.
Concludo menzionando una iniziativa che ha appena preso le mosse di concerto con i Procuratori del distretto e nella quale credo molto. Si tratta di una attività di ricognizione delle