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1 - Relazione del Presidente della Corte di Appello Dott. Claudio Castelli 2 - Relazione sull'amministrazione della Giustizia 3 Dati statistici 4

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1 - Relazione del Presidente della Corte di Appello Dott. Claudio Castelli

2 - Relazione sull'Amministrazione della Giustizia 3 – Dati statistici

4 – Relazione del Procuratore Generale presso la

Corte di Appello Dott. Guido Rispoli

(3)

Relazione del

Presidente della Corte di Appello

Dott. Claudio Castelli

(4)

SSommario

PREMESSA ... 2

IL SETTORE CIVILE ... 7

IL SETTORE LAVORO ... 11

LA TUTELA DEI MINORI ... 12

IL SETTORE PENALE ... 13

IL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA ED IL CARCERE ... 19

GLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE E LA MAGISTRATURA ONORARIA ... 25

VOLARE ALTO E PENSARE AL FUTURO ... 27

__________________________

Alla redazione della Relazione hanno contribuito la Segreteria di Presidenza, i Segretari Generali Lucia Cannella e Francesco Nappo ed i Presidenti di sezione della Corte. I paragrafi su minori e situazione carceraria sono in larga parte dovuti ai Presidenti Cristina Maggia e Monica Lazzaroni. La rielaborazione dei dati è merito di Iaia Di Giacomo. Impostazione grafica, slide e organizzazione sono dovute a Giuseppe Fundarò.

(5)

PREMESSA

Il mio deferente saluto al Signor Presidente della Repubblica, supremo garante dei valori costituzionali, e a tutte le autorità politiche, civili, militari e religiose, ai magistrati togati ed onorari, agli avvocati, al personale amministrativo, ai giornalisti, e a chi ci segue in questa inedita diretta televisiva.

La Relazione sullo stato della giustizia deve rappresentare un momento di bilancio che consenta di analizzare il generale andamento degli uffici giudiziari, i successi ed i limiti, oltre che di renderne conto alla collettività in cui opera. Oggi celebriamo un’inaugurazione dell’anno giudiziario anomala ancora pesantemente condizionata dall’epidemia che ha stravolto le nostre vite da ormai quasi un anno, che ha messo in dubbio e cancellato abitudini e stabilità economica, che ha cambiato il nostro modo di lavorare (di magistrati, personale, ufficiali giudiziari, avvocati) e le stesse modalità di accesso dei cittadini ai Palazzi di Giustizia. Abbiamo dovuto inventarci rigorose cautele sanitarie, valorizzare gli accessi ed il lavoro da remoto, riscoprire forme di trattazione scritta per poter continuare a lavorare mettendoci nelle condizioni di garantire attività e servizio, anche nella prospettiva di una permanenza o una recrudescenza dell’epidemia.

Un anno difficile e pesante che in questo territorio ha avuto l’epicentro e che ha mietuto vittime (tra cui ci sono ben 14 avvocati e tanti nostri conoscenti), tanto che l’elemento simbolico che accompagnerà sempre la memoria di quanto accaduto è legato al nostro territorio, ed è quella fila di 70 mezzi militari che portavano le salme dei morti di COVID a Bergamo nei forni crematori di altre città.

Ma proprio questa tragedia e la perdita di tante vite umane, ci ha imposto e ci

impone l’impegno e la capacità non solo di resistere alle sospensioni dell’attività e ai

lockdown, ma di uscire da questa drammatica crisi migliori. Per questo, anche se con

modalità abbreviate e concentrate abbiamo voluto con forza mantenere questa

cerimonia per dare un senso di continuità e di normalità e per rendere alla nostra

(6)

comunità un rendiconto di quanto è stato fatto, di come la giustizia ha reagito all’epidemia e di quali siano le prospettive immediate e più a medio termine.

Va detto subito che, al di là di polemiche, forse giustificate altrove, gli uffici giudiziari non sono mai stati chiusi ed hanno costantemente operato, pur subendo inevitabili rallentamenti e dovendo limitare la loro attività per osservare rigorose cautele sanitarie e in ossequio ai provvedimenti legislativi che, sempre per motivi sanitari, hanno disposto una lunga e inedita (quanto necessaria) sospensione dei termini.

Ed i risultati che l’analisi di sopravvenienze e definizioni nei due periodi ovvero

quello di sospensione dell’attività giudiziaria ordinaria (la c.d. Fase 1 che va dal 23

febbraio all’11 maggio 2020) e quello della successiva ripresa (la c.d. Fase 2 che va

dal 12 maggio al 30 novembre 2020), comparati con lo stesso periodo del 2019 ci

dimostrano non solo che non siamo stati inerti, ma che possiamo dire di essere

orgogliosi di quanto siamo riusciti a fare in entrambe le fasi, mantenendo un

servizio per la cittadinanza, limitando l’inevitabile aumento dell’arretrato e

adottando soluzioni innovative e coraggiose per non rimanere indietro. Ottimi

risultati che sono dovuti all’impegno che in questo periodo difficile con sacrifici

personali ha mantenuto il nostro personale giudiziario, gli ufficiali giudiziari ed i

magistrati togati ed onorari di tutti gli Uffici, alla collaborazione con l’Avvocatura e,

in generale ad un clima di collaborazione istituzionale eccellente e non scontato, di

cui voglio ringraziare in questa sede Prefetto, Sindaco, Questore, Comandanti

dell’Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, dei Vigili del Fuoco e del VI

Stormo dell’Aeronautica di Ghedi.

(7)

DISTRETTO DI BRESCIA - PROCEDIMENTI CIVILI ISCRITTI E DEFINITI - FASE 1 - confronto 2020/2019

UFFICIO

FASE 1

SOPRAVVENUTI

VARIAZIONE SOPRAVVENUTI

RISPETTO 2019

DEFINITI

VARIAZIONE DEFINITI RISPETTO 2019 23.02.2020 DAL

11.05.2020 AL

23.02.2019 DAL 11.05.2019 AL

23.02.2020 DAL 11.05.2020 AL

23.02.2019 DAL 11.05.2019 AL CORTE DI

APPELLO DI

BRESCIA 240 565 -57,52% 255 679 -62,44%

TRIBUNALE DI

BRESCIA 3.019 7.033 -57,07% 2.504 7.609 -67,09%

TRIBUNALE DI

BERGAMO 2.051 4.603 -55,44% 1.661 6.614 -74,89%

TRIBUNALE DI

CREMONA 679 1.535 -55,77% 543 1.664 -67,37%

TRIBUNALE DI

MANTOVA 957 1.789 -46,51% 940 2.123 -55,72%

DISTRETTO DI BRESCIA - PROCEDIMENTI CIVILI ISCRITTI E DEFINITI - FASE 2 - confronto 2020/2019

UFFICIO

FASE 2

SOPRAVVENUTI

VARIAZIONE SOPRAVVENUTI

RISPETTO 2019

DEFINITI

VARIAZIONE DEFINITI RISPETTO

2019 12.05.2020 DAL

30.11.2020 AL

12.05.2019 DAL 30.11.2019 AL

12.05.2020 DAL 30.11.2020 AL

12.05.2019 DAL 30.11.2019 AL CORTE DI

APPELLO DI

BRESCIA 1.067 1.246 -14,37% 1.256 1.623 -22,61%

TRIBUNALE DI

BRESCIA 14.881 17.450 -14,72% 15.791 17.758 -11,08%

TRIBUNALE DI

BERGAMO 10.721 12.419 -13,67% 11.532 13.939 -17,27%

TRIBUNALE DI

CREMONA 3.027 3.790 -20,13% 3.319 4.012 -17,27%

TRIBUNALE DI

MANTOVA 4.401 4.742 -7,19% 4.641 5.071 -8,48%

(8)

DISTRETTO DI BRESCIA - PROCEDIMENTI PENALI ISCRITTI E DEFINITI - FASE 1 - confronto 2020/2019

UFFICIO SEZIONE

SOPRAVVENUTI

VARIAZIONE SOPRAVVENUTI

RISPETTO 2019

DEFINITI

VARIAZIONE DEFINITI RISPETTO 2019 23.02.2020 DAL

11.05.2020 AL

23.02.2019 DAL 11.05.2019 AL

23.02.2020 DAL 11.05.2020 AL

23.02.2019 DAL 11.05.2019 AL CORTE DI

APPELLO Totale 442 1.029 -57,05% 806 859 -6,17%

TRIBUNALE

DI BRESCIA ufficio gipgup 2.685 4.897 -45,17% 1.343 4.474 -69,98%

dibattimento monocratico -

collegiale 610 1.353 -54,92% 234 1.122 -79,14%

Totale 3.295 6.250 -47,28% 1.577 5.596 -71,82%

TRIBUNALE DI

BERGAMO ufficio gipgup 1.303 2.704 -51,81% 960 2.528 -62,03%

dibattimento monocratico -

collegiale 339 1.008 -66,37% 226 761 -70,30%

Totale 1.642 3.712 -55,77% 1.186 3.289 -63,94%

TRIBUNALE

DI CREMONA ufficio gipgup 685 874 -21,62% 464 982 -52,75%

dibattimento monocratico -

collegiale 196 138 42,03% 57 247 -76,92%

Totale 881 1.012 -12,94% 521 1.229 -57,61%

TRIBUNALE

DI MANTOVA ufficio gipgup 934 786 18,83% 804 995 -19,20%

dibattimento monocratico -

collegiale 412 470 -12,34% 201 335 -40,00%

Totale 1.346 1.256 7,17% 1.005 1.330 -24,44%

TOTALE UFFICI

DISTRETTO 7.606 13.259 -42,64% 5.095 12.303 -58,59%

(9)

DISTRETTO DI BRESCIA - PROCEDIMENTI PENALI ISCRITTI E DEFINITI - FASE 2 - confronto 2020/2019

UFFICIO SEZIONE

SOPRAVVENUTI

VARIAZIONE SOPRAVVENUTI

RISPETTO 2019

DEFINITI

VARIAZIONE DEFINITI RISPETTO

2019

PENDENTI AL 31.12.2019

PENDENTI AL 31.12.2020 DAL

12.05.2020 AL 31.12.2020

DAL 12.05.2019

AL 31.12.2019

DAL 12.05.2020

AL 31.12.2020

DAL 12.05.2019

AL 31.12.2019 CORTE DI

APPELLO Totale 1.542 1.622 -4,93% 1682 2334 -27,93% 5.116 4.569

TRIBUNALE

DI BRESCIA ufficio gip gup 15.044 12.622 19,19% 11.664 11.491 1,51% 7.494 10.208

dibattimento monocratico-

collegiale 2.404 2.668 -9,90% 1.881 2.767 -32,02% 5.328 6.267

Totale 17.448 15.290 14,11% 13.545 14.258 -5,00% 12.822 16.475

TRIBUNALE DI

BERGAMO ufficio gip gup 8.230 6.953 18,37% 6.264 6.856 -8,63% 4.487 6.641

dibattimento monocratico-

collegiale 1.896 1.548 22,48% 1.332 1.911 -30,30% 2.431 3.221

Totale 10.126 8.501 19,12% 7.596 8.767 -13,36% 6.918 9.862

TRIBUNALE

DI CREMONA ufficio gipgup 2.001 3.065 -34,71% 2.092 3.215 -34,93% 3.128 3.148

dibattimento monocratico-

collegiale 499 616 -18,99% 504 579 -12,95% 1.016 1.097

Totale 2.500 3.681 -32,08% 2.596 3.794 -31,58% 4.144 4.245

TRIBUNALE DI

MANTOVA ufficio gipgup 2.488 2.392 4,01% 1.238 2.864 -56,77% 1.973 3.217

dibattimento monocratico-

collegiale 788 853 -7,62% 523 792 -33,96% 2.041 2.582

Totale 3.276 3.245 0,96% 1.761 3.656 -51,83% 4.014 5.799

TOTALE UFFICI

DISTRETTO 34.892 32.339 7,89% 27.180 32.809 -17,16% 33.014 40.950

(10)

7

I dati ci dicono che non vi è stata solo una contrazione dei procedimenti definiti, dovuta alla sospensione dell’attività ordinaria e all’impossibilità di celebrare le udienze, ma anche un sensibile calo delle sopravvenienze. Questo ha consentito in alcuni casi (la Corte nel settore sia penale che civile nella fase 1, la Corte e tutti i Tribunali nel settore civile e la Corte ed il Tribunale di Cremona nel settore penale nella fase 2) addirittura di avere un numero di procedimenti definiti superiore a quelli di nuova iscrizione. Con la capacità poi di gestire una ripartenza sin dal 12 maggio effettiva, tornando in breve, sia pure utilizzando tutte le nuove strumentazioni dateci dalle leggi emergenziali emessi (ovvero udienze cartolari, da remoto, limitazioni di accesso), ad un’attività assimilabile a quella ordinaria.

I dati che commenteremo si riferiscono al periodo 1 luglio 2019 – 30 giugno 2020 e sono difficilmente comparabili a quelli degli anni precedenti perché risentono di una situazione del tutto eccezionale ed inedita, ma vanno comunque analizzati per individuare le tendenze in atto e per seguire e verificare con la massima attenzione se si tratta di tendenze momentanee o che si consolideranno nel futuro.

IL SETTORE CIVILE

Nel settore civile si è registrata una generale diminuzione dei procedimenti sopravvenuti più significativa presso la Corte di Appello di Brescia (- 25 %, dai 2646 del 2019 ai 1981 procedimenti - dato complessivo che comprende gli affari civili contenziosi, le controversie in materia agraria, lavoro e previdenza e volontaria giurisdizione) e comunque rilevante anche presso i quattro Tribunali del distretto (- 15 %, da 55373 a 46874). A ciò è corrisposto un’inevitabile diminuzione delle definizioni sia nella Corte (- 21,5 %, -2439 contro 3107) che nei Tribunali ordinari ( - 20, 4 %,da 57416 a 45737).

Da ciò è derivata una diminuzione delle pendenze presso la Corte di Appello (5002,

- 8,39 %), che continua il trend positivo dell’anno precedente, ed un aumento presso

(11)

i Tribunali (da 57416 a 45737, + 3,32, quando lo scorso anno avevamo avuto una diminuzione del 5,6% e l’anno precedente del 9,3%). Il range di aumento presso tutti i Tribunali del distretto, è comunque contenuto; presso il Tribunale di Bergamo è del 6,6% , rispetto alla diminuzione dell’8,8 dello scorso periodo, del 2,10 % presso il Tribunale di Brescia rispetto alla diminuzione del 2,8% dello scorso anno e del solo 2,04 % rispetto alla diminuzione del 14,2 del Tribunale di Cremona.

Solo presso il Tribunale di Mantova si è registrato un aumento delle pendenze del 12,72 %, determinato dalle forti vacanze di magistrati di cui ha sofferto (al 30 giugno 2020 si riscontravano ancora 4 scoperture, situazione che era ancora peggiore in precedenza).

Questa tendenza al calo di sopravvenienze andrà verificata per riscontrare se è episodica, determinata dalla pandemia (ovvero dal blocco dell’attività giudiziaria, ma anche dal complessivo arresto dell’attività produttiva nel paese), ovvero dalla crisi economica che spiega i suoi effetti anche nella diminuzione del numero di cause, dato che il contenzioso è anche sintomo di ricchezza e di vivacità economica.

I tempi medi di definizione dei procedimenti civili di cognizione ordinaria presso la Corte di Appello, calcolato sulle Sezioni Prima e Seconda Civile sono di 950 giorni (due anni e sette mesi) in aumento rispetto agli 865 giorni (due anni e mezzo) dello scorso periodo, con un aumento del 9,03%.

Sempre in Corte i procedimenti in materia di famiglia e minori vengono definiti nel tempo medio di 318 giorni per il contenzioso e di 198 giorni se di volontaria giurisdizione e le cause di protezione internazionale in 807 giorni se il procedimento è contenzioso e di 497 giorni se di volontaria giurisdizione.

Nei Tribunali del distretto la durata media della durata dei procedimenti di

cognizione ordinaria è inferiore ai tre anni previsti dalla Legge Pinto quale termine

ragionevole di durata del procedimento contenzioso in primo grado: 388 giorni

(12)

9

presso il Tribunale di Brescia, 561 presso il Tribunale di Bergamo, 390 presso il Tribunale di Cremona, 792 presso il Tribunale di Mantova.

Dati in ogni caso non soddisfacenti in particolare per quanto concerne la Corte di Appello ed i Tribunali di Mantova (ed in parte di Bergamo), ma dobbiamo tenere conto che il dato risente in negativo della definizione dei processi di più risalente iscrizione a ruolo che sono stati esauriti nell’anno, in ottemperanza a quanto previsto nel programma di smaltimento dei procedimenti arretrati e del rallentamento dell’attività nel periodo 9 marzo – 12 maggio 2020.

Così dalla stratigrafia storica delle cause di cognizione ordinaria pendenti presso le Sezioni Civili della Corte di Appello si ricava che i procedimenti di durata ultra biennale sono pari a 391 ovvero il 7.84%, importante decremento rispetto alla percentuale delle cause ultra biennali dello scorso periodo, pari al 15,90% e che presso i Tribunali del distretto la pendenza delle cause di durata ultra triennale (4076 iscritte ante il 2017 su 35430 pendenze) è sceso dal 13,64 % all’11,5 %.

Nel settore civile sono anche diminuiti i tassi medi di impugnazione delle sentenze di primo grado presso la locale Corte di Appello.

Il tasso medio di impugnazione delle sentenze pronunciate dai Tribunali del distretto nel periodi di riferimento è del 21,03 %, rispetto al tasso del 23,82 dell’anno 2018/2019 ed al 31,64 % dell’anno 2017/2018.

Tale riduzione si spiega facilmente con la diminuzione del tasso di appello delle

cause in materia di protezione internazionale, ove sono in esaurimento le cause

introdotte in primo grado anteriormente alla entrata in vigore decreto legge n. 13

del 17 febbraio 2017, convertito con la legge n. 47 del 2017 ha previsto l’istituzione

di Sezioni specializzate in materia di immigrazione, protezione internazionale e di

libera circolazione dei cittadini dell’Unione Europea, che ha escluso la ricorribilità in

(13)

appello dei provvedimenti pronunciati.

Le cause contenziose civili definite con sentenza dalla Corte di Appello (1446) sono state per 840 di conferma, pari al 58,09 %, per 268 di riforma totale pari al 15,21%

e per 249 di riforma parziale pari al 17,22%, (137, ovvero il 9,47% sono le sentenze con altro esito).

La Sezione Protezione Internazionale e Immigrazione della Corte di Appello, ha pronunciato 502 sentenze, delle quali 362 , pari al 72,11 % sono state di conferma , 56, pari all’11,16 % di riforma parziale e 72, pari al 14,34% di riforma totale, 12 pari al 2,39% sono state le sentenze con altri esiti.

Il tasso medio di impugnazione avanti la Cassazione delle sentenze pronunciate dalla Sezioni Civili della Corte di Appello è del 28 % in aumento rispetto al 21,60 % del periodo precedente.

Per la Sezione immigrazione del Tribunale la percentuale di impugnazione presso la Corte di cassazione è del 40%.

Per la Sezione famiglia della Corte il tasso di impugnazione presso la Corte di cassazione è del 21,95 %.

I risultati raggiunti che in assoluto e in astratto possono apparire deludenti sono da

valutarsi invece come eccellenti e pienamente giustificati in considerazione della

sospensione della attività giurisdizionale connessa alla emergenza sanitaria da Covid

19, che ha consentito, in ragione dell’art. 83 del D.L. del 17 marzo 2020 n. 18, il solo

compimento degli affari civili urgenti nel primo periodo e la ripresa della attività,

successiva al 12 maggio, con modalità da remoto o cartolari. Se si pensa che si

temeva che il lungo lock down con relativo blocco dell’attività ordinaria cagionasse

un forte aumento dell’arretrato tale da renderne difficile il recupero, dobbiamo

(14)

riscontrare come gli inevitabili danni sono stati contenuti oltre ogni più ottimistica previsione. Non solo, proprio l’epidemia, il contenimento imposto della mobilità e la diffusione per il personale dello smart working ha portato al definitivo affermarsi del Processo Civile Telematico con l’obbligo del deposito telematico degli atti, l’incentivazione dei pagamenti in via telematica, il lavoro ed il deposito da remoto (ora consentito anche al personale giudiziario), il progressivo abbandono delle copie di cortesia e della carta. Un salto di qualità da tempo preconizzato, ma che la drammatica fase che abbiamo attraversato ha reso definitivo.

IL SETTORE LAVORO

In materia di lavoro e previdenza il numero delle iscrizioni in primo grado è stato di 5652 (in diminuzione sui 6327 del 2019), ne sono stati definiti 5245 e le pendenze sono 4319, con una percentuale di aumento del 13 % rispetto al calo del 20,64 % dello scorso anno.

Presso la Corte di Appello, nonostante la scopertura di un posto in organico ed il decesso dell’unico giudice ausiliario, l’avv. Maritato che voglio anche in questa sede ricordare) è continuata la tendenza positiva di abbattimento delle pendenze: 306 contro le precedenti 320 (- 3,4 %). Ciò è anche derivato dal sensibile calo delle sopravvenienze, passate dalle 542 del periodo precedente alle 355 del periodo attuale e all’ottimo tasso di definizioni, giunto alle 369. I tempi medi di definizione sono aumentati da giorni 216 a giorni 280 dalla iscrizione pari a un anno e mezzo ed il tasso di impugnazione è del 23,99%.

Presso la Sezione Lavoro e Previdenza Sociale della Corte sono stati definiti 369

procedimenti, 190, pari al 51,49 % con conferma, 116 , pari al 31,44 % con riforma e

63, pari al 17,07 % con altro esito.

(15)

LA TUTELA DEI MINORI

Partendo dalle nude statistiche dobbiamo notare che presso il Tribunale dei minori nel settore civile sono aumentate sia le sopravvenienze che le definizioni, sono sopravvenuti 2315 procedimenti a fronte dei 2263 dello scorso periodo e ne sono stati definiti 2448 a fronte dei 1993 dell’anno 2018/2019.

Quanto invece al settore penale si assiste ad una sostanziale diminuzione delle iscrizioni - 827 contro 1204 (- 32 %) – a definizioni stabili (1.144 - - 1%), con una pendenza a fine periodo in netta diminuzione rispetto al dato dell’anno precedente (1137 contro 1454 procedimenti, - 22%).

Per ciò che concerne la Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni si registra un leggero aumento del 2% delle iscrizioni dei procedimenti a carico di noti: 1221 rispetto ai 1200 dell’anno precedente. Con un lieve calo delle definizioni:

968 rispetto ai 1103 dell’anno precedente (- 12%).

Ma se c’è un settore in cui la tradizionale lettura dei dati come numeri e tempi è

sbagliata e del tutto inadeguata è proprio quello minorile laddove il successo di un

procedimento non può essere valutato sulla base della sua celerità e/o della sua

definizione, ma dal risultato che si ottiene per il minore come cura, assistenza,

ausilio alla sua maturazione e sviluppo autonomo. Dati che i numeri non ci daranno

mai e che tradiscono la sottovalutazione istituzionale e culturale che ha l’intervento

minorile, non solo giudiziario, ma più in generale sociale, assistenziale, di sostegno

ed educativo. Questo è uno dei settori in cui i servizi sociali sono stati falcidiati dalle

politiche di taglio delle risorse, dove le famiglie che con generosità davano la loro

disponibilità per affidi e adozioni sono state accusate di fini non commendevoli e

dove anche tra noi, operatori del diritto, il settore minorile (come quello della

sorveglianza) vengono vissuti e visti come figli di un Dio minore. Se uniamo a questo

la drammatica chiusura delle scuole avvenuta per mesi (nel caso delle scuole

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superiori per quasi un anno) con effetti di aumento della dispersione scolastica, la conseguenza sarà di deprimere le giovani generazioni, di allontanare i giovani dalle istituzioni, di avere conseguenze di disagio e devianza che saranno molto più costose di quello che dovremmo investire sui servizi sociali, sulla cultura e sulla scuola.

L’Italia sta diventando e forse è già diventata un Paese per vecchi. Amara riflessione che deve costantemente accompagnarci.

IL SETTORE PENALE

Nel settore penale, nel periodo di riferimento e avuto riguardo ai dati globali del distretto, sono stati iscritti negli Uffici di Procura presso il Tribunale 48.782 nuovi procedimenti (a carico di noti) a fronte dei precedenti 50.164 (con un decremento del 2,8 %). Va però segnalato che i procedimenti iscritti per i reati di competenza DDA a carico di noti risultano essere ben 104, a fronte dei 73 dell’anno precedente, con un aumento del 42,00 %.

Procura ISCRIZIONI

Noti DDA Giudice di Pace TOTALE

Brescia 17.722 104 2.576 20.402

Bergamo 15.827 1.891 17.718

Mantova 5.680 536 6.216

Cremona 3.839 607 4.446

Totale 43.068 104 5.610 48.782

(17)

Il numero di notizie di reato pervenute ed iscritte è sostanzialmente stabile con piccole differenze in diminuzione (per Brescia e Cremona) o in aumento (per Bergamo e Mantova) per tutte le Procure. Anche il tasso di definizioni è stabile o in aumento e evidenzia come non si sia creato arretrato ed anzi si siano ridotte le pendenze (a Brescia 26.677 definizioni con una riduzione delle pendenze del 21,2

%, a Bergamo 17308 con una riduzione delle pendenze del 4,5 %, a Mantova 6694, – 9,5 %, a Cremona 5994, – 18,9 %) .

Per le Procure della Repubblica aventi sede nel distretto, il 52,7 % dei procedimenti a carico di noti viene definito entro sei mesi dall’iscrizione della notizia di reato, l'8,6

% tra sei mesi a un anno, l’8,1% tra uno e due anni, ed il 30,5% in oltre due anni.

Per quanto infine riguarda la Procura Generale di Brescia, va osservato che presso l’Ufficio sono stati iscritti 7 procedimenti di avocazione, e ne sono stati definiti 11, con pendenza di un solo procedimento, a fronte dei 5 dell'anno precedente.

Per ciò che concerne gli Uffici giudicanti di primo grado, il dato globale registra il totale complessivo di 56.612 procedimenti iscritti (a fronte di 54.114 procedimenti iscritti l’anno precedente) , 57.532 procedimenti definiti e una pendenza finale al 30 giugno 2020 di 67.674 procedimenti. Si osserva dunque , per ciò che riguarda gli uffici giudicanti di primo grado, una generale diminuzione delle sopravvenienze, sia per il rito monocratico che per il rito collegiale: risultano complessivamente iscritti 9.023 procedimenti monocratici e 468 collegiali , a fronte di 10.084 procedimenti monocratici e 522 collegiali del periodo precedente; risultano complessivamente definiti 409 procedimenti collegiali (- 15%) e 7.051 monocratici (-31 %), con un aumento dei procedimenti finali (581, +10% dibattimento collegiale; 12.309, +18%

dibattimento monocratico).

Per quello che invece riguarda gli Uffici GIP/GUP il dato puramente numerico è

traditore, perché al suo interno rientrano procedimenti di facile definizione (le

(18)

richieste di archiviazione), unitamente ad altri molto più complessi di grande delicatezza (richieste di rinvio a giudizio, riti alternativi e misure cautelari). Pertanto il dato relativo all’aumento delle pendenze (in particolare per Brescia e Bergamo) va preso con grande cautela. Tra l’altro presso questi Uffici, coerentemente con le funzioni a essi proprie, l’81,2 % dei processi si esaurisce entro sei mesi, il 9% tra sei mesi un anno, il 6,9% tra uno e due anni e solo il 2,8 % oltre due anni.

I tempi medi di definizione dei procedimenti collegiali presso le sezioni dibattimentali dei Tribunali, ove il numero di essi definito entro sei mesi è del 30,3

%, il 29,1% dei procedimenti viene definito tra sei mesi a un anno, il 31,1% tra uno e due anni e ed il 9,5% oltre due anni. Invece per quanto attiene al rito monocratico, il 39 % dei processi si definiscono entro sei mesi, mentre si definiscono in un periodo da 6 mesi a 1 anno il 21,4 %, tra uno e due anni si definiscono il 26,7% dei processi, e quelli definiti in oltre due anni sono il 12,9%.

Per ciò che concerne le tipologie del rito, emerge che nel distretto il 37,68% dei

procedimenti innanzi al tribunale in composizione monocratica viene definito con

rito alternativo (di cui 932 con applicazione di pena su richiesta e 736 con giudizio

abbreviato); innanzi al Tribunale in composizione collegiale la percentuale di

procedimenti definiti con rito alternativo scende al 17,12 % (di cui 12 con

applicazione di pena su richiesta, e 12 con giudizio abbreviato).

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Tribunale Iscritti Definiti Pendenti

Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari

Brescia 20.209 17.078 9.334 (6.663) + 40 %

Bergamo 10.916 9.503 5.486 (4.779) + 15 %

Mantova 4.056 3.271 2.535 (2.723) – 5 %

Cremona 4.398 4.352 3.251 (3.318) – 2 %

Dibattimento collegiale

Brescia 175 177 188 (193) – 3 %

Bergamo 197 158 268 (232) + 16 %

Mantova 57 54 81 (78) + 4 %

Cremona 39 20 44 (24) + 83 %

Dibattimento monocratico

Brescia 4075 3177 6.050 (5.177) + 17 %

Bergamo 2432 2121 2.747 (2.467) + 11 %

Mantova 1587 1009 2.321 (1.764) + 32 %

Cremona 881 697 1.148 (968) + 19 %

(Tra parentesi il dato relativo all’anno giudiziario 2018/2019)

(20)

17

Il dato generale che emerge è di una riduzione ancora più marcata delle definizioni con un aumento significativo delle pendenze in alcuni Uffici, in particolare per il dibattimento monocratico, dovendosi guardare non solo alle percentuali, ma anche ai numeri assoluti.

Per ciò che concerne la Corte di Appello, si è registrata una riduzione delle iscrizioni, passate da 2700 alle attuali 2.506. Sono stati definiti 3374 procedimenti (- 6%), con sensibile riduzione della pendenza finale, che si attesta a 4636, a fronte degli 5.504 dell’anno precedente, con costante forte erosione dell’arretrato, anche rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda i tempi medi di definizione presso le sezioni penali della Corte di Appello la durata media dei procedimenti si attesta sui 1353 giorni (oltre 3 anni). Il dato si spiega con l’alto numero di processi ultra triennali celebrati nell’ultimo anno giudiziario (ben 1303) nell’ambito del programma di esaurimento graduale dell’arretrato formatosi prima del 2015. Questi ritardi vanno in parallelo con la celerità che viene assicurata per i processi prioritari di più recente sopravvenienza. Basti pensare che delle sentenze nel periodo in esame ben 981 sono state pronunciate entro sei mesi dall’iscrizione in Corte e ben 537 entro l’anno.

L’incidenza della prescrizione sul totale dei procedimenti definiti risulta molto bassa per i procedimenti definiti con dibattimento collegiale per un totale del distretto dell’1,7%; la percentuale del distretto per i procedimenti monocratici si attesta per il distretto al 7,4%, per un totale dibattimento del 7,1%. Risulta invece un dato più elevato di incidenza della prescrizione presso l'ufficio Gip, con prescrizione del 20,1%

dei procedimenti iscritti a carico di noti, e del 13,1% presso l'ufficio di Procura. In

Corte il dato appare molto alto ed in aumento anche sugli anni passati: 975 ovvero il

29,44 % delle definizioni. Tale percentuale molto elevata si spiega agevolmente con il

fatto che le sezioni penali della Corte nel periodo di sospensione dell’attività

giudiziaria da marzo a maggio del 2020 nell’impossibilità di celebrare le udienze, si

sono dedicate a visionare e a definire i procedimenti più datati giacenti in Corte

(21)

pronunciando sentenze predibattimentali di prescrizione in tutti i casi in cui tale causa estintiva era immediatamente riscontrabile.

Nel settore penale gli effetti del lock down sulle sopravvenienze ( il che vuol dire sulla commissione dei reati) sono stati meno significativi rispetto al settore civile con il risultato di accentuare la crisi di un settore già in difficoltà. Diversi dati sono preoccupanti, come i tempi di definizione delle Procure (quel 30,5 % oltre i due anni), l’aumento delle pendenze in particolare di processi con il rito monocratico, la lontananza con cui vengono fissati i processi a citazione diretta, il numero significativo di processi definiti oltre i due anni (il 9,5 % dei processi con composizione collegiale ed il 12,9 % di quelli monocratici), l’arretrato ultra biennale tuttora giacente in Corte di Appello. Ma in questo caso i problemi non sono episodici, ma semplicemente il lock down e le difficoltà attraversate ben oltre il periodo 9 marzo – 12 maggio 2020 per celebrare processi in presenza, hanno ulteriormente evidenziato le criticità di un sistema che non funziona.

Troppi comportamenti sanzionati penalmente che privano di valore e di efficacia la

sanzione penale, una conseguente impossibilità di svolgere adeguate indagini per

ogni fattispecie, una carenza di risorse (senza assistenti, cancellieri, funzionari,

magistrati ed aule è impossibile eliminare l’arretrato ed aumentare le definizioni),

una procedura sempre cangiante e costellata di complicazioni e trabocchetti, riti

alternativi che non risultano appetibili. Un sistema a diverse velocità: rapidissimo

per i reati di strada (per cui si procede con rito direttissimo o immediato, spesso in

stato di detenzione), normale (per i reati di competenza collegiale che usufruiscono

del filtro dell’udienza preliminare), lento e certe volte casuale per la grande massa

dei processi per i reati a citazione diretta. Una situazione estremamente critica cui si

continua a non porre rimedio. Per quanto ci riguarda abbiamo preso tutte le

iniziative possibili con le Linee Guida distrettuali sui criteri di priorità riviste già due

volte, con la costante interlocuzione tra Uffici giudicanti e inquirenti per garantire

(22)

19

che ai Tribunali giunga un flusso di affari gestibile e reggibile, con la costante collaborazione con l’avvocatura, con la grande attenzione data alla qualità e non ai numeri e quindi anche all’esito dei procedimenti (onde evitare un esercizio dell’azione penale non ponderato che sfoci in prevedibili assoluzioni). E qualche risultato e merito l’abbiamo se dai dati nazionali risulta che siamo ai primi posti nazionali sia per quanto riguarda il c.d. debito Pinto ( nell’anno 2020 solo 2 richieste di cui 1 accolta per € 15.300), sia per l’ingiusta detenzione ( sempre nell’anno 2020 18 domande sopravvenute, di cui 7 trattate ed 1 sola accolta per € 5.800). Ma non basta, noi metteremo in atto tutti i possibili interventi per migliorare tempi e qualità, ma saranno sempre palliativi, perché solo il legislatore può intervenire con radicalità risolvendo i problemi riducendo il carico penale, rendendo appetibili i riti alternativi, semplificando il rito.

Gli interventi sinora pensati ed in campo non sono sufficienti ed alcuni casi addirittura controproducenti: pensare di riuscire a diminuire i tempi processuali per decreto o con minacce disciplinari non solo è fuori dalla realtà, ma significa addebitare falsamente ai magistrati i ritardi processuali e dare un potente messaggio per un produttivismo senza qualità, ove importante non è cercare di dare giustizia, ma definire in modo affrettato e con qualsiasi strada un procedimento.

IL TRIBUNALE DI SORVEGLIANZA ED IL CARCERE

Presso il Tribunale di Sorveglianza di Brescia sono stati definiti nel periodo in esame

5.418 procedimenti (6454 nell’anno precedente), con 6866 sopravvenienze. Il tasso

di definizione tra definiti e sopravvenuti è sceso dunque dal 99% del periodo

1/7/2018-30/6/2019 al 79% del periodo in esame 1/7/2019-30/6/2020.

(23)

Purtroppo il numero dei procedimenti definiti permane inferiore rispetto al numero di quelli sopravvenuti, in costante e sensibile crescita, con un conseguente e progressivo aumento della pendenza finale pari a 8724, rispetto al periodo precedente (7304).

Ciò si spiega con il fatto che con la pandemia, conseguente al Covid-19, si è provveduto alla trattazione dei soli procedimenti caratterizzati da urgenza e indifferibilità relativi prevalentemente a detenuti e, pertanto, vi è stato un incremento delle pendenze finali.

Per quanto riguarda l’Ufficio di Sorveglianza di Brescia risultano definiti 12.184 procedimenti (13.727 nell’anno precedente), e sopravvenuti 11.994 procedimenti (a fronte di 14027 nel periodo precedente).

Le sopravvenienze sono pertanto in diminuzione e pur a fronte di un numero di procedimenti definiti inferiore, le pendenze finali sono in diminuzione, pari a 2.990 (tasso di definizione pari a 102%), rispetto a 3.215 dell’anno precedente.

Il decremento delle sopravvenienze attiene in principalità all’esecuzione delle misure alternative “blindate” dalle determinazioni governative volte a contrastare e contenere l’emergenza da Covid-19 (sospensione immediata di tutti i permessi, semilibertà e lavori all’esterno del carcere). Il dato delle pendenze finali (2.990) in realtà è comprensivo delle 2.042 “misure in esecuzione”, rientranti impropriamente nel novero delle pendenze per mere esigenze informatiche e destinati ad estinguersi con il mero decorso del tempo corrispondente alla durata della pena in esecuzione.

Nell’Ufficio di Sorveglianza di Mantova, nei due semestri in valutazione sono stati

definiti in totale 5965 procedimenti (a fronte dei 6077 nel periodo precedente). I

procedimenti pendenti al 30/06/2019 erano pari a 1337, e quelle attualmente

pendenti al 30 giugno 2020 sono 980 (comprensivo di tutte le misure in esecuzione),

(24)

dovendosi osservare che i procedimenti sopravvenuti sono stati in netto calo, pari a 5609, rispetto ai 6521 dell’anno precedente.

Dati che comunque non sono onesti nel dare atto del grande lavoro svolto, senza mai alcuna interruzione o calo anche nel periodo del lock down, reso in totale sinergia con Procura generale, Procure del distretto e Direzioni degli istituti penitenziari teso ad alleggerire le pressioni interne alle carceri di Brescia, Bergamo, Cremona e Mantova, già afflitte dalla costante emergenza del sovraffollamento. Il contagio in carcere non è dilagato esclusivamente per le strategie organizzative attuate con tempestività.

Indice sovraffollamento 30 giugno

Istituti 2019 2020

BERGAMO CC 200,34 132,38 BRESCIA CC 201,06 151,08 BRESCIA VERZIANO

CR 170,83 151,08

CREMONA CC 115,27 92,13 MANTOVA CC 141,35 104,81

Tutti gli istituti, ancorché in misura differente, sono stati interessati da una riduzione della popolazione detenuta rispetto all’anno precedente, in ragione dell’emergenza sanitaria in atto per l’epidemia da Covid 19, che ha determinato un decremento del numero degli arresti e la contestuale dimissione di molti soggetti considerati a rischio.

Ciò non ha potuto evitare eventi critici, ben 1510. Tra questi risulta un suicidio nella

C.C. di Cremona avvenuto il 22/02/2020. I casi di tentativi di suicidio sono stati 21

mentre i gesti di autolesionismo 229. Inoltre si registrano 3 tentativi di evasione, uno

accorso il 23/08/2019 nella C.C. di Bergamo e due nella C.C. di Cremona: l’uno in

data 08/11/2019 e il secondo il 28/11/2019 tentato durante un ricovero ospedaliero.

(25)

ISTITUTI Eventi Critici nel 2020

BRESCIA Casa Circondariale 401

BRESCIA VERZIANO Casa di Reclusione 114

BERGAMO Casa Circondariale 442

MANTOVA Casa Circondariale 58

CREMONA Casa Circondariale 495

Quanto poi al sistema polimodulare di Rems provvisorie di Castiglione delle

Stiviere (il vecchio Ospedale Psichiatrico Giudiziario), il numero degli internati

presenti si è assestato sulle 160 unità quale capienza massima prevista per le 8 REMS

provvisorie. Invero, nonostante il lungo tempo trascorso dall’entrata in vigore della

Legge 81/2014 non sono ancora iniziati i lavori per la realizzazione/ristrutturazione

delle 8 REMS definitive previste nella Regione Lombardia, di cui 6 a Castiglione delle

Stiviere per complessivi 120 posti e 2 a Limbiate per ulteriori 40 posti (parrebbero

terminate tutte le procedure amministrative e, pertanto, sarebbe previsto l’inizio

delle opere nel giugno p.v.), numero di posti previsto per gli internamenti della

Regione Lombardia assolutamente insufficiente rispetto al reale fabbisogno. E’ ormai

acclarata l’ insufficienza dei complessivi 160 posti disponibili presso l’Istituto di

Castiglione dello Stiviere ove gli internati, definitivi e provvisori, accedono secondo il

sistema non codificato, e pertanto non accettabile, della “lista di attesa”. La

mancanza di immediata disponibilità di posti comporta, come conseguenza, la

permanenza in carcere o sul territorio di soggetti nei confronti dei quali è stato

ritenuto un profilo di pericolosità sociale contenibile solo mediante la applicazione

della misura di sicurezza detentiva da eseguirsi all’ interno della REMS. Situazione

ulteriormente peggiorata in tempo di pandemia da Covid-19. L’esperienza sul campo,

invero, maturata in questi lunghi cinque anni e mezzo, ha consentito di verificare

che solo mantenendo in via definitiva i 160 posti di Castiglione delle Stiviere, oltre ai

(26)

23

40 posti di Limbiate, sarebbe possibile eliminare la lista d’attesa con beneficio sia per la sicurezza della collettività che per la tutela del diritto alla salute mentale dei pazienti autori di reato (al 30 giugno 2020 risultavano in lista di attesa 24 persone + 4 a fine pena contro i 19 + 4 di un anno prima).

Presenze al 30/06/2020

Misura di

sicurezza provvisoria

Misura di sicurezza

definitiva Totale presenze

Maschi 32 104 136

Femmine 5 14 19

Liberi * 2

Totale 37 118 157

* Si tratta di due pazienti che hanno esaurito il correlato di pericolosità, in attesa del reperimento di una residenza psichiatrica

Un quadro complessivo del tutto insoddisfacente. L’epidemia ed il suo dilagare

potevano essere l’occasione per una riflessione sul nostro sistema punitivo, sulla sua

debolezza e sulla sua scarsa efficacia sia quanto alla rieducazione del condannato,

sia quanto alla tutela della collettività. Tra l’altro proprio il lock down ed i divieti

introdotti per la circolazione hanno evidenziato come misure abitualmente ritenute

blande e di scarso effetto (come gli arresti domiciliari o gli obblighi ed i divieti di

dimora) quando le provi si dimostrano come fortemente afflittive. Le misure

legislative che hanno portato ad un allentamento della pressione sulle carceri sono

state sicuramente utili, ma ancora insufficienti ad assicurare nell’immediato un

allontanamento del pericolo di contagi e nel futuro a darci un carcere umano, che

sia extrema ratio nel quadro di un catalogo di misure punitive che puntino sul

trattamento individuale e sul recupero della persona.

(27)

Ipotesi perdenti a fronte della propaganda che troppo spesso accompagna ogni

ragionamento sul carcere. Ma proprio la vicenda delle REMS di Castiglione dello

Stiviere, dove in un settore di grande delicatezza per la tutela dei singoli e per la

protezione della società, i lavori per rendere idonea la struttura destinata a ospitare

e curare chi con comportamenti rilevanti penalmente manifesta disagio psichico

sono cominciati con anni di ritardo e non sono nell’agenda delle urgenze, dimostra

quanto poco interessino gli interventi quotidiani di buona amministrazione che

possono fare far passi avanti a tutta la nostra collettività.

(28)

25

GLI UFFICI DEL GIUDICE DI PACE E LA MAGISTRATURA ONORARIA

L’attività degli Uffici del Giudice di Pace ha indubbiamente risentito in modo significativo del lock down e della conseguente sospensione, aumentando le pendenze ed accumulando un arretrato contenuto. Ma dai numeri che ricaviamo anche in questo caso va detto che si tratta di situazioni facilmente recuperabili e di un risultato già estremamente positivo, se si tiene conto della fortissima scopertura di organico di magistrati (22 su 73) che questi Uffici vivono e di organici amministrativi irrisori e sempre scoperti (50 addetti complessivi per tutti gli uffici di giudice di pace del distretto, di cui solo 39 coperti).

Tav. 1.2c - Procedimenti civili iscritti, definiti e pendenti a fine periodo nell'A.G. 2019/2020. Dettaglio materie di competenza del Giudice di Pace [3/3].

Uffici del Giudice di Pace raggruppati per circondario

Opposizioni alle sanzioni

amministrative Cause relative ai beni mobili Risarcimento danni

circolazione Ricorsi in materia di

immigrazione

Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali

Totale Circondario di

Bergamo 613 573 1.180 646 356 1.575 104 99 523 65 34 176

G.P. di Bergamo 299 294 959 520 249 1.478 83 77 486 65 34 176

G.P. di Grumello

del Monte 148 141 135 52 41 48 12 17 27

G.P. di Treviglio 166 138 86 74 66 49 9 5 10

Totale Circondario di

Brescia 973 990 964 433 428 1.543 181 168 501 118 126 194

G.P. di Brescia 937 971 943 419 420 1.531 179 166 498 118 126 194

G.P. di Chiari 36 19 21 14 8 12 2 2 3

Totale Circondario di

Cremona 415 339 238 67 76 56 69 61 79 31 22 11

G.P. di Cremona 329 263 192 39 39 37 54 46 65 31 22 11

G.P. di Crema 86 76 46 28 37 19 15 15 14

Totale Circondario di

Mantova 737 489 866 47 48 92 132 128 233 25 10 30

G.P. di Mantova 737 489 866 47 48 92 132 128 233 25 10 30

Totale Sedi rispondenti nel

Distretto 2.738 2.391 3.248 1.193 908 3.266 486 456 1.336 239 192 411

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Tav. 2.4 - Procedimenti penali iscritti, definiti e pendenti nell'A.G. 2019/20120. Sedi degli Uffici del Giudice di Pace

Uffici del Giudice di Pace raggruppati per circondario

Materia A.G. 2019/2020 A.G. 2018/2019

Variazione percentuale A.G. 2019/2020 vs. A.G.

2018/2019

Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali Iscritti Definiti Finali

Circondario di Bergamo 1.935 2.222 2.265 2.503 2.396 2.858 -23% -7% -21%

Sezione dibattimento 1.218 1.321 2.078 1.873 1.880 2.488 -35% -30% -16%

Sezione GIP - NOTI 717 901 187 630 516 370 14% 75% -49%

Circondario di Brescia 3.658 3.204 1.183 5.236 5.003 766 -30% -36% 54%

Sezione dibattimento 911 484 971 616 540 543 48% -10% 79%

Sezione GIP - NOTI 2.747 2.720 212 4.620 4.463 223 -41% -39% -5%

Circondario di Cremona 524 554 187 965 988 220 -46% -44% -15%

Sezione dibattimento 234 271 171 527 552 211 -56% -51% -19%

Sezione GIP - NOTI 290 283 16 438 436 9 -34% -35% 78%

Circondario di Mantova 679 520 1.117 1.080 651 958 -37% -20% 17%

Sezione dibattimento 291 234 421 501 359 364 -42% -35% 16%

Sezione GIP - NOTI 388 286 696 579 292 594 -33% -2% 17%

Questi dati confermano l’importanza e l’essenzialità dell’apporto della magistratura onoraria (ivi comprese tutte le diverse figure in cui la magistratura onoraria si articola) che del resto in tutti i Paesi d’Europa ha un ruolo fondamentale e complementare nella risposta alla domanda di giustizia.

Sappiamo che è un periodo travagliato per la magistratura onoraria dove la

riforma attuata con il Decreto Legislativo 13 luglio 2017 n.116, che ha avuto il

merito di adottare uno statuto unico dei magistrati onorari, superando il

vergognoso sistema di continue proroghe che si era trascinato dopo il giudice

unico di primo grado, non ha ancora risolto il problema del loro status, né sotto il

profilo retributivo, né sotto quello assicurativo. I nodi che ancora esistono, anche

se molte norme entreranno in vigore solo quest’anno, vanno affrontati subito. Sia

(30)

27

quanto al tema dello status (anche come tutela previdenziale e sanitaria) e dei compensi per i magistrati onorari, sia quanto al ruolo loro riservato che, dopo un primo periodo passato presso l’Ufficio per il processo, vede per i giudici onorari di pace una possibilità limitatissima, che in concreto diventerà del tutto eccezionale, sia di assegnazione dei procedimenti in Tribunale (con esclusione tassativa di molte materie e comunque subordinata a condizioni eccezionali quali il tasso di scopertura di organico, le pendenze ultra triennali e il carico di lavoro del singolo magistrato), sia di partecipazione ai collegi. Superare l’attuale situazione di precarietà e garantire un solido e costante apporto complementare della magistratura onoraria al funzionamento della giustizia sono gli obiettivi che speriamo vengano perseguiti e soddisfatti.

VOLARE ALTO E PENSARE AL FUTURO

L’epidemia in corso ha messo a nudo nostre arretratezze e carenze e potrebbe essere l’occasione per far diventare la crisi momento di riflessione, cambiamento e rilancio. Non dobbiamo perdere questa occasione, unendo interventi immediati con una visione della giustizia che vorremmo nel futuro.

Facendo un bilancio di come abbiamo affrontato nel nostro distretto una del tutto inaspettata epidemia possiamo essere soddisfatti: abbiamo adottato rigorose cautele sanitarie che ci hanno consentito di limitare al minimo il contagio e di continuare la nostra attività in sicurezza, abbiamo continuato il nostro servizio giustizia con continuità, magari rallentando, ma ottenendo risultati, che oggi abbiamo esposto, di cui essere fieri, abbiamo prospettive di costante miglioramento.

Abbiamo sperimentato nuovi istituti (le udienze con trattazione scritta, le udienze

camerali senza presenza nell’appello penale, le camere di consiglio da remoto) e

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nuove modalità (le udienze da remoto, le comunicazioni via PEC, il deposito obbligatorio in PCT degli atti civili) che almeno in parte si sono rivelate di grande interesse e tali da poter diventare preziose indicazioni per il futuro.

Questo in una situazione di perenne sottodimensionamento degli organici di magistrati e personale e di ampia scopertura degli stessi. Tutte le comparazioni con le medie nazionali ci vedono con carichi di lavoro per magistrato o per addetto amministrativo superiori, spesso enormemente superiori. Al riguardo dobbiamo rappresentare la delusione per l’insufficiente aumento di organico dei magistrati per gli uffici del distretto di cui al D.M.15 settembre 2020 ( che ha aumentato di 16 unità gli organici del nostro distretto di cui 11 giudicanti e 5 requirenti). Nel contempo dobbiamo esprimere la soddisfazione per i nuovi concorsi e selezioni effettuate ed in corso, in larga parte a livello distrettuale ( quindi garantendo una stabilità e permanenza) per diversi profili professionali del nostro personale giudiziario (direttori amministrativi, funzionari, cancellieri, operatori). Personale di cui abbiamo assoluto bisogno.

Non si tratta di lamentarsi, ma di sottolineare i meriti degli operatori di questo distretto e di rivendicare le necessità di ulteriori risorse che qui verrebbero bene utilizzate e porterebbero in breve tempo frutti.

Se in questa fase abbiamo retto dobbiamo dire anche grazie alla nostra avvocatura

che si è adeguata a condizioni di lavoro difficili e che soffre anch’essa della crisi

economica che sta attanagliando il nostro Paese. Una collaborazione essenziale e

strategica che dovrà vedere anche da parte nostra un riscontro con l’immediato

pagamento delle spese di giustizia sia agli avvocati che ai professionisti, le cui

prestazioni sono essenziali per il buon andamento della giustizia. Mentre per il

pagamento dei contratti più vari (dalla manutenzione dei Palazzi, alle diverse

forniture dei materiali) siamo esemplari come tempi di pagamento (sfatando luoghi

comuni che circondano le pubbliche amministrazioni), sulle spese di giustizia siamo

(32)

29

spesso in ritardo. Non possiamo permettercelo e il pronto adempimento a quanto dovuto anche in questo settore sarà per il prossimo anno una delle nostre priorità.

Ma più in generale è tempo di essere coraggiosi e di ripensare la giustizia che vorremmo: una giustizia più vicina ai cittadini, più fruibile, più comprensibile, più equa. L’epidemia ha sconvolto tutti i nostri parametri e dovremmo cercare di trasformare la crisi in occasione.

Abbiamo un impegno che dobbiamo prendere in particolare davanti alle migliaia di concittadini che ci hanno lasciato, non solo quello di andare avanti nel nostro lavoro, al di là del contagio e delle difficoltà che quotidianamente incontriamo, ma quello di avere l’ambizione, una volta finita questa drammatica epidemia, di tornare non alla precedente normalità, magari un po’ ammaccata e peggiorata, ma ad una giustizia migliore che sia per tutti, operatori e cittadini ampiamente soddisfacente.

E’ questo l’impegno che ci prendiamo per il prossimo anno.

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Relazione

sull'amministrazione della Giustizia

nell'anno 2020

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SOMMARIO

SOMMARIO ... 1 UNA PREMESSA DOVEROSA ... 2 1. - LA SITUAZIONE DELLE RISORSE UMANE – PIANTE ORGANICHE, PRESENZE EFFETTIVE E PERCENTUALI DI SCOPERTURA ... 3

1.1-IMAGISTRATI ... 3

1.2-IL PERSONALE AMMINISTRATIVO ... 5

LE RISORSE UMANE DEL DISTRETTO DELLA CORTE DI APPELLO DI BRESCIA. ... 5

2. – LO STATO DELLE RISORSE MATERIALI E DEGLI STRUMENTI INFORMATICI ... 8 3. – I DATI STATISTICI PIU’ RILEVANTI ... 9 4. - I TEMPI MEDI DI DEFINIZIONE ... 25

4.1.-SETTORE CIVILE E LAVORO ... 25

4.2.-SETTORE PENALE ... 26

5. - IL TASSO DELLE IMPUGNAZIONI ... 27

5.1- IL SETTORE CIVILE; ... 27

6. - REALIZZAZIONE ED EFFETTI DELLE PIU’ RECENTI RIFORME E PROBLEMATICHE DI MAGGIORE RILIEVO ... 28

6.1-SETTORE CIVILE ... 28

6.2-SETTORE PENALE ... 29

7. - MISURE ORGANIZZATIVE ADOTTATE PER IL PIU’ EFFICACE FUNZIONAMENTO DEGLI UFFICI – PROGRAMMI PREDISPOSTI PER LA RIDUZIONE DELL’ ARRETRATO ... 31

7.1-SETTORE CIVILE ... 31

7.2- SETTORE PENALE ... 35

8. - IL PROCESSO TELEMATICO - LIVELLI DI ATTUAZIONE ... 37

8.1-IL PROCESSO TELEMATICO CIVILE ... 37

8.2 IL PROCESSO TELEMATICO PENALE ... 41

9. - LA SITUAZIONE CARCERARIA ... 43

9.1 IL MOVIMENTO DEI DETENUTI ... 43

9.2 SISTEMA POLIMODULARE DI REMS PROVVISORIE DI CASTIGLIONE DELLE STIVIERE ... 44

9.3 AMBITO DI APPLICAZIONE DELLE MISURE ALTERNATIVE ALLA DETENZIONE E DEGLI ISTITUTI DEFLATTIVI NONCHE MISURE DI SICUREZZA E RIABILITAZIONI

... 46

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