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2. Dall’oppressione alla libertà: la nascita e lo sviluppo della tongzhi e ku’er

2.1 Profilo storico e socio-culturale: dall‘occupazione nipponica fino ai giorn

L‘isola di Taiwan, ribattezzata dai portoghesi Formosa, si trova a circa novanta miglia al largo della costa meridionale cinese, di fronte alla regione del Fujian 福建. L‘isola viene dapprima colonizzata dagli olandesi e per un breve periodo dagli spagnoli nel corso del XVII secolo. In seguito, nello stesso secolo, un flusso di immigranti di etnia Han, provenienti per gran parte dalla provincia cinese del Fujian, raggiungono l‘isola attraverso lo Stretto di Formosa.

Nel 1684 Taiwan viene formalmente annessa all‘impero Qing, diventando una prefettura dalla provincia del Fujian. L‘isola resta sotto il dominio Qing fino al termine della Prima guerra sino-giapponese (1984-1985), al termine della quale l‘impero celeste cede la sovranità dell‘isola di Taiwan e delle isole Penghu al Giappone, per mezzo del trattato di Shimonoseki. Nel 1895, si apre così per l‘isola di Taiwan il periodo di occupazione giapponese.

Durante le prime decadi di governo giapponese si registrano importanti innovazioni nel campo delle infrastrutture del paese, marcando il primo periodo di colonizzazione giapponese come alquanto pacifico e florido per l‘isola. Gli anni Trenta del secolo scorso, invece, portano allo scoppio della Seconda guerra sino-giapponese (1937-1945) e ad un successivo indurirsi del controllo giapponese sull‘isola:

A partire dal 1937, quando furono aperte le ostilità contro la Cina, il controllo dei giapponesi sull‘isola divenne ancora più severo, i governatori generali tornarono a essere dei militari e fu lanciata la

kōminka (huangminhua 皇民化 in cinese) un movimento di assimilazione

forzata volto a trasformare i taiwanesi in veri sudditi imperiali, recidendo i loro legami con la madrepatria cinese attraverso l‘imposizione della lingua e dello stile di vita giapponese56.

Una nuova tappa significativa nella storia dell‘isola è segnata dal termine della sanguinosa Seconda guerra mondiale. I giapponesi, usciti sconfitti da questo conflitto, sono costretti a cedere l‘isola. Dopo mezzo secolo di occupazione nipponica, il 25

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ottobre 1945, Taiwan ritorna dunque ufficialmente sotto il controllo cinese. Questo ritorno, dopo anni di dominio nipponico, non avviene senza alcun attrito e la situazione non si stabilizza fino al termine del 1949. Numerose sono le escalations di violenza che vengono registrate da parte degli agenti governativi dell‘isola ai danni della popolazione autoctona.

L‘evento che segna più di tutti la memoria di quegli anni accade il 28 febbraio 1947. Quel giorno, gli agenti governativi sequestrano la merce di una venditrice ambulante di sigarette senza licenza. La violenza inaudita con cui gli agenti si accaniscono contro questa donna causa l‘indignazione dei presenti. Questo episodio costituisce così il “casus belli” per la rivendicazione dei soprusi a cui da tempo erano esposti gli abitanti dell‘isola: ―da quel momento per vari giorni gruppi di popolazione locale si lanciarono all‘attacco di uffici governativi, stazioni radio, stazioni della polizia, uccidendo anche molti continentali.‖57

Nel dicembre del 1949, dopo la sconfitta delle sue truppe a opera dei comunisti, il governo nazionalista della Repubblica di Cina (ROC) si ritira a Taiwan, sotto la guida del presidente Jiang Jieshi 蒋介石 (1887-1975), fuggito in aereo dalla Cina dopo la disfatta contro la forza comunista. La fuga di Jiang Jieshi sull‘isola è stata veloce e per lo più impreparata. Da parte del suo leader e del governo della ROC infatti, non vi è alcuna intenzione di stabilirsi permanentemente sull‘isola. La permanenza a Taiwan è vista come un modo per riformare le truppe e ripartire alla conquista dell‘intero terrirorio cinese. Anche per questo motivo, la struttura dello stato non viene intaccata, tuttavia viene emesso il Decreto d‘Emergenza (jieyan 戒严) che rende attiva la legge marziale sull‘isola.

Jiang Jieshi e il governo della ROC trovano inizialmente negli Stati Uniti un valido alleato. Nel 1950 questi ultimi intervengono per neutralizzare lo stretto di Formosa, onde evitare un attacco da parte della Cina continentale. Nel 1954 viene poi siglato il trattato di difesa fra la ROC e gli Stati Uniti, assicurando così il sostegno economico e militare al governo della ROC da parte degli americani. Nei due decenni di ―protettorato‖ americano Taiwan vive un periodo di fioritura economica, che porta non solo alla costruzione di infrastrutture, ma avvia anche il processo di modernizzazione dell‘isola.

L‘arrivo degli anni Settanta porta a significativi mutamenti nella struttura sociale

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taiwanese. La forte espansione economica in atto, infatti, alimentata dal generoso contributo e sostegno americano, portano a importanti fenomeni di cambiamento sociale quali l‘urbanizzazione, il declino della produzione agricola e la crisi delle aree rurali. Inoltre, negli stessi anni Taiwan entra all‘interno di una profonda crisi democratica che conduce ad ulteriori cambiamenti al termine del decennio successivo. Nel 1972 il presidente degli Stati Uniti Richard Nixon si dirige in visita a Pechino. L‘incontro fra il

leader della Repubblica Popolare Cinese (RPC) e il leader americano rappresenta la

fine del gelo fra queste due nazioni e l‘inizio di un nuovo percorso diplomatico. L‘apice di questa nuova apertura giunge nel 1978, con la normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e RPC e le conseguenti interruzioni fra il governo di Washington e quello di Taipei. Inoltre, da parte delle Nazioni Unite, viene ufficialmente riconosciuto il governo della RPC come unico governo cinese legittimo, facendo automaticamente decadere i seggi che originariamente erano stati occupati da rappresentanze taiwanesi.

Lo scenario politico e socio-culturale che si presenta nel corso degli anni Settanta a Taiwan non è quindi dei migliori, soprattutto dopo i due decenni di forte spinta economica americana. A questo punto, il governo dell‘isola, onde evitare il tracollo economico, incoraggia nuovi investimenti esteri, aprendo il mercato a nuovi attori internazionali. Questa mossa risulta essere di particolare e piuttosto immediata efficacia, portando l‘isola ad una rapida crescita economica, incoraggiando e sostenendo così lo sviluppo industriale e commerciale.

Nel 1978 Jiang Jingguo蒋经国(1910-1988)figlio di Jiang Jieshi, viene eletto presidente della Repubblica di Cina. Fin dagli inizi, il neoeletto Jiang Jingguo si trova di fronte ad una situazione politica e sociale complessa, segnata dalle turbolenze dell‘ultimo decennio. Per legittimare il proprio potere e mantenere parte del consenso del popolo taiwanese, Jiang Jieshi si trova quasi ―costretto‖ ad avviare il processo di democratizzazione dell‘isola. I primi passi compiuti verso questa direzione sono il riconoscimento del movimento dangwai58 党外(extrapartitico) a vero e proprio partito

58 ―Il clima di impegno e di fermento sociale che caratterizzò gli anni ‘70, spinse i taiwanesi a interessarsi maggiormente alla vita politica del proprio paese e a prenderne parte attivamente. Poiché questa attività spesso non si riconosceva nell‘ideologia dell‘unico partito allora esistente, quello nazionalista, e dal momento che vigeva il divieto di creare nuovi partiti politici, si andò formando un movimento definito dangwai 党外 (extrapartitico) i cui candidati, già nelle elezioni del 1977, ottennero un discreto risultato. Ben presto il movimento si divise in due correnti, l‘una più moderata e l‘altra più radicale riunita intorno all‘ex prigioniero politico Shi Mingde 施明德(1941-)e agli altri scrittori Wang Tuo e Yang Qingchu, tutti legati alla rivista Meilidao 美丽岛 (Formosa). Ibidem, cit., pp. 108-109.

politico e l‘abolizione della legge marziale, introdotta dal padre al momento del suo arrivo sull‘isola. Nel 1986 il movimento dangwai viene quindi ufficialmente riconosciuto come partito politico con il nome di Minjindang 民 进 党 (Partito democratico progressista). La legge marziale viene abolita il 15 luglio 1987. Con la sua abolizione vengono ripristinate le libertà civili e politiche dei cittadini, ristrette originariamente dal Decreto d‘Emergenza (jieyan) emanato da Jiang Jieshi. In seguito viene anche emanata la riforma sulla libertà d‘assemblea e di pubbliche dimostrazioni, che sancisce la conseguente libertà d‘associazione.

L‘ultima tappa fondamentale nella storia di Taiwan è costituita dalle elezioni politiche del 2000. Chen Shuibian 陈水扁(1950-), leader del Partito democratico progressista, porta il Minjindang alla vittoria, diventando in questo modo il primo presidente della Repubblica di Cina non appartenente al Guomindang 国民党 (Partito nazionalista).

2.2 Profilo letterario: la produzione letteraria taiwanese nel periodo