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Certificazione di sistema o certificazione di prodotto Nel settore forestale, come in altri settori economici, gli schemi di certificazione volontaria si applicano al-ternativamente al sistema di gestione o al prodotto e alla sua filiera. La costruzione di uno schema fa riferi-mento alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17021:2017 per il sistema di gestione e alla norma UNI CEI EN ISO/IEC 17065:2012 per la certificazione di prodotto.

Più recentemente, la certificazione di prodotto si è ar-ricchita della norma ISO 38200:2018, che offre la pos-sibilità di certificare la catena di fornitura e commer-cializzazione (chain of custody - CoC) del legno, con-sentendo la tracciabilità dei prodotti al fine di fornire prove della loro origine e conformità ai requisiti legali.

Benché il settore primario della gestione forestale sia escluso dall’applicazione dello standard, ISO 38200 è applicabile a vari prodotti legnosi e derivati a parti-re dalla fase successiva all’abbattimento e costituisce uno strumento utile per dimostrare la gestione respon-sabile delle risorse e la loro provenienza legale.

Lo schema così costituito può quindi facilitare le comu-nicazioni business-to-business, fornendo un’imposta-zione comune alle aziende della filiera legno/carta.

Al pari dei sistemi privati e obbligatori, lo standard ri-chiede l’applicazione di un sistema di Dovuta Diligen-za (Due Diligence System o DDS), basato su tecniche di gestione del rischio di tutto il materiale che entra nella filiera.

Non sono previsti diritti di licenza per l’uso del logo, sicché le aziende possono utilizzare loghi ed etichette, previa concessione del proprietario del marchio.

Attualmente gli standard privati FSC® e PEFC™ offro-no possibilità per il proprietario di apporre il logo sul legname proveniente dai propri boschi certificati per la GFS. La certificazione della GFS rappresenta infatti il presupposto fondamentale per la CoC. “A valle” del bo-sco certificato, il logo FSC® o PEFC™ viene trasferito dai soggetti della filiera di utilizzazione del legname che godono di certificazione, fino al consumatore finale.

Tracciabilità e due diligence

Il denominatore comune di tutti i sistemi di certifica-zione della CoC è rappresentato dal DDS, ovvero dal sistema di verifica della legalità dei prelievi legnosi dal bosco.

L’organizzazione che si dovesse certificare BIOΔ4, es-sendo costituita da un proprietario forestale, si trova in cima alla filiera ed è quindi in grado, in fase di vendita,

di esibire agevolmente tutta la documentazione neces-saria a garantire il rispetto della due diligence, anche nel caso in cui il lotto boschivo sia venduto in piedi e il proprietario non si configuri come operatore EUTR.

Ne consegue che, dati gli obblighi EUTR, eventualmen-te ineventualmen-tegrati dagli impegni volontari assunti nell’ambito di un sistema di catena di custodia FSC o PEFC, l’ado-zione dello schema BIOΔ4 non implichi la predispo-sizione di un’ulteriore procedura di implementazione della due diligence.

Il Piano di riassetto: un requisito fondamentale La volontà di fissare come obiettivo della certificazio-ne la provenienza del legno da boschi caratterizzati da una gestione che ne preservi una elevata biodiver-sità implica l’esigenza di delimitare le aree di origine di una siffatta materia prima.

Il sistema assestamentale attualmente in vigore rap-presenta l’unico riferimento sia per quanto riguarda la suddivisione della proprietà forestale in unità di gestione (particelle forestali), sia per quanto attiene alla metodologia di raccolta dei dati dendrometrici ed ecosistemici, alla pianificazione degli interventi e alla cadenza di controllo dei parametri ad esse riferiti.

Lo schema di certificazione della biodiversità può dun-que innestarsi sull’esistente impianto della certifica-zione di origine del legno da boschi gestiti in maniera sostenibile, sviluppando un nuovo aspetto della valu-tazione della bontà della gestione che qualifica l’ori-gine del legno.

Nel corso dei lavori di revisione del piano di riassetto di una proprietà è dunque possibile individuare quelle aree che, in virtù della tipologia forestale prevalente, della sua evoluzione potenziale e degli obiettivi di gestione selvicolturale, sono meritevoli di particolare attenzione sotto l’aspetto dell’elevato livello di biodi-versità riscontrato in fase di rilievo.

Il protocollo di certificazione della biodiversità affian-cherebbe quindi l’esistente sistema di gestione della proprietà, integrandone i contenuti senza stravolgerne né le procedure di autorizzazione, né l’attuazione dei programmi e il controllo dei risultati.

Sotto l’aspetto operativo, il sistema si fonda sulla ve-rifica dell’adempimento da parte della proprietà can-didata di requisiti preliminari di sistema, sintetizzabili nell’esistenza di un piano di gestione che contempli la determinazione, per ciascuna unità di gestione, di un valore di biodiversità ottenuto dalla misura degli specifici indicatori messi a punto nell’ambito del pro-getto.

Il livello di biodiversità di ciascuna unità gestionale è stato determinato tramite l’indicatore sintetico BIOΔ4, calcolato tramite sommatoria dei 12 indicatori riferi-ti ai vari elemenriferi-ti della biodiversità (cap x). In questo modo è possibile distinguere le particelle ad elevata soglia rispetto a quelle che, per caratteristiche naturali

intrinseche e/o scelte di conduzione, non possono pre-vedibilmente raggiungere la baseline prefissata dallo standard di certificazione.

Sulla base dell’indicatore sintetico BIOΔ4, il piano di gestione permette al proprietario di proporre per ciascuna particella gli obiettivi di mantenimento/mi-glioramento della biodiversità e le misure concrete da attuare per il raggiungimento di tali obiettivi entro l’arco temporale di validità del piano, predisponendo eventuali scadenze intermedie di monitoraggio di quei parametri che evolvono con maggior rapidità.

La revisione periodica del piano consente di constata-re il risultato della gestione e individuaconstata-re le eventuali azioni correttive nella prospettiva del miglioramento continuo delle performance di biodiversità del com-prensorio.

Quale parte della proprietà assestata certificare Nell’ambito dell’elaborazione della metodologia di applicazione degli indicatori alla realtà forestale can-didata alla certificazione della biodiversità è stato necessario compiere una prima scelta strategica: cer-tificare la sola parte della proprietà sottoposta a ge-stione attiva o sottoporre allo screening BIOΔ4 tutta la proprietà, comprese le particelle non in gestione (es.

particelle di protezione o ambiti di tutela).

Si è optato per applicare gli indicatori BIOΔ4 di gestio-ne della biodiversità all’intera proprietà assestata, in modo da far corrispondere un certificato ad un intero particellare forestale amministrato dal medesimo pro-prietario: ad un certificato di biodiversità corrisponde un piano di riassetto forestale.

Scopo dello standard BIOΔ4

Lo scopo dello schema di certificazione della biodiver-sità consiste nel mettere a disposizione del proprieta-rio forestale uno strumento di facile applicazione, in grado di fornire una metodologia rigorosa e attendi-bile per la determinazione del livello di biodiversità del bosco e per la verifica della coerenza delle azioni intraprese rispetto all’obiettivo di mantenimento e mi-glioramento di questo aspetto della gestione forestale sostenibile.

Il set di indicatori proposto valuta la biodiversità po-tenziale dell’ecosistema, in quanto considera la com-ponente ecologica come la “casa”, il “contenitore” che, tenuto conto delle caratteristiche misurate, si presume possa garantire le condizioni per ospitare la varietà biologica attesa.

È sulla biodiversità potenziale che agiscono diretta-mente gli interventi di gestione attiva del bosco opera-ti dal proprietario.

Il sistema autoportante BIOΔ4

L’approccio è quello tradizionale del PDCA, il quale guida l’implementazione del sistema attraverso i con-sueti steps del “Plan, Do, Check, Act”.

La coerenza della prassi di conduzione della proprie-tà certificata nella prospettiva di mantenimento/mi-glioramento dell’indice di biodiversità viene valutata attraverso gli indicatori gestionali, che dunque defini-scono l’effetto dell’attività antropica sulla biodiversità potenziale.

La checklist (CL), mediante la quale l’auditor interno dell’organizzazione candidata/certificata e l’ispettore dell’ente di certificazione testano il sistema per verifi-carne la conformità allo standard, discende dalla for-mulazione degli indicatori di stato e gestionali, i quali, a loro volta, sono l’oggetto rispettivamente dell’istrut-toria di prima certificazione (o di rinnovo periodico) e della sorveglianza annuale.

La CL costituisce anche la base del programma di for-mazione dell’ente di certificazione, il quale prepara i propri ispettori alla verifica degli aspetti e delle evi-denze documentali segnalati dalla CL.

Indicatori di stato e indicatori di gestione

Lo standard si articola su una griglia di valutazione co-stituita da indicatori di stato e indicatori di gestione.

I 12 indicatori di stato descrivono le componenti del-la biodiversità, quantificandole e cdel-lassificandole.

Nell’ambito del calcolo dell’indicatore sintetico BIOΔ4, rappresentato dalla media ponderata degli indicatori, a ciascun indicatore viene attribuito un peso.

Tali indicatori forniscono una “istantanea” della bio-diversità caratterizzante il bosco e costituiscono l’og-getto della prima verifica ispettiva di certificazione, la quale deve accertare se, in seguito all’applicazione del set di indicatori di stato alla proprietà candidata, l’in-dicatore sintetico di biodiversità raggiunge la soglia minima (baseline) fissata dallo standard. Se il valore finale risulta inferiore a 15, la proprietà non può acce-dere alla certificazione del sistema di gestione della biodiversità.

Gli indicatori di stato fotografano uno stadio della con-tinua e graduale evoluzione di un parametro di biodi-versità nel lungo periodo (5-10 anni) ed è quindi com-prensibile che l’audit annuale del sistema di gestione non possa rilevare variazioni sostanziali del livello di biodiversità. Nella maggior parte dei casi, infatti, l’in-tervallo tra le due sorveglianze annuali successive è troppo breve per riuscire a cogliere differenze sostan-ziali.

Per tale motivo è stata prevista la verifica quinquenna-le degli indicatori di stato, coincidente con la verifica di rinnovo, degli indicatori di gestione e della sorve-glianza alla quale viene sottoposto ogni anno il bosco certificato.

In occasione della visita di sorveglianza annuale non si procede a rideterminare il valore dei singoli indicatori di stato e dell’indicatore sintetico, ma si verificano le concrete misure attuate dal gestore rispetto agli obiet-tivi di gestione articolati in interventi e azioni stabiliti in sede di prima certificazione o rinnovo.

La valenza della certificazione BIOΔ4 come strumento di valorizzazione

Dal punto di vista degli strumenti di valorizzazione dei servizi ecosistemici, la certificazione, insieme al la-belling, al mercato dei crediti di carbonio e ad alcune tipologie di contratti di gestione delle risorse naturali tra privati o tra pubblico e privato, è una tipologia di Pagamento per Servizio Ecosistemico (vedi paragrafo 13.2). In questa tipologia di meccanismo, il consumato-re, in modo indiretto, viene chiamato a riconoscere e remunerare il servizio connesso allo standard previsto nello schema prototipale. E, infatti, la certificazione BIOΔ4 è uno dei vari meccanismi proposti per le aree di studio e testati attraverso la consultazione dei por-tatori di interesse prevista dal WP4.

Quando il legname certificato viene commercializza-to, il sistema di certificazione prevede la possibilità di riportare nella fattura di vendita la dichiarazione che il legname e/o il lotto boschivo proviene da un bosco gestito mantenendo un elevato livello di biodiversità.

L’eventuale trasferimento di tale informazione (e dell’eventuale corrispondente logo) sul prodotto potrà avvenire lungo la filiera seguente qualora le aziende risultino provviste di un sistema certificato di CoC (FSC, PEFC, ISO 38200).

In alternativa, è possibile dichiarare che tutto il legna-me prodotto dalla proprietà certificata per la biodi-versità proviene da boschi sottoposti al monitoraggio periodico della biodiversità.

Riguardo alla definizione e impiego del logo vale la pena di precisare che la procedura di certificazione di parte terza implica l’esistenza di tre figure fonda-mentali: l’estensore proprietario dello standard di cer-tificazione (schemeowner), l’ente di cercer-tificazione che esegue le verifiche e rilascia il certificato di conformità del bosco allo standard e il proprietario forestale ade-rente allo standard.

La proprietà del logo rimane dello schemeowner, il quale concede all’aderente una licenza d’uso tempo-ranea valida fintantoché l’ente di certificazione con-ferma la validità del certificato di gestione della bio-diversità.

In questo senso, il ruolo del progetto BIOΔ4 si risolve nell’elaborazione tecnico-scientifica del presente do-cumento, che viene messo a disposizione di qualsiasi organizzazione (istituzione pubblica o privata, organi-smo di certificazione, ente di normazione) interessata a configurarsi come promotore di un nuovo standard di certificazione della biodiversità forestale.

La tracciabilità del legno è garantita dalle informa-zioni desumibili dalla documentazione connessa alle procedure di gestione attiva già esistenti (piano dei tagli, piano degli interventi a favore della biodiversità, progetti di taglio, capitolati tecnici per le utilizzazioni, bandi di gara, aste di vendita del legname, contratti di utilizzazione, verbali di consegna e collaudo, registra-zione della contabilità).

INDICATORI DI STATO - REQUISITI DI PRIMA CERTIFICAZIONE

N INDICATORI DI STATO

(prima certificazione e rinnovo quinquennale) EVIDENZE DOCUMENTALI Obbligatorio Facoltativo

1 L’Organizzazione rispetta tutte le leggi regionali, nazionali e comunitarie di settore.

– Autorizzazioni lavori in bosco (normativa regionale di settore).

– Salute e sicurezza dei lavoratori e dei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008).

– Tracciabilità dei prodotti legnosi (EUTR).

– Pianificazione forestale (normativa regionale di settore).

– Tutela degli ambiti di interesse naturalistico (Natura 2000 , siti di importanza naturalistica o biotopi della rete ecologica comunale/provinciale).

X

2

Il sistema di gestione forestale dell’Organizzazione risulta già certificato per la gestione forestale sostenibile (GFS) e fa uso del relativo logo.

– Manuale del sistema di GFS.

– Certificato GFS e licenza uso del logo. X

3

Nell’ambito della gestione forestale l’Organizzazione non fa uso di pesticidi, erbicidi, fertilizzanti, OGM e non pratica lavorazioni agronomiche del suolo.

– Dichiarazione. X

4

L’Organizzazione ha provveduto all’elaborazione di un Piano di gestione forestale o documento equipollente, che risulta validato dall’autorità preposta o in corso di approvazione/collaudo.

– Piano di gestione forestale o documento equipollente.

– Verbale di consegna del Piano.

– Verbale di collaudo del Piano.

X

5

L’Organizzazione ha predisposto un programma di formazione del proprio personale interno in merito alla tutela della biodiversità in conformità al sistema di gestione BIOΔ4.

– Attestati di formazione. X

6

In caso di affidamento a soggetti esterni di incarichi (piani, progetti, interventi) che possono avere ricadute sulla biodiversità, l’Organizzazione dispone di una procedura di verifica del possesso dei requisiti minimi previsti per i lavori forestali e di informazione dei terzisti in merito ai contenuti operativi del sistema di gestione BIOΔ4.

– Patentino di idoneità forestale o documento equipollente.

– Informativa riservata ai terzisti operanti all’interno della proprietà forestale.

– Certificato di CoC dell’operatore forestale esterno (in caso di vendita dei lotti in piedi).

X

7

Nell’ambito dell’applicazione dello standard BIOΔ4 alla proprietà forestale candidata, l’Organizzazione ha provveduto a incaricare per la verifica degli indicatori di stato un dottore agronomo forestale o equipollenti, di provata competenza specifica in materia di biodiversità.

– Convenzione/contratto con dottore agronomo forestale o laureato in scienze naturali o equipollenti.

– Curriculum del tecnico incaricato a dimostrazione dell’autorevolezza dell’estensore della Relazione di applicazione dello standard BIOΔ4 alla proprietà forestale candidata.

– Eventuale attestato di frequentazione da parte del tecnico di corsi di formazione per auditorBIOΔ4.

X

8

Il tecnico incaricato ha provveduto a definire il livello di biodiversità della proprietà candidata mediante la verifica secondo la metodologia BIOΔ4 di ciascuno dei seguenti indicatori di stato.

– Piano di riassetto forestale.

– Relazione tecnica di applicazione dello standard BIOΔ4 alla proprietà. forestale candidata.

X

1 - ARTICOLAZIONE DELLA STRUTTURA DEL BOSCO – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

2 - SPECIE DI INTERESSE CONSERVAZIONISTICO – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

3 - NUMERO DI SPECIE STRATO ARBOREO E ARBUSTIVO – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

4 - NECROMASSA IN PIEDI – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

5 - NECROMASSA A TERRA – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

6 - NUMERO PIANTE DI GRANDI DIMENSIONI – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

7 - DENDROMICROHABITAT – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

8 - SITI RIPRODUTTIVI E DI SOSTA DI SPECIE ANIMALI – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

9 - PRESENZA DI RADURE – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

10 - HABITAT LEGATI ALLA MORFOLOGIA E ALLE ACQUE – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

11 - AREE INTERNE O ESTERNE A AREE PROTETTE – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

12 - FATTORI DI DISTURBO PER LA BIODIVERSITÀ – Parametro, fonte/metodo di rilievo.

9

La determinazione dell’indice complessivo di biodiversità della proprietà candidata è stata ottenuta mediante l’applicazione all’intera proprietà pianificata degli indicatori di biodiversità BIOΔ4 e in conformità alla metodologia dello standard.

– Il campo di applicazione del sistema certificato BIOΔ4 coincide con l’intera superficie oggetto del Piano di riassetto forestale di riferimento (un Piano - un certificato).

– Relazione tecnica di applicazione dello standard BIOΔ4 alla proprietà forestale candidata.

X

10

Il tecnico incaricato ha calcolato l’indicatore sintetico BIOΔ4 nella proprietà candidata secondo la metodologia proposta.

L’indicatore risulta superiore alla soglia minima di 15.

– Relazione tecnica di applicazione dello standard BIOΔ4 alla proprietà forestale candidata.

X

11

L’Organizzazione si è dotata di una procedura di valutazione della gestione della proprietà rispetto all’obiettivo di mantenimento e miglioramento dell’indicatore sintetico di biodiversità, definendo i criteri e gli aspetti che la progettazione degli interventi deve preventivamente valutare al fine di prevedere i potenziali effetti sulla biodiversità.

– Modello di appendice di valutazione degli effetti potenziali della gestione attiva sulla biodiversità.

– Documento di valutazione dei progetti, dei provvedimenti e degli interventi previsti e realizzati nell’arco di validità del Piano di riassetto.

X

12

L’Organizzazione ha provveduto a definire linee di condotta e/o provvedimenti per il contenimento dei fattori di disturbo della biodiversità, mirati a ridurre l’incidenza dell’Indicatore n. 12 sull’indicatore sintetico.

– Verbali di riesame della Direzione.

– Capitolati tecnici delle utilizzazioni forestali e degli interventi sul territorio.

X

13

L’Organizzazione si è dotata di una procedura di valutazione quinquennale della propria capacità prevedere e verificare l’impatto della gestione sugli indicatori e sull’indicatore sintetico di biodiversità, a dimostrazione dell’impegno e dell’efficienza nel perseguimento dell’obiettivo di mantenimento/

miglioramento dell’indice di biodiversità.

– Documento quinquennale di valutazione della propria capacità di verifica l’impatto della gestione sugli indicatori e sull’indicatore sintetico di biodiversità.

X

14

Nell’ambito della vendita dei prodotti legnosi, l’Organizzazione dispone di un Sistema di Diligenza Dovuta (DDS - Due Diligence System) conforme agli obblighi EUTR ed eventualmente integrato da procedure certificate secondo la norma ISO 38200.

– Evidenza della dichiarazione della località di provenienza del legname all’interno dei documenti amministrativi (es. contratti) e commerciali (es.

documenti di trasporto, fatture).

– Registri e contabilità dell’operatore EUTR (vendite di prodotti legnosi a strada, clienti, autorizzazioni, valutazione del rischio).

– Registro delle utilizzazioni boschive (vendite di bosco in piedi).

– Procedure conformi alla norma ISO 38200 a integrazione del EUTR-DDS.

X

15

Durante il processo di produzione del prodotto legnoso proveniente da boschi certificati BIOΔ4, l’Organizzazione segue una procedura per la

segregazione del materiale legnoso in termini di spazio, tempo o marchiatura del legno.

Qualora l’Organizzazione abbia conseguito un certificato di Chain of Custody (CoC), l’approccio adottato a garanzia della provenienza del legno è costituito esclusivamente dalla prassi di separazione fisica (spaziale o temporale).

– Relazione tecnica BIOΔ4.

– Piano dei tagli.

– Manuale di CoC.

– Registri CoC.

– Evidenze desunte da sopralluoghi ed ispezioni nell’ambito della verifica della separazione fisica nell’ambito della CoC.

X

16

Nei contratti e capitolati con i terzisti l’organizzazione specifica le procedure stabilite per garantire la tracciabilità.

– Contratti e capitolati. X

INDICATORI DI GESTIONE - REQUISITI DI MANTENIMENTO DELLA CERTIFICAZIONE

N INDICATORI DI GESTIONE

(sorveglianza annuale) EVIDENZE DOCUMENTALI Obbligatorio Facoltativo

1

Nel corso dell’anno l’Organizzazione ha progettato/

eseguito interventi di gestione attiva della proprietà forestale certificata BIOΔ4.

– Studi di fattibilità.

– Progetti preliminari/definitivi/esecutivi e varianti.

– Progetti/relazioni di taglio.

– Contratti e capitolati speciali di esecuzione degli interventi.

– Piano della viabilità silvo-pastorale.

X

2

L’Organizzazione ha provveduto alla formazione del proprio personale interno in merito alla biodiversità e alla sua tutela in conformità al sistema di gestione BIOΔ4.

– Attestati di formazione. X

3

In caso di affidamento a soggetti esterni di incarichi che possono avere ricadute sulla biodiversità, l’Organizzazione ha verificato il possesso dei requisiti minimi previsti per i lavori forestali e ha informato i terzisti in merito ai contenuti operativi dello standard BIOΔ4.

– Patentino di idoneità forestale o documento equipollente.

– Informativa riservata ai terzisti operanti all’interno della proprietà forestale.

– Certificato di CoC dell’operatore forestale esterno (in caso di vendita dei lotti in piedi).

X

4

I progetti/interventi hanno conseguito tutte le autorizzazioni/pareri previsti dalla normativa vigente

I progetti/interventi hanno conseguito tutte le autorizzazioni/pareri previsti dalla normativa vigente