H) Orientamento alla qualità
I) Orientamento alla RSI e alla RSP
2.3. Nuovi profili professionali: Energy Manager e CSR Manager
2.3.1. L’Energy Manager
2.3.1.3. Le prospettive future
Per il futuro molti operatori credono che la giusta via da intraprendere per migliorare la situazione di coloro che si occupano delle tematiche energetiche sia quella di creare un apposito Albo basato su un esame di Stato. Questo esame consentirebbe di accedere all’incarico di Energy Manager. Tale soluzione però sembra essere assolutamente non conciliabile con l’attuale normativa, che risulta troppo lacunosa, e anche non applicabile in questo particolare momento, caratterizzato, anche a livello europeo, dalla definizione di figure che si basano su standard a cui si può scegliere di aderire o meno in modo completamente volontario. Questo processo, infatti, si sta verificando oltre che in campo energetico anche in campo sociale ed ambientale.
Semmai è meglio concentrarsi sulle attività di formazione e di aggiornamento, in quanto la normativa vigente assegna delle competenze che risultano essere utili per chi vuole lavorare in questo settore ma a ciò si contrappone la mancanza a livello universitario di un preciso corso che favorisca una concreta formazione di tale figura.
Se consideriamo la nomina di un soggetto interno all’organizzazione si pone anche il problema, in parte risolto grazie ai corsi creati dal FIRE[116] e dall’ENEA[117], sulla
necessità di un continuo aggiornamento che tale figura, nel corso della sua vita lavorativa, deve avere per poter continuare ad essere al passo con i tempi, in quanto questo ambito è contraddistinto da cambiamenti che possono avere anche un forte impatto nella economicità della struttura in cui opera.
Oggi siamo sempre in una fase caratterizzata da uno sfruttamento abbastanza a basso costo della energia fossile ma è facilmente intuibile che in futuro la situazione potrà subire molte variazioni, anche per alcuni versi epocali. Proprio per questo le future sfide che si troveranno ad affrontare gli Energy Manager potrebbero essere basilari per la sopravvivenza delle imprese sul mercato e per garantire uno sviluppo sempre più sostenibile, condizione che va a favore anche delle generazioni future.
Tutto ciò favorisce l’orientamento delle attività seguendo due direzioni. Infatti il controllo delle emissioni e dei rifiuti che vengono prodotti mediante lo svolgimento del processo produttivo e da tutte le altre fasi ad esso più o meno collegate, ma che fanno sempre riferimento alla organizzazione, costituiscono un punto che possiede una grande importanza, in quanto riguarda tutte le varie sfaccettature che compongono la struttura considerata nella sua interezza. Questi aspetti si ricollegano immediatamente anche alla seconda direzione da attuare e che vede l’operato dell’Energy Manager non sempre focalizzato esclusivamente sulla attività che viene svolta all’interno dell’organizzazione, ma anzi aumentare il proprio raggio di analisi. La tematica energetica e le preoccupazioni che da essa ne deriva (basta pensare all’ormai famoso “buco nell’ozono” su tutti) permettono una ricerca di sinergie continue e profittevoli con l’ambiente esterno. Il territorio circostante potrebbe fornire sia dei vantaggi dal punto di vista organizzativo che proprio a livello tecnico. Questa possibilità sarebbe favorita anche dal decentramento che sta coinvolgendo le istituzioni e che registrano l’attribuzione delle responsabilità energetiche agli Enti locali. Questi ultimi, essendo più vicini alle esigenze della società civile, che si trovano ad amministrare, possono attivare delle iniziative con il preciso obiettivo di portare a valorizzare le risorse sia materiali che immateriali del territorio circostante. Ciò potrebbe autorizzare la creazione di una rete locale di Energy Manager che permetta di ottenere, operando congiuntamente, un
dell’ambiente e degli utenti finali supportando attraverso attività istituzionali e servizi erogati chi opera nel settore e promuovendo un’evoluzione positiva del quadro legislativo e regolatorio”. Fondata nel 1987
dall’ENEA e da altre due associazioni di Energy Manager, che erano l’Energy Manager Club e l’Associazione Italiana Gestori dell’Energia. Tratto dal lavoro della FIRE “Dall’Energy Manager alla
certificazione dell’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE)”. 117
risultato migliore rispetto a quello che, al contrario, si sarebbe realizzato se le organizzazioni avessero lavorato separatamente.
Se è vero che questa possibilità di collaborare può garantire dei frutti è altrettanto reale la continua evoluzione di questo settore e per cercare di tenere il passo di questi cambiamenti è stata introdotta una nuova figura che si può affiancare o sostituire a quella del responsabile per l’uso razionale dell’energia.
Attraverso il decreto legislativo n. 115 del 30 maggio 2008 si definisce l’Esperto in Gestione dell’Energia (EGE). Tale decreto si è reso necessario per recepire la direttiva comunitaria 2006/32/CE. La definizione che viene data all’EGE è quella di un “soggetto
che ha le competenze, l’esperienza e le capacità necessarie per gestire l’uso dell’energia in modo efficiente”. Le competenze che vengono richieste sono simili a
quelle presentate precedentemente con riguardo all’Energy Manager e sono conoscenze scientifico-tecniche, economiche e finanziarie, manageriali e di comunicazione relative ai compiti da svolgere. Gli si richiede un costante aggiornamento sia sulle evoluzione del mercato che sulle normative vigenti e volontarie che vengono ad essere create e riconosciute con il passare del tempo, ma soprattutto a saperle ben interpretare e successivamente applicare. Fino a questo punto però non risulta esserci alcuna diversità tra le due figure, in altre parole se le caratteristiche dell’Esperto in Gestione dell’Energia fossero solamente queste, tale figura sarebbe identica all’Energy Manager. Ovviamente così non è. Sono due i punti che caratterizzano l’EGE. Da un lato deve promuove ed implementare i vari sistemi di gestione dell’energia[118]
che sono approvati nel tempo a livello europeo e dall’altro è possibile esercitare la propria professione solo attraverso il sistema della volontaria certificazione[119] (aspetto contenuto nel decreto n. 115 del 2008 all’art. 16 comma 1). Per quanto riguarda i compiti da svolgere sono molto simili a quelli dell’Energy Manager e così anche per il fatto che esso può essere o un libero professionista o un dipendente dell’organizzazione stessa.
118 In riferimento a tale argomento si legga l’articolo di Belcastro F. intitolato “Gli Energy manager e i
sistemi gestione energia” contenuto in Gestione energia, periodico di informazione tecnica per gli energy
manager, n. 1 del 2012, pag. 26-27.
119
La FIRE proprio su questo ambito si è attivata creando il SECEM (Sistema Europeo per la Certificazione in Energy Management), progetto assolutamente volontario che consente di ottenere la