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Il quartiere ludico

Dopo aver analizzato il rapporto tra gli edifici da spettacolo e le varie infrastrutture della città, come le mura, il foro e le strade, è utile indagare anche la situazione generale del quartiere in cui sorsero questi edifici. Infatti, in Traspadana si presentano situazioni assai diverse con casi in cui gli edifici per spettacolo furono realizzati all’interno di un quartiere per essi predisposto e casi in cui, invece, i monumenti sorsero in spazi già precedentemente occupati da altri edifici che dovettero essere demoliti in virtù della nuova destinazione.

Vi sono situazioni in cui teatro e anfiteatro furono edificati in posizioni tra loro adiacenti, come nel caso di Augusta Praetoria (fig. 25). Qui gli edifici vennero inseriti perfettamente nella maglia regolare dell’impianto urbano e si venne a realizzare una divisione funzionale dello spazio cittadino che portò alla definizione di una sorta di vero e proprio “quartiere degli spettacoli”. Questa collocazione, in perfetta armonia con la suddivisione in insulae della colonia, ha fatto pensare che fosse frutto di un piano regolatore già ipotizzato nel momento della fondazione della colonia nel 25 a.C. È probabile, quindi, che benché l’anfiteatro risulti posteriore al teatro, essi siano stati concepiti unitariamente e realizzati poi in successione. Si venne così a creare un ambiente in cui, forse più del foro, la comodità e la grandiosità offrivano alle masse “le condizioni durevoli per i contatti e per la colloquialità della vita associativa”156.

Figura 25: Ricostruzione del quartiere degli spettacoli di Augusta Praetoria157.

156 Mansuelli 1971, p. 99.

157 L’immagine è tratta dal dvd multimediale della collana editoriale “Cadran Solaire” dedicata al teatro di Aosta, che

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Una situazione simile si riscontra anche nelle città di Comum e Laus Pompeia. Entrambe, infatti, presentano un analogo “quartiere per gli spettacoli” realizzato in posizioni

intramoenia ad una estremità dell’impianto urbano. Non possiamo però affermare se anche

in questi casi la realizzazione dei quartieri fosse già programmata all’interno del piano urbanistico originario. Va detto che tale non sembra la situazione di Laus Pompeia, dato che durante recenti scavi nell’area del teatro è stato rinvenuto un fossato risalente ad un periodo precedente, completamente obliterato dalla nuova costruzione con la quale non presenta nessuna correlazione e che risulta parzialmente distrutto. Di conseguenza è lecito pensare che la zona fosse stata inizialmente occupata e destinata ad altre funzioni, sulle quali allo stato attuale delle ricerche è difficile avanzare ipotesi, e che solo successivamente sia stato riadattato alla nuova destinazione158.

Negli altri casi esaminati gli edifici furono edificati in luoghi tra loro distanti, a volte senza nessuna correlazione e in alcuni casi a seguito di demolizioni di edifici precedenti. Tra tutte queste situazioni spicca quella di Mediolanum. In questa città gli edifici ludici si concentrano nel settore occidentale della città e nel suo immediato suburbio e, nella realizzazione di tutti e tre gli edifici da spettacolo della città, sembra evidente che siano stati scelti luoghi già precedentemente occupati da altre costruzioni e attività. In questo caso, infatti, essi sorsero successivamente alla romanizzazione del centro insubre, in una situazione in cui l’abitato aveva già assunto una sua conformazione. Il circo, poi, sorse in epoca tetrarchica, quando ormai Mediolanum era la principale città della Transpadana. Per la sua realizzazione non furono solamente demolite strutture precedenti, ma fu completamente rivoluzionato un intero settore urbanistico. Venne spostato il corso del fiume Seveso ad ovest, si eliminarono gli edifici posti nella zona sin dall’epoca repubblicana e si livellò il terreno per un’estensione di circa 5 ettari. Inoltre, una volta realizzato il monumento, vennero anche ricostruite ed ampliate le mura di questo settore, che si adattarono all’andamento del circo.

Tra le situazioni meglio analizzate vi è quella del quartiere in cui venne eretto l’anfiteatro romano. Dai dati di scavo risulta, infatti, che l’area su cui sorgeva l’arena fu in origine destinata ad attività agricole, organizzata attorno a una fitta rete di canalizzazioni, e forse, per un periodo di poco precedente alla costruzione dell’anfiteatro, attraversata in senso nordest-sudovest da una stradina in ghiaia. Probabilmente all’inizio del I sec. d.C. l’area fu interessata da estesi lavori di spianamento, livellamento e riempimento di tutti i fossi e

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canali in uso, che determinarono così lo sconvolgimento dei livelli archeologici più antichi. Ma importanti scoperte sono state effettuate nell’area non esattamente poi occupata dall’anfiteatro, ma ad essa contigua. Si tratta del rinvenimento dei resti di una villa suburbana che vide diverse fasi di utilizzazione e restauro. Nel corso del I sec. d.C. la città attraversava un periodo di particolare prosperità economica e di incremento demografico, testimoniata anche dalla realizzazione dell’anfiteatro, e ciò favorì la crescita di quartieri suburbani destinati alle residenze delle classi agiate. A questo periodo si data la fase meglio interpretabile della villa rinvenuta a poca distanza dall’anfiteatro, realizzata ispirandosi ai modelli della capitale. Quanto è stato possibile ricostruire è una struttura costituita da un giardino nella zona

sud e da una parte residenziale comprendente un vano, che doveva avere funzione di triclinio, e una vasca con un rivestimento in cocciopesto dipinto di rosso (fig. 26). Presentava poi un ricco apparato decorativo, testimoniato dagli intonaci dipinti rinvenuti. La tipologia a cui questa villa sembra fare riferimento è quella della casa a cortile, molto diffusa in gran parte della Cisalpina.

In ogni caso, questo rinvenimento ha dimostrato come la realizzazione dell’anfiteatro in una zona del suburbio precedentemente dedicata in maniera esclusiva ad attività agricole sia servita anche per la riqualificazione del suburbio stesso, che vide negli stessi decenni, probabilmente, l’innalzamento di una serie di strutture abitative private di grande pregio nelle immediate circostanze. Venne, quindi, volontariamente realizzata un’area residenziale ad alto livello, a cui fu assicurata la vicinanza agli edifici da spettacolo, “seguendo il principio che non era opportuno costringere gli spettatori importanti a lunghi spostamenti, che venivano invece accettati dalle classi popolari”159160.

159 Citazione tratta da Arslan 1982, pp. 193-194.

160 Maggi 1987, p. 72; Maggi 1991, p. 325; Ceresa Mori 2004a, pp. 50-57; Groh 2011, pp. 173-174.

Figura 26: Ricostruzione della domus rinvenuta in via Cesare Correnti, nel settore del suburbio occupato dall’anfiteatro romano.

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Anche ad Eporedia è stata rinvenuta una villa suburbana durante le analisi dell’anfiteatro, ma la differenza con il caso milanese è che qui le tracce della domus sono venute alla luce al di sotto dell’anfiteatro stesso e il suo rinvenimento è stato utile anche per la datazione del monumento successivo. La domus suburbana161, inizialmente a carattere rustico,

situata all’estrema periferia orientale della città, si data per il primo periodo di frequentazione all’inizio dell’età augustea. In età tiberiana venne sottoposta ad ingenti rifacimenti ed abbellimenti, con un ampliamento della parte residenziale, e ulteriori modifiche si registrano infine in età claudia e neroniana. Successivamente, come detto, la villa venne abbandonata e distrutta per fare spazio al sito dell’anfiteatro. In questo caso, quindi, non si tratta di un suburbio riqualificato tramite l’edificazione dell’edificio ludico, ma al contrario documenta uno dei molti casi di distruzione di edifici preesistenti. La scelta della localizzazione dell’anfiteatro, come abbiamo visto, dipendeva da numerosi fattori ed è probabile che in questo esempio piemontese la mancanza di altri spazi abbia reso necessario la demolizione di questa villa, che doveva essere di notevole pregio, come documentano gli intonaci dipinti ivi rinvenuti che rappresentano ad oggi il complesso più rilevante di decorazione parietale romana in Piemonte162. Inoltre, nel caso di Eporedia, il

sito dell’anfiteatro sembra presentarsi come un’area mista, caratterizzata sia da strutture abitative, ma anche da sepolture. Il rinvenimento di alcuni depositi di materiale laterizio, poi, potrebbe far presupporre l’occupazione dell’area anche per attività artigianali163.

161 Per un’analisi più esaustiva della villa suburbana si rimanda a Brecciaroli Taborelli 1998, pp. 41-92. 162 Sugli intonaci dipinti si veda Delplace 1998, pp. 109-147.

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Capitolo Quinto

Gli spazi ludici come strumenti del consenso